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Torna in Versiliana la 22° edizione dell’Arte del cavallo

Torna in Versiliana la 22° edizione dell’Arte del cavalloRoma, 29 apr. (askanews) – ‘L’arte del Cavallo’ torna in Versiliana per la sua 22° edizione. Il prestigioso concorso equestre, dedicato al cavallo arabo si terrà sabato 6 e domenica 7 maggio. Anche per questa edizione è convocata un’autorevole giuria internazionale che valuterà i tantissimi esemplari di cavalli arabi provenienti da tutto il mondo per il concorso morfologico ‘Arabian Horse International B Show – E.C.H.A.O’.

Molti sono infatti gli allevamenti che già hanno aderito e che tornano per una competizione che negli anni è diventata sempre più importante. Il concorso è aperto a tutte le categorie: puledri, fattrici, stalloni ed i cavalli saranno valutati in base a tipo, testa e collo, dorso e armonia, arti e movimento. La manifestazione è ormai divenuta un punto di riferimento tra gli eventi primaverili di Pietrasanta, amata dai tantissimi appassionati, ma anche dalle famiglie che con i bambini possono ammirare gli splendidi esemplari e trascorrere il tempo all’aria aperta immersi nella natura.

A far da cornice all’evento ci sarà anche una mostra mercato di prodotti tipi artigianali ed enogastronomici con espositori provenienti da tutta Italia che ci accompagneranno in un viaggio sensoriale tra i profumi e i sapori delle più belle zone del Belpaese. La domenica mattina, presso lo spazio Caffè de La Versiliana, è in programma anche un’ esposizione canina per tutti gli amanti degli amici a 4 zampe.

Come ogni anno il manifesto promozionale dell’evento è affidato a un importante artista contemporaneo: per questa edizione a firmare il manifesto è stato lo scultore francese da tempo di casa a Pietrasanta Bernard Bezzina, artista di fama internazionale che a partire da giugno sarà protagonista della grande mostra dell’estate di Pietrasanta. Un appuntamento da non perdere per vivere all’aria aperta e godere di uno spettacolo unico tra natura e animali.

L’ingresso è libero. Orario manifestazione è dalle 9 alle 19.

Paolo D’Achille nuovo presidente dell’Accademia della Crusca

Paolo D’Achille nuovo presidente dell’Accademia della CruscaRoma, 28 apr. (askanews) – Paolo D’Achille è il nuovo presidente dell’Accademia della Crusca e prende il posto di Claudio Marazzini, al termine dei tre mandati previsti dallo Statuto. D’Achille fino ad oggi era vicepresidente. Marazzini che ricopriva l’incarico dal 2014, è stato nominato presidente onorario.

Il nuovo Consiglio direttivo dell’Accademia è ora composto da Paolo D’Achille (Presidente), Rita Librandi (Vicepresidente), Annalisa Nesi (Accademica Segretaria), Federigo Bambi e Rosario Coluccia (Consiglieri).

Cagliari, al via la Conferenza internazionale dell’emigrazione sarda

Cagliari, al via la Conferenza internazionale dell’emigrazione sardaRoma, 28 apr. (askanews) – Nei giorni in cui si celebra l’orgoglio del popolo sardo, sulle note delle launeddas e della Banda della Brigata Sassari si è aperta oggi, al Teatro Doglio di Cagliari, la Conferenza Internazionale dell’Emigrazione sarda, organizzata dall’assessorato regionale del Lavoro. Un momento di confronto per capire come attualizzare e valorizzare il ruolo dei sardi nel mondo, anche alla luce dei cambiamenti avvenuti nell’ultimo ventennio e delle sfide globali odierne.

“Dopo quindici anni, sono orgoglioso di potervi accogliere in Sardegna, in occasione della Conferenza Internazionale dell’Emigrazione Sarda. Un momento tanto atteso sia da voi, che da me, dall’intera Giunta Regionale. Non c’era giorno migliore di questo per celebrare questa Conferenza. Oggi è Sa Die de Sa Sardigna, il giorno dell’orgoglio e dell’identità sarda. So che venite da tutto il mondo e nel mondo vi siete fatti onore, spesso conquistando le vette più alte nelle professioni, nelle scienze, nelle arti, ognuno nel proprio ruolo e nel proprio lavoro, portando alto quel nome, Sardegna, che mai dal vostro cuore e dai vostri pensieri è scomparso”. Così il presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas, ha aperto i lavori della conferenza. “I protagonisti di questa assemblea siete voi, figli della Sardegna e ambasciatori della nostra Isola in tutto il mondo. La Regione Sarda, consapevole dell’inestimabile valore espresso dalle comunità degli emigrati sardi in Italia e nel mondo, ha voluto realizzare questo importante evento che sarà non solo un luogo di incontro e condivisione sul tema dell’emigrazione, ma anche l’occasione per dare il giusto riconoscimento al vostro prezioso contributo nella promozione della nostra terra. Il profondo senso di appartenenza e di orgoglio identitario che coltivate e tramandate con passione è un filo che mai si spezzerà, e che intendiamo rafforzare affinché le distanze siano annullate e ci sia sempre in voi un pezzo di Sardegna, e nell’isola una traccia di voi”, afferma.

“Un legame che ci unisce nonostante le distanze e che ci rende orgogliosi, perché rappresenta anche la nostra capacità di esportare talenti e competenze oltre i nostri confini regionali. E’ evidente l’importanza e il peso della vostra presenza e dell’esistenza dei circoli. I vostri circoli, anzi i nostri circoli nel mondo, non sono solo una sede di nostalgia, non sono solo luoghi ricreativi. Possono e devono essere luoghi rilevanti di cultura e di scambio tra i popoli, un fluire di sapere e di tradizioni che resistono al tempo e alle distanze e che arricchiscono i luoghi ove operano ma anche, allo stesso tempo, la Sardegna stessa”, prosegue. (segue)

Meloni elogia Sunak style: migranti in Ruanda non è deportazione

Meloni elogia Sunak style: migranti in Ruanda non è deportazioneLondra, 28 apr. (askanews) – Nella stesura del memorandum of understanding siglato ieri con il premier britannico, Rishi Sunak, la parte sui migranti è quella che ha subito più limature. Addirittura, come scrive il Financial Times, ci sarebbe stato fino all’ultimo un “braccio di ferro” anche per non irritare Bruxelles.

Se tuttavia, nelle parole messe nero su bianco, Giorgia Meloni si è preoccupata di mantenere un più felpato linguaggio della diplomazia, in quelle pronunciate davanti ai giornalisti nel secondo giorno della sua visita a Londra, la presidente del Consiglio sposa completamente – e senza remore – il giro di vite che il capo del governo inglese ha annunciato per contrastare gli sbarchi, compresa la contestatissima norma che prevede che i migranti vengano spostati in Ruanda mentre attendono il permesso di soggiorno. Una posizione che è stata condannata anche dalla Corte europea dei diritti dell’uomo. La premier, tuttavia, rifiuta l’idea che si possa parlare di deportazione. E anche se, di fatto, sottolinea che non si tratta di una iniziativa che il suo governo sta “prevedendo”, spiega in tutti i modi di non vederci assolutamente niente di male. E così, dopo aver ricevuto il premio Grotius del think tank conservatore Policy Exchange e aver partecipato come ospite d’onore a un ricevimento all’ambasciata italiana di Londra, torna sul tema che più di tutti ha caratterizzato l’asse con l’omologo di Downing street. “Non vi rendete conto della gravità del temine utilizzato. Io – spiega – non la vedo come una deportazione ma come un accordo tra Stati liberi nei quali viene garantita la sicurezza delle persone”, e anzi “lasciare intendere che il Ruanda sarebbe un paese che non rispetta i diritti e sarebbe una nazione inadeguata o indegna” sarebbe “un modo razzista di leggere le cose”. A rafforzare il ragionamento, ricorda anche di aver lei stessa più volte proposto di creare degli hotspot in Nord Africa. E se le si fa notare che certe politiche fanno subire ai migranti un trattamento da “criminali”, la premier osserva che comunque chi prova ad arrivare clandestinamente “fa qualcosa di illegale”.

Meloni fa spallucce anche di fronte all’idea che una posizione così estrema possa esasperare il dialogo con Bruxelles, che già ha tanti fronti aperti a cominciare dalla ratifica del Mes fino alla gestione dei fondi del Pnrr che, ribadisce, “saranno spesi tutti” e dunque “non c’è da essere preoccupati”. Per la premier, infatti, sui migranti Sunak “non vuole spaccare l’Unione europea” ma al contrario “collaborare”. Inevitabile, per la presidente del Consiglio, dover gestire anche la coda delle polemiche romane sulla bocciatura della risoluzione che accompagna il Def che ha rovinato la festa del suo primo giorno di visita a Londra. Dopo la bacchettata ai deputati per la brutta figura causata dalle troppe assenze, Meloni torna a ribadire che i tempi saranno rispettati, ribadisce anche che bisogna fare in modo che cose del genere non accadano mai più, ma nega anche di avere intenzione di porre un freno ai doppi incarichi o di voler procedere a sostituzioni. “Credo che il governo stia lavorando bene e non è nelle mie intenzioni adesso assolutamente rivedere qualcosa. Bisogna però garantire i numeri”, osserva.

Anche perchè, dice, l’affidabilità dell’Italia si misura sui “fatti”. Un concetto ribadito anche di fronte al parterre di 400 invitati del ricevimento all’ambasciata, tra cui molti investitori ed esponenti della finanza. “Quel che vedete è uno spread sotto la media dello scorso anno, la Borsa sale, abbiamo una previsione di crescita del Pil più alta di Francia e Germania. E’ più di quel che era stato previsto. Ai mercati interessano i fatti. E i fatti dicono che l’economia italiana sta andando molto bene”. Un messaggio consegnato poco prima di chiudere la sua visita. Almeno quella ufficiale. Meloni rimarrà infatti in visita privata a Londra ancora per qualche ora con la figlia e il compagno Andrea Giambruno.

Schlein: non credo che il mio look sia uno dei problemi del Paese

Schlein: non credo che il mio look sia uno dei problemi del PaeseGenova, 28 apr. (askanews) – “Sono una persona che non capisce niente di abiti e di trucco, e non faccio nessuna fatica ad ammetterlo. Non è mai stato il mio ambito, non ho tempo da dedicarci e non credo che uno dei problemi del Paese sia il fatto che mi sia rivolta ad un’amica che lo fa per mestiere”. Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein, parlando delle polemiche sul suo look e sulla consulente di armocromia a margine di un comizio elettorale a Sestri Levante, in provincia di Genova.

“Sono colpita – ha aggiunto la segretaria del Pd – di vedere tutti appassionati alle questioni di colore. Non vorrei però che si sottraesse attenzione al resto delle cose che ho detto anche in quella intervista di 30 righe in cui ne è emersa una, mettendo al centro la questione del lavoro, del contrasto alla precarietà, mettendo al centro il tema dell’Europa che per noi del Pd è fondamentale e anche mettendo al centro naturalmente la questione del clima”. “Delle donne – ha osservato ancora la leader dem – spesso si parla più del loro aspetto che delle loro idee. Ma noi siamo qui a parlare delle nostre idee e delle nostre battaglie per il futuro dell’Italia. Sono una persona sincera, non ipocrita e non costruita. Non credo di essere l’unica in politica. La differenza semmai è tra chi lo ammette in trasparenza e chi non lo fa”.

Accordo maggioranza-M5s-Terzo polo sui giudici, Pd attacca

Accordo maggioranza-M5s-Terzo polo sui giudici, Pd attaccaRoma, 28 apr. (askanews) – Alla fine sulla partita dei membri laici delle magistrature speciali (magistratura amministrativa, tributaria e Corte dei conti) prevale l’accordo tra M5s-Terzo polo e centrodestra che fa portare a casa alle due forze di opposizione 3 uomini di loro scelta. Il Pd resta all’asciutto e attacca, in particolare il partito di Giuseppe Conte da cui non si aspettava questo “tradimento”.

Alla Camera vengono eletti al consiglio di presidenza della giustizia amministrativa Eva Sonia Sala e Francesco Urraro; nel consiglio della Corte dei Conti: Filippo Bari e Vito Mormando. Infine nel consiglio della Corte della giustizia tributaria sono stati eletti Carolina Lussana e Alfonso Bonafede con 210 voti. Al Senato ieri sono stati eletti i componenti del Consiglio di Presidenza della Giustizia tributaria Giorgio Fiorenza e Alessio Lanz; ai Consigli di Presidenza della Giustizia amministrativa e della Corte dei conti sono risultati eletti Giovanni Doria e Carmela Margherita Rodà. E oggi si sono aggiunti Francesco Cardarelli e Gian Giacomo Palazzolo. Da tempo l’elezione dei giudici veniva rimandata o non andava in porto, una vacatio che non era passata inosservata al più alto livello istituzionale perchè rischiava di indebolire le sentenze che queste magistrature esprimono. Per settimane le trattative si sono arenate sulle richieste, come era già successo per il Csm, di rispettare la prassi di dividere più equamente le nomine con le opposizioni. Alla fine il centrodestra ha preferito trattare con Conte che, approfittando probabilmente dello stallo, è riuscito a fare en plein: non solo il suo ex ministro della Giustizia, Bonafede, ma anche l’avvocato Cardarelli. Mentre Palazzolo, sindaco di Cinisi, è in quota Azione.

Questo però complica i già difficili rapporti tra le tre opposizioni. E se con il Terzo polo i dem hanno ormai preso strade sempre più distanti, con i pentastellati, partner privilegiati di una possibile futura alleanza, questo strappo potrebbe avere conseguenze. Francesco Boccia lo dice senza mezzi termini manifestando il disagio dei vertici democratici: “Il Pd di Schlein – dice il capogruppo in Senato ribadendo l’importanza della parità di genere – non fa mediazioni sui principi, non ci sediamo ai tavoli così e se dovessero essere eletti solo uomini sarà un fatto grave”. Il Pd ha deciso di non partecipare alle votazioni per segnalare la propria contrarietà al metodo scelto: “Noi non abbiamo deciso di fare opposizione con l’Aventino, ma tenendo il punto su questioni fondamentali. Oggi la maggioranza ha votato i giudici rompendo qualsiasi consuetudine – ha spiegato Chiara Braga -. Noi ci siamo tirati fuori. Abbiamo lavorato fino all’ultimo, ma non veniva garantito il rapporto di 7 a 5. In aggiunta hanno forzato sul tema della parità di genere. Oggi è stato ancora una volta negato questo tema, con la complicità di Terzo Polo e M5s”.

“Oggi un pezzo di opposizione ha deciso, nonostante questi rilievi, di fare accordi con la maggioranza su questioni di potere”, ha rincarato Walter Verini puntando il dito proprio nei confronti dei Cinque stelle. A far notare la “stranezza” dell’accordo però sono gli stessi esponenti del Terzo polo: “Questa bizzarra maggioranza. Ieri non trova 200 voti per il Def – segnala Enrico Costa, deputato di Az-Iv -, oggi garantisce ben 210 preferenze per eleggere Alfonso Bonafede nel Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria”. “Il simbolo vivente del giustizialismo ottiene un prestigioso incarico grazie ai voti del centrodestra sedicente garantista”, aggiunge il senatore di Azione- Italia Viva Ivan Scalfarotto. Ma i pentastellati non si scompongono: “Ci siamo battuti per rappresentare alle forze di maggioranza che quando sono in gioco organi di garanzia e di autogoverno delle magistrature speciali, è doveroso che ci sia un’adeguata rappresentanza delle forze di opposizione – osserva Francesco Silvestri, capogruppo M5S alla Camera -. Ma non condividiamo questa reazione del Pd: se tutte le forze politiche di minoranza avessero abbandonato la votazione in Aula, non avrebbero fatto altro che lasciare alla maggioranza la totalità della rappresentanza laica negli organi di autogoverno”.

Sicurezza, Majorino(Pd): Viminale aiuti Milano su area Centrale

Sicurezza, Majorino(Pd): Viminale aiuti Milano su area CentraleMilano, 28 apr. (askanews) – “Credo ci sia un tema specifico di cui parlare e su cui il ministero dell’Interno debba muoversi per aiutare la città di Milano. Esso è relativo alla sicurezza nell’area della stazione di Milano”. Lo ha scritto in una nota il capogruppo del Pd in Regione Lombardia e componente della segreteria nazionale con delega alle politiche migratorie e diritto alla casa, Pierfrancesco Majorino, riguardo alla situazione della sicurezza nelle aree antistanti la Stazione Centrale di Milano.

“Per quel che riguarda le polemiche di Salvini, esse sono ridicole per una semplice ragione. I provvedimenti sull’immigrazione su cui sta lavorando il Governo porteranno ad aumentare e non certo a diminuire il numero delle persone irregolarmente presenti nelle nostre città. Lo stesso Salvini causò da ministro dell’Interno con i suoi provvedimenti l’aumento di persone senzatetto e senza dimora divenute tali perchè non più inserite nei circuiti dell’accoglienza. Non dimentichiamolo” ha aggiunto.

”Roma Art and Book”, il festival delle edizioni indipendenti

”Roma Art and Book”, il festival delle edizioni indipendentiRoma, 28 apr. (askanews) – A novembre Roma ospiterà la manifestazione voluta e ideata da Antonello Di Carlo e aperta a scrittori, poeti, pittori, scultori, fotografi, attori e registi. Un open space di 750 metri quadri, all’interno della Stazione Tiburtina, la location scelta. Intenso il programma, con dibattiti, proiezioni di cortometraggi, presentazioni di libri, readings letterari e ovviamente tanti stands.

“Per me scrivere è volare, è accendere un fuoco. Per me scrivere è tirare fuori la morte dal taschino, scagliarla contro il muro e riprenderla al volo”. Le parole di Charles Bukowski, poeta e scrittore statunitense, rappresentano il manifesto di un’arte che è diritto di tutti, di tutti coloro che hanno qualcosa da dire. Un diritto che vedrà Roma protagonista, con una manifestazione, Roma Expo Art and Books il suo nome, che, per l’intero mese di novembre, promuoverà scrittori, poeti e artisti meno noti: “Sarà un evento culturale libero -spiega l’editore Antonello Di Carlo. Un festival che offrirà una vetrina di prestigio a case editrici indipendenti, ad autori (anche selfpublishing) e ad artisti di vario genere. come pittori, scultori, fotografi, attori e registi”. Nata da un’idea della Di Carlo Edizioni, l’iniziativa ha già l’adesione di Edizioni WE di Nicola Bergamaschi e della Pan di Lettere di Lara Di Carlo. La location sarà un open space di 750 metri quadri all’interno della Stazione Tiburtina, dove l’affluenza è ogni giorno di migliaia e migliaia di persone: “Il programma -spiega ancora Di Carlo- prevede giornate intense nel corso delle quali vi saranno diverse iniziative: dibattiti, proiezioni di cortometraggi, presentazioni di libri, readings letterari e ovviamente tanti stands. Previsti inoltre incontri con i protagonisti della rassegna e con gli esperti delle varie categorie. Noti critici letterari e artistici, galleristi di fama, maestri della fotografia e importanti registi hanno garantito la loro presenza per trasmettere i segreti della loro arte. Sarà insomma un tourbillon di emozioni da vivere tutte di un fiato”. L’ex caporedattore del Tg5, Paolo Di Mizio (padrino dell’evento), e Antonina Giordano, nota giornalista e docente presso l’Università di Siena, presenteranno rispettivamente, nel corso del Roma Expo Art and Books, le loro ultime fatiche letterarie: “Siamo onorati -continua Di Carlo- della loro presenza che dà ulteriore prestigio e alla rassegna. Con loro anche la nota critica letteraria Cinzia Baldazzi e tanti altri autori emergenti. Scrittori e poeti raffinati che avranno finalmente la possibilità di far conoscere le proprie capacità che sono altissime”.

Un parterre di tutto rispetto che renderà Roma, per un mese, la Capitale di una cultura spesso nascosta dalle più importanti etichette, ma che ora avrà la possibilità di emergere come merita. “Vogliamo che il nostro diventi un percorso continuativo e, perché no, in grado di mettere su rassegne simili in altre città italiane”. All’organizzazione dell’evento daranno anche il loro prezioso contributo Gaetano Piraino, Sabrina Morelli, Lucia Zappulla, Luigi Paciello, Maria Concetta Borgese, Claudio Raspollini, Michele Bussoni, Duilio Papi, Silvia Andriuoli e la libreria Ubik, quest’ultima partner e sede ufficiale delle prime presentazioni. Le successive, con il dovuto approfondimento tematico, si svolgeranno, con appuntamenti da calendarizzare, presso l’open space della Stazione Tiburtina. La stessa logica organizzativa sarà applicata anche per le numerosissime interviste radio-televisive. Per partecipare all’evento come autore o artista in generale, occorre inviare una mail all’indirizzo romaexpoartandbooks@gmail.com. “Chi deciderà di esserci -conclude Di Carlo- avrà la possibilità di presentare e poi di esporre, per tutta la durata del festival, la propria opera. Grazie all’accordo raggiunto con la libreria Ubik, l’autore inoltre avrà l’opportunità di avere un’ulteriore vetrina, questa volta, diciamo così, fisica, per il proprio volume. “L’arte diventa magia e i sogni realtà, questo è il motto della manifestazione che apre finalmente nuovi scenari per chi ha talento e finora non è riuscito ad esprimerlo. Sarà la rassegna delle case editrici indipendenti, darà l’occasione giusta per appassionarsi a un mondo che suscita emozioni e tanti interrogativi. Che scuote l’animo umano e lo rende migliore. L’essenza del fare cultura”.

Pressing di Bce e Eurogruppo sul Mes. Giorgetti: approfondiremo

Pressing di Bce e Eurogruppo sul Mes. Giorgetti: approfondiremoRoma, 28 apr. (askanews) – Dalla Bce e dall’Eurogruppo informale di Stoccolma arriva la richiesta al governo italiano di ratificare il Meccanismo economico di stabilità (Mes), mentre in Italia esecutivo e maggioranza prendono tempo per ulteriori “approfondimenti”.

Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ‘salta’ l’Eurogruppo a Stoccolma per presidiare i lavori sul Def dopo la bocciatura della risoluzione di maggioranza sullo scostamento (rientrata oggi con un nuovo voto del Parlamento). Ma uscendo dalla commissione Bilancio, puntualizza che “bisogna approfondire e approfondiremo. Una cosa alla volta”, dice in risposta a chi domanda in quanto tempo il Mef fornirà alla commissione Affari Esteri della Camera gli elementi informativi sull’eventuale impatto che la ratifica potrebbe avere sui conti. La richiesta di informazioni all’esecutivo è stata avanzata ieri da tre deputati Fdi della commissione e contestata dal Dem Vincenzo Amendola che l’ha definita una tattica “dilatoria” per far restare al palo le due pdl (del Pd e di Iv) che chiedono la ratifica del Mes e che sono state incardinate più di un mese fa e poi lasciate fuori dal calendario dei lavori.

Quasi in contemporanea alle dichiarazioni di Giorgetti, la presidente della Bce, Christine Lagarde, nella conferenza stampa al termine dell’Eurogruppo informale a Stoccolma, incalzata dai giornalisti, affermava: “Penso che sarebbe positivo se l’Italia” ratificasse la riforma del Mes “perché avere un meccanismo di sicurezza aiuterebbe tutti i Paesi che hanno ratificato” il Trattato. E il presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe, pur premettendo di avere “piena consapevolezza che è una questione sensibile in Italia”, aggiungeva che è pure “molto importante sottolineare che, nel pieno rispetto” delle procedure nazionali “ci serve ancora che venga ratificato” affinché “se altri paesi dovessero ritenere” di ricorrervi “lo possano fare”. “Tornerò in Italia nelle prossime settimane e sono in contatto costante” con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, le parole del presidente del Mes, Pierre Gramegna, il quale ha aggiunto che il termine inglese “backstop”, cioè la rete di sicurezza finanziaria per il Fondo di risoluzione unica bancario che viene sistematicamente associato alla riforma del Mes “fondamentalmente significa che raddoppiamo la potenza di fuoco di cui disponiamo per proteggerci dalle turbolenze finanziarie”.

“Non voglio interferire con le scelte del governo e del Parlamento italiano – ha osservato il ministro dell’economia francese Bruno Le Maire – l’unico punto che voglio enfatizzare è che il backstop è una giusta ed efficace protezione per tutti i membri dell’Eurozona”. Già nella prima mattinata, il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, aveva sottolineato che l’impegno a ratificare “è stato preso da tutti i paesi, inclusa l’Italia, e che quindi, nei tempi e nei modi che il governo e il Parlamento italiano decideranno, la ratifica italiana non dovrebbe essere in discussione: è stata decisa più di due anni fa”.

“Anche oggi l’Eurogruppo si chiede perché l’Italia non ratifichi il Mes. Come Pd chiediamo che venga messo in calendario e votato nel mese di maggio. Non vogliamo che l’Italia sia un paese inaffidabile che blocca l’Europa”, ha buon gioco a scrivere su twitter la deputata Pd Lia Quartapelle. Mentre Mauro Del Barba (Az-Iv) invita a cessare il “braccio ferro con l’Europa”. “A fine maggio quando ci saranno delle scadenze precise ci sarà chiarezza su tutto”, ha assicurato il capogruppo di Forza Italia alla Camera Paolo Barelli.

Nel pomeriggio, dopo il via libera al Def, il ministro Giorgetti è arrivato a Stoccolma per l’Ecofin e si è intrattenuto in un bilaterale con la Lagarde per poi andar via senza rilasciare dichiarazioni di merito. I lavori riprenderanno domani mattina.

Pd, Buscemi: Schlein su look ha fatto emergere ipocrisia a sinistra

Pd, Buscemi: Schlein su look ha fatto emergere ipocrisia a sinistraMilano, 28 apr. (askanews) – Al posto della segretaria del Pd, Elly Schlein, “avrei raccontato della consulente in una intervista? Forse no, ma non perché non condivida la scelta di rivolgersi a una professionista, ma perché io non sono così coraggiosa come Elly Schlein che con questa dichiarazione ha fatto emergere tutta l’ipocrisia che ancora vive nella sinistra italiana e in quei giornalisti che troppo spesso ambiscono a fare gossip sui politici pensando di indirizzare così consenso”. A scriverlo sui social è la presidente del Consiglio comunale di Milano e consigliere del Pd Elena Buscemi, a proposito dell’intervista di Schlein a Vogue nella quale ha riferito di ricorrere a una consulente per l’abbigliamento.

Obiettivo di quel tipo di giornalismo, ha proseguito, è “ribadire che tutto quello che riguarda l’immagine e la sua cura per la sinistra è qualcosa di frivolo e quindi da negare. E per una donna, ovviamente, lo è ancora di più. Elly Schlein ha vinto alle primarie probabilmente anche per questo, perchè rappresenta un modo diverso di interpretare la propria appartenenza politica. Lungo la mia strada ho incontrato personaggi che dietro la loro parvenza di ‘compagni duri e puri’ poi nascondevano comportamenti clientelari e spregiudicatezze. Ho imparato da tempo a non giudicare le persone in base a come sono vestite e che la realtà è un po’ più complessa del colore di una giacca o di un anello sgargiante” ha osservato. “Mi piacciono i colori e mi piace vestirmi curata, ma non ho mai pensato che per questo il mio impegno politico fosse meno sincero, meno coerente con i miei valori. Che io fossi meno ‘di sinistra’. Elly Schlein ha un ruolo pubblico di grande esposizione, è la prima segretaria donna del più importante partito di sinistra in Italia. La sua immagine non è certo tutto, ma è una piccola ma non irrilevante parte del suo lavoro. Non ci trovo quindi niente di scandaloso nel sapere che ogni tanto chieda una consulenza a pagamento a chi può darle una mano a vestirsi meglio, o a consigliarle un colore piuttosto che un altro. Così come non troverei disdicevole sapere che ha un team pagato per seguire la sua comunicazione social oppure che possa aver frequentato un corso di public speaking” ha concluso.