Pubblicata nuova versione carta batimetrica dell’Oceano ArticoRoma, 30 dic. (askanews) – È stata ufficialmente pubblicata la versione 5.0 dell’International Bathymetric Chart of the Arctic Ocean (IBCAO), l’unica carta batimetrica internazionale che offre una panoramica dettagliata e precisa delle profondità e dei fondali dell’Oceano Artico. La nuova versione si distingue per la sua straordinaria risoluzione di 100 x 100 metri (4 volte maggiore rispetto alla IBCAO 4.0), e al momento copre oltre il 25% dell’intero Oceano Artico, con un incremento di circa 1,4 milioni di chilometri quadrati rispetto all’area mappata in precedenza. La nuova carta rappresenta, dunque, un importante miglioramento in termini di qualità e quantità dei dati a disposizione della comunità scientifica internazionale.
Il progetto IBCAO, avviato in Russia nel 1997, a partire dal 2017 è stato affiancato dall’iniziativa giapponese Nippon Foundation-GEBCO-Seabed 2030, con l’obiettivo comune di ottenere una mappatura completa del fondale oceanico globale entro il 2030. In particolare, la carta IBCAO copre la regione artica ed è efficacemente integrata all’interno della mappatura GEBCO (General Bathymetrich Chart of the Ocean), l’organizzazione che ha il mandato di mappare tutto il fondale oceanico del Pianeta e che porta avanti questa missione attraverso il programma Seabed 2030. Il fine ultimo del programma è offrire a cartografi, ricercatori, istituzioni e altri soggetti interessati, una risorsa digitale open source relativa a tutti i dati batimetrici noti per il tratto di Artico a nord del 64° parallelo Nord. L’iniziativa gode del supporto della Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’UNESCO (COI) e dell’Organizzazione Idrografica Internazionale (IHO), e ha consentito finora di comprendere meglio il fondale marino artico, a vantaggio delle attività di ricerca scientifica, monitoraggio ambientale e climatico, navigazione, costruzione sottomarina, esplorazione, e attività offshore.
Alla nuova mappa hanno collaborato anche Michele Rebesco, ricercatore della sezione di Geofisica dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale – OGS, e Daniela Accettella, tecnologa del Centro Gestione Infrastrutture Navali dell’OGS. “Fino a oggi, la mappatura dell’Oceano Artico si è rivelata spesso problematica a causa delle condizioni meteorologiche e marine difficili, ma soprattutto per la presenza della banchisa, che limita le possibilità di raccogliere dati con le tradizionali tecniche di altimetria radar” spiega Michele Rebesco. “Per ottenere la nuova versione di IBCAO si è cercato di superare queste limitazioni, utilizzando non solo le navi rompighiaccio e i sottomarini, ma anche stazioni mobili di ricerca poste direttamente sul pack artico galleggiante” precisa Rebesco.
Rimane però ancora un ampio margine di miglioramento, visto che significative porzioni di Artico, in particolare a nord della Groenlandia e nell’Arcipelago artico canadese, sono ancora prive di mappatura. Per ottenere una copertura completa anche di queste aree remote, gli esperti stanno contemplando nuovi approcci, tra cui l’utilizzo di sottomarini autonomi (AUV) a lungo raggio, equipaggiati con sonar multibeam e capaci di navigare al di sotto del ghiaccio marino, senza la presenza a bordo di un operatore umano. Il rilascio della versione 5.0 di IBCAO è un’attestazione dell’efficacia della collaborazione scientifica internazionale, che prosegue efficacemente nonostante il difficile assetto geopolitico globale degli ultimi anni. Per il futuro rimangono tuttavia molte sfide aperte, poiché l’Oceano Artico è soggetto a un mutamento costante, legato soprattutto alla perdita dei ghiacci polari, alla conseguente trasformazione degli ecosistemi, e agli interventi antropici nell’area.