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Pd cerca equilibrio su Ucraina ma dissensi da minoranza

Pd cerca equilibrio su Ucraina ma dissensi da minoranzaRoma, 10 gen. (askanews) – E’ un lavoro di equilibrio difficile quello che il Pd ha dovuto fare oggi sulle risoluzioni sull’invio di armi all’Ucraina, l’obiettivo di costruire un’alleanza costringe Elly Schlein ad una complicata opera di tessitura per evitare gli smarcamenti dei potenziali alleati. Già la riunione del gruppo di ieri sera alla Camera – raccontano – era stata difficile, per le differenti posizioni ma alla fine la mediazione sulla risoluzione del Pd è stata efficace, tanto che non sono stati registrati voti contrari. Le smagliature appaiono quando si tratta di votare sui testi degli altri partiti, perché da un lato il Pd non vuole marcare troppo le distanze da M5s, che da mesi cerca di intestarsi la battaglia “pacifista” del no alle armi a Kiev, e dall’altra non può sconfessare la linea fin qui sostenuta del sostegno anche militare all’Ucraina.

Ne è uscita una linea da equilibristi, appunto, quella dell’astensione su tutte le altre risoluzioni, che ha provocato qualche distinguo e ha scatenato le polemiche dei centristi. Alla Camera sono stati in tre a dire sì al documento del centrodestra – Lorenzo Guerini, Marianna Madia e Lia Quartapelle – a votare comunque a favore dell’invio di armi all’Ucraina, imitati da sei senatori a palazzo Madama, Simona Malpezzi, Dario Parrini, Filippo Sensi, Tatiana Rojc, Valeria Valente e Pier Ferdinando Casini (che è nel gruppo Pd). Non è uno smarcamento in blocco della minoranza – che comunque ci tiene a far sapere di aver riunito il coordinamento di ‘Energia popolare’ con Stefano Bonaccini – molti esponenti dell’area hanno votato secondo le indicazioni di partito, ma comunque un segnale di irrequietezza che già altre volte era arrivato sulle questioni di politica estera.

Inoltre, appunto, l’astensione sulla risoluzione 5 stelle ha portato agli attacchi dei centristi, sia di rito renziano che calendiano, che accusano i democratici di rinnegare la loro stessa linea dicendo sì ad un testo che chiedeva lo stop all’invio delle armi. “Il Partito Democratico si è astenuto sulla vergognosa risoluzione pro-russa del M5s”, attacca Calenda. Giuseppe Provenzano non ci sta, precisa che il Pd si è astenuto sul testo dei 5 stelle perché il passaggio sullo no alle armi era ormai precluso dall’approvazione delle risoluzioni del Pd e della maggioranza: “Dal terzo polo bugie e accuse surreali”, dice. “Ci siamo invece astenuti sulla risoluzione del Governo, perché non credibile sugli impegni diplomatici, su cui Crosetto è stato elusivo, e manchevole della condanna ai veti di Orban. E ci siamo astenuti anche su tutte le altre delle opposizioni, compresa quella del M5S che comunque non conteneva più il punto in cui si chiedeva di interrompere la fornitura delle armi, perché precluso dai voti precedenti”.

Un ragionamento che, comunque, non convinceva tanti nel partito, tanto che al Senato, alla fine, si è deciso di seguire una strada diversa, grazie anche al fatto che il documento M5s non è stato ammesso al voto. Il Pd ha votato anche il testo dei centristi in questo caso, evitando di astenersi come fatto alla Camera. E Alessandro Alfieri, membro della segreteria e esponente della minoranza, ha chiarito in aula: “E’ proprio in questo momento, il momento di massima difficoltà, che dobbiamo far sentire la nostra vicinanza al popolo ucraino”. Quindi, ha sottolineato, “Voteremo il prossimo decreto” per la fornitura di armi a Kiev.

Dopo il caso Ferragni arriva la stretta dell’Agcom per gli influencer

Dopo il caso Ferragni arriva la stretta dell’Agcom per gli influencerMilano, 10 gen. (askanews) – Il Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, nella riunione del 10 gennaio, a seguito di “una consultazione pubblica ampiamente partecipata”, ha “approvato all’unanimità” le Linee guida “volte a garantire il rispetto da parte degli influencer delle disposizioni del Testo unico sui servizi di media audiovisivi”. Lo riporta un comunicato.

Tra le regole previste, in caso di “contenuti con inserimento di prodotti”, gli influencer “sono tenuti a riportare una scritta che evidenzi la natura pubblicitaria del contenuto in modo prontamente e immediatamente riconoscibile”. La “crescente rilevanza e diffusione dell’attività degli influencer, definiti come soggetti che creano, producono e diffondono al pubblico contenuti audiovisivi, sui quali esercitano responsabilità editoriale, tramite piattaforme per la condivisione di video e social media”, si legge nel comunicato, “ha sollecitato l’Autorità ad intervenire. Le Linee guida oggi approvate costituiscono un primo importante passo”.

Ferma restando la disciplina nazionale e la regolamentazione dell’Autorità in materia di contenuti generati dagli utenti distribuiti su piattaforme di condivisione video, le Linee guida definiscono “un insieme di norme indirizzate agli influencer operanti in Italia che raggiungono, tra l’altro, almeno un milione di follower sulle varie piattaforme o social media su cui operano e hanno superato su almeno una piattaforma o social media un valore di engagement rate medio pari o superiore al 2% (ossia, che hanno suscitato reazioni da parte degli utenti, tramite commenti o like, in almeno il 2% dei contenuti pubblicati)”. Le previsioni riguardano, in particolare, “le misure in materia di comunicazioni commerciali, tutela dei diritti fondamentali della persona, dei minori e dei valori dello sport”, prevedendo “un meccanismo di richiami e ordini volti alla rimozione o adeguamento dei contenuti”.

In caso di contenuti con inserimento di prodotti, “gli influencer sono tenuti a riportare una scritta che evidenzi la natura pubblicitaria del contenuto in modo prontamente e immediatamente riconoscibile”. Le Linee guida dispongono, inoltre, “l’avvio di un Tavolo tecnico per l’adozione di un codice di condotta che definisca le misure a cui gli influencer si dovranno attenere”. Il codice “sarà redatto nel rispetto dei principi che informano le Linee guida e prevederà sistemi di trasparenza e riconoscibilità degli influencer che dovranno essere chiaramente individuabili e contattabili”.

“Al Tavolo tecnico – prosegue il comunicato dell’Agcom – parteciperanno anche soggetti che solitamente non rientrano nel perimetro normativo e regolamentare dell’Autorità, quali quelli che popolano il mondo dell’influencer marketing, quindi non solo influencer, ma anche soggetti che operano quali intermediari tra questi e le aziende”. Ciò “permetterà di recepire le istanze di questi soggetti e di indirizzarne l’azione, avvalendosi delle buone prassi in materia, verso il rispetto delle regole”. L’iniziativa, conclude il comunicati, è “in linea con altre iniziative nazionali adottate da altri Stati membri dell’Unione e con le analisi e le soluzioni proposte in relazione alle attività degli influencer dal Gruppo dei regolatori europei dell’audiovisivo – ERGA”.

M.O., Blinken: Usa lavorano con altri Paesi per questione ostaggi

M.O., Blinken: Usa lavorano con altri Paesi per questione ostaggiRoma, 10 gen. (askanews) – Gli Stati Uniti stanno lavorando con Israele e altri Paesi del Medio Oriente per risolvere la questione degli ostaggi nella Striscia di Gaza. Lo ha dichiarato il segretario di Stato americano Antony Blinken.

“Stiamo facendo tutto il possibile, lavorando ovviamente con gli israeliani, con il Qatar, con l’Egitto, con i Paesi che hanno rapporti di un tipo o di un altro con Hamas, per rimettere la questione in carreggiata e continuare a riportare a casa gli ostaggi”, ha dichiarato Blinken a Msnbc in un’intervista. L’intervista è stata registrata durante il viaggio di Blinken in Israele all’inizio della settimana ed è stata trasmessa oggi. Blinken ha espresso ottimismo sul fatto che il movimento integralista palestinese Hamas negozierà il rilascio degli ostaggi che trattiene. “Siamo riusciti in passato, nel bel mezzo di questo conflitto, a liberare più di un centinaio di ostaggi, e sono convinto che possano e vogliano impegnarsi in questo senso, e questo è un aspetto su cui siamo intensamente concentrati con il Qatar e con l’Egitto”, ha detto Blinken.

Il 7 ottobre, Hamas ha attaccato Israele dalla Striscia di Gaza uccidendo circa 1.200 militari e civili e rapendone circa 240. Israele ha lanciato attacchi massicci su Gaza, ha stabilito un blocco totale e poi ha lanciato un’invasione di terra nell’enclave palestinese con l’obiettivo dichiarato di eliminare Hamas e salvare gli ostaggi. Secondo le autorità locali, finora a Gaza sono stati uccisi più di 23mila palestinesi e feriti circa 58mila a causa degli attacchi israeliani.

Sardegna, Todde: cambiare la Regione per ridare speranza ai sardi

Sardegna, Todde: cambiare la Regione per ridare speranza ai sardiRoma, 10 gen. (askanews) – “Il nostro è un primo atto di resistenza, e questo atto lo esercitiamo votando. Non lasciamo ancora 5 anni a chi ha lasciato la Sardegna in macerie. La Sardegna deve esser la prima Regione dopo tanta oscurità che grida la sua voglia di cambiare”. Lo ha detto Alessandra Todde, candidata alla presidenza della Regione Sardegna per la coalizione progressista, durante il suo intervento a Monserrato in un incontro con la cittadinanza.

“Noi – ha proseguito l’esponente del M5S – stiamo raccontando il programma in tutte le tappe che stiamo facendo senza vendere sogni ma concretezza. Noi vogliamo ridere voce alle persone, ai giovani, alle donne che in consiglio regionale, ad esempio, sono solo 6. Ed è vergognoso. Noi crediamo nel confronto, nel dialogo, nello scambio, non nell’egoismo o nella prepotenza. Abbiamo parole chiave precise: sanità, trasporti, mobilità, lavoro, cultura, sviluppo del territorio. Ma soprattutto programmazione. Perché da troppo non si programma ma si lavora in maniere casuale e approssimativa. Per questo sto girando l’isola e per questo ho accettato di rappresentare questa coalizione grande e inclusiva. Noi vogliamo cambiare tutto, cambiare la Sardegna, ridare speranza ai sardi”, ha concluso Todde.

”Dare la vita”: l’ultimo libro di Murgia sulla gravidanza surrogata

”Dare la vita”: l’ultimo libro di Murgia sulla gravidanza surrogataRoma, 10 gen. (askanews) – Michela Murgia aveva in animo di scrivere un libro sulla gestazione per altri, o surrogazione, da oltre sei anni: lo dice nella postfazione Alessandro Giammei, il curatore di “Dare la vita”, ultimo saggio dell’intellettuale e romanziera morta nel 2023 a soli 51 anni. Un saggio elaborato con estrema fatica che si è “trovata a dover chiudere in meno di sei settimane”, quanto le ha concesso alla fine la malattia.

Elaborato dunque in parte da materiale nuovo, in parte da riflessioni già scritte. “Per sistemare queste scritture secondo le volontà di Michela sono ricorso oltre che alla mia memoria e al suo archivio, a diversi messaggi… alcuni dei quali mi hanno anche fornito brevi brani di raccordo, introduzione e cerniera necessari… a dare continuità alla lettura” scrive Giammei.Il saggio su uno dei temi più ostici e controversi della politica e dell’etica italiana si legge, in effetti, come un continuum. Alle riflessioni sul significato stesso di “dare la vita”, da Murgia (che figli biologici non ne ebbe, ma quattro “d’anima”, alla sarda, sì), segue l’analisi del concetto di ‘famiglia queer’: quella che non è tutelata dalle leggi italiane, e che vive fuori dai parametri.

Il nucleo del saggio, sulla GPA, comincia con un assunto: la maternità non è solo “una funzione biologica”: “non è tollerabile oggi in un discorso serio sentir definire ‘maternità’ il processo fisico della sola gravidanza”. Non oggi, quando per la prima volta nella storia le donne possono sfuggire se lo vogliono al destino di essere madri per forza, e quando tante famiglie doppie o triple vivono con figli adottivi o d’anima con cui non hanno legami biologici.“Di conseguenza è improprio anche discutere di ‘maternità surrogata’. Si può discutere invece di gravidanza surrogata, purché resti chiaro che si tratta di una cosa profondamente diversa”.

Ne conseguono diverse riflessioni. Primo: la GPA è una questione di soldi, sì. Donne o famiglie più ricche sfruttano la disponibilità di donne bisognose a offrire il loro corpo e la loro persona per una gravidanza (non una maternità). E non è neanche una storia recente: Murgia ricorda le tante schiave che nella Bibbia partoriscono figli per le mogli infertili dei profeti.Sono sfruttate, le donne che si prestano alla GPA? Sì, e in pagine luminose Murgia scrive, “ma questa affermazione può essere applicata anche alla signora rumena che ha lasciato i figli alla madre per venire qui a fare la badante a nostra nonna… È ipocrita non voler vedere che la nostra emancipazione, la libertà di andare a lavorare o vivere la vita della nostra famiglia anziché votarsi all’assistenza di una persona anziana è conquistata a prezzo della non emancipazione di altre donne, alle quali il compito di cura che la società ha sempre preteso dalle donne italiane è stato trasferito”.

Murgia ne conclude che la GPA va regolamentata, perché là dove non c’è una legge, si finge che il fenomeno non esista, mentre se lo si vieta, lo si ricaccia solo oltre confine, magari in India. Tutelare le donne significa garantire loro fra l’altro un giusto compenso. Non solo: non considera accettabile una legge sul modello californiano, che obbliga la gestante a cedere il figlio alla nascita.“Proprio perché un essere umano non è una merce, in nessun caso il denaro versato alla donna gestante può essere considerato un corrispettivo” per il o la nascitura (nel libro è usata la schwa), “ma sempre e soltanto una remunerazione della sua gestazione”. Si paga il tempo ma non si compra chi nasce, la cui cessione “avviene per pura volontà da parte di colei che ne è a tutti gli effetti la madre fisica”. Così come non si può obbligare la gestante ad abortire di un feto non perfetto.Murgia però invita caldamente a non lasciarsi prendere dall’ipocrisia: chi si oppone alla GPA, dice, non ha alcun interesse per quel che accadrà ai bambini (si veda il capitolo “Cosa penseranno i bambini (come se ce ne fosse mai importato niente)”. E osserva, “il primo a dirti che ‘il meglio è nemico del bene’ è proprio il famoso buon senso con cui la destra, la tradizione e il patriarcato vorrebbero impedirci di ripensare a soluzioni alternative per fare famiglia”.Questo pamphlet edito da Rizzoli, con le sue 122 pagine, offre molti altri spunti, pensieri laterali, forse soluzioni per ‘fare famiglia’ in questi tempi di rivoluzione tecnologica oltre che sociale. Farà venire l’orticaria a molti, come spesso Murgia ha fatto in vita.Il punto è che con Michela Murgia, oggi come ieri, si può essere o meno d’accordo; ma non si può ignorare che da ogni riga traspare l’intelligenza lucida e visionaria dell’intellettuale a cui la formazione teologica era servita, oltre che per la sua fede personale, come palestra di ragionamento e retorica. Ci lascia il suo appello: “Quando qualcosa non vi torna datemi torto, dibattetene, coltivate il dubbio… La mia anima non ha mai desiderato generare né gente né libri mansueti, compiacenti, accondiscendenti. Fate casino”. (di Alessandra Quattrocchi) 

Mobilisights, un anno di progressi con i veicoli connessi Stellantis

Mobilisights, un anno di progressi con i veicoli connessi StellantisMilano, 10 gen. (askanews) – Mobilisights sta trasformando il settore delle applicazioni dei veicoli connessi, utilizzando i dati provenienti dai veicoli di Stellantis per lo sviluppo di soluzioni intelligenti e il miglioramento dell’efficienza dell’intero ecosistema automobilistico.

Mobilisights è nata un anno fa per creare una mobilità più intelligente, sfruttando l’accesso esclusivo ai dati dei veicoli connessi prodotti dai modelli dei 14 brand iconici di Stellantis. Nel suo primo anno di attività, Mobilisights ha sviluppato soluzioni innovative e concluso diverse partnership strategiche. In termini di prodotto, Mobilisights ha sviluppato cinque pacchetti di dati per gestori di flotte in Europa e Nord America, oltre a pacchetti per lo sviluppo di offerte assicurative personalizzate. I dati vengono utilizzati esclusivamente con il consenso dei clienti.

Mobilisights ha sviluppato anche un’offerta di streaming di dati per la gestione della ricarica dei veicoli elettrici. Queste soluzioni consentono a Mobilisights di soddisfare diverse esigenze: dalle società di noleggio e i fornitori di servizi telematici ai partner che fanno parte dell’ecosistema dedicato all’elettrificazione. “Abbiamo utilizzato i dati per progredire, favorendo una mobilità più connessa. Il nostro viaggio è appena iniziato”, ha dichiarato Sanjiv Ghate, Ceo di Mobilisights. Mobilisights collabora attivamente con numerosi partner, tra cui Free2move, Geotab, Guidepoint Systems, Echoes, Ocean-Orange Business, Webfleet, MotorQ, CerebrumX, Axa per le assicurazioni Stellantis, EEVEE e 2hire.

Per Meininger’s International il vino lattina è tra i trend del 2024

Per Meininger’s International il vino lattina è tra i trend del 2024Milano, 10 gen. (askanews) – Sono sette, secondo la giornalista australiana Felicity Carter, le tendenze che nel 2024 segneranno il mondo del vino. In un articolo pubblicato sulla testata specializzata tedesca “Meininger’s International”, Carter elenca temi già noti e “prezzati”, come la crescita dei bianchi a spese dei rossi, l’espansione del mercato dei vini a basso e a zero contenuto alcolico, e il costante incremento dell’enoturismo, ma anche trend meno scontati.

Il primo, è quello del vino in lattina, il “canned wine”. “Per attirare un nuovo pubblico, i produttori dovrebbero pensare al vino in lattina” suggerisce Carter, sottolineando che il mercato globale del vino “portatile” crescerà, secondo Grand View Research, del 12,3% fino al 2028, quando raggiungerà i 571,8 milioni di dollari”. La Carter porta come esempio “Maker Wine”, un marchio di vino in lattina fondato negli Stati Uniti nel 2019, che “ha realizzato ad oggi oltre 5 mln di dollari e lo scorso anno ha venduto oltre 350mila pezzi, diventando il primo rivenditore online di vino in lattina”. La storia del vino nel contenitore monodose in alluminio (considerato più pratico, più smart e più ecologico rispetto al vetro) è in realtà lunga, basti dire che nel nostro Paese già nei primi anni Ottanta ci lavorò con un certo successo e con un grande occhio al futuro la modenese Cantina Giacobazzi (celebre il suo “8 e mezzo”), poi seguita da altre aziende tuttora attive con diversi prodotti e siti che vendono rossi, bianchi, rosé e vini frizzanti con grafiche pensate soprattutto per i consumatori più giovani. La seconda tendenza “inaspettata” è quella che riguarda “la crescita sempre maggiore” dei cosiddetti “boundary-blurring wines” (letteralmente “vini che superano i confini”), come per esempio i vini aromatizzati e quelli fatti fermentare insieme con la frutta o le spezie. Ma anche i cosiddetti “bourbon barrel wine, i vini rossi fermentati in botti di bourbon, per conferire loro un fascino affumicato che possa convincere gli amanti del whisky a provarli”, che tanto successo hanno oramai da diversi anni soprattutto negli Stati Uniti.

Infine, tra i trend di quest’anno non può (giustamente) mancare il richiamo alla tendenza salutista che porta a consumare meno o a non consumare alcol che sta incidendo profondamente sul mercato. Per Carter si tratta del “problema numero uno che il mondo del vino deve affrontare in questo momento”, e a cui si può far fronte “solo promuovendo costantemente un consumo moderato, e aspettando: è probabile infatti che a breve le cose si complichino ma è anche vero che non è mai saggio scommettere contro qualcosa che ha ottomila anni. Se il vino è rimasto parte della civiltà per così tanto tempo, evidentemente ha qualcosa di profondo”. Foto: www.vinoinlattina.it

Il Piano Mattei per lo sviluppo di Stati del Continente Africano è legge

Il Piano Mattei per lo sviluppo di Stati del Continente Africano è leggeRoma, 10 gen. (askanews) – Con 169 voti a favore e 119 contrari l’Aula della Camera ha approvato definitivamente il decreto legge Piano Mattei per lo sviluppo di Stati del Continente Africano. Non essendo state apportate modifiche rispetto al testo licenziato dal Senato, il decreto è convertito in legge.

Un piano strategico per la costruzione di un nuovo partenariato tra Italia e Stati del Continente africano, volto alla promozione di uno sviluppo sostenibile e duraturo. Questo l’obiettivo del ‘Piano Mattei’ per lo sviluppo dei Paesi africani, un Piano la cui governance è definita nel decreto legge che è stato approvato definitivamente dalla Camera, senza modifiche rispetto al testo licenziato dal Senato. Una “scatola vuota”, secondo le opposizioni, che non prevederebbe risorse e progetti concrete per investimenti. Un Piano che si riempirà di contenuti, replicano governo e maggioranza, che verranno definiti in collaborazione tra Italia e Paesi africani, a partire da quanto emergerà dalla Conferenza Italia-Africa di fine gennaio.

Il Piano Mattei, di durata quadriennale e aggiornabile anche antecedentemente scadenza, è adottato con un decreto del Presidene del Consiglio dei Ministri previo parere delle Commissioni parlamentari competenti che dovranno esprimersi entro trenta giorni, disposizione quest’ultima inserita nel corso dell’iter al Senato. Gli ambiti di intervento e le priorità del Piano, è scritto nel decreto, riguardano la cooperazione allo sviluppo, la promozione di esportazioni e di investimenti, l’istruzione e la formazione, la ricerca e l’innovazione, la salute, la sicurezza alimentare, lo sfruttammento sostenibile delle risorse naturali, l’ammodernamento e il potenziamento delle infrastrutture, anche digitali, il partenariato nel settore aerospaziale e in quello energetico e delle fonti rinnovabili e dell’economia circolare.

Per coordinare le attività è istituta la Cabina di regia per il Piano Mattei, presieduta dal Presidente del Consiglio e composta dal Ministro degli Affari esteri (vicepresidente), dagli altri ministri, dal presidente della Conferenza delle Regioni, dal direttore dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, dal presidente dell’Ice, da rappresentanti di Cdp, Sace e Simest. Al fine di supportare le attività connesse al Piano Mattei e i lavori della Cabina di regia, è istituita a decorrere dal 1° dicembre 2023, una apposita Struttura di missione presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, con oneri previsti di 235.077 euro per il 2023 e di 2,8 milioni di euro annui a decorere dal 2024.

Entro il 30 giugno di ciascun anno il governo trasmette alle Camera una relazione sullo sttao di attuazione del Piano.

Nissan Italia chiude 2023 con 41mila unità immatricolate (+50%)

Nissan Italia chiude 2023 con 41mila unità immatricolate (+50%)Milano, 10 gen. (askanews) – Nissan Italia chiude il 2023 con oltre 41mila unità immatricolate che segnano una crescita del 50% anno su anno, più che doppia rispetto al mercato che fa registrare un +19%. Cresce anche la quota di mercato Nissan che raggiunge il 2,4% (+0,5 punti sul 2022).

Le unità vendute a cliente privato sono oltre 24.500 e la relativa quota è pari al 2,7% (+0,4 punti vs 2022) il miglior risultato di Nissan in Italia degli ultimi 4 anni e per la prima volta al secondo posto fra le quote a privato di Nissan in Europa. Crescono sensibilmente le vendite nel canale flotte, che con oltre 14.500 unità segnano un +95% rispetto al 2022 e spingono la relativa quota al 2,4% (+0,9 punti vs 2022). Un risultato trainato dalle vendite dei modelli con motorizzazione e-Power – molto apprezzata dai clienti flotte per i bassi consumi e bassi costi di esercizio – e dalle vendite di Veicoli Commerciali (+81% vs 2022), soprattutto di Nissan Townstar il veicolo commerciale compatto disponibile anche in versione 100% elettrica.

La quota Nissan di crossover raggiunge il 92% (+18,3 punti vs 2022) e quella di elettrificato il 75,4% (+20 punti vs 2022), entrambi superiori a quelle del mercato rispettivamente pari a 53% e 44,8%. Buone performance per l’intera gamma di crossover elettrificati Nissan, tra i quali spicca Qashqai che nel mese di dicembre è il modello C-Suv più venduto in Italia con oltre 2mila unità e il secondo più venduto nei 12 mesi del 2023 con oltre 21mila unità (+75% vs 2022) e una quota nel segmento pari a 8,3%.

Per il crossover compatto Nissan Juke le vendite crescono del 72% anno su anno, superando le 11.500 unità e raggiungendo la quota di 4,1% nel segmento. Per quanto riguarda X-Trail, il crossover Nissan con opzione 7 posti e tecnologia e-4ORCE 4WD, sono oltre 3.500 le unità vendute, che valgono una quota nel segmento pari al 2,8. La tecnologia e-Power, l’elettrico senza spina di Nissan, che garantisce piacere di guida e bassi consumi, continua ad attrarre clienti. Sono infatti circa 12mila i modelli e-Power(Qashqai e X-Trail) venduti da Nissan Italia nel 2023, di cui 10.600 a cliente privato che è il miglior risultato di Nissan in Europa.

Ucraina, Conte: Governo passivo segue istruzioni di Washington

Ucraina, Conte: Governo passivo segue istruzioni di WashingtonRoma, 10 gen. (askanews) – “Ancora una volta il Movimento 5 stelle costituisce un’eccezione: abbiamo votato no all’invio di ulteriori forniture militari per l’Ucraina”. Lo ha detto il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, in un punto stampa rilanciato sulla sua pagina Facebook.

“Ancora qualche mese fa – ha sottolineato l’ex premier – la presidente Meloni scommetteva sulla vittoria sulla Russia: una scommessa che noi non abbiamo mai fatto perché riteniamo che assecondare questa escalation militare allontani una via di uscita. L’unica via d’uscita è il negoziato, trattative per la pace, concentrare lì i nostri sforzi politici e diplomatici. Invece il risultato è un governo che continua ad assecondare le indicazioni, le istruzioni di Washington, a piegarsi passivamente a questa logica bellicista di una escalation militare: che non sta portando assolutamente frutti, se non ulteriori morti e distruzioni”. “Peraltro oggi – ha proseguito il leader M5S – è stata respinta una nostra proposta di tassare gli extraprofitti delle industrie belliche. In un momento del genere, dove le industrie belliche ormai sono un paio d’anni che stanno lucrando ingenti vantaggi e profitti, almeno il Governo potrebbe avere la decenza, visto che sposa questa linea, di poter operare una redistribuzione con questa tassazione, a favore di famiglie e imprese in difficoltà. In difficoltà per il caro-vita, il caro-mutui, il caro-tutto. Invece nulla per le emergenze degli italiani ma continua a seguire le istruzioni che ci vengono impartite dall’estero”, ha concluso Conte.