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Cristina Lodi: Da Forbes al rilancio di Genova

Cristina Lodi: Da Forbes al rilancio di GenovaRoma, 7 feb. (askanews) – Genova, città ricca di tradizione e innovazione, si riconferma culla di talenti. Tra questi spicca Cristina Lodi, recentemente inserita nella prestigiosa lista delle Top 100 donne di successo stilata da Forbes Italia. Un riconoscimento che premia un percorso professionale ventennale, caratterizzato da passione e impegno.


Fondatrice della Golden Sabre Agency SRL, agenzia di consulenza strategica, Cristina ha scelto di tornare nella sua città natale dopo oltre vent’anni trascorsi fuori, con l’obiettivo di valorizzare Genova e i suoi talenti. “Il riconoscimento di Forbes è il coronamento di un sogno, ma soprattutto il frutto di un lungo lavoro dedicato al talento. Cerco il talento in ogni persona che collabora con la mia agenzia e, ogni giorno, lavoro per migliorare il mio, quello che mi ha permesso di costruire tanto e di essere la Cristina Lodi che sognavo da bambina”, racconta. Un ritorno celebrato con un evento speciale Il rientro a Genova di Cristina Lodi è stato celebrato con una festa di “Welcome Back” presso il noto locale cittadino Casa Gaja, occasione in cui ha festeggiato il compleanno e il recente ingresso nella classifica di Forbes. All’evento hanno partecipato amici, celebrità, influencer e collaboratori, segnando l’inizio di una nuova fase della sua carriera, sempre più orientata a promuovere e valorizzare il talento locale e le potenzialità della città.


Progetti per il rilancio di Genova Cristina Lodi si è già distinta per una serie di iniziative che hanno lasciato il segno a Genova, dal Flashmob della Naima Academy con la maglia della Sampdoria durante i Rolli Days, che ha portato l’arte in uno degli appuntamenti più amati della città. Con Genova Jeans Week, un’iniziativa raccontata attraverso gli influencer della scuderia di Golden Sabre, con spettacoli di ballo della Naima Academy, show cooking con la food blogger Valentina Scarnecchia e interviste alla campionessa dell’Oro Olimpico Alice D’Amato e alla sorella Asia. Durante il Tricapodanno, evento che ha animato la città con musica e intrattenimento, Cristina è stata coinvolta procurando i presentatori Samu Mara e Serena Garitta. E ancora, L’inaugurazione di “Liguria 2025 Regione Europea dello Sport”, che ha dato spazio ai giovani artisti della Naima Academy. Uno sguardo verso il futuro Cristina guarda avanti con entusiasmo: “Mi auguro di poter creare un tavolo di lavoro con i talenti genovesi e i loro management, per studiare insieme progetti che diano alla Lanterna la luce che merita, continuerò a lavorare tra Genova e Milano e spero che nel 2026 il terzo Valico sia terminato così che in soli 50 minuti Genova e Milano siano collegate”.


Il suo impegno dimostra come passione, professionalità e amore per il territorio possano fare la differenza, confermando che Genova ha tutte le carte in regola per essere un punto di riferimento nazionale ed europeo per creatività e innovazione. “Sono entusiasta che due talentuosi cantanti genovesi, Bresh e Olly, siano in gara al Festival di Sanremo, confermando ancora una volta la Liguria come una straordinaria fucina di giovani artisti. Per la serata dei duetti, entrambi renderanno omaggio al leggendario Fabrizio De André: Bresh interpreterà Crêuza de mä insieme a Cristiano De André, figlio di Faber, mentre Olly si esibirà in Il pescatore accompagnato dal celebre musicista bosniaco Goran Bregovi? e dalla sua Wedding & Funeral Band..”

Omicidio Nada Cella, Soracco: con Annalucia Cecere c’era amicizia

Omicidio Nada Cella, Soracco: con Annalucia Cecere c’era amiciziaRoma, 7 feb. (askanews) – Nel caso dell’omicidio di Nada Cella, per la prima volta in quasi trent’anni e ad un giorno dall’inizio del processo che lo vede imputato a Genova per favoreggiamento, ai microfoni di Farwest, il commercialista Marco Soracco riconosce di aver avuto con l’attuale imputata di omicidio, Annalucia Cecere, un rapporto di amicizia, definendola “un’amica”.


Durante l’intervista che andrà in onda questa sera – si legge in una nota – Soracco inaspettatamente conferma innanzitutto di aver riconosciuto la voce roca di Cecere in una intercettazione del 1996, in cui la presunta colpevole, a poco meno di un mese dall’omicidio, lo chiama presso lo studio, contestandogli di non essere “mai stata innamorata di lui” aggiungendo un tombale “tu a me non piaci”. Poi, il commercialista, incalzato dalle domande, asserisce anche che Cecere sarebbe stata “pressante”, poiché nel 1996 – prima del delitto – ci sarebbero state diverse telefonate presso l’ufficio in cui l’imputata avrebbe chiamato per “lamentarsi con lui del fidanzato”. Un’insistenza tale, al punto di essere costretto a “chiedere a Nada di non passare più le telefonate”.

INPGI si rinnova, un nuovo logo e nuova immagine per l’Istituto

INPGI si rinnova, un nuovo logo e nuova immagine per l’IstitutoRoma, 7 feb. (askanews) – L’INPGI, l’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani “Giovanni Amendola”, si rinnova con una nuova immagine pensata per rappresentare al meglio la missione e i valori dell’ente. Un nuovo logo che vuole trasmettere protezione, solidarietà e costruzione del futuro previdenziale per i giornalisti autonomi – cococo e freelance – con l’obiettivo di rendere riconoscibile l’ente attraverso un segno grafico univoco che prenda il posto di un’immagine confusa e difforme tra online, offline e identità del “brand Inpgi” in generale. Le forme utilizzate nel design – si legge in una nota – si ispirano a concetti di stabilità e crescita, riflettendo il ruolo chiave dell’Istituto di via Nizza nel garantire un sostegno concreto ai giornalisti non dipendenti e ai pensionati.


Due circoli che da soli non si “bastano” ma che, insieme, compenetrandosi, si chiudono attorno al lettering dando così un senso di protezione e unione. Dal punto di vista tecnico, il logo utilizza una palette cromatica basata su tonalità di rosso pompeiano e blu, colori tradizionalmente associati all’affidabilità, alla serietà e alla professionalità. Il blu, in particolare, comunica sicurezza e istituzionalità, mentre il rosso pompeiano – da sempre nel logo Inpgi – aggiunge un tocco di energia e passione, enfatizzando il legame con la professione giornalistica. er quanto riguarda la tipografia, il font scelto è un carattere sans-serif moderno, selezionato per garantire leggibilità e chiarezza. Questa scelta stilistica enfatizza l’approccio contemporaneo che vuole assumere Inpgi, con un lettering pulito e minimale che vuole significare come trasparenza e accessibilità siano cifre distintive dell’Istituto. “I giornalisti autonomi e freelance, che spesso si trovano ad affrontare sfide in termini di sicurezza economica e continuità lavorativa, speriamo che possano trovare in questo simbolo un riferimento chiaro alla loro previdenza – spiegano dall’Inpgi – linee moderne e una composizione bilanciata per un sistema di previdenza solido e inclusivo, capace di accompagnare i professionisti dell’informazione nel loro percorso lavorativo e previdenziale. Con questa nuova immagine, l’INPGI rafforza il proprio impegno nei confronti della categoria, evidenziando la sua funzione di PRIMO pilastro per i giornalisti autonomi. Il logo diventa così un segno di appartenenza e fiducia, un punto di riferimento per chi cerca sicurezza nel proprio percorso professionale. Questa trasformazione visiva rappresenta non solo un’evoluzione estetica, ma anche un segnale chiaro della volontà dell’INPGI di rispondere alle esigenze di una professione in continua trasformazione, offrendo strumenti e garanzie per il futuro previdenziale dei giornalisti freelance.


Un progetto realizzato con risorse interne. Un aspetto fondamentale di questa nuova identità visiva è che il logo è stato realizzato interamente grazie alle risorse interne dell’Inpgi, con la direzione del progetto affidata a Mattia Motta, vicepresidente dell’Istituto, al quale il presidente Roberto Ginex ha affidato il compito di seguire gli aspetti legati alla comunicazione interna ed esterna. Questo approccio – conclude il comunicato – sottolinea l’impegno e la competenza dell’ente nel valorizzare le proprie risorse per offrire un’immagine rappresentativa della propria missione.

Gefarm, la startup delle batterie al sale apre a Dubai

Gefarm, la startup delle batterie al sale apre a DubaiMilano, 7 feb. (askanews) – Nella svolta green in corso uno degli asset strategici saranno le batterie, ossia la possibilità di accumulare l’energia in eccesso e non immediatamente utilizzata dalla rete. Per questo, si stanno cercando soluzioni sempre più ecologiche per il mercato dello storage, che secondo recenti analisi collegate alla matrice “McKinsey”, nel mondo varrà oltre i 150 miliardi fino al 2030. In questo ecosistema economico opera GEFARM, startup nata nel 2021 ed incubata dal 2022 al Le Village by CA Triveneto con sede a Padova, fondata da Alessandro Marcuzzi, manager con esperienze nei settori commerciale e del marketing e di ricerca prodotto in svariate aziende. La start up dalla sua nascita lavora con l’obiettivo di creare dei sistemi di accumulo innovativi e in ottica green, rivolti sia al settore privato che a quello commerciale e industriale.


La giovane azienda è arrivata ad un punto di svolta in questo inizio del 2025. Dopo aver ottenuto nel corso del 2024 oltre un milione di euro di finanziamenti grazie all’entrata nel capitale sociale della Holding GIO2 di proprietà del Presidente Giovanni Rocelli ed esser arrivata alla produzione dei primi lotti, adesso è in arrivo una nuova opportunità commerciale, con l’apertura di una nuova azienda, la GEFARM INVESTMENT LLC a Dubai con la partnership di ABWAB HOLDING LLC e l’obiettivo di diffondere la tecnologia italiana negli Emirati Arabi, all’interno di maxi progetti green che sono in corso di realizzazione. “Il rapporto tra GEFARM e i nostri nuovi soci d’affari a Dubai è nato grazie al dottor Sameh Salama un consulente che opera nell’area da una quindicina d’anni”, spiega il Ceo di GEFARM, Alessandro Marcuzzi. “Abbiamo iniziato a ragionare attorno alla fattibilità di un singolo progetto, poi, dopo una serie di incontri da loro, abbiamo capito che c’era la possibilità di crescere assieme. Per noi è una sfida enorme, si tratta di svariati milioni di euro e di qualche centinaia di megawatt da installare, un cambio di paradigma reale sui temi dell’energia green”.


La partnership commerciale è nata sotto l’egida di Sua Altezza lo Sceicco Hasher Bin Maktoum Bin Juma Al Maktoum, grazie alla rete di dialogo internazionale che ha avuto come vertici il governo di Dubai, tra cui il Dipartimento dell’Economia e del Turismo, la Camera di Commercio di Dubai, la Direzione Generale della Residenza e degli Affari Esteri (GDRFA). A sostenere la partnership Karthik Balasubramanian, Partner e Family Wealth di ABWAB Holdings L.L.C., il Consigliere Dr. Sameh Salama e il team di Shangri-La Dubai su Sheikh Zayed Road, l’Horizon Club e Falak Tayyeb Platinum Government Services LLC Together. “L’operatività a Dubai è già iniziata, stiamo entrando nei nostri nuovi uffici”, annuncia Giovanni Rocelli, Presidente di GEFARM. “La prima fase si concentrerà su una maxi opera nell’area di Dubai. Ma i nostri partner ci hanno assicurato l’interesse per progetti anche in India e Egitto sui quali stiamo lavorando. Siamo orgogliosi di trasportare il nostro know how italiano all’estero e aiutare la transizione verso un’economia sempre più green”.


Il modello di business di GE FARM è basato sullo sviluppo di nuovi sistemi di accumulo di energia basati sulla tecnologia innovativa delle batterie al cloruro di sodio e nichel prodotte dalla società svizzera HORIEN, partner della start up. GEFARM è partita dalle batterie e ha realizzato un ecosistema dedicato al mondo dell’accumulo con inverter e cabinet di proprietà, assemblati negli spazi produttivi in Friuli Venezia Giulia, il centro ricerca e sviluppo è in Sardegna, mentre il quartier generale è a Padova in via Savelli. “Ci impegniamo a plasmare un futuro sostenibile e innovativo”, precisano Marcuzzi e Rocelli. “A Dubai forniremo sistemi di accumulo di energia a batteria (BESS), tecnologie all’avanguardia per batterie a base di sale per uno stoccaggio efficiente e sostenibile dell’energia. Ma garantiremo anche il controllo della gestione dell’energia (EMC) con soluzioni avanzate di automazione degli edifici per ottimizzare l’efficienza energetica. Non solo, metteremo in campo anche sistemi di ricarica per veicoli elettrici caricar: soluzioni rivoluzionarie per l’infrastruttura dei veicoli elettrici. Questa impresa è in linea con la visione degli Emirati Arabi Uniti per un futuro più verde e sostenibile e siamo entusiasti di svolgere un ruolo fondamentale nel guidare questi progressi”.


La batteria al sale è sempre più al centro dell’attenzione di chi si occupa di energia perché non è sensibile agli sbalzi termici, ha una lunga vita ed è sufficiente portarla in discarica dove verrà considerata come un normalissimo rifiuto elettronico: non sono tossiche per l’uomo, sono riciclabili e non hanno il rischio di incendio. Il sale usato per le batterie segue un ciclo di estrazione classico che prevede l’evaporazione dell’acqua marina in vasche. Con l’utilizzo di batterie al cloruro di sodio/nichel, GEFARM si affida solo a processi che rispettano l’ambiente. In particolare, hanno una lunga durata (prevista sui vent’anni) e non hanno bisogno di manutenzione; la loro efficienza non cala con l’utilizzo (quindi non soffrono del cosiddetto effetto memoria).

Centro Sperimentale Cinematografia ricorda il regista Stefano Landini

Centro Sperimentale Cinematografia ricorda il regista Stefano LandiniRoma, 7 feb. (askanews) – Il Centro sperimentale di Cinematografia ricorda con grande affetto il regista Stefano Landini, scomparso a 61 anni il 6 febbraio, “ex allievo e tra i collaboratori più amati”. “Stefano “Lando” Landini ci ha lasciati, dopo aver combattuto con grande forza contro il male che lo aveva colpito un paio di anni fa”, scrive il CSC in un comunicato, ricordando il regista, sceneggiatore e montatore, autore di film come “7/8” (2007), “Stolen Moments” (2024) e “Cocktail Bar – Storie Jazz di Roma, di note, di amori” (2018), quest’ultimo dedicato allo storico locale jazz della Capitale Music Inn.


“La scomparsa di Stefano Landini è per chiunque lavori e abbia vissuto il Centro, una perdita dolorosa, sia sul piano professionale che umano – ha detto la Presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia Gabriella Buontempo – come Presidente, mi unisco al rammarico e alla tristezza di chi ha avuto la possibilità di conoscerlo e di apprezzarne le grandi passioni (il cinema, il jazz), i numerosi documentari e cortometraggi e soprattutto l’attaccamento alla nostra Scuola e alla Cineteca”. Così lo ricorda Fabio Rosi che è stato allievo di corso al CSC negli stessi anni di Landini: “Stefano era una delle anime più belle fra tutti quelli che hanno popolato e permeato di sé il Centro Sperimentale di Cinematografia, Stefano era l’allegro sorriso e la disarmante bontà sempre presenti. Cineasta e cinefilo, da bambino faceva cortometraggi in Super 8 e giocava ‘ai soldatini’con i fotogrammi dei film, come Spielberg e Tornatore. Ma la sua smisurata passione era per Kubrick, cui aveva dedicato scritti e documentari. Crediamo che nessuno, tra dipendenti, docenti, allievi e collaboratori del CSC degli ultimi trent’anni, possa dire di non avere una storia, anche semplicemente un aneddoto, che lo leghi o lo coinvolga con Stefano”.


Allievo di Regia nel Biennio ’88-90 (quello della riapertura con Lina Wertmuller, dopo l’incendio che aveva parzialmente distrutto alcune strutture dell’Ente), era rimasto legato al Centro dopo il diploma, prima come collaboratore e poi come dipendente, pur continuando a lavorare ai suoi progetti personali, tra cui diversi cortometraggi e due lungometraggi, “7/8” e il fresco di stampa “Stolen Moments”. Colonna portante della Scuola Nazionale di Cinema, nell’organizzazione ed assistenza tecnica ai Corsi, addirittura con ogni singolo allievo, lascia un vuoto professionale, ma soprattutto umano, realmente incolmabile. Era davvero di tutti. Aveva dedicato moltissimo del suo tempo a filmare e montare interviste e incontri dedicandosi con immensa passione anche al settore comunicazione del CSC. “I suoi filmati rimangono nei nostri archivi a documentare la storia del Centro Sperimentale nonché la storia del cinema italiano”, scrive ancora il Centro. Celebri le numerose poesie scherzose dedicategli dai suoi colleghi, tra cui una che, parafrasando Carducci e ironizzando sulla vanità, ad un certo punto gli fa esclamare con (finto) puntiglio: “Ho fatto un film su Stanley / pretendo i vostri omaggi! / Non odo nei paraggi / fanfare ad acclamar…”. “Ecco, Stefano caro, qui al Centro Sperimentale di Cinematografia d’ora in poi risuonerà per sempre nei nostri cuori quella fanfara di affetto e gratitudine per aver condiviso con noi il tuo cammino”, scrivono al CSC.


Un ricordo di Luca Pallanch: “Stefano Landini era un inguaribile ottimista. Vedeva una luce nell’oscurità più buia. Amava la musica, il ritmo e le atmosfere del jazz, inseguiva i fantasmi dei grandi Maestri. La vita per lui era un set, in cui ogni sua avventura acquisiva una dimensione epica e il Centro Sperimentale di Cinematografia era il suo palcoscenico naturale. Vi era entrato da ragazzo per perseguire il suo sogno, poi, una volta diplomato, ha preferito reiterare il gioco, continuando imperterrito a frequentare quei corridoi e quelle aule, mischiato con la sua inseparabile macchina da presa a allievi più giovani di lui solo per l’anagrafe. Non se n’è mai andato dal Centro, per la gioia di docenti, dipendenti e collaboratori, con i quali ha condiviso ogni sua impresa. Solo ogni tanto spariva, per girare un film o un documentario, sacrificando ferie e tempo libero e trasformando quel gesto individuale, quasi rivoluzionario dell’impiegato-regista, in un rito collettivo. Già provato nel fisico, ma mai nell’animo, ha voluto donare il suo ultimo film agli amici del Centro Sperimentale, regalando a tutti nella scorsa primavera l’emozione di ‘un ultimo spettacolo’, come in un film di Peter Bogdanovich. Stolen Moments, attimi rubati al destino e consegnati al ricordo. Sarai sempre con noi, Stefano”. Ha voluto ricordarlo anche Pupi Avati, un regista che Landini ammirava e con il quale condivideva la passione per il jazz: “Stefano ha vissuto gli ultimi tempi della sua vita solo per portare a conclusione il suo film dandogli le sempre più esigue energie. Ho vissuto con lui la nascita di quel progetto al quale presi parte, ho vissuto con l’ultima proiezione di Stolen Moments in un Cinema stracolmo di amici. Al termine ci siamo abbracciati con la sensazione che lui aveva portato a compimento quel piccolo film che per ingenuità è poesia lo avrebbe rappresentato per sempre. Se ne è andato uno degli esseri umani migliori fra i tanti che ho conosciuto nella mia lunga vita”.


(copyright foto Centro Sperimentale Cinematografia)

Napoli alla Bit 2025 punta su eventi e internazionalizzazione

Napoli alla Bit 2025 punta su eventi e internazionalizzazioneMilano, 7 feb. (askanews) – Il Comune di Napoli sarà presente alla Bit, Borsa Internazionale del Turismo, in programma dal 9 all’11 febbraio a Rho Fiera. Napoli, terza più visitata d’Italia con oltre 14 milioni di presenze, in crescita significativa rispetto ai 12,5 milioni del 2023, si sta trasformando da città di passaggio a destinazione di rilievo internazionale, grazie – ad esempio – alla bellezza artistica della metropolitana realizzata da grandi nomi della scena contemporanea. “Lo stiamo facendo anche grazie al ruolo prezioso è svolto dalla Destination Management Organization (Dmo), che ci permette di costruire azioni di promozioni concrete e diversificare l’offerta turistica, presentandosi anche all’estero”, dichiara l’Assessora al turismo Teresa Armato.


Alla BIT ci sarà spazio per una “Napoli, a New City” che verrà in un incontro stampa martedi 11 febbraio alle 11 presso lo stand. Interverrà Valentina della Corte, cabina di regia della DMO e in collegamento anche il Sindaco di Napoli e l’Assessora Teresa Armato. In primo piano le imminenti celebrazioni dei 2500 anni di Napoli e il Giubileo, con i percorsi nei conventi e nei monasteri, e ancora una programmazione culturale ricchissima, che attraversa teatro, musica, arti visive e letteratura. Il format ‘Vedi Napoli e poi torni’ continuerà a valorizzare itinerari meno noti, aiutando a decongestionare il centro storico e a distribuire meglio i flussi turistici.


Riguardo i mercati esteri, nel 2024, la città ha registrato i principali flussi da Francia, Stati Uniti, Germania, Spagna e Regno Unito. Solo recentemente Parclick.it, il portale leader in Europa dei parcheggi, ha definito “Napoli la città italiana più cliccata dai viaggiatori della Penisola, con un incremento della domanda del 19% rispetto all’anno precedente”, quarta e dietro soltanto a Parigi, Amsterdam e Londra. In tema aeroportuale, Capodichino ha chiuso l’anno segnando 8 milioni 900 mila nel segmento turistico internazionale, tra le novità poi dal 17 maggio Air Canada opererà per l’estate 2025, con quattro frequenze settimanali per il volo diretto Napoli-Montreal. Una nuova rotta che apre le porte non solo a nuovi flussi turistici per il Canada ma anche verso il resto del Nord America, e ad occasioni di business che si aggiunge ai voli già esistenti su New York, Atlanta, Philadelphia e Chicago. Dal Comune fanno sapere che si sta lavorando all’ampliamento dello scalo di Capodichino e per il 2026 all’attivazione di rotte dirette verso l’Oriente puntando a Pechino e Tokyo.

Guardia giurata, testimone: hanno cercato di investirlo

Guardia giurata, testimone: hanno cercato di investirloRoma, 7 feb. (askanews) – “E’ successa una colluttazione nella palazzina, il vigilante stava rientrando a casa, poi hanno cercato di investirlo due volte, l’hanno puntato con la macchina, gli sono andati sotto con le spranghe, erano in quattro”. Lo ha detto un testimone a proposito di quanto avvenuto ieri sera a Roma in via Cassia, dove una guardia giurata ha sparato a un gruppo di ladri che stavano svaligiando un appartamento, uccidendone uno. Il testimone è stato intervistato dalla trasmissione Ore 14 in onda su Rai 2 condotta da Milo Infante.


L’inviato della trasmissione ha sentito alcuni vicini della casa dove è avvenuta la rapina. Un giovane ha riferito di aver sentito dei rumori: “pensavamo a dei petardi, poi abbiamo visto una persona a terra, gli altri erano scappati”, mentre un altro signore ha detto di aver sentito “spari, i colpi quasi in sequenza, non erano fuochi di artificio, ho pensato a un regolamento di conti in strada, poi una macchina che sgommava, mi pare che ci sia una sorta di consapevolezza di impunità”.

Corte penale internazionale sotto attacco, arriva lo “scudo” Ue

Corte penale internazionale sotto attacco, arriva lo “scudo” UeRoma, 7 feb. (askanews) – Le sanzioni Usa alla Corte penale internazionale sono state al centro del colloquio avvenuto a Bruxelles il 6 febbraio tra la giudice Tomoko Akane, presidente della Cpi, e il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa.


Era lecito attendersi che nel corso dell’incontro venisse toccato anche il tema del contrasto tra il governo italiano e il Tribunale dell’Aia sul caso Al-Masri, ma fonti europee ufficialmente smentiscono, affermando che “l’incontro si è concentrato sulle potenziali sanzioni statunitensi e sul modo in cui potrebbero influenzare l’istituzione. Il presidente Costa e il giudice Akane hanno discusso delle possibili modalità con cui l’Ue potrebbe rafforzare il proprio sostegno a un’istituzione chiave del diritto internazionale” e Costa “ha riaffermato il sostegno dell’Unione europea alla Corte”. Il contrasto tra Italia e Cpi comunque non accenna a smorzarsi. Le spiegazioni date al Parlamento italiano mercoledì dai ministri dell’Interno Matteo Piantedosi e della Giustizia Carlo Nordio, infatti, non hanno diradato i dubbi sulla scarcerazione del generale della polizia giudiziaria libica, conosciuto anche come il “torturatore di Mitiga”, e anzi hanno creato ulteriori richieste di spiegazioni da parte delle opposizioni che vogliono che in Aula si presenti a riferire la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che al momento tace. In particolare Nordio, nel suo intervento, ha puntato il dito contro la Corte dell’Aia che avrebbe inviato un atto “radicalmente nullo” compiendo quindi un “pasticcio frettoloso”. La Corte “invece di indagare dovrebbe essere indagata”, ha rincarato la dose oggi il vice premier Matteo Salvini, riprendendo un pensiero già espresso ieri dal collega ministro degli Esteri Antonio Tajani.


A fronte di questo clima, le istituzioni europee hanno fatto muro a difesa della Cpi. Costa, in un post su X dopo l’incontro, aveva tenuto a sottolineare che la Corte “svolge un ruolo essenziale nel rendere giustizia alle vittime di alcuni dei crimini più orribili del mondo” e che “indipendenza e imparzialità sono caratteristiche cruciali” del lavoro dei giudici dell’Aia. Sul tema è intervenuta oggi anche la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, sottolineando che la Cpi “garantisce la responsabilità per i crimini internazionali e dà voce alle vittime in tutto il mondo” e “deve poter contrastare senza limiti l’impunità globale”. E “l’Europa sosterrà sempre la giustizia e il rispetto del diritto internazionale”. Il caso Al-Masri arriva intanto al Parlamento europeo. Su richiesta del Movimento 5 stelle (gruppo The Left) martedì 11 febbraio è infatti in programma un dibattito in plenaria, con dichiarazioni del Consiglio Ue e della Commissione, sul tema “Protezione del sistema di giustizia internazionale e delle sue istituzioni, in particolare la Corte penale internazionale e la Corte internazionale di giustizia”. Durante il dibattito, ha annunciato l’europarlamentare del gruppo S&D Annalisa Corrado, membro della segreteria del Pd, “chiederemo ancora una volta chiarimenti sul caso Almasri: il Governo deve una spiegazione non solo al Paese, ma all’Europa intera”. I pentastellati Danilo Della Valle e Gaetano Pedullà porteranno in aula anche “il caso Netanyahu, il cui mandato di cattura internazionale va eseguito senza tentennamenti”.


Di Alberto Ferrarese e Lorenzo Consoli

Tennis, Sogno Bellucci: batte Tsitsipas ed è in semifinale a Rotterdam

Tennis, Sogno Bellucci: batte Tsitsipas ed è in semifinale a RotterdamRoma, 7 feb. (askanews) – Mattia Bellucci non vuole smettere di sognare a Rotterdam. L’azzurro conquista infatti la sua prima semifinale a livello Atp dopo aver impartito una autentica lezione a Stefanos Tsitsipas, oggi 12 del ranking ma campione in carica a Monte-Carlo e già vincitore delle Finals. 6-4, 6-2 i parziali per il 23enne milanese, che dopo Medvedev si prende un altro scalpo eccellente: mai prima d’ora aveva sconfitto due Top 20 di fila. Virtualmente 68 del mondo, Bellucci sembra pronto per giocarsi le sue carte anche in semifinale contro Alex De Minaur, terza testa di serie del seeding e finalista lo scorso anno, quando perse contro il solito Jannik Sinner.


 

Pellegrino e Zodyaco, parte da Napoli tour di presentazione “Koinè”

Pellegrino e Zodyaco, parte da Napoli tour di presentazione “Koinè”Roma, 7 feb. (askanews) – Pellegrino & Zodyaco annuncia le prime date del tour di presentazione di “Koinè”, il nuovo album pubblicato lo scorso 24 gennaio: un disco che esplora il desiderio di evasione, ispirandosi all’”Elogio della fuga” di Henri Laborit e interpretandola come atto di emancipazione. Un viaggio senza meta alla ricerca della libertà creativa.


Prima data Napoli (Duel) il 21 marzo, a seguire il 29 a Largo Venue a Roma, il 3 aprile a Milano (Biko), il 4 a Torino (Magazzini sul Po), il 5 a Verona (The Factory), poi il 25 a Catania (Mercati Generali), il 9 maggio al Locomotivo di Bologna e il 10 all’ExFila di Firenze, secondo il calendario in aggiornamento. Durante i concerti, Pellegrino porterà sul palco “Zodyaco”, la dimensione live del suo progetto discografico e il naturale prolungamento del suo universo musicale, una band che ha fondato e che riunisce musicisti di straordinario talento: Gabriella Di Capua alla voce, Igor Di Martino alle chitarre, Ergio Valente alle tastiere, Salvatore Rainone alla batteria, Pasquale Benincasa alle percussioni, Domenico Andria al basso e Saverio Giugliano al sax.


Produttore, DJ e songwriter, Pellegrino è tra i pionieri del suono Napoliterraneo, capace di far ballare i dancefloor di tutta Europa. Dal 2018 porta avanti il progetto Pellegrino & Zodyaco, un percorso che esplora il misticismo mediterraneo mescolando ritmi latini e funk, insieme alla sua band. Nel 2020 pubblica l’LP “Morphé” (Early Sounds), anticipato dal singolo “Caucciù”, una visione di Napoli raccontata dal Vesuvio, dove disco, latin, boogie funk e jazz si intrecciano. Nel 2022 prosegue questo viaggio con l’EP “Quimere”, che restituisce un’immagine inedita di Napoli, sospesa tra la luce del sole e le ombre dei vicoli. Nel 2023 arriva il singolo “Malìa”, mentre il 2024 segna l’uscita di “L’Aura” (31 maggio) e “Saditè” (29 novembre), primi estratti del nuovo album. Pellegrino racconta l’album come un percorso dove “non c’è una meta definita, piuttosto la volontà di esplorare nuovi linguaggi sonori che mantengono salde le radici partenopee, pur aprendosi a un’estetica musicale globale e contemporanea”.


Con il nome Koinè, termine che significa “linguaggio comune”, il lavoro custodisce già nel titolo una dichiarazione d’intenti, dove lingue (parlate e musicali) e dialetti si mescolano creando un mosaico di suoni, sensazioni e visioni che intreccia la tradizione melodica napoletana con la disco, il funk, la jazz fusion e la world music. Pellegrino abbandona gli schemi legati al revivalismo, sperimentando nuove dimensioni compositive e attingendo da un immaginario che fonde strumenti vintage, percussioni etniche e atmosfere mediterranee. Koinè è un viaggio musicale che abbraccia il rischio del cambiamento esaltandone il potere liberatorio: una sequenza di immagini ed emozioni, che attraversa il passato, vive il presente con il suo bagaglio di disillusioni ed aspettative e si proietta verso il futuro alla ricerca di un bisogno d’altrove che ci ricongiunga con noi stessi. Koinè è la dimostrazione che la fuga, quando è consapevole, può riportarci al cuore delle cose.


L’album è un elogio delle contaminazioni: dalla musica popolare al synth pop, brani contemporanei che si mescolano con una fusion di matrice “dance”. Un equilibrio delicato tra radici e cambiamento, tradizione e spinta creativa, in cui il progetto Pellegrino & Zodyaco traccia un ritratto autentico e contemporaneo della “nuova scuola” napoletana di cui è stato tra i primi promotori con i lavori “Zodyaco I” (2018) e “Morphé” (2020).