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Net-Health, sondaggio: 60% parlamentari per centralizzare Sanità

Net-Health, sondaggio: 60% parlamentari per centralizzare SanitàMilano, 9 nov. (askanews) – Per eliminare la disuguaglianza nell’accesso alle cure tra le diverse regioni italiane, per consiglieri (69%) e cittadini (65%) la scelta migliore sarebbe effettuare maggiori controlli e imporre più trasparenza nell’operato delle Regioni, mentre la maggior parte dei parlamentari intervistati, il 60%, indica la soluzione nella centralizzazione a livello statale delle competenze sanitarie. Sono questi alcuni degli esiti di un sondaggio condotto da Youtrend/Quorum per il progetto Net-Health, Sanità in rete 2030.

Net-Health è il policy enabler ideato nel 2021 da LS Cube, lo studio legale i cui soci vantano oltre 25 anni di esperienza nel settore delle Life Sciences, finalizzato a creare una piattaforma di discussione e condivisione di idee, temi e punti di vista provenienti da tutti i soggetti del mondo sanitario. “Partendo dal dare voce ai diversi stakeholders del sistema salute – commenta Rosanna Sovani, Partner di LS CUBE – e collaborando con esperti della materia, l’obiettivo del progetto è fornire un contributo concreto nel disegno delle politiche sanitarie del futuro, elaborando delle proposte tecnico-giuridiche, volte a contribuire alla messa a terra di soluzioni di policy per un sistema sanitario sostenibile e universalistico”. Secondo il sondaggio il 70% degli intervistati dichiara di non avere particolari problemi nel contattare il medico di base, mentre il 69% dice di essere molto preoccupato di non potersi permettere l’assistenza sanitaria in caso di necessità. Una preoccupazione condivisa dai membri del Parlamento intervistati: l’85% di loro pensa che il rispetto del diritto alla salute dei cittadini non sia garantito a tutti, mentre su posizioni diverse sono i consiglieri regionali che, con il 77%, ritiene il contrario. Inoltre, prevenzione e potenziamento della medicina territoriale sono i due ambiti prioritari di intervento per cittadini (32% medicina territoriale e 30% prevenzione) e decisori (per i parlamentari il 69% per la medicina territoriale e per i consiglieri regionali il 50% per la prevenzione).

Il progetto, i cui lavori sono ospitati dall’Intergruppo parlamentare “Innovazione e sostenibilità” copresieduto dai Senatori Francesco Zaffini e Daniele Manca, si avvale di partner scientifici, quali l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, Altems Advisory, spinoff dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e l’Osservatorio sul Welfare della LUISS Business school, realizzato con il contributo non condizionante di Exact Sciences, Gilead Sciences, Roche e Sanofi. “Questi dati ci fanno riflettere sulla necessità di migliorare l’organizzazione stessa del Sistema Sanitario – anche attraverso una attenta programmazione “evidence-based” – affinché si possano ottimizzare le risorse a disposizione e garantire una presa in carico dei pazienti omogenea a livello territoriale, che salvaguardi l’equità di accesso ai servizi socio-sanitari, un pilastro del nostro SSN”, afferma il professor Dario Sacchini di Altems Advisory, coordinatore scientifico del tavolo di lavoro sui LEA organizzativi. “La nostra sfida – aggiunge – sarà quella di contribuire all’individuazione di un percorso che consenta un’organizzazione efficace e multidisciplinare, nonché una gestione integrata del paziente, da intendersi quale LEA”.

Per il finanziamento del Sistema sanitario nazionale, i tre segmenti intervistati concordano sul fatto che il SSN non soffra di una carenza di fondi, ma che quelli disponibili non siano gestiti al meglio (per i parlamentari 54%, per i consiglieri regionali il 61%, per i cittadini il 59%). Ad esempio, in relazione ai fondi del PNRR, secondo i decisori le difficoltà principali nell’utilizzo sono: per il 57% dei consiglieri regionali la burocrazia, mentre per i parlamentari la burocrazia scende al secondo posto (40%) e al primo posto la mancanza di supporto tecnico territoriale (41%). Una ulteriore preoccupazione è quella di dover ricorrere sempre più spesso alla sanità privata, a causa del taglio dei servizi sanitari pubblici. Un timore condiviso da tutte e tre le parti in maniera piuttosto omogenea: il 75% dei cittadini, l’88% dei parlamentari e il 100% dei consiglieri regionali, infatti, crede che vi sia un incremento nel ricorso alla sanità privata per riuscire a ottenere cure di qualità in tempi ragionevoli. “La sanità del futuro – aggiunge Mauro Marè, Professore Ordinario di Scienza delle Finanze presso la Luiss Business School e coordinatore scientifico del tavolo di lavoro – sarà compatibile con l’universalità delle cure solo a patto di un radicale recupero di efficienza in un contesto di immutata efficacia. Pertanto, il tavolo di lavoro si concentrerà sulla ridefinizione delle modalità di finanziamento del SSN nella logica del partenariato pubblico-privato per garantirne la sostenibilità, l’equità e l’universalità”. In merito alla digitalizzazione del SSN, i dati evidenziano una divergenza tra la percezione dei decisori (parlamentari 95% e consiglieri regionali 94%) per i quali la digitalizzazione tenderà a garantire a tutti il diritto alla salute e quella dei cittadini, per i quali solo il 45% ha questa stessa visione ottimistica, mentre per il 43% è più probabile che aumenti le disuguaglianze. Inoltre, la maggior parte dei cittadini (59%) è contraria alla condivisione dei propri dati sanitari a fini commerciali o altruistici (35% abbastanza contrario e 24% molto contrario). Elementi interessanti che evidenziano la necessità di intervenire per creare una cultura della condivisione dei dati, in un contesto regolamentato che stimoli un approccio più favorevole.

Commenta Fidelia Cascini, professoressa di Igiene e Sanità Pubblica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, nonché coordinatrice scientifica del tavolo di lavoro sul Regolamento sulla Governance dei Dati: “Interessanti spunti di riflessione sulle sfide che il nostro Paese si troverà ad affrontare in vista di una sempre maggiore e inevitabile digitalizzazione delle informazioni, dei dati relativi ai pazienti e delle prestazioni sanitarie. Ci impegneremo per elaborare linee di indirizzo, volte a identificare quegli aspetti della normativa italiana che necessitano di adeguamento e ad accompagnare l’elaborazione di atti per un’ottimale implementazione del DGA in ambito sanitario, a tutela dei cittadini e a sostegno dell’innovazione”.

Il post scioccante della docente contro gli ebrei, Valditara: odio razziale e discriminazioni incompatibili con la scuola

Il post scioccante della docente contro gli ebrei, Valditara: odio razziale e discriminazioni incompatibili con la scuolaMilano, 9 nov. (askanews) – “Odio razziale e discriminazioni di ogni tipo sono incompatibili con i principi della nostra scuola che è la scuola costituzionale, improntata al rispetto della persona. Come Ministero metteremo in campo tutte le azioni necessarie a debellare atteggiamenti simili”. Così il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, interviene sul caso della docente di matematica della scuola dell’Istituto H-Farm di Roncade (Treviso), che avrebbe pubblicato su Instagram un post, poi rimosso, corredato dalla scritta “Andate all’inferno, Hitler aveva ragione su di voi ebrei”.

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito, su impulso del Ministro Valditara, si è prontamente attivato chiedendo al legale rappresentante dell’istituto informazioni esaustive e immediate sui fatti e di essere messo a conoscenza delle misure adottate. Trattandosi di una scuola straniera non vigilata dal Mim, l’iter disciplinare di accertamento e di eventuale sanzione può essere avviato solo dall’istituto stesso.

Olio d’oliva, Unaprol: controlli e norme chiare sui nuovi “condimenti”

Olio d’oliva, Unaprol: controlli e norme chiare sui nuovi “condimenti”Milano, 9 nov. (askanews) – E’ allarme tra i produttori d’olio di oliva per il calo delle vendite registrato nei primi sei mesi dell’anno. Una preoccupazione che gli associati di Unaprol, consorzio olivicolo italiano, ritengono sia in parte imputabile alla confusione generata nei consumatori dalla presenza a scaffale dei cosiddetti “condimenti”, prodotti a basso costo frutto della miscelazione tra olio d’oliva e olio di semi o altri oli vegetali. Per questo il presidente di Unaprol, David Granieri, ha inviato una lettera all’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi e alla direzione generale della prevenzione e del contrasto alle frodi alimentari del Masaf.

A fronte di un -11% nel primo semestre per le vendite di olio extravergine d’oliva “urge una campagna di comunicazione che spieghi agli italiani il valore di un prodotto di qualità finalmente riconosciuto premium e allo stesso tempo occorre incrementare i controlli sui condimenti”, scrive nella lettera Granieri. In particolare, vengono chiesti chiarimenti sui metodi analitici previsti per l’analisi di congruità rispetto a quanto dichiarato in etichetta e l’indicazione precisa di quanto olio extravergine d’oliva è contenuto nei prodotti per dare la possibilità ai consumatori di scegliere consapevolmente. “L’olio extravergine d’oliva per tanti anni è stato ingiustamente oggetto di sottocosto o primo prezzo e adesso, finalmente, anche grazie alla congiuntura internazionale che si è creata, non può più essere così – spiega Granieri – Per questo motivo è stato sdoganato a scaffale questo blend composto da percentuali residuali di olio d’oliva con altri oli vegetali, il condimento, per cercare di trovare una commodity in grado di attirare l’attenzione dei consumatori ma questo tentativo, senza regolamentazione e controlli, rischia di risultare ingannevole che per chi acquista”.

“L’Icqrf ha già chiarito che questo prodotto deve essere posizionato su scaffali appositi ben distinti dall’extravergine ma è assolutamente necessario un intervento sulla norma per l’etichettatura per garantire trasparenza ai consumatori, oltre che la giusta competizione – continua Granieri – Ciò che non è verificabile, a nostro parere, non può essere dichiarato e, quindi, non può competere sul mercato alle condizioni attuali”. I dati sui consumi pro capite annui continuano a dare segnali negativi da anni, con l’Italia che si ferma a poco più di 7,1 chili di olio d’oliva per persona, molto distante dagli 11,4 pro capite della Spagna e dai 10,3 della Grecia, in netto ribasso rispetto ai consumi dei primi anni 2000 che viaggiavano intorno ai 12 kg pro capite.

“È finalmente finita l’epoca dell’olio di qualità sotto costo, ed è necessario sfruttare questo momento, attraverso opportune campagne di comunicazione e informazione, per far capire quanto sia importante consumare un olio extravergine d’oliva di qualità e quanto sia corretto pagarlo al giusto prezzo, che è quello attuale, per consentire a tutti i protagonisti della filiera di continuare a lavorare con efficacia e serenità per mantenere alta la bandiera della qualità italiana nel mondo”, conclude il presidente di Unaprol.

La tecnologia di Space to Tree per il Parco archeologico del Colosseo

La tecnologia di Space to Tree per il Parco archeologico del ColosseoRoma, 9 nov. (askanews) – Facilitare un’efficace attività di monitoraggio sullo stato di salute degli alberi del Parco archeologico del Colosseo a difesa della bellezza del patrimonio arboreo, archeologico e monumentale che esso custodisce. È questo l’obiettivo di Space to Tree: Earth Observation based monitoring of Natural and historical Park, la piattaforma in tempo reale e modalità webGIS predisposta per la salvaguardia e la gestione del verde di parchi di interesse storico culturale, archeologico e naturalistico, presentata oggi presso la Curia Iulia nell’ambito dell’incontro “Living Labs” promosso dal PArCo.

Il Parco archeologico del Colosseo, in collaborazione con DIGIMAT S.p.A, con l’Istituto di Metodologie per l’Analisi Ambientale (IMAA) e l’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale (ISPC) del Consiglio Nazionale delle Ricerche, che ne sono gli ideatori, ha applicato in via sperimentale a n. 5 Pinus pinea centenari del PArCo, alberature vetuste di notevole pregio botanico e monumentale, il sistema di allerta in grado di monitorare i parametri biomeccanici della vegetazione nonché gestire i rischi evitando danni a persone o cose. Un’iniziativa – in sperimentazione anche presso la Riserva Naturale di Metaponto in Basilicata – che trova la sua perfetta applicazione all’interno del Parco archeologico del Colosseo, da sempre impegnato nella salvaguardia e nella valorizzazione del grande patrimonio arboreo conservato al suo interno e che comprende, inoltre, ben 148 alberi ultracentenari, i Patriarchi, testimoni silenziosi dei grandi cambiamenti avvenuti nell’area archeologica.

La piattaforma S23 consente, dunque, una mirata azione di tutela del patrimonio verde, attraverso uno strumento innovativo e di immediata efficacia, utile tanto ai ricercatori, quanto agli agronomi, ai botanici ed agli architetti paesaggisti, consentendo una rilevazione puntuale di possibili criticità ma anche delle tipologie e delle caratteristiche degli alberi stessi. Uno strumento innovativo, operante in modalità multiscala e multiparametrica, che consente un monitoraggio costante da remoto grazie ad una tecnologia “Remote Sensing” montata su piattaforma satellitare Sentinel2 in grado di captare dallo spazio le variazioni della clorofilla attraverso il Programma Copernicus di ESA.

Grazie ad una strumentazione operante con tecnologia fotogrammetrica, termografica ad infrarosso e radar sarà possibile analizzare lo stato del tronco dell’albero, evidenziandone la pienezza o la presenza di fratture interne; un approccio prossimale Iot Sensing in tecnologia 5G permetterà di mettere in correlazione i dati con le componenti del vento misurate per mezzo di un anemometro locale, installato sulla terrazza della Basilica di Massenzio, monitorando il comportamento dinamico degli alberi sottoposti a sollecitazioni meccaniche. Grazie al progetto “Space to Tree” il PArCo si dota, oggi, di un nuovo prezioso strumento per la tutela del proprio inestimabile “tesoro” verde contribuendo, anche in tal modo, allo sviluppo di un’economia sostenibile nei suoi diversi aspetti.

In occasione della presentazione sono intervenuti: Alfonsina Russo, Direttore del Parco archeologico del Colosseo, Gabriella Strano, Arch. Paesaggista del Parco archeologico del Colosseo, Domenico Conte, Divisione Sviluppi SW e Ricerca Industriale Digimat S.p.A, Nicola Masini, CNR Research Director and Deputy Director of CNR-ISPC, Rosa Lasaponara, Responsabile scientifico laboratorio ARGON del CNR-IMAA e Nicodemo Abate, Ricercatore CNR-ISPC.

Basilicata, Bardi: servono fondi Ue per transizione Automotive

Basilicata, Bardi: servono fondi Ue per transizione AutomotiveRoma, 9 nov. (askanews) – “Dovremmo avere fondi Ue per programmare e realizzare dei Patti Regionali per la Transizione Automotive con un pacchetto integrato di aiuti e iniziative per sostenere le politiche regionali di transizione automotive attraverso un dialogo e collaborazione costante tra industria, PMI, università ed enti di ricerca, istituti di istruzione e formazione, enti locali e regionali e tutti i soggetti interessati del settore”. Lo ha detto il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, oggi a Pamplona, in Spagna, nel corso della Conferenza annuale dell’Ara (Automotive Regions Alliance).

“Guardando al contesto economico e geopolitico globale, è essenziale che il quadro politico e normativo dell’Ue sia adattato con riferimento al diritto della concorrenza e agli aiuti di Stato per sostenere le regioni automobilistiche nella futura transizione e nella gestione delle crisi”, ha aggiunto. Per Bardi occorre “accelerare a livello regionale la riconversione delle fabbriche e delle competenze dei lavoratori guardando all’ecosistema della mobilità del futuro e all’innovazione tecnologica automotive con un approccio ‘neutrale’” perché questa “rivoluzione ha avuto un’immediata ripercussione negativa sulla catena locale di subfornitura automotive”, attualmente composta da circa 20 aziende grandi e medie con circa 3.000 occupati. “Questo stato di emergenza ha portato all’esplosione della richiesta di ammortizzatori sociali previsti da leggi ordinarie, come la cassa integrazione e i contratti di solidarietà”, ha precisato Bardi.

(segue)

Awentia, la startup che estrae dati dalle immagini

Awentia, la startup che estrae dati dalle immaginiRoma, 9 nov. (askanews) – La riduzione degli sprechi, il miglioramento dell’efficienza e l’aumento della produttività sono temi sempre all’ordine del giorno. Ma negli ultimi anni sta accadendo qualcosa di nuovo: l’introduzione di sistemi basati sull’intelligenza artificiale sta rivoluzionato drasticamente il mondo della produzione. Proprio in questa direzione si muove Awentia, startup innovativa con sede a Imola che ha sviluppato una tecnologia proprietaria in grado di analizzare delle immagini, ricavarne dati e renderli fruibili in maniera autonoma e sistematica per offrire informazioni utili a ridurre sprechi migliorando l’efficienza, il risultato e la sicurezza dei processi.

“In una linea di produzione, per esempio, immaginiamo un occhio intelligente capace di rilevare in anticipo prodotti danneggiati o monitorare l’uso di materie prime per identificare e prevenire sprechi”, spiega Mauro Manfredi, Co-Founder e CEO dell’azienda. “Si tratta di qualcosa di completamente nuovo – e complementare a quanto esistente – che sta cambiando il mercato in maniera sostanziale portando enormi benefici competitivi alle aziende più attente”. L’applicazione in agricoltura Gli ambiti di utilizzo della tecnologia di Awentia spaziano in ogni mercato, come primo settore di applicazione, la startup ha scelto l’agricoltura e in particolare i vigneti e i frutteti. «Abbiamo sviluppato un sistema di monitoraggio intelligente che sfrutta un dispositivo, brevettato e sviluppato integralmente in-house, per analizzare lo stato di salute delle piante e del vigneto».

Spiega Manfredi: “Grazie a questa tecnologia, Awentia è in grado di individuare precocemente segnali di patologie e problemi delle viti o dei frutteti, permettendo ad agronomi ed agricoltori di intervenire tempestivamente per proteggere i raccolti. L’obiettivo è proprio migliorare l’efficienza, offrendo un monitoraggio puntuale e georiferito di tutta la cultura, in tempo reale, valorizzando le competenze degli addetti ai lavori in chiave di riduzione degli sprechi e aumento della produttività”. Il lavoro di Awentia I dispositivi con a bordo il sistema di Awentia raccolgono immagini durante i normali processi produttivi, senza necessità di assistenza dedicata.

Nel caso della viticoltura, sono state installate sui trattori impiegati nelle normali attività svolte nei vigneti inquadrando costantemente i filari durante le consuete lavorazioni, senza incidere quindi in alcun modo sulla routine quotidiana degli addetti ai lavori. Grazie a evoluti algoritmi di Intelligenza artificiale proprietari, le immagini catturate vengono tradotte in dati che raccontano, in tempo reale, le condizioni di salute delle piante, evidenziando segnali di stress o l’insorgere di patologie.

“Abbiamo messo a punto un sistema che non richiede all’agricoltore o agronomo nessun impegno o competenza aggiuntiva”, dichiara da parte sua Federico Frontali, Founder & CTO di Awentia. “Un sistema di questo tipo è rivoluzionario perché raccoglie dati che nessuno prima d’ora era stato in grado di avere. Oggi possiamo fornire informazioni che segnalano, con bassissimo margine di errore, l’andamento della produttività e una potenziale contaminazione di patologie dannose per la coltura in modo autonomo e automatico”. D.a.a.S. Data as a Service Grazie alla connettività Wi-Fi, 4G e 5G, i dispositivi di Awentia installati sui mezzi agricoli sono in grado di trasferire – su interfacce dedicate disponibili da Pc, Smartphone o Tablet – in modo georiferito e temporizzato, dati utili a validare strategie di gestione del campo. In ambito agricolo Awentia ha già diversi progetti all’attivo e aperti. “Oltre ai vigneti, siamo partiti con progetti paralleli per il monitoraggio di lamponi e mirtilli, ma anche pomodori, mele e kiwi. Insomma, siamo solo all’inizio di un’autentica rivoluzione”, racconta Manfredi. “Sebbene si sia partiti dall’agricoltura, l’uso di un sistema trasversale come il nostro, frutto dell’integrazione di Edge Computing, Computer Vision e Algoritmica offre margini di impiego sterminati e saranno tantissimi gli ambiti in cui una tecnologia di questo tipo diventerà imprescindibile. Nell’industria alimentare, l’AI può monitorare la qualità dei prodotti durante la produzione, nell’industria automobilistica, può ottimizzare i processi di assemblaggio. Tantissimi gli impieghi anche nell’ambito Health e Telemedicina, Inventory Management, Oil & Gas. Siamo solo all’inizio di un’evoluzione epocale e siamo orgogliosi di dire che Awentia è in prima linea”, conclude Frontali. Awentia è una startup innovativa nata a Imola dall’esperienza di Federico Frontali, Founder e CTO, e Mauro Manfredi CEO e Co-Founder. L’importanza del dato, della sua estrazione e dell’analisi sono sempre stati la base di partenza che è culminata alla fine del 2022 con la nascita della startup. Awentia è un’azienda che offre un sistema di monitoraggio automatico per aiutare gli utenti a prendere decisioni migliori nella gestione dei loro processi aziendali e produttivi. L’obiettivo dell’azienda è di efficientare i processi, evitando così sprechi di tempo, economici e di valore, attraverso l’uso della tecnologia come partner affidabile al fianco dei decisori di grandi, medie o piccole aziende. La tecnologia di Awentia si basa su dispositivi che traducono immagini in dati in tempo reale, utilizzando tecniche di Edge Computing, Computer Vision e Intelligenza Artificiale, il tutto rielaborato in una chiave di lettura facilitata per l’analisi dei dati estratti. Opera in diversi settori tra i quali Agritech, Infrastrutture e Trasporti, Salute e Telemedicina, Inventory Management e Oil & Gas.

Patto stabilità, Calvino: “Vediamo la meta, Ecofin a fine mese”

Patto stabilità, Calvino: “Vediamo la meta, Ecofin a fine mese”Roma, 9 nov. (askanews) – I ministri delle Finanze e economici dell’Unione europea hanno fatto nuovi passi avanti sui negoziati per la riforma del Patto di stabilità e di crescita e dopo consultazioni intense nelle ultime due settimane – con oltre 50 incontri – “abbiamo messo sul tavolo una proposta di compromesso (landing zone) che riflette i contributi di tutti gli Stati. E’ il risultato di scambi intensi e la parola con cui possiamo meglio sintetizzare questo lavoro è ‘bilanciato’. Oggi vediamo che ci sta accordo sugli elementi chiave e i meccanismi delle nuove regole e sulla necessità di avere disciplina ma anche di assicurare contro ciciclicità” per sotenere crescita e investimenti. Lo ha riferito la vicepremier e ministro delle Finanze della Spagna, paese che ha la presidenza di turno dell’Ue, Nadia Calvino, nella conferenza stampa al termine dell’Ecofin.

“Ci sta ancora tanto lavoro da fare ma come i pellegrini nel cammino di Santiago stiamo iniziando a vedere la meta. E vediamo che c’è un forte impegno di tutti i paesi membri a contribuire a lavorare insieme e a raggiungere un raccordo prima della fine dell’anno. Nulla è deciso – ha precisato Calvino – ma gli scambi di oggi consentiranno di fare i progressi significativi nelle ultime settimane. Si spiana la strada a un pacchetto di accordo e per questo nei prossimi giorni faremo circolare le proposte legislative, faremo accelerare i lavori a livello tecnico”. “Abbiamo concordato un Ecofin straordinario per la fine di novembre – ha annunciato – per lavorare e ascoltare attentamente tutti i paesi membri e chiudere l’accordo per dicembre”.

Finanziamenti a meccanizzazione agricola: domande dal 15 novembre

Finanziamenti a meccanizzazione agricola: domande dal 15 novembreRoma, 9 nov. (askanews) – Aprirà il 15 novembre prossimo alle 12 lo sportello telematico per la presentazione delle domande per accedere al Fondo Innovazione di Ismea. E, a breve, sul sito di Ismea, saranno pubblicate le FAQ mentre non è stato escluso che la modulistica completa da presentare per la partecipazione al bando venga resa pubblica nei prossimi giorni. Le domande saranno accettate sino al 133% dei fondi a disposizione per questa prima annualità del triennio, 75 milioni di euro, solo se complete di documentazione.

In un convegno organizzato alla Fiera Rive (Rassegna Internazionale di Viticoltura ed Enologia) di Pordenone da Federacma, Federazione Confcommercio delle associazioni nazionali dei rivenditori di macchine agricole e da giardinaggio, ci si è confrontrati sulle possibilità offerte sull’imminente Fondo Innovazione di Ismea ed è stato il responsabile della Direzione Servizi per le Imprese di Ismea, Giorgio Venceslai ad illustrare i diversi aspetti tecnici e operativi dello sportello telematico. Alle risorse del Fondo Innovazione, si sommano i 400 milioni di euro del Bando Meccanizzazione, di cui le regioni hanno l’obbligo di emanare i relativi decreti attuativi entro fine anno. Ad illustrare lo stato dell’arte dei provvedimenti, sono stati gli assessori regionali all’agricoltura del Friuli-Venezia Giulia, Stefano Zannier, della Sardegna, Valeria Satta, e del Veneto, Federico Caner, coordinatore commissione politiche agricole Conferenza delle Regioni, che hanno confermato l’apertura al confronto con i concessionari e le associazioni agricole.

“È stato un anno complesso per i dealer e ci auguriamo che presto queste misure diventino attive, sbloccando finalmente tutta una serie di finanziamenti per il comparto agricolo – ha concluso il presidente di Federacma, Andrea Borio – Ringraziamo le autorità politiche che ci hanno onorato della loro presenza e Ismea per le tante risposte che hanno chiarito le procedure e le possibilità che il Fondo Innovazione mette a disposizione del settore primario”.

A “Deerns” podio assoluto Façade 2023 Design and Engineering Awards

A “Deerns” podio assoluto Façade 2023 Design and Engineering AwardsRoma, 9 nov. (askanews) – Deerns, società di ingegneria e consulenza specializzata nei “Building Services”, ovvero nei servizi professionali per la sostenibilità degli edifici, ha conseguito il massimo riconoscimento ai Façade 2023 Design and Engineering Awards, i prestigiosi premi annuali all’eccellenza nell’ingegneria delle facciate. In particolare, l’azienda si è aggiudicata il podio assoluto nella categoria internazionale “Riqualificazione” per la realizzazione della Digital Factory di Luxottica a Milano, sfilando fra i vincitori durante la serata di premiazione svoltasi ieri all’Hilton di Park Lane a Londra.

“Questo premio ci rende orgogliosi perché è un importante riconoscimento all’esperienza del nostro team multi-disciplinare, ai suoi expertise e al suo elevato contenuto di innovazione”, commenta con soddisfazione Giuseppe Dibari, Country Director di Deerns Italia, che aggiunge: “Questo iconico progetto è stato ispirato sin da subito da un rigoroso controllo della qualità e dallo studio personalizzato di ogni dettaglio della facciata e della sua relazione con le strutture pre-esistenti per garantire un processo di installazione senza soluzione di continuità”. L’innovazione della fabbrica digitale Luxottica.

Progettata dallo studio di architettura Park Associati e certificata LEED Gold, la Digital Factory di Luxottica, azienda leader nella produzione di occhiali, è stata completata a Milano nel giugno 2022. Deerns Italia è stata responsabile della consulenza per l’ingegneria delle facciate e per l’intera durata dei lavori, dal concept design, allo sviluppo del progetto, alla progettazione esecutiva, fino alla fase di costruzione. Il progetto, che si è sviluppato nel contesto della riqualificazione dell’ex fabbrica General Electric -un edificio industriale del secolo scorso con una forte anima industriale – ha voluto conferire all’edificio una nuova identità contemporanea, che contribuisse alla rivitalizzazione urbana di via Tortona, una delle zone di tendenza di Milano. E’ stato dato, infatti, massimo risalto agli elementi distintivi dell’edilizia industriale di quegli anni: dal tetto a shed, agli ampi spazi fino alla griglia in cemento armato. Con una superficie di facciata di circa 4.600 mq., l’involucro dell’edificio è il risultato di un’ampia ricerca tecnologica e strutturale volta a conferire all’edificio la massima trasparenza e illuminazione naturale.

Benessere e sostenibilità. Le facciate contribuiscono alla sostenibilità del progetto attraverso rigorosi criteri di prestazione energetica, con significativi livelli di isolamento, sia per le finestre opache che per quelle vetrate. Questi criteri – che fanno parte di una strategia passiva a supporto dell’ottimizzazione dei sistemi meccanici dell’edificio – riducono notevolmente il consumo di energia durante l’inverno, mentre i sistemi di ombreggiamento riducono il carico di radiazione solare. La facciata vetrata contribuisce, inoltre, ad aumentare i livelli di illuminazione diurna e a consentire la vista verso l’esterno.

Questi criteri, valutati secondo gli standard LEED e WELL, migliorano il benessere degli occupanti, sia in termini di comfort visivo che di benessere. Inoltre, la scelta dei materiali di facciata – a basse emissioni e ad alto contenuto di materiale riciclato – è stata supportata dall’approccio Life Cycle Assessment. Progettazione integrata e collaborativa. L’intervento su un edificio esistente ha richiesto un coordinamento meticoloso della progettazione delle facciate con altre discipline, in particolare con l’ingegneria strutturale. Le nuove facciate dovevano soddisfare rigorosi standard di prestazione energetica per ridurre al minimo il ricorso al nuovo sistema MEP, favorendo al contempo l’illuminazione diurna e garantendo un comfort visivo ottimale. Questi obiettivi sono stati raggiunti con successo, grazie a un efficace coordinamento con gli ingegneri MEP e di Building. Performance L’estetica doveva essere in linea con le esigenze del cliente in termini di sostenibilità dei costi, controllo rigoroso della qualità della costruzione e rispetto dei tempi. Di conseguenza, l’approccio tecnologico per le facciate mirava a mitigare qualsiasi variazione imprevista del progetto o del sito, che avrebbe potuto portare ad una revisione dei costi. La complessità dei sistemi ha richiesto, infine, uno studio altamente coordinato delle soluzioni tecniche proposte e dei dettagli della facciata, rispettando al contempo le tempistiche per la produzione e l’installazione dei componenti non rispondenti ai classici standard.

Auto, Acea: bene Parlamento Ue su Euro 7, approccio più realistico

Auto, Acea: bene Parlamento Ue su Euro 7, approccio più realisticoMilano, 9 nov. (askanews) – L’Associazione europea dei produttori auto (Acea) riconosce che oggi il Parlamento europeo ha votato a favore di un approccio più realistico all’Euro 7, rispetto a quanto proposto dalla Commissione europea lo scorso anno. Tuttavia, l’Euro 7 richiede ancora investimenti elevati e arriva in un momento molto critico nella trasformazione del settore.

Secondo il nuovo documento i requisiti euro 7 scatterebbero dal 1 luglio 2030 per auto e veicoli leggeri e dal 1 luglio 2031 per i camion, mentre la Commissione europea chiedeva di far scattare la stretta rispettivamente dal 2025 e dal 2027. “L’Euro 7 rappresenta un investimento significativo per i produttori di veicoli che si aggiunge agli enormi sforzi per la decarbonizzazione”, ha affermato la Dg di Acea, Sigrid de Vries. Inoltre l’Euro 7 si inserisce “in un contesto geopolitico ed economico straordinariamente impegnativo, caratterizzato dall’impennata dei prezzi dell’energia, dalla carenza della catena di approvvigionamento, dalle pressioni inflazionistiche e dal rallentamento della domanda dei consumatori. L’Europa ha bisogno di un Euro 7 proporzionato che bilanci gli obiettivi ambientali e la competitività industriale”.

“Non ci possono essere dubbi sull’impegno del settore nel migliorare la qualità dell’aria. Questo è il motivo per cui l’industria automobilistica ha già investito ingenti risorse che hanno dato i loro frutti”. Acea ritiene che sarebbe logico insieme all’Euro 7 affrontare la questione delle emissioni di freni e pneumatici che sono rilevanti anche per i veicoli elettrici e costituiranno la principale fonte di emissioni in futuro. Tuttavia, poiché i metodi di prova per le emissioni non di scarico sono del tutto nuovi e mai sperimentati, è necessario garantire la sostenibilità tecnologica di questi nuovi obiettivi.

Acea invita i politici a garantire che “il realismo prevalga durante i negoziati del trilogo e a non lasciare che norme Euro 7 sproporzionate mettessero a rischio i progressi già compiuti dai produttori”.