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Autore: Redazione StudioNews

Così le microplastiche contaminano il cibo che mangiamo

Così le microplastiche contaminano il cibo che mangiamoRoma, 20 apr. (askanews) – Uno studio ENEA-Cnr pubblicato sulla rivista internazionale Water ha descritto una parte del percorso delle microplastiche “dall’acqua al piatto”, dimostrando come questo contaminante si trasferisca dall’acqua dolce alle radici delle piante acquatiche e, quindi, ai crostacei che se ne cibano, con danni al patrimonio genetico di questi ultimi e, a lungo termine, per l’intero ecosistema.

Il team ENEA, insieme ai ricercatori dell’Istituto di Ricerca sugli Ecosistemi Terrestri del Cnr coordinati da Massimo Zacchini, ha valutato in laboratorio gli effetti di microparticelle di polietilene (PE), tra le più comuni materie plastiche disperse nell’ambiente, su organismi d’acqua dolce, vegetali e animali. In particolare, le specie utilizzate sono state la Spirodela polyrhiza, la cosiddetta lenticchia d’acqua, una piccola pianta acquatica galleggiante, e l’Echinogammarus veneris, un crostaceo d’acqua dolce simile a un gamberetto, che è poi l’alimento base di pesci come le trote. Le piantine sono state immerse in acqua contaminata da microplastiche di circa 50 micrometri – più piccole del diametro di un capello – e dopo 24 ore trasferite nella vasca dei gamberetti. I risultati – si legge nella notizia pubblicata sull’edizione odierna del settimanale ENEAinform@ – hanno dimostrato che le piante, durante l’esposizione, oltre a una lieve riduzione del contenuto di clorofilla, hanno accumulato un elevato quantitativo di microplastiche sulle radici di cui i crostacei si cibano, ingerendone in media circa 8 particelle per esemplare. Inoltre, è stato possibile anche dimostrare come le microplastiche, una volta ingerite dai crostacei, vengano sminuzzate e “restituite” all’ambiente sotto forma di escrementi, che possono rientrare nella catena alimentare, cosiddetta “del detrito”, in maniera potenzialmente più pericolosa di quella di partenza.

“Questo studio mostra chiaramente, all’interno di un sistema controllato di laboratorio, i meccanismi attraverso i quali le microplastiche entrano e si trasferiscono all’interno della catena alimentare”, sottolinea Valentina Iannilli, ricercatrice ENEA del Laboratorio Biodiversità e servizi ecosistemici. “Le piantine, infatti, hanno avuto il ruolo di ‘raccogliere’ e ‘trasferire’ queste particelle ai crostacei, fonte di cibo per i pesci che a loro volta accumulano microplastiche anche nei muscoli, che sono poi le parti che noi mangiamo”. Infine, sono stati valutati gli effetti diretti delle microplastiche sul DNA dei crostacei, per comprendere se queste particelle potessero indurre anche genotossicità, ovvero danni a livello del materiale genetico. Dopo solo 24 ore, è stato possibile osservare come gli individui “trattati” con le microplastiche presentino un livello di frammentazione del DNA significativamente superiore rispetto a quelli non trattati, dimostrando come queste particelle siano effettivamente in grado di indurre un danno al DNA nelle cellule degli organismi studiati.

“Questo significa che le microplastiche non sono, come spesso è riportato, materiale inerte che non interagisce con le funzioni degli organismi, ma che, invece, si ‘muovono’ lungo la catena alimentare con effetti diretti anche sull’integrità del patrimonio genetico e di conseguenza potenziali a lungo termine su popolazioni, comunità e interi ecosistemi”, aggiunge Valentina Iannilli. “Un risultato – conclude – che deve far riflettere sulla pericolosità del rilascio nell’ambiente di queste particelle microscopiche derivate dalle attività antropiche, anche in considerazione della loro diffusione in tutte le matrici ambientali quali acqua, suolo, aria, ghiacci dell’Artico fino ai sistemi agricoli”.

Turismo: i parchi naturali mete sempre più ambite

Turismo: i parchi naturali mete sempre più ambiteMilano, 20 apr. (askanews) – “I parchi naturali sono mete turistiche sempre più ambite soprattutto per i tanti che cercano il contatto con la natura e i viaggi all’insegna della sostenibilità. Il sistema italiano dei parchi, che raggruppa parchi nazionali, regionali, riserve, aree marine protette ed altri siti tutelati, vede crescere costantemente le presenze di visitatori”. Lo afferma il presidente di Federparchi, Luca Santini, commentando i risultati del report “Viaggi e vacanze 2022” dell’Istat che fa riferimento al ritorno a livelli prepandemici delle visite “alle bellezze naturali” (54.9% dei viaggi estivi) nel cui ambito rientrano ampiamente le aree naturali protette.

“Il turismo nei parchi -prosegue Santini – necessita, tuttavia, di adeguate regole che ne garantiscano l’equilibrio con gli habitat naturali. Per questo Federparchi è da tempo impegnata nella diffusione nelle aree protette della Carte Europea del Turismo Sostenibile” Nel 2022 l’Italia è stato il Paese europeo con il maggior numero di aree protette che hanno ricevuto la Carta Europea del Turismo Sostenibile, con 45 parchi certificati. Al secondo posto c’è la Spagna con 32. In Europa sono 120 in tutto le aree protette che hanno ottenuto la CETS, una garanzia per chi vuole conoscere la natura nel pieno rispetto della biodiversità.

Salute: 9 donne su 10 soddisfatte dal percorso nascita

Salute: 9 donne su 10 soddisfatte dal percorso nascitaMilano, 20 apr. (askanews) – Le donne promuovono il percorso nascita: il 90%riferisce un’esperienza complessivamente buona o ottima dell’assistenza ricevuta durante la gravidanza, il travaglio/parto, dopo la nascita e il ritorno a casa. Aver avuto fiducia nei professionisti sanitari ed essersi sentite trattate con rispetto e dignità sono gli aspetti in cui le esperienze delle donne sono più positive, l’ambito considerato più critico è quello sulle informazioni ricevute sui cambiamenti di umore e sulla salute mentale. È quanto emerge dai risultati di un questionario diffuso a 3.642 donne, tra maggio e ottobre 2022, che hanno partorito in 16 punti nascita coinvolti nel progetto coordinato dal Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute (Cnapps) dell’Iss “Rilevazione dei percorsi preventivi e assistenziali offerti alla donna, alla coppia e ai genitori per promuovere i primi 1000 giorni di vita, anche al fine di individuare le buone pratiche, i modelli organizzativi e gli interventi adeguati”, promosso e finanziato dal Ministero della Salute.

Il progetto, che si concluderà a maggio 2023 e che ha coinvolto nove Regioni e una Provincia autonoma (Pa) per un totale di oltre 500 professionisti, ha previsto la raccolta di dati in tre ambiti: la qualità percepitadurante il percorso nascita da parte delle donne che partoriscono, la promozione della salute mentale materna dalla gravidanza al periodo postnatale e il supporto alla genitorialità offerto dai servizi e dai professionisti sociosanitari. “Con un gruppo multidisciplinare di esperti e grazie alla rete dei referenti delle Unità operative partecipanti, è stato possibile raccogliere e analizzare molteplici informazioni relative ad attività e interventi di respiro locale e nazionale, implementati in contesti diversi con l’obiettivo comune di promuovere la salute nei primi 1000 giorni di vita – afferma Serena Donati, Direttrice del Reparto Salute della Donna e dell’Età Evolutiva del Cnapps dell’Iss -. La diffusione di questo materiale potrà facilitare lo scambio di esperienze fra professionisti e decisori di diverse aree del Paeseponendo le basi per investire negli interventi di sviluppo infantile precoce raccomandati da Oms, Banca mondiale e Unicef”.

In 15 Aziende sanitarie il consultorio familiare è emerso come il luogo di riferimento per la promozione e la tutela della salute mentale in gravidanza e dopo il parto: il 90% dei consultori garantisce la valutazione dello stato emotivo e del rischio di depressione perinatale, cui si affianca un’ampia offerta di interventi di supporto. Tuttavia, un protocollo scritto per l’assistenza integrata alle donne con disturbo mentale perinatale è disponibile nel 55% dei consultori familiari, ma non in quelli del Sud. Inoltre, l’indagine in 119 Dipartimenti di salute mentale (Dsm)nazionali evidenzia che l’80% non dispone di un Protocollo Diagnostico Terapeutico Assistenziale dedicato. Ancora: oltre il 90% dei pediatri di libera scelta (Pls)ha mostrato una buona conoscenza dei temi della prevenzione e promozione della salute nei primi due anni di vita. Con alcune criticità: il 31% ritiene sicura l’assunzione di una piccola quantità di alcol – un bicchiere di vino – in gravidanza, più del 40% dei pediatri non informa sempre i genitori sui rischi legati all’assunzione di alcol durante l’allattamento e l’11% ritiene che la depressione materna scompaia senza necessità di trattamento.

Agroalimentare, riforma IG approvata all’unanimità in ComAgri

Agroalimentare, riforma IG approvata all’unanimità in ComAgriMilano, 20 apr. (askanews) – Questa mattina a Strasburgo la Commissione Agricoltura dell’Europarlamento (ComAgri) ha approvato all’unanimità la relazione sulla riforma delle Indicazioni geografiche (IG).

Grande soddisfazione per l’esito del voto è stata espressa da Unione italiana vini (Uiv), che ha sottolineato che “i 46 emendamenti approvati sono infatti ampiamente condivisi con la posizione dell’associazione che rappresenta l’85% dell’export italiano di vino”. Tra i punti cardine contenuti nella storica riforma portata avanti dal relatore Paolo de Castro e appoggiata anche dagli altri eurodeputati italiani, la Uiv evidenzia “la presenza del vino all’interno della riforma, la definizione di vini Igp, la protezione dei nomi geografici contro possibili evocazioni (come, per esempio, la questione del Prosek) e le nuove disposizioni volontarie sulla sostenibilità del vino”.

“Tutti gli emendamenti, fortemente richiesti e condivisi da Uiv, hanno riscontrato oggi in ComAgri esito positivo, e questo è motivo di plauso nei confronti di un’istituzione europea che ha ben recepito l’importanza del nuovo regolamento Ue sui prodotti Dop e Igp. Il pericolo di tenere disancorato il vino dal sistema di protezione dei prodotti di qualità è stato scongiurato – ha aggiunto Uiv -, e questa è la vittoria più importante ma non l’unica: la Riforma permetterà di fare passi avanti notevoli in materia di protezione delle denominazioni in ambito internazionale, di chiarimento delle regole produttive sui vini a Igt e di semplificazione delle procedure relative ai disciplinari”. Ora l’iter prevede, prima dell’estate, la discussione in sede plenaria del Parlamento europeo e infine, entro l’anno, gli incontri del trilogo (Parlamento, Commissione e Consiglio) per approvare definitivamente il nuovo testo unico europeo sulle produzioni di qualità.

Friuli Venezia Giulia, Fedriga: 26 aprile primo Consiglio regionale

Friuli Venezia Giulia, Fedriga: 26 aprile primo Consiglio regionaleTrieste, 20 apr. (askanews) – Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli Venezia Giulia, ha annunciato di aver convocato per il 26 aprile il nuovo Consiglio regionale, chiamato a eleggere il presidente dell’Assemblea, mentre la prima riunione di Giunta si terrà indicativamente il giorno 28.

Il governatore ha rivolto il suo in bocca al lupo agli assessori confermati e ai nuovi, e ha ringraziato dirigenti, direzioni, funzionari e tutto il personale della Regione “perché nel lavoro svolto in questi cinque anni sono stati essenziali”. “Riguardo alla salute – ha specificato – ringrazio l’assessore Riccardi che ha ridato la disponibilità di continuare in un percorso estremamente complicato. Complicato perché il sistema sanitario nazionale – ha spiegato il presidente – sta vivendo un periodo estremamente complesso in tutte le regioni e lo dico anche in qualità di presidente della Conferenza delle Regioni. Ci sono criticità evidenti, frutto di una mancata programmazione ventennale dove sono mancati i professionisti, dove mancano professionisti e oggi quelle scelte le paghiamo”.

Piante-animali-uomo: così microplastiche contaminano il nostro cibo

Piante-animali-uomo: così microplastiche contaminano il nostro ciboRoma, 20 apr. (askanews) – Uno studio ENEA-Cnr pubblicato sulla rivista internazionale Water ha descritto una parte del percorso delle microplastiche “dall’acqua al piatto”, dimostrando come questo contaminante si trasferisca dall’acqua dolce alle radici delle piante acquatiche e, quindi, ai crostacei che se ne cibano, con danni al patrimonio genetico di questi ultimi e, a lungo termine, per l’intero ecosistema.

Il team ENEA, insieme ai ricercatori dell’Istituto di Ricerca sugli Ecosistemi Terrestri del Cnr coordinati da Massimo Zacchini, ha valutato in laboratorio gli effetti di microparticelle di polietilene (PE), tra le più comuni materie plastiche disperse nell’ambiente, su organismi d’acqua dolce, vegetali e animali. In particolare, le specie utilizzate sono state la Spirodela polyrhiza, la cosiddetta lenticchia d’acqua, una piccola pianta acquatica galleggiante, e l’Echinogammarus veneris, un crostaceo d’acqua dolce simile a un gamberetto, che è poi l’alimento base di pesci come le trote. Le piantine sono state immerse in acqua contaminata da microplastiche di circa 50 micrometri – più piccole del diametro di un capello – e dopo 24 ore trasferite nella vasca dei gamberetti. I risultati – si legge nella notizia pubblicata sull’edizione odierna del settimanale ENEAinform@ – hanno dimostrato che le piante, durante l’esposizione, oltre a una lieve riduzione del contenuto di clorofilla, hanno accumulato un elevato quantitativo di microplastiche sulle radici di cui i crostacei si cibano, ingerendone in media circa 8 particelle per esemplare. Inoltre, è stato possibile anche dimostrare come le microplastiche, una volta ingerite dai crostacei, vengano sminuzzate e “restituite” all’ambiente sotto forma di escrementi, che possono rientrare nella catena alimentare, cosiddetta “del detrito”, in maniera potenzialmente più pericolosa di quella di partenza.

“Questo studio mostra chiaramente, all’interno di un sistema controllato di laboratorio, i meccanismi attraverso i quali le microplastiche entrano e si trasferiscono all’interno della catena alimentare”, sottolinea Valentina Iannilli, ricercatrice ENEA del Laboratorio Biodiversità e servizi ecosistemici. “Le piantine, infatti, hanno avuto il ruolo di ‘raccogliere’ e ‘trasferire’ queste particelle ai crostacei, fonte di cibo per i pesci che a loro volta accumulano microplastiche anche nei muscoli, che sono poi le parti che noi mangiamo”. Infine, sono stati valutati gli effetti diretti delle microplastiche sul DNA dei crostacei, per comprendere se queste particelle potessero indurre anche genotossicità, ovvero danni a livello del materiale genetico. Dopo solo 24 ore, è stato possibile osservare come gli individui “trattati” con le microplastiche presentino un livello di frammentazione del DNA significativamente superiore rispetto a quelli non trattati, dimostrando come queste particelle siano effettivamente in grado di indurre un danno al DNA nelle cellule degli organismi studiati.

“Questo significa che le microplastiche non sono, come spesso è riportato, materiale inerte che non interagisce con le funzioni degli organismi, ma che, invece, si ‘muovono’ lungo la catena alimentare con effetti diretti anche sull’integrità del patrimonio genetico e di conseguenza potenziali a lungo termine su popolazioni, comunità e interi ecosistemi”, aggiunge Valentina Iannilli. “Un risultato – conclude – che deve far riflettere sulla pericolosità del rilascio nell’ambiente di queste particelle microscopiche derivate dalle attività antropiche, anche in considerazione della loro diffusione in tutte le matrici ambientali quali acqua, suolo, aria, ghiacci dell’Artico fino ai sistemi agricoli”.

La Commissione Ue allenta le restrizioni sulle fusioni tra imprese

La Commissione Ue allenta le restrizioni sulle fusioni tra impreseRoma, 20 apr. (askanews) – La Commissione europea allenta le restrizioni su fusioni e concentrazioni di imprese. L’esecutivo comunitario ha adottato un ampio pacchetto di provvedimenti che hanno effetti su una molteplicità di aspetti su questo versante.

Innanzittuto, semplificando sia “la procedura semplificata” che la procedura ordinaria sull’esame dei piani di concentrazioni tra imprese. In particolare, afferma Bruxelles con un comunicato, le nuove norme ampliano e chiariscono quali casi possono essere trattati nell’ambito della procedura semplificata e individua due nuove categorie di casi che possono beneficiare del trattamento semplificato. Si tratta di casi in cui, in tutte le plausibili definizioni di “mercato” la quota di un dato settore detenuta a monte, individuale o combinata, delle parti interessate dalla concentrazione è inferiore al 30% e la loro quota di acquisto combinata è inferiore al 30%. Inoltre questo vale anche quando quando le quote di mercato a monte, individuali o combinate, delle parti interessate dalla concentrazione sono inferiori al 50%, ma un indice tecnico risulta inferiore a una data soglia (l’indice di concentrazione del mercato (“delta Hhi”) è inferiore a 150 e la società con la quota di mercato più esigua è la stessa nei mercati a monte e a valle).

La comunicazione conferisce inoltre alla stessa Commissione “il potere discrezionale di trattare determinati casi nell’ambito della procedura semplificata, anche se non rientrano in nessuna delle categorie predefinite per tale trattamento”, prosegue il comunicato. In questo ambito il provvedimento contiene anche diverse clausole di flessibilità: per le sovrapposizioni orizzontali in cui le quote di mercato combinate delle parti interessate dalla concentrazione sono pari al 20-25%; per le relazioni verticali in cui le quote di mercato individuali o combinate a monte e a valle delle parti interessate dalla concentrazione sono del 30-35%; per le relazioni verticali in cui le quote di mercato individuali o combinate delle parti interessate dalla concentrazione non superano il 50 % in un mercato e il 10 % nell’altro mercato collegato verticalmente; e per le imprese comuni con un fatturato e un attivo compresi tra 100 e 150 milioni di euro nello Spazio economico europeo.

La comunicazione fornisce inoltre un elenco più chiaro e dettagliato delle circostanze in cui la Commissione può indagare su un caso tecnicamente ammissibile a un trattamento semplificato nell’ambito della normale procedura di riesame. Il pacchetto varato introduce anche un nuovo modulo di notifica (modulo CO) che prevede un sistema di caselle da spuntare (tick-the-box) per i casi ammissibili alla procedura semplificata. Comprende principalmente domande e tabelle a scelta multipla e domande semplificate sulla valutazione sia giurisdizionale che di fondo dei casi. La comunicazione individua inoltre le categorie di casi che possono beneficiare di un trattamento “supersemplificato”, dice ancora l’Ue, che prevede che la possibilità per le parti di inviare direttamente le loro notifiche senza contattare in via preliminare la Commissione.

Il riesame dei casi non semplificati viene poi “razionalizzato”: il regolamento di esecuzione riduce e chiarisce gli obblighi di informazione nel modulo di notifica per questi casi (modulo CO). Include informazioni più chiare sulle possibilità di deroga, introduce tabelle per le informazioni sui mercati interessati ed elimina alcuni obblighi di informazione. Vi è anche una ottimizzazione sulla trasmissione dei documenti alla Commissione grazie alla nuova comunicazione sulla trasmissione di documenti, che introduce notifiche elettroniche automatiche. Il corposo pacchetto appena varato si inserisce nell’ambito del regolamento Ue sulle concentrazioni. Comprende un regolamento di esecuzione riveduto sulle concentrazioni (“regolamento di esecuzione”); una comunicazione sulla procedura semplificata e, terzo, una comunicazione sulla trasmissione di documenti.

Secondo i propositi di Bruxelles “dovrebbe apportare benefici significativi alle imprese e ai consulenti in termini di lavori preparatori e relativi costi. Il suo obiettivo è semplificare e ampliare la portata della procedura di esame, da parte della Commissione, delle concentrazioni per i casi non problematici. Inoltre, mira a ridurre la quantità di informazioni necessarie per la notifica delle operazioni in tutti i casi e a ottimizzare la trasmissione dei documenti. Il pacchetto adottato oggi contribuisce al conseguimento dell’obiettivo della Commissione di ridurre del 25% gli obblighi di comunicazione”.

Infine, questo massiccio insieme di nuove norme sarà applicabile già dal primo settembre di quest’anno, precisa la Commissione.

Si apre la 97esima edizione della “Mostra dei Vini di Bolzano”

Si apre la 97esima edizione della “Mostra dei Vini di Bolzano”Milano, 20 apr. (askanews) – Si apre nella splendida atmosfera di Castel Mareccio la 97esima edizione della “Mostra dei Vini di Bolzano”, più antica manifestazione enologica dell’Alto Adige. Dalle 18 alle 22 di oggi 42 viticoltori altoatesini presentano ben 184 etichette che rimarranno in degustazione anche venerdì, sabato e domenica 23 quando la Mostra si concluderà alle 18.

Laboratori del gusto, masterclass, visite guidate nelle zone di produzione e cene con celebri chef, completano il ricco programma della manifestazione insieme con seminari e “verticali”. Con la “Mostra dei Vini di Bolzano” si inaugura una ricca stagione di appuntamenti dedicati al vino e all’enogastronomia che si susseguiranno in diverse località dell’Alto Adige per tutto maggio e giugno. “Ogni anno, i nostri eventi enologici sono allo stesso tempo perfette occasioni di viaggio e fonte di stimoli” ha spiegato il direttore del Consorzio Vini Alto Adige, Eduard Bernhart, sottolineando che “raccontano la tradizione, la provenienza, la cultura del vino e il gusto così come i grappoli e l’arte di produrre vini straordinari: in ogni caso valgono sicuramente un viaggio”.

Il primo appuntamento è in programma domenica 23, giorno in cui si chiude l’evento di Bolzano. Si tratta della “Passeggiata tra atmosfera e gusto” (dalle 10 alle 18) nei vigneti di Caldaro, con Roland Dissertori che spiegherà ai partecipanti segreti, aneddoti e curiosità della coltivazione delle uve fino all’imbottigliamento dei vini, tra masi e cantine, tra bottiglie, specialità culinarie e paesaggi mozzafiato.

Balneari, la Corte Ue: bisogna applicare le norme europee

Balneari, la Corte Ue: bisogna applicare le norme europeeBruxelles, 20 apr. (askanews) – Con una sentenza su un rinvio pregiudiziale richiesta dal Tar della Puglia e riguardante un caso relativo al comune di Ginosa (Taranto), la Corte europea di Giustizia ha confermato oggi a Lussemburgo che le concessioni demaniali per le spiagge agli stabilimenti balneari non possono essere rinnovate automaticamente, ma devono essere messe a gara periodicamente con una procedura di selezione imparziale e trasparente. Ma soprattutto, la Corte e ha precisato che i giudici nazionali e le autorità amministrative sono tenuti ad applicare le norme dell’Ue, disapplicando le disposizioni di diritto nazionale che non sono conformi al diritto comunitario. (Segue) La sentenza riguarda la causa C-348/22, una vertenza in cui erano coinvolte l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e il Commune de Ginosa, in provincia di Taranto. Il rinvio pregiudiziale concerneva l’intepretazione della normativa nazionale che prevede la proroga automatica delle concessioni balneari, e in particolare la validità, il carattere vincolante e l’effetto diretto della normativa Ue relativa ai servizi nel mercato interno, e in particolare la Direttiva 2006/123/Ce (meglio nota come “Direttiva Bolkestein”). Secondo la direttiva, per concedere concessioni di occupazione del demanio pubblico marittimo, gli Stati membri devono applicare una procedura di selezione, con messa a gara tra i potenziali candidati, quando il numero di autorizzazioni disponibili è limitato a causa della scarsità delle risorse naturali. Inoltre, la concessione deve essere di durata limitata e non soggetta alla procedura di rinnovo automatico. Sebbene la direttiva Bolkestein sia stata recepita nell’ordinamento giuridico italiano, una legge nazionale del 2018 ha indicato che le concessioni in corso saranno prorogate fino al 31 dicembre 2033, per disporre del tempo necessario alla realizzazione di tutte le operazioni indispensabili alla riforma del regime di concessione. Conformemente a questa legge nazionale, il Comune di Ginosa ha prorogato, con delibera del 24 dicembre 2020, le concessioni di occupazione del demanio marittimo nel suo territorio. Ma a questo punto la decisione è stata oggetto di una contestazione da parte dell’Autorità italiana garante della concorrenza e del mercato (Agcom), che l’ha ritenuta contraria ai principi Ue della concorrenza e della libertà di stabilimento. L’Agcom ha perciò notificato al comune di Ginosa un parere motivato, ricordandogli l’esigenza di una procedura preliminare di appalto pubblico e rilevando che le disposizioni nazionali che prorogano automaticamente le concessioni devono restare inapplicate. Poiché il comune di Ginosa non si è conformato a questo parere motivato, l’Agcom ha presentato al Tar (Tribunale amministrativo regionale) della Puglia un ricorso diretto all’annullamento della decisione sulla proroga delle concessioni. A sua volta, il Tar Puglia, pur ritenendo le disposizioni nazionali incompatibili con la direttiva Bolkestein, ha notificato i suoi dubbi sul carattere di autoesecutività della direttiva stessa, con l’effetto di disapplicare le norme della legislazione nazionale contrarie, e anche sulla validità del meccanismo decisionale a maggioranza qualificata in Consiglio Ue ‘e non all’unanimità), con cui la normativa era stata adottata. Il Tar della Puglia poneva pertanto alla Corte europea di Giustizia diverse questioni pregiudiziali, volte a verificare il campo di applicazione della direttiva, la sua validità, la sua natura e gli effetti della sua applicazione. Con la sua sentenza di oggi la Corte Ue precisa, in primo luogo, che la direttiva Bolkestein si applica a tutte le concessioni di occupazione del demanio marittimo, a prescindere dal fatto che e presentino un interesse transfrontaliero o che riguardino situazioni confinae all’interno di un solo Stato membro. In secondo luogo, dalla valutazione della Corte non è emerso alcun elemento che possa inficiare la validità della direttiva, che ha l’obiettivo di agevolare la libera circolazione dei servizi e l’esercizio della libertà di stabilimento dei prestatori di servizi stessi. Pertatno, la Corte conferma che il Consiglio Ue ha correttamente adottato la direttiva a maggioranza qualificata, conformemente alle disposizioni del Trattato Ue. In terzo luogo, la Corte afferma che l’obbligo, per gli Stati membri, di applicare una procedura di selezione imparziale e trasparente tra i candidati potenziali, e il divieto di rinnovare automaticamente le concessioni sono enunciati in modo incondizionato e sufficientemente preciso dalla direttiva, e producono quindi degli effetti diretti. I giudici nazionali e le autorità amministrative, comprese quelle comunali, sono tenuti quindi ad applicare le norme pretinenti della direttiva, e a disapplicare le norme di diritto nazionale non conformi, conclude la Corte europea di Giustizia.

Dl Cutro, Gasparri: nessuna retromarcia sulla protezione speciale

Dl Cutro, Gasparri: nessuna retromarcia sulla protezione specialeRoma, 20 apr. (askanews) – Sul decreto Cutro “le bugie sono quelle che stiamo sentendo da parte dei vari esponenti di sinistra, le verità sono quelle che diciamo noi. Questo decreto regolamenta i flussi, le persone che vengono regolarmente a lavorare”. Lo ha detto il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, intervenendo nell’aula di palazzo Madama per la dichiarazione di voto a nome del suo gruppo.

Tornando sulle modifiche in corsa introdotte nel corso dell’esame in assemblea del provvedimento sulle contestate norme restrittive per la protezione speciale dei migranti, Gasparri ha dato la sua lettura dei fatti: “Non c’è nessuna retromarcia del Governo e della maggioranza – ha affermato – ma un confronto libero parlamentare che noi facciamo. Faccio notare che su Pnrr e su questo decreto non c’è stato il voto di fiducia, stavolta abbiamo discusso, e la discussione è fatta per ascoltare, non per insultare”. Nel dettaglio della norma, “il fatto che le leggi debbano rispettare i trattati internazionali e la Costituzione è scontato, non è che va scritto in tutte le leggi. Sono rimaste le norme che modificano la protezione speciale”, ha rivendicato l’esponente azzurro, che poi ha puntato il dito su Bruxelles per la gestione dei rapporti coni paesi di provenienza dei migranti nel Mediterraneo: “Il commissario europeo Gentiloni – ha detto Gasparri – è andato a Tunisi e gli ha fatto una lezione con una lista delle riforme che la Tunisia deve fare, chissà quando le farà. L’Europa deve aiutare la Tunisia altrimenti avremo i fondamentalisti a Tunisi per colpa di Gentiloni”.