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In aula Senato tensione Meloni-M5s, la premier: siete in difficoltà

In aula Senato tensione Meloni-M5s, la premier: siete in difficoltàRoma, 18 dic. (askanews) – Momenti di tensione in aula al Senato durante la replica della premier Giorgia Meloni al dibattito sulle sue comunicazioni in vista del consiglio europeo di domani. A infiammare il clima, le risposte della presidente del Consiglio alle accuse del Movimento 5 Stelle secondo cui l’attuale governo è servo della lobby delle banche. “Lo so che siete in difficoltà…”, ha commentato Meloni di fronte alle proteste dei pentastellati che hanno interrotto più volte il suo intervento. “Ma io quando vengo accusata, posso rispondervi oppure voi dite quello che volete e io devo stare in silenzio?”, ha insistito.


A placare gli animi è intervenuto il presidente del Senato Ignazio La Russa che, di fronte alle critiche al tono usato da Meloni (“Cerco di rispondere con aplomb istituzionale”, ha detto la premier), ha ripreso Floridia: “Lasci parlare Meloni col tono che desidera, non può decidere anche il tono”. “Parlo con garbo ma se non riesco a parlare diventa difficile”, ha provato ad andare avanti la presidente del Consiglio. La contestazione più forte è arrivata dal senatore M5s Ettore Licheri che ha gridato: “Ma quante volte ha votato il superbonus?”, rivolto a Meloni che aveva detto di non accettare “lezioni sulle risorse per la sanità da chi ha bruciato i soldi col superbonus”. La Russa lo ha richiamato all’ordine due volte e, di fronte al pentastellato che ha lasciato l’aula spontaneamente, ha commentato: “Si auto-espella”.


Meloni ha chiuso la querelle precisando: “I provvedimenti del vostro governo non li ho votati, stavo all’opposizione”.

Lavoro, l’Italia migliora ma resta sotto la media Ue, nodi Sud e donne

Lavoro, l’Italia migliora ma resta sotto la media Ue, nodi Sud e donneBruxelles, 18 dic. (askanews) – “Nonostante una ripresa sostenuta dell’occupazione, l’Italia deve affrontare importanti sfide del mercato del lavoro. Mentre il tasso di occupazione ha raggiunto un record con il 66,3% nel 2023, nonostante un rallentamento della crescita economica, è ancora di 9,0 punti percentuali al di sotto della media Ue” ed è quindi “debole ma in miglioramento”. Lo afferma la Commissione europea nel capitolo sull’Italia della sua proposta, pubblicata oggi, per un “rapporto congiunto sull’occupazione” nell’Ue, che fa parte del pacchetto d’autunno del “Semestre europeo”.


“L’occupazione – rileva la Commissione – è particolarmente in ritardo nel Sud (52,5%) e nelle Isole (51,5%). Sebbene il tasso di disoccupazione (7,7%) e la sua componente a lungo termine (4,2%) siano diminuiti nel 2023, rimangono tra i più alti nell’Ue”, in una situazione che viene definita rispettivamente “da tenere d’occhio” e “critica”. Inoltre, il divario occupazionale di genere presenta una “situazione critica”, a 19,5 punti percentuali nel 2023, “più del doppio della media Ue e senza miglioramenti significativi nell’ultimo decennio. La bassa partecipazione al mercato del lavoro, in particolare di donne e giovani, rimane una sfida alla luce della pressante sfida demografica”, osserva la Commissione.


Positivo, tuttavia, il fatto che l’Italia rimane tra i “migliori performer” per quanto riguarda il divario occupazionale tra disabili. Va male, invece, il reddito familiare lordo disponibile pro capite, che “è ulteriormente diminuito al 94,0% in Italia nel 2023 rispetto al 2008 (rispetto a una media Ue del 111,1%)”, indicando una “situazione critica”, secondo la Commissione.


La situazione per i giovani “mostra segnali di miglioramento, ma l’Italia deve affrontare sfide nell’apprendimento degli adulti”. La quota di adulti che partecipano all’apprendimento era al 29,0% nel 2022 (rispetto al 39,5% Ue e al 33,9% nel 2016), un dato che secondo la Commissione è “da tenere d’occhio”. Così come è “da tenere d’occhio”, in particolare alla luce delle transizioni verde e digitale, il fatto che “nel 2023 solo il 45,8% degli adulti italiani aveva almeno competenze digitali di base”. Ancora “debole ma in miglioramento”, invece, la situazione dei giovani che abbandonano precocemente l’istruzione e la formazione e dei giovani che non studiano e non studiano (Neet), con una diminuzione rispettivamente di 1,0 e di 2,9 punti percentuali. Con il 16,1%, l’Italia ha ancora uno dei tassi Neet più alti nell’Ue (dove la media è dell’11,2%). Inoltre, “le scarse competenze di base degli studenti rimangono una sfida”.


La Commissione nota poi che “l’abbandono scolastico precoce è notevolmente più elevato tra i cittadini non Ue (29,5%) rispetto ai cittadini nazionali (9,0%). Nella situazione sociale, “sono stati registrati progressi, ma c’è spazio per ulteriori miglioramenti. Nel 2023, la quota sia della popolazione generale che dei bambini a rischio di povertà o esclusione sociale (Arope) è diminuita, rispettivamente di 1,6 e 1,4 punti percentuali, ed è quindi secondo la Commissione “migliore della media” e “debole ma in miglioramento”, rispettivamente. A determinare questi progressi c’è stata “una riduzione delle persone a rischio di povertà monetaria e di quelle che vivono in famiglie con un’intensità di lavoro molto bassa”. Tuttavia, in questi due casi entrambi i tassi rimangono al di sopra delle medie Ue, con il 22,8% e al 27,1%. I trasferimenti sociali diversi dalle pensioni, come l’assegno familaire per i figli, hanno ridotto la povertà monetaria del 30,5%, una situazione che per la Commissione è “migliore della media”). Tuttavia, sottolinea l’Esecutivo Ue, “le differenze regionali sono ampie e la quota di persone colpite da grave deprivazione materiale e sociale è aumentata, in linea con l’elevata e stagnante quota di persone che vivono in povertà assoluta, al 9,8% nel 2023 (il livello pre-pandemia era 7,6%)”. Alla luce dei risultati di quest’analisi di prima fase, e in particolare di sei indicatori contrassegnati come “critici” o “da tenere d’occhio”, l’Italia è identificata dalla Commissione come “un paese che affronta potenziali rischi per la convergenza sociale verso l’alto che richiedono un’ulteriore analisi in una seconda fase”. Il rapporto nota anche che in Italia (e anche in Grecia) il numero di lavoratori autonomi è particolarmente alto rispetto agli altri paesi Ue, dove negli ha seguito un andamento decrescente, con alcune variazioni tra Stati membri e nei diversi settori. Nel 2023, la quota di lavoratori autonomi si avvicinava o superava il 20% in Italia e Grecia, mentre restava al di sotto dell’8% in Germania e Danimarca. La quota di lavoratori autonomi nell’Ue rispetto all’occupazione totale è scesa dal 14,8% nel 2010 al 13,3% nel 2023. Durante questo periodo, le maggiori riduzioni si sono verificate nell’agricoltura e nel commercio, mentre si sono verificati aumenti significativi nei settori pubblico e quasi pubblico (tra cui pubblica amministrazione, istruzione e sanità) e tecnologie dell’informazione e comunicazione. Anche il profilo delle competenze dei lavoratori autonomi è cambiato, con il 39% di loro che ha un’istruzione terziaria nel 2023, rispetto a solo il 28,0% nel 2010. La Commissione rileva poi che “”i tassi di rischio di povertà tra i lavoratori autonomi (18-64 anni) sono più alti di quelli dei dipendenti (22,1% contro 9,6%). Nel 2023, i lavoratori in proprio costituivano la quota maggiore di lavoratori autonomi nell’Ue (circa il 70%) e nella maggior parte degli Stati membri. Tra il 2013 e il 2023, la quota di lavoratori in proprio nell’occupazione totale è scesa dal 10,3% al 9,0%, poiché un numero inferiore di giovani è entrato nel lavoro autonomo, senza compensare i lavoratori più anziani che lo hanno abbandonato”, conclude la Commissione.

Open arms, Salvini: la protezione dei confini è un dovere, in udienza a testa alta

Open arms, Salvini: la protezione dei confini è un dovere, in udienza a testa altaRoma, 18 dic. (askanews) – “Questo venerdì, tra due giorni, entrerò in tribunale a Palermo a testa alta, dove rischio sei anni di carcere per aver difeso il mio Paese da ministro dell’Interno. Se dovessi essere condannato non sarebbe una sconfitta per me ma per l’Italia e l’Europa, perché proteggere i confini è un dovere, non un reato. Io non mollo”. Così, su X con l’hashtag #20Dicembre, il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini, in vista dell’udienza del processo su Open arms.

Cinema, Kerekes e Glasner apriranno il Trieste Film Festival

Cinema, Kerekes e Glasner apriranno il Trieste Film FestivalRoma, 18 dic. (askanews) – Si prepara a tornare il 36esimo Trieste Film Festival (in programma dal 16 al 24 gennaio 2025), con due anteprime italiane protagoniste della doppia serata di inaugurazione.


Ad aprire la manifestazione sarà prima “Wishing on a star” di Peter Kerekes giovedì 16 gennaio al Teatro Miela e poi “Lo spartito della vita” (“Sterben”) di Matthias Glasner nella cerimonia che schiude le porte del Politeama Rossetti lunedì 20. Dopo le prime mondiali rispettivamente a Venezia e Berlino, arrivano al pubblico del festival triestino i grandi film europei dell’anno. A tagliare il nastro della rassegna ci penserà l’ultimo lavoro del regista slovacco-ungherese Peter Kerekes, di cui il festival nelle passate edizioni ha presentato tutti i suoi film. Girato anche in Italia in Friuli Venezia Giulia e in Campania, “Wishing on a star” è stato presentato nella sezione Orizzonti all’ultima Biennale di Venezia. Nel film Luciana, astrologa napoletana, ha un metodo per far avverare i desideri dei suoi clienti: tutto ciò che devono fare è intraprendere un viaggio nel giorno del loro compleanno verso una certa destinazione per rinascere sotto nuove configurazioni celesti. Non importa se la destinazione è Taipei, Beirut o un paesino vicino a casa: durante i viaggi del compleanno, i protagonisti vivono trasformazioni inaspettate e scoprono ciò che desiderano veramente.


A inaugurare la sala del Politeama Rossetti di Trieste sarà invece “Lo Spartito della Vita” (Sterben) del regista tedesco Matthias Glasner, un racconto ironico e profondo vincitore dell’Orso d’Argento per la miglior sceneggiatura all’ultima Berlinale e incoronato miglior film tedesco dell’anno (con premi anche per miglior attrice protagonista, miglior attore non protagonista e migliore colonna sonora) ai Lola awards, i premi del cinema tedesco, prossimamente in sala con Satine Film. Una comedy-drama, dove protagonista è la famiglia Lunies, con gli anziani genitori Lissy e Gerd prossimi alla fine della loro vita e i due figli troppo preoccupati dei propri problemi per farsi coinvolgere: Tom (l’attore Lars Eidinger, candidato agli EFA) è un famoso direttore d’orchestra di Berlino, che si sta preparando a dirigere un progetto orchestrale intitolato proprio “Morire” (Sterben), mentre sua sorella Ellen è un’assistente dentale con problemi di alcool. Quando arriva il momento più cupo, la famiglia tornerà a incontrarsi di nuovo. Inoltre, si rinnova la collaborazione tra il Trieste Film Festival e il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI), che sceglie il palcoscenico del Politeama Rossetti per premiare, all’inizio del nuovo anno, i migliori titoli usciti nelle sale nell’anno appena trascorso. Due i riconoscimenti, il premio al miglior titolo tra i Film della Critica e quello al miglior film italiano.


Film della Critica 2024 è “La zona d’interesse” di Jonathan Glazer, presentato l’anno scorso in anteprima italiana proprio al Trieste Film Festival, e poi vincitore di due premi Oscar, al Miglior film internazionale e Miglior sonoro, Grand Prix al Festival di Cannes, due premi BAFTA per “Outstanding British Film” e Miglior Sonoro e molti altri ancora. Film Italiano 2024 è “Vermiglio” di Maura Delpero, il più votato nel referendum promosso dal Sindacato tra tutti i propri soci. Il film, già vincitore del Leone d’Argento e del Gran Premio della Giuria alla Mostra di Venezia, è candidato dall’Italia ai Premi Oscar del 2025 nella sezione del miglior film internazionale, ed è già entrato nella shortlist.


Tra le novità già annunciate di questa edizione del festival triestino c’è la sezione Wild Roses, spazio dedicato alle cineaste dell’Europa centro orientale, curato dal regista Stefan Ivancic, produttore e membro del comitato di selezione del Festival di Locarno, che quest’anno vedrà protagoniste le registe della Serbia contemporanea. Inoltre, è stato svelato il manifesto, che riporta un’immagine di Monika Bulaj: fotografa, reporter, documentarista, Bulaj lavora sui confini delle fedi e luoghi sacri condivisi, minoranze e popoli nomadi a rischio, in Eurasia, Africa, nei Caraibi e Sud America, e pubblica con i più importanti magazine europei e internazionali. Nato alla vigilia della caduta del Muro di Berlino, il Trieste Film Festival è il primo e più importante appuntamento italiano con il cinema dell’Europa centro orientale: da oltre trent’anni un osservatorio privilegiato su cinematografie e autori spesso poco noti – se non addirittura sconosciuti – al pubblico italiano, e più in generale a quello “occidentale”.

Liguria, il Gup ratifica il patteggiamento di Toti: 1.620 ore lavori sociali

Liguria, il Gup ratifica il patteggiamento di Toti: 1.620 ore lavori socialiGenova, 18 dic. (askanews) – Il gup del tribunale di Genova Matteo Buffoni ha ratificato il patteggiamento a due anni e tre mesi di reclusione per corruzione e finanziamento illecito ai partiti per l’ex presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. La pena sarà convertita in 1.620 ore di lavori socialmente utili presso la Lega italiana per la lotta contro i tumori.


L’ex governatore, che non era presente in aula ma era rappresentato dal suo legale difensore Stefano Savi, svolgerà attività di comunicazione e accoglienza. Anche per l’ex presidente dell’Autorità portuale del Mar Ligure Occidentale, Paolo Emilio Signorini, e per l’imprenditore portuale Aldo Spinelli è stato ratificato il patteggiamento, rispettivamente ad una pena di tre anni e sei mesi e di tre anni e tre mesi.

Lavoro, Ue: Italia migliora ma resta sotto media Ue, nodi Sud e donne

Lavoro, Ue: Italia migliora ma resta sotto media Ue, nodi Sud e donneBruxelles, 18 dic. (askanews) – “Nonostante una ripresa sostenuta dell’occupazione, l’Italia deve affrontare importanti sfide del mercato del lavoro. Mentre il tasso di occupazione ha raggiunto un record con il 66,3% nel 2023, nonostante un rallentamento della crescita economica, è ancora di 9,0 punti percentuali al di sotto della media Ue” ed è quindi “debole ma in miglioramento”. Lo afferma la Commissione europea nel capitolo sull’Italia della sua proposta, pubblicata oggi, per un “rapporto congiunto sull’occupazione” nell’Ue, che fa parte del pacchetto d’autunno del “Semestre europeo”.


“L’occupazione – rileva la Commissione – è particolarmente in ritardo nel Sud (52,5%) e nelle Isole (51,5%). Sebbene il tasso di disoccupazione (7,7%) e la sua componente a lungo termine (4,2%) siano diminuiti nel 2023, rimangono tra i più alti nell’Ue”, in una situazione che viene definita rispettivamente “da tenere d’occhio” e “critica”. Inoltre, il divario occupazionale di genere presenta una “situazione critica”, a 19,5 punti percentuali nel 2023, “più del doppio della media Ue e senza miglioramenti significativi nell’ultimo decennio. La bassa partecipazione al mercato del lavoro, in particolare di donne e giovani, rimane una sfida alla luce della pressante sfida demografica”, osserva la Commissione.


Positivo, tuttavia, il fatto che l’Italia rimane tra i “migliori performer” per quanto riguarda il divario occupazionale tra disabili. Va male, invece, il reddito familiare lordo disponibile pro capite, che “è ulteriormente diminuito al 94,0% in Italia nel 2023 rispetto al 2008 (rispetto a una media Ue del 111,1%)”, indicando una “situazione critica”, secondo la Commissione.


La situazione per i giovani “mostra segnali di miglioramento, ma l’Italia deve affrontare sfide nell’apprendimento degli adulti”. La quota di adulti che partecipano all’apprendimento era al 29,0% nel 2022 (rispetto al 39,5% Ue e al 33,9% nel 2016), un dato che secondo la Commissione è “da tenere d’occhio”. Così come è “da tenere d’occhio”, in particolare alla luce delle transizioni verde e digitale, il fatto che “nel 2023 solo il 45,8% degli adulti italiani aveva almeno competenze digitali di base”. Ancora “debole ma in miglioramento”, invece, la situazione dei giovani che abbandonano precocemente l’istruzione e la formazione e dei giovani che non studiano e non studiano (Neet), con una diminuzione rispettivamente di 1,0 e di 2,9 punti percentuali. Con il 16,1%, l’Italia ha ancora uno dei tassi Neet più alti nell’Ue (dove la media è dell’11,2%). Inoltre, “le scarse competenze di base degli studenti rimangono una sfida”.


La Commissione nota poi che “l’abbandono scolastico precoce è notevolmente più elevato tra i cittadini non Ue (29,5%) rispetto ai cittadini nazionali (9,0%). Nella situazione sociale, “sono stati registrati progressi, ma c’è spazio per ulteriori miglioramenti. Nel 2023, la quota sia della popolazione generale che dei bambini a rischio di povertà o esclusione sociale (Arope) è diminuita, rispettivamente di 1,6 e 1,4 punti percentuali, ed è quindi secondo la Commissione “migliore della media” e “debole ma in miglioramento”, rispettivamente. A determinare questi progressi c’è stata “una riduzione delle persone a rischio di povertà monetaria e di quelle che vivono in famiglie con un’intensità di lavoro molto bassa”. Tuttavia, in questi due casi entrambi i tassi rimangono al di sopra delle medie Ue, con il 22,8% e al 27,1%. I trasferimenti sociali diversi dalle pensioni, come l’assegno familaire per i figli, hanno ridotto la povertà monetaria del 30,5%, una situazione che per la Commissione è “migliore della media”). Tuttavia, sottolinea l’Esecutivo Ue, “le differenze regionali sono ampie e la quota di persone colpite da grave deprivazione materiale e sociale è aumentata, in linea con l’elevata e stagnante quota di persone che vivono in povertà assoluta, al 9,8% nel 2023 (il livello pre-pandemia era 7,6%)”. Alla luce dei risultati di quest’analisi di prima fase, e in particolare di sei indicatori contrassegnati come “critici” o “da tenere d’occhio”, l’Italia è identificata dalla Commissione come “un paese che affronta potenziali rischi per la convergenza sociale verso l’alto che richiedono un’ulteriore analisi in una seconda fase”. Il rapporto nota anche che in Italia (e anche in Grecia) il numero di lavoratori autonomi è particolarmente alto rispetto agli altri paesi Ue, dove negli ha seguito un andamento decrescente, con alcune variazioni tra Stati membri e nei diversi settori. Nel 2023, la quota di lavoratori autonomi si avvicinava o superava il 20% in Italia e Grecia, mentre restava al di sotto dell’8% in Germania e Danimarca. La quota di lavoratori autonomi nell’Ue rispetto all’occupazione totale è scesa dal 14,8% nel 2010 al 13,3% nel 2023. Durante questo periodo, le maggiori riduzioni si sono verificate nell’agricoltura e nel commercio, mentre si sono verificati aumenti significativi nei settori pubblico e quasi pubblico (tra cui pubblica amministrazione, istruzione e sanità) e tecnologie dell’informazione e comunicazione. Anche il profilo delle competenze dei lavoratori autonomi è cambiato, con il 39% di loro che ha un’istruzione terziaria nel 2023, rispetto a solo il 28,0% nel 2010. La Commissione rileva poi che “”i tassi di rischio di povertà tra i lavoratori autonomi (18-64 anni) sono più alti di quelli dei dipendenti (22,1% contro 9,6%). Nel 2023, i lavoratori in proprio costituivano la quota maggiore di lavoratori autonomi nell’Ue (circa il 70%) e nella maggior parte degli Stati membri. Tra il 2013 e il 2023, la quota di lavoratori in proprio nell’occupazione totale è scesa dal 10,3% al 9,0%, poiché un numero inferiore di giovani è entrato nel lavoro autonomo, senza compensare i lavoratori più anziani che lo hanno abbandonato”, conclude la Commissione.

Meloni: non sono nemica dell’Ue ma non può regolamentare ogni materia

Meloni: non sono nemica dell’Ue ma non può regolamentare ogni materiaRoma, 18 dic. (askanews) – “Non cambio idea sull’Europa proprio perché voglio un’Europa più forte. Ma l’Europa deve occuparsi di meno cose e farlo meglio: occuparsi di materie sulle quali gli stati non possono competere da soli ma non c’è bisogno di uniformare e regolamentare tutto per l’intero continente”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni replicando in aula al Senato al dibattito sulle sue comunicazioni in vista del consiglio europeo di domani.


“L’unico principio mai applicato – ha aggiunto – è il principio di sussidiarietà. Questa resta la mia idea di Ue, non vuol dire che io sia nemica dell’Europa, non penso che un sistema federale sia nemico dell’Europa ma è legittimo avere tesi diverse. Come tutto ciò che riguarda i dibattiti che vi appassionano – ha detto rivolgendosi al Pd – chiunque abbia un’idea diversa dalla vostra diventa un impresentabile. Non dovremmo mascherarci dietro all’impresentabilità ma affrontare le cose”. “Il problema dell’Europa – ha sottolineato Meloni – è stato che a un certo punto non è stata più chiarissima la sua missione, l’Europa ha pensato di poter sostituire l’assenza di chiarezza con una maggiore regolamentazione. È un problema che c’è, non lo dico solo io”. Negli Usa dicono “l`America innova, la Cina replica, l`Europa regolamenta”. 

Governo, Meloni: non penso cose che dice Milei replicabili in Italia

Governo, Meloni: non penso cose che dice Milei replicabili in ItaliaRoma, 18 dic. (askanews) – “Meloni sta con Milei. Cosa vuol dire? Penso Milei sia una molto interessante novità nel panorama politico argentino, è la persona giusta per quel contesto, ma non penso sia replicabile qui in Italia ciò che dice”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni replicando in aula al Senato al dibattito sulle sue comunicazioni in vista del consiglio europeo di domani.


Rivolgendosi in particolare al leader Iv Matteo Renzi: “Io ho un altro punto di vista. Renzi era amico di Obama e si metteva il cappotto come lui, io sono amica di Milei ma non mi faccio crescere le basette. Penso si debba dialogare e prendere ciò che si condivide”.

Meloni: Musk? Buoni rapporti con tanti, non prendo ordini da nessuno

Meloni: Musk? Buoni rapporti con tanti, non prendo ordini da nessunoMilano, 18 dic. (askanews) – Non so che film abbiate visto… Credo che ci dobbiamo capire su una differenza fondamentale tra me, noi e quello che abbiamo visto nel corso degli anni. Per tanti anni. Abbiamo visto leader italiani che pensavano che quando avevano un buon rapporto, un’amicizia, con un leader straniero, dovevano seguire pedissequamente quello che facevano gli altri Io non lo penso, posso essere amica di Elon Musk e essere nello stesso momento il premier che per prima regola l’attività dei privati nello spazio. Ho buoni rapporti con un sacco di gente ma non prendo ordini da nessuno. Sono una persona libera che si confronta con tutti, con persone che la pensano come me o no, ma non prendo ordini da nessuno. Non vi seguirò mai in questo racconto per cui con chiunque si parli sembra che si stia eseguendo degli ordini. Non lo faccio e non lo farò mai anche se per qualcuno è difficile da comprendere”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, replicando in Senato alle critiche di Mario Monti sul rapporto con Elon Musk.


“Su Musk dico anche che io da anni dico che è un problema se ci sono concentrazioni che hanno fatturati maggiori di diversi stati nazionali, che agiscono senza regole. E mi avete detto che ero sovranista. Io la penso così nche ora, ma cosa è successo ora? È successo che Musk è la prima di queste persone che non ha idee mainstream. Il problema si è posto alll’indomani del sostegno di Musk a Trump, ma nessuno ha detto una parola fino a che Musk sosteneva il Partito Democratico. Io non ragiono così. Io non consento ingerenze a nesusno, guardo sempre e solo l’interesse nazionale, però sono felice che anche voi siete diventate sovranisti, la considero una grandissima impresa di Elon Musk, più di essere arrivato sulla luna. Ero abituato a un mondo in cui chiedevate lingerenza di chiunque contro i vostri avversari politici”, ha concluso Meloni.

Marateale vola agli Oscar, conquistata la shortlist 2025

Marateale vola agli Oscar, conquistata la shortlist 2025Roma, 18 dic. (askanews) – Il Marateale – Premio Internazionale Basilicata, da anni protagonista della scena cinematografica italiana, raggiunge un nuovo straordinario traguardo internazionale. Grazie alla vittoria nella sezione ‘Marateale in Short’, il cortometraggio ‘In the Shadow of the Cypress’, diretto da Shirin Sohani e Hossein Molayemi ha intrapreso un percorso che lo ha portato a qualificarsi agli Oscar 2025 e conseguentemente ad entrare nella shortlist, segnando un momento storico per il festival.


La sezione ‘Marateale in Short’, istituita per promuovere i migliori cortometraggi e i loro talentuosi creatori, ha visto trionfare il corto animato iraniano, scelto per la sua potenza narrativa e per l’eccellenza tecnica. Questo riconoscimento ha rappresentato il primo passo per la qualificazione agli Oscar, realizzata grazie alla collaborazione con Voce Spettacolo. Riconosciuto come uno degli eventi cinematografici italiani più prestigiosi, il Marateale non è solo una celebrazione del grande schermo, ma anche un’opportunità concreta per i registi di conquistare la scena internazionale. Il prestigioso traguardo di In the Shadow of the Cypress è la dimostrazione della capacità del festival di scoprire e promuovere opere di grande valore, creando connessioni con le vette dell’industria cinematografica hollywoodiana.


“Il Marateale si conferma un festival di eccellenza capace di offrire opportunità uniche ai filmmaker” dichiarano Antonella Caramia e Nicola Timpone, aggiungendo: “Il corto vincitore ha potuto raggiungere la shortlist mostrando al mondo che anche dal Marateale può partire un percorso vincente verso Hollywood.” Maratea, la perla del Tirreno, si conferma quindi non solo lo scenario mozzafiato che ospita la kermesse lucana, ma anche il simbolo di un evento che negli anni ha saputo crescere fino a diventare un riferimento per il cinema internazionale di qualità.


La sezione Marateale in Short rappresenta un’occasione imperdibile per i giovani talenti e si dimostra una piattaforma unica nel panorama italiano, capace di proiettare le opere selezionate verso i più importanti riconoscimenti internazionali. Con questo straordinario risultato, il Marateale conferma il suo ruolo di ambasciatore del talento cinematografico, rafforzando la sua missione di trasformare il Sud Italia in un centro vitale per l’industria cinematografica.