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Auto, Unrae: Italia in ritardo su transizione, servono incentivi

Auto, Unrae: Italia in ritardo su transizione, servono incentiviMilano, 18 gen. (askanews) – I dati sulle immatricolazioni “continuano a non mostrare miglioramenti riguardo al forte ritardo italiano nella transizione energetica: il 2023 rappresenta purtroppo un altro anno perso in questa direzione”. Così il direttore generale dell’Unrae, Andrea Cardinali.

“Ai fini della transizione è urgente correggere l’attuale schema incentivi”, aggiunge Andrea Cardinali, ricordando che “è in arrivo un Dpcm che sembra aver accolto le richieste dell’Unrae di estendere gli incentivi a tutte le imprese con bonus a importo pieno, di aumentare gli importi unitari dell’Ecobonus, e di riportare al 2024 i fondi inutilizzati nel 2022 e, nel corso dell’anno, anche quelli del 2023, per complessivi oltre 600 milioni”. A preoccupare anche “i tempi di operatività dei nuovi incentivi, che rischiano di essere molto lunghi, paralizzando il mercato per mesi, visti i necessari passaggi istituzionali e la necessità di aggiornare la piattaforma Invitalia. E nel frattempo, restano bloccati anche i vecchi incentivi, ufficialmente ancora in vigore ma in realtà inutilizzabili perché la piattaforma Invitalia non è stata attivata”.

Cardinali, infine, ribadisce l’urgenza di intervenire sul regime fiscale delle auto aziendali in uso promiscuo, che penalizza le imprese del nostro Paese, dove infatti la quota di mercato delle auto a società è ferma al 44,5%, rispetto agli altri grandi mercati che presentano quote tra il 53% e il 67%: “La revisione del regime impositivo – afferma Andrea Cardinali – potrebbe essere realizzata velocemente attraverso i decreti attuativi della Delega Fiscale, in modo da favorire la competitività delle imprese italiane e accelerare al tempo stesso la transizione energetica e il rinnovo del parco circolante”. L’Italia evidenzia l’Unrae resta fanalino di coda a dicembre nelle immatricolazioni di auto “con la spina” (Ecv), con una quota in lieve recupero al 10% (Bev 6% e Phev o plug-in 4%) lontana anche dalla Francia (Bev 20,6% e Phev 9,4%) e dal Regno Unito (Bev 19,7% e Phev 8,6%) e sotto anche alla Spagna (Bev 7,2% e Phev 8%). Nel totale mercato europeo, a dicembre le Bev sono a quota 19,6% (-5,7 punti percentuali) e le Phev all’8,4% (-3,7 p.p.).

Anche nei 12 mesi 2023 l’Italia è ultima, con le Bev a quota 4,2% e le Phev al 4,4%, mentre la Germania ha le Bev a 18,4% e Phev a 6,2%; la Francia al 16,8% e 9,2%; il Regno Unito 16,5% e 7,4%; la Spagna 5,4% e 6,5%. Nel totale annuo del mercato europeo le Bev coprono il 16,4% (+1,9 p.p.) di share e le Phev l’8% (-1,3 p.p.).

Suicidio assistito, pdl popolare in Consiglio regionale Lombardia

Suicidio assistito, pdl popolare in Consiglio regionale LombardiaMilano, 18 gen. (askanews) – A pochi giorni dal voto del Consiglio regionale del Veneto che ha bocciato la proposta di legge di iniziativa popolare sul suicidio assistito promossa dall’Associazione Luca Coscioni lo stesso testo approda in Lombardia con la consegna delle firme necessarie per chiedere la discussione nell’assemblea del Pirellone. Dopo la verifica della validità della raccolta firme, ne bastano 5.000 delle 8.181 raccolte, sarà l’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale a esprimersi sull’ammissibilità o meno della proposta di legge. Tale organismo potrebbe però, qualora non ci sia al suo interno una maggioranza, delegare la scelta all’assemblea. In caso di ammissione la discussione nel merito in Aula avverrebbe poi dopo il passaggio in commissione.

“Non nascondetevi dietro a una inammissibilità inesistente altrimenti i Consigli regionali di Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Abruzzo non l’avrebbero già ammessa” ha detto il tesoriere dell’associazione, Marco Cappato, rivolto ai consiglieri regionali. “In Italia – ha ricordato – è già un diritto essere aiutati a morire in determinate condizioni. Lo ha stabilito la Corte costituzionale con la sentenza dj Fabo nel 2019. Questa legge regionale chiede semplicemente che ci siano tempi certi per rispondere alle persone che chiedono di essere aiutate a morire, per evitare che si tenga per mesi o per anni una persona affetta da sofferenze insopportabili senza nemmeno dare una risposta. Questa è competenza del servizio sanitario e quindi della Regione. Certo sarebbe molto bello avere regole nazionali per garantire a ciascuno il diritto di poter decidere. La legge regionale serve a dare certezza ai malati in modo che non siano ostacoli burocratici a imporre, come una tortura, la sofferenza contro la volontà delle persone”. L’esponente radicale ha ricordato che in passato il Consiglio regionale lombardo, come avvenuto di recente sulla proposta di referendum abrogativo della legge regionale che regola la sanità, “ha fatto un voto politico prima ancora che si discutessero le proposte e questo credo sia contrario alla Costituzione e allo statuto di Regione Lombardia. Nessuno ha la pretesa che gli altri siano d’accordo con questa proposta, ma almeno abbiano la dignità dell’assumersi la responsabilità delle proprie convinzioni e scelte, credo sia il minimo che possiamo chiedere al Consiglio regionale. Non farlo non toglie credibilità a noi o all’associazione Coscioni, ma alle istituzioni e alla democrazia” ha osservato.

Il Pakistan lancia missili in Iran, colpito villaggio al confine. La Cina si offre come mediatore

Il Pakistan lancia missili in Iran, colpito villaggio al confine. La Cina si offre come mediatoreRoma, 18 gen. (askanews) – Il Pakistan ha condotto raid all’interno dell’Iran contro i militanti Baluchi, due giorni gli attacchi iraniani in territorio pakistano. Lo hanno riferito fonti dell’intelligence pakistana ai media. Secondo i media iraniani diversi missili hanno colpito un villaggio nella provincia iraniana del Sistan-Baluchistan intorno alla città di Saravan, vicino al confine con il Pakistan, provocando diversi morti, tra cui donne e bambini. “Due uomini sono stati uccisi nell’attacco missilistico di questa mattina in uno dei villaggi di confine di Saravan, portando il bilancio delle vittime a nove”, spiega l’agenzia di stampa ufficiale Irna, citando Alireza Marhamati, vice governatore della provincia iraniana del Sistan-Baluchistan. In precedenza i media iraniani avevano riportato la morte di tre donne e quattro bambini, tutti non iraniani.

Il ministero degli Esteri pachistano ha confermato che l’aeronautica del Paese ha effettuato una serie di attacchi militari “altamente coordinati” contro un commando ribelle all’interno del territorio dell’Iran in cui “sono stati uccisi un certo numero di terroristi” in un’operazione “basata su attività di intelligence”, secondo quanto riferito in una nota. Il ministero ha precisato che le sue azioni erano mirate solo ai “terroristi” conosciuti come Sarmachar. “Questa azione è una manifestazione della ferma determinazione del Pakistan nel proteggere e difendere la propria sicurezza nazionale da tutte le minacce”, ha affermato il ministero degli Esteri. Il Pakistan ha affermato di “rispettare pienamente” la “sovranità e l’integrità territoriale” dell’Iran e che “l’unico obiettivo dell’atto di oggi era il perseguimento della sicurezza e dell’interesse nazionale del Pakistan, che è fondamentale e non può essere compromesso”. Karachi “continuerà a prendere tutte le misure necessarie per preservare la sicurezza e l’incolumità” del suo popolo.

Intanto, la Cina si è offerta come mediatore tra Iran e Pakistan dopo i reciproci bombardamenti nella zona di frontiera. La Cina è pronta a svolgere un ruolo costruttivo nella mediazione di una soluzione pacifica tra Pakistan e Iran dopo gli scontri transfrontalieri di questa settimana, ha detto il console generale cinese a Karachi, Yang Yundong. “La Cina vorrebbe chiedere al Pakistan e all’Iran di svolgere un ruolo costruttivo per risolvere le differenze tra i due paesi”, ha detto Yang all’emittente pachistana Geo. Il diplomatico cinese ha descritto il Pakistan e l’Iran come i paesi più importanti nella regione e nel mondo musulmano, ed ha espresso la speranza di una soluzione pacifica e diplomatica delle tensioni.

Fedagripesca Toscana: aumento cinghiali esponenziale, limitarli

Fedagripesca Toscana: aumento cinghiali esponenziale, limitarliRoma, 18 gen. (askanews) – “L’aumento esponenziale dei cinghiali è un problema urgente e va risolto. Il ministero competente aveva parlato chiaro: i cacciatori hanno come obiettivo quello di abbattere un certo numero di esemplari, per far sì che non si diffonda la peste suina. Sono i cacciatori che devono intervenire. Se poi non si riesce a raggiungere gli obiettivi minimi allora seguo quanto detto dal governo, in quel caso servirebbe l’aiuto dell’esercito”. Così in una nota Ritano Baragli, vicepresidente di Fedagripesca Confcooperative Toscana, a proposito dell’allarme cinghiali con gli ultimi avvistamenti avvenuti nei giorni scorsi a Prato.

“Le cronache di questi giorni – dice Baragli – riportano avvistamenti a Prato, ma sono solo gli ultimi casi di una lunga serie. In tutta la Toscana la situazione è molto complessa e ho avuto modo di farlo presente direttamente alla vicepresidente e assessora all’agricoltura Stefania Saccardi. Bisogna evitare il proliferare di questi animali, così come porre un limite all’eventualità che si possa diffondere la pericolosa peste suina”. “Per questo la strada è solo una: ridurre il più possibile tali esemplari – conclude Baragli – E non mi riferisco solo ai cinghiali ma anche ai caprioli: anche in quel caso le problematiche restano aperte”.

Il Lovers Film Festival torna a Torino dal 16 al 21 aprile

Il Lovers Film Festival torna a Torino dal 16 al 21 aprileRoma, 18 gen. (askanews) – A Torino, dal 16 al 21 aprile 2024 presso il Cinema Massimo, la multisala del Museo Nazionale del Cinema, torna il Lovers Film Festival, il più antico festival italiano sui temi LGBTQI+ (lesbici, gay, bisessuali, trans, queer e intersessuali) diretto da Vladimir Luxuria e fondato da Giovanni Minerba e Ottavio Mai. L’edizione di quest’anno prosegue il percorso triennale che lo porterà a festeggiare, nel 2025, il suo quarantesimo anniversario.

“L’edizione di quest’anno del Lovers Film Festival è al tempo stesso una consapevolezza e un augurio – hanno detto Enzo Ghigo e Domenico De Gaetano, rispettivamente presidente e direttore del Museo Nazionale del Cinema. Consapevolezza perché, ancora una volta, si è riusciti a comunicare l’essenza del cinema e la potenza emozionale che riesce a sprigionare. L’augurio è che questo forte messaggio arrivi a tutti in un momento così complicato, con un semplice bacio che racchiude un mondo dietro di sé. Grazie a Vladimir Luxuria che con passione dirige questo festival, rendendolo grande e importante in molti sensi”. Lo slogan 2024 sarà “Movies make you move” e la vignettista Valentina Stecchi firma l’immagine. “Quest’anno abbiamo scelto uno slogan – Movies make you move – perché il cinema ti muove e ti commuove. Il film inizia ancora prima che tu ti sieda al cinema. Quando ti accende il desiderio, la curiosità e la voglia di conoscere una storia. Il cinema ti fa muovere da casa e ti fa stare insieme alle altre e agli altri. Fa compiere un movimento fisico ma anche uno interiore che ti fa riflettere e ti fa stare bene. Quest’anno, in un clima di odio e di guerra, abbiamo deciso di rispondere con l’amore che, infatti, è anche il tema della nostra immagine guida, firmata da Valenti Stecchi. Un bacio al cinema, il gesto simbolo dell’amore. Un bacio fra due uomini che fa commuovere un uomo e una donna che stanno vedendo il film. La dimostrazione che quando l’amore viene narrato bene smuove i sentimenti di tutte e tutti” ha commentato la direttrice Vladimir Luxuria.

“Sentire le farfalle nello stomaco, sognare, innamorarsi sentendo un trasporto irresistibile. Il cinema è in grado di farci immergere nelle vite degli altri e, attraverso le loro storie, scoprire qualcosa di noi stessi. L’immagine che ho realizzato per il festival mostra, attraverso un bacio dolce e romantico, quanto l’amore riesca a smuovere qualcosa dentro di noi, abbattendo i pregiudizi, rompendo gli schemi e regalandoci una ventata di libertà” ha affermato Valentina Stecchi. Attualmente sono in corso le selezioni dei circa 60 titoli tra lungometraggi, documentari e cortometraggi provenienti da tutto il mondo, che comporranno il programma. Confermate le tre sezioni competitive principali: All The Lovers, concorso internazionale lungometraggi, Future Lovers, concorso internazionale cortometraggi e Real Lovers, concorso internazionale documentari.

Inoltre, il festival avrà una sezione – Lovers celebration – pensata per ricordare e celebrare una serie di personaggi significativi per il cinema e per la comunità LGBTQI+ fra cui Truman Capote di cui, nel 2024, ricorre il centenario dalla nascita.

Efsa: confermate preoccupazioni per arsenico inorganico in cibo

Efsa: confermate preoccupazioni per arsenico inorganico in ciboRoma, 18 gen. (askanews) – L’esposizione dei consumatori all’arsenico inorganico negli alimenti solleva preoccupazioni per la salute: sono le conclusioni dell’ultima valutazione del rischio dell’Efsa relativa a questo contaminante. La scoperta conferma l’esito della precedente valutazione sui rischi legati alla presenza di arsenico inorganico negli alimenti fatta nel 2009. Il cibo è la principale fonte di esposizione all’arsenico inorganico per la popolazione generale in Europa. I principali fattori che contribuiscono all’esposizione alimentare sono il riso, i prodotti a base di riso, i cereali e i prodotti a base di cereali. Anche l’acqua potabile contribuisce all’esposizione, sebbene i livelli siano generalmente bassi in Europa.

La Commissione europea ha chiesto all’Efsa di aggiornare la sua valutazione sull’arsenico inorganico per prendere in considerazione nuovi studi sui suoi effetti tossici. L’arsenico è un contaminante ampiamente diffuso, presente sia in natura che come risultato dell’attività umana e si presenta in varie forme, a seconda della sua struttura chimica. L’assunzione a lungo termine di arsenico inorganico è stata associata a una serie di effetti avversi sulla salute umana, comprese alcune forme di cancro. Nella sua valutazione, l’Efsa ha considerato l’aumento dell’incidenza dei tumori della pelle associati all’esposizione all’arsenico inorganico come l’effetto dannoso più rilevante. Gli esperti hanno concluso che garantire la protezione contro il cancro della pelle proteggerà anche da altri effetti potenzialmente dannosi.

Nel valutare le sostanze genotossiche e cancerogene presenti involontariamente nella catena alimentare, l’Efsa calcola un margine di esposizione (MOE) per i consumatori. Il MOE è un rapporto tra due fattori: la dose alla quale si osserva un effetto avverso piccolo ma misurabile e il livello di esposizione a una sostanza per una determinata popolazione. Un MOE basso rappresenta un rischio maggiore rispetto a un MOE più alto. Sulla base dei dati disponibili provenienti da studi sull’uomo, un MOE pari o inferiore a 1 corrisponderebbe a un livello di esposizione all’arsenico inorganico che potrebbe essere associato ad un aumento del rischio di cancro della pelle. Negli adulti, i MOE sono bassi, compresi tra 2 e 0,4 per i consumatori medi e tra 0,9 e 0,2 per i consumatori elevati. Gli esperti hanno concluso che ciò solleva problemi di salute.

L’EFSA sta inoltre valutando i rischi potenziali legati all’esposizione all’arsenico organico negli alimenti. Una volta completata questa valutazione del rischio, verranno valutati i possibili rischi di esposizione combinata all’arsenico organico e inorganico negli alimenti.

Puglia, Emiliano riceve l’ambasciatore di Francia, Martin Briens

Puglia, Emiliano riceve l’ambasciatore di Francia, Martin BriensRoma, 18 gen. (askanews) – Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha ricevuto nel suo ufficio nel Palazzo della Presidenza, l’Ambasciatore di Francia in Italia Martin Briens. Presenti all’incontro l’Assessore regionale allo Sviluppo economico Alessandro Delli Noci, la Console generale di Francia a Napoli Lise Moutoumalaya, la Capo di Gabinetto dell’Ambasciatore Pauline Le Louargant e il Console onorario a Bari Stefano Romanazzi.

“Abbiamo ribadito l’importanza che rivestono le relazioni tra la Puglia e la Francia in tanti settori – dichiara il Presidente Emiliano – sono molteplici gli ambiti di interesse intorno ai quali possiamo costruire sinergie. Innovazione e ricerca, cultura con particolare attenzione al mondo del cinema e dell’audiovosivo, decarbonizzazione e nuove sfide legate all’idrogeno, alta moda: questi sono solo alcuni dei temi che abbiamo approfondito nel corso della riunione odierna. Sullo sfondo c’è il grande appuntamento del G7 che si terrà a giugno e in prospettiva ci sono i Giochi del Mediterraneo Taranto 2026, eventi che vedono la Puglia inserita in una dimensione internazionale e di primo piano”. L’incontro si è concluso con il tradizionale scambio di doni istituzionali.

Dal Checco (Assafrica): Il 2024 cruciale per i rapporti con l’Africa

Dal Checco (Assafrica): Il 2024 cruciale per i rapporti con l’AfricaRoma, 18 gen. (askanews) – Il 2024 sarà un anno centrale per definire le tratiettorie del rapporto tra Italia-Africa e particolare interesse sarà dedicato al Piano Mattei, che il governo presenterà alla Conferenza Italia-Africa a fine gennaio, che promuove il Continente e l’internazionalizzazione ad esso collegata in un’ottica nuova, come spiega il presidente di Confindustria Assafrica&Mediterraneo Massimo Dal Checco intervistato da askanews.

“Tutto il mondo sta andando a investire in Africa – sottolinea Dal Checco – e i Paesi del continente, i diversi governi, si trovano a un bivio, devono scegliere tra andare più verso il mondo occidentale, ma con regole molto severe in termini di sostenibilità ed etica del modo di lavorare, oppure andare verso un mondo dove le regole sono meno puntuali che è quel mondo cinese, russo e dei Paesi non in linea con principi dell’Occidente. Questa è una scelta che sarà fatta a macchia di leopardo” e il 2024 “sarà un anno in cui vedremo come queste traiettorie verranno definite e confidiamo che quel modo di lavorare che abbiamo noi occidentali, e spero a maggior vantaggio italiano, possa portare dei benefici per tutto il nostro mondo industriale”. Un obiettivo che potrà essere raggiunto anche grazie al Piano Mattei. “Il modo di lavorare italiano è completamente diverso” da quello di russi e cinesi “e da questo anche il nome della strategia. Mattei era riuscito con la nostra Eni a essere molto più competitivo delle Sette sorelle americane, che gestivano il petrolio e nonostante Mattei avesse in mano una società più piccola riuscì a conquistare in maniera importante fette di territorio in Africa, perché lasciava in termini di alleanze e partnership metà della ricchezza che veniva prodotta sul territorio”, evidenzia il presidente della più anziana Confindustria estera, con oltre 140 associati, attiva da oltre 40 anni in 70 Paesi di Medio Oriente, Mediterraneo e Africa.

Inizia a Senato iter Ddl imprenditoria giovanile in agricoltura

Inizia a Senato iter Ddl imprenditoria giovanile in agricolturaRoma, 18 gen. (askanews) – Inizia al Senato l’iter del Ddl della Lega per la promozione e lo sviluppo dell’imprenditoria giovanile nel settore agricolo. La proposta di Mirco Carloni, presidente della commissione Agricoltura a Montecitorio, prevede una spesa di circa 156 milioni dal 2024 al 2029 e di 27,76 milioni annui dal 2030 per un investimento diretto di circa 30 milioni di euro annui dal 2024.

All’interno del Ddl, ricorda in una nota il senatore ed esponente della Lega Giorgio Maria Bergesio, vicepresidente della commissione Agricoltura a Palazzo Madama, ci sono misure come l’istituzione di un fondo per favorire il primo insediamento dei giovani in agricoltura, un regime fiscale agevolato, agevolazioni in materia di compravendita di fondi rustici, l’ampliamento delle superfici coltivate e il trasferimento tecnologico al fine di favorire una maggiore imprenditorialità. “Confidiamo che la norma sia approvata in tempi brevi – chiosa Bergesio – La Lega guarda al futuro del nostro Paese a cominciare dall’agricoltura, investendo sui giovani che intendono tenere vivo il settore”.

Dal Checco (Assafrica): con Piano Mattei grandi benefici per Italia

Dal Checco (Assafrica): con Piano Mattei grandi benefici per ItaliaRoma, 18 gen. (askanews) – Italia e Africa, Italia e Medio Oriente. Rapporti decennali che, nonostante le difficili congiunture geopolitiche, vanno avanti e prospettano opportunità di crescita, win-win, con approcci nuovi e innovativi. Particolare interesse desta il continente africano anche grazie al Piano Mattei, che il governo presenterà alla Conferenza Italia-Africa a fine gennaio, e promuove il Continente e l’internazionalizzazione ad esso collegata in un’ottica nuova, come spiega il presidente di Confindustria Assafrica&Mediterraneo Massimo Dal Checco intervistato da askanews.

“Tutto il mondo sta andando a investire in Africa – sottolinea Dal Checco – e i Paesi del continente, i diversi governi, si trovano a un bivio, devono scegliere tra andare più verso il mondo occidentale, ma con regole molto severe in termini di sostenibilità ed etica del modo di lavorare, oppure andare verso un mondo dove le regole sono meno puntuali che è quel mondo cinese, russo e dei Paesi non in linea con principi dell’Occidente. Questa è una scelta che sarà fatta a macchia di leopardo” e il 2024 “sarà un anno in cui vedremo come queste traiettorie verranno definite e confidiamo che quel modo di lavorare che abbiamo noi occidentali, e spero a maggior vantaggio italiano, possa portare dei benefici per tutto il nostro mondo industriale”. Un obiettivo che potrà essere raggiunto anche grazie al Piano Mattei. “Il modo di lavorare italiano è completamente diverso” da quello di russi e cinesi “e da questo anche il nome della strategia. Mattei era riuscito con la nostra Eni a essere molto più competitivo delle Sette sorelle americane, che gestivano il petrolio e nonostante Mattei avesse in mano una società più piccola riuscì a conquistare in maniera importante fette di territorio in Africa, perché lasciava in termini di alleanze e partnership metà della ricchezza che veniva prodotta sul territorio”, evidenzia il presidente della più anziana Confindustria estera, con oltre 140 associati, attiva da oltre 40 anni in 70 Paesi di Medio Oriente, Mediterraneo e Africa.

“Questo modo di fare business in termini non predatori ha portato un riconoscimento molto importante sia in termini di crescita della società che di relazioni con le comunità locali. E questo modo di lavorare è un po’ la filosofia di questo Piano Mattei: riuscire ad avere grandi opportunità per le nostre imprese e creare una serie di relazioni con le persone africane che abbiano continuità nel tempo”, aggiunge. Per fare questo, però, bisogna attivare percorsi virtuosi e attrattivi prima dei diretti concorrenti: Russia, Cina e anche Turchia: “Chi è cresciuto tantissimo negli ultimi 10 anni è la Turchia, che ha avuto un ruolo importantissimo sul mercato economico africano e ha avuto una crescita molto sostenuta ed è stato un vero competitor, nuovo, perché c’era ma non così presente – spiega il presidente di Assafrica e Mediterraneo – La Cina, d’altra parte, ha conquistato una parte molto importante dell’Africa ma con regole tutte loro, non essendo obbligata a seguire le regole Occidentali e con una quantità di denaro spropositata. Sono cresciuti molto dove hanno trovato governi corrotti o deboli nella gestione della parte finanziaria. La Cina ha un modo di lavorare completamente diverso dal nostro. Soprattutto quando si tratta di grandi opere portano tutto dalla Cina, anche la manodopera, non lasciando nessun tipo di ricchezza al territorio. E se per caso devono fare manutenzioni pluriennali lasciano lì la comunità cinese per questo tipo di lavoro”.

Dal Checco sottolinea come l’intera zona di competenza di Assafrica&Mediterraneo copra un’area vastissima da dividere in diversi settori per essere meglio compresa. Prima di tutto tra Medio Oriente e Africa, “due mondi abbastanza differenti” e poi nelle tre aree del continente africano, che hanno situazioni e condizioni spesso distanti. “Il Medioriente è un’area in fortissima evoluzione” con un’attenzione “alla sostenibilità nonostante siano ancora basati su vecchie fonti energetiche”, ma gli investimenti “che verranno fatti in particolare in Arabia Saudita nei prossimi anni sono enormi, si parla di tre trilioni di dollari, cifre anche difficili da scrivere”. In questa area del mondo, secondo Dal Checco, “la qualità di tutto ciò che viene offerto dall’Italia è molto apprezzata, sia in termini classici, la moda il cibo, il modello dell’hospitality, che già conosciamo, ma anche in termini di competenze ingegneristiche c’è un riconoscimento molto forte a differenza di qualche anno fa quando si guardava di più al mondo anglosassone”.

L’area dell’Africa, invece, pone “differenze enormi da una nazione all’altra e non solo per macroaree”, “abbiamo l’area del Mediterraneo dove dopo la Primavera araba ancora si soffre in alcune nazioni: si va dal Marocco che si può considerare una regione europea per il modello che ha, alla Libia dove sappiamo che ci sono problemi un po’ più gravi. La ripartenza dell’area mediterranea è più complicata”. “Poi abbiamo l’area del Sahel che è l’area più critica perché è quella dove ci sono più terre rare, miniere di metalli preziosi e anche governi più deboli”, quindi “qui si concentra la parte più predatoria” e “c’è una forte presenza russa anche di mercenari che destabilizzare i governi”. Infine, “l’area subsahariana, che è molto differente se ha avuto influenze francesi, anglosassoni, spagnole o portoghesi, ma che è un’area che dal 2000 è in crescita di una media tra il 6-7% anno, e anche durante il periodo pandemico non hanno mai avuto grandi crisi e il Pil non è mai andato in terreno negativo”, questa è “un’area di forti opportunità che ha purtroppo una narrativa, anche in Italia, sbagliata, se ascoltiamo soltanto la stampa si fa di tutta l’erba un fascio, raccontando di un’Africa tutta in difficoltà, ma così non è, tant’è che tutti i Paesi vanno a fare investimenti in questo Continente e in particolare nell’area subsahariana”. Dal Checco sottolinea: “Il lavoro che abbiamo fatto come Confindustria in questi anni è stato sensibilizzare le imprese a vedere cosa si poteva fare, e lo abbiamo fatto anche con l’aiuto delle grandi aziende italiane che sono nostre associate, come Eni, Enel, Webuilt, Saipem” tra le altre, e grazie “agli oltre 40 anni di lavoro i rapporti con i governi si sono consolidati tantissimo. Questo consolidamento è quello che poi oggi porta i risultati, perché nell’ultimo anno ho incontrato tra presidenti e primi ministri almeno 10-12 leader dell’area, persone che decidono i veri investimenti in questi Paesi”. Negli ultimi anni, Confindustria Assafrica&Mediterraneo ha siglato più di venti accordi e Memorandum of Understanding (MoU) con associazioni imprenditoriali, camere di commercio e agenzie per la promozione degli investimenti dei paesi dell’Africa e del Medio Oriente, al fine di promuovere e rafforzare la collaborazione economica, industriale e commerciale con queste regioni. “Abbiamo un vantaggio fortissimo in questo momento – conclude Dal Checco – anche grazie alla velocità di reazione durante la crisi energetica, quando, in meno di quattro mesi, appoggiandosi ai partner in Medio oriente e in Africa, l’Italia è riuscita a ripristinare una fornitura a cui avevamo dovuto rinunciare da parte russa. Questa velocità con cui Eni nello specifico è riuscita a reagire, ha permesso al governo di pensare a un nuovo sviluppo dell’Africa” che punta, tra le altre cose, a vedere in modo diverso anche il “problema dell’immigrazione, che pur essendo inevitabile, potremmo gestire in modo più ordinato”, “facendo formazione, insegnando l’italiano e creando partnership win-win”. “Se la maggior parte dell’Africa cresce secondo questi principi anche l’immigrazione del futuro sarà un’immigrazione diversa da quella a cui siamo abituati oggi che è senza competenze”, fa notare Dal Checco. (di Daniela Mogavero)