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Tag: Sanremo 2023

Roma, Gualtieri presenta replica statua colossale di Costantino

Roma, Gualtieri presenta replica statua colossale di CostantinoRoma, 6 feb. (askanews) – Arriva in Campidoglio, nei giardini di villa Caffarelli, la replica della statua colossale di Costantino (IV secolo d.C.), presentata al pubblico dal sindaco di Roma Capitale Roberto Gualtieri, dall’assessore alla Cultura di Roma Capitale Miguel Gotor, dal sovrintendente Claudio Parisi Presicce, dal componente del Comitato di indirizzo di Fondazione Prada Salvatore Settis, che ha finanziato la ricostruzione, e da Adam Lowe, della Factum Foundation for Digital Technology in Preservation che l’ha eseguita.


“Questa ricostruzione contribuisce a farci comprendere meglio il passato e quindi a capire meglio chi siamo – ha spiegato Gualtieri -. A Roma stiamo cercando di recuperare le dimensioni dell’antichità e la nostra conoscenza e percezione dei capolavori del passato, di cui conserviamo tracce e frammenti. Lo abbiamo fatto poco tempo fa con il Museo della Forma Urbis, lo facciamo andando in profondità con gli scavi della Metropolitana, lo facciamo attraverso l’anastilosi della Basilica Ulpia e adesso rendendo fruibile da tutti questa statua colossale, sia per essere ammirata in se, sia per essere una porta di accesso a quello scrigno di tesori che è il Colle Capitolino e che sono i Musei Capitolini”. Tra le opere più importanti dell’antichità, con i suoi 13 metri circa di altezza, la statua colossale di Costantino è uno degli esempi più significativi della scultura romana tardo-antica. Dell’intera statua, riscoperta nel XV secolo presso la Basilica di Massenzio, oggi rimangono solo pochi monumentali frammenti marmorei, ospitati nel cortile di Palazzo dei Conservatori ai Musei Capitolini: testa, braccio destro, polso, mano destra, ginocchio destro, stinco destro, piede destro, piede sinistro. Da oggi nel giardino di Villa Caffarelli è possibile ammirare, in tutta la sua imponenza, la sua ricostruzione 1:1, risultato della collaborazione tra la Sovrintendenza capitolina, Fondazione Prada e Factum Foundation for Digital Technology in Preservation con la supervisione scientifica di Claudio Parisi Presicce, sovrintendente capitolino ai Beni Culturali.


Resina e poliuretano, insieme a polvere di marmo, foglia d’oro e gesso, sono stati scelti come materiali per rendere le superfici materiche del marmo e del bronzo, mentre per la struttura interna (originariamente forse composta di mattoni, legno e barre di metallo) è stato impiegato un supporto in alluminio facilmente assemblabile e rimovibile. Il Giardino di Villa Caffarelli, dove è stata collocata la riproduzione del Colosso di Costantino, insiste in parte sull’area occupata dal Tempio di Giove Ottimo Massimo, che un tempo ospitava la statua di Giove, la stessa forse da cui il Colosso fu ricavato o che comunque ne costituisce il modello di derivazione. I resti del tempio sono oggi visibili all’interno dell’Esedra di Marco Aurelio.


I nove frammenti in marmo pario, attualmente conservati presso i Musei Capitolini, sono stati rinvenuti nel 1486 all’interno dell’abside di un edificio che al tempo si riteneva il Tempio della Pace di Vespasiano, e che solo agli inizi dell’Ottocento sarà correttamente identificato con la Basilica di Massenzio lungo la Via Sacra. Si pensava che appartenessero a una statua dell’imperatore Commodo e, data la loro eccezionale importanza, furono allestiti nel Palazzo dei Conservatori durante i lavori di ristrutturazione dello stesso eseguiti su progetto di Michelangelo tra il 1567 e il 1569. I frammenti sono stati identificati come ritratto colossale dell’imperatore Costantino solo alla fine dell’Ottocento. Un decimo frammento, parte del torace, rinvenuto nel 1951, è in procinto di essere trasferito dal Parco Archeologico del Colosseo nel cortile del Palazzo dei Conservatori, accanto agli altri frammenti.


Lo studio archeologico dei frammenti ha permesso di ipotizzare che il Colosso fosse seduto e che fosse realizzato come acrolito, ovvero con le parti nude in marmo bianco e il panneggio in metallo o in stucco dorato. Secondo uno schema iconografico tipico del tempo, che assimilava l’imperatore alla divinità, Costantino è rappresentato come Giove con la parte superiore del corpo scoperta e il mantello adagiato sulla spalla; il braccio destro che impugna lo scettro ad asta lunga e la mano sinistra che sorregge il globo. A fine marzo 2022 un team della Factum Foundation ha trascorso tre giorni nel cortile dei Musei Capitolini per scansionare i frammenti presenti con la tecnica della fotogrammetria. Ogni frammento è stato modellato in 3D e posizionato sul corpo digitale della statua creata utilizzando come esempio iconografico altre statue di culto di età imperiale in pose simili, tra cui la colossale statua di Giove (I secolo d.C.) conservata al Museo statale Ermitage di San Pietroburgo, probabilmente ispirata allo Zeus di Olimpia ad opera di Fidia e la grande copia in gesso della statua dell’imperatore Claudio, ritratto come Giove, allestita al Museo dell’Ara Pacis. Il risultato finale permette di ammirare, in una magnifica illusione, il Colosso nel suo complesso, in cui si distinguono visivamente le “ricuciture” tra le parti rimaterializzate e le copie dei frammenti originali presenti nel cortile di Palazzo dei Conservatori.

Confagri: ortofrutta fresca, settore di punta. Vale oltre 16 mld

Confagri: ortofrutta fresca, settore di punta. Vale oltre 16 mldRoma, 6 feb. (askanews) – Il comparto dell’ortofrutta fresca, esclusi i trasformati industriali, vale oltre 16 miliardi di euro. L’export di tutto il comparto, comprensivo anche della filiera, nei primi dieci mesi del 2023 ha raggiunto quota 9,4 miliardi di euro (+ 11,5% rispetto all’anno precedente), confermandosi settore di punta delle esportazioni agroalimentari. E l’Italia occupa un ruolo di primo piano nella classifica europea per l’export di molti prodotti ortofrutticoli: primo Paese esportatore di kiwi, uva da tavola, conserve di pomodoro e nocciole sgusciate, secondo Paese esportatore di mele e cocomeri, terzo Paese esportatore di insalate, cavolfiori e broccoli.


Sul fronte dei consumi, l’ortofrutta assorbe una fetta importante della spesa alimentare, con una quota percentuale che nel 2023 si attesta al 19,1% anche se in lieve flessione rispetto all’anno precedente. I dati del comparto sono stati analizzati da Confagricoltura alla vigilia dell’apertura a Berlino di Fruit Logistica, la principale fiera internazionale dell’ortofrutta, che inizia in un clima di grande attenzione per il settore primario: fino al 9 febbraio saranno raduati in fiera oltre 2600 espositori da 92 Paesi. L’Italia, come sempre, ha uno spazio importante, forte del settimo posto mondiale per produzione di ortofrutta e del sesto posto per l’export di settore. Foltissima la rappresentanza di aziende aderenti a Confagricoltura presenti in fiera.


Attenzione puntata quindi sullo scenario economico, al quale Confagricoltura dedica numerosi approfondimenti nello spazio A12, nel padiglione 4.2, con talk quotidiani insieme a istituzioni, imprese e stakeholder. Al contesto generale di aumento dei costi di produzione, effetti tangibili del cambiamento climatico sulle coltivazioni, marginalità sempre più ridotte per le aziende, si aggiungono infatti le incertezze derivanti dallo scenario mondiale con il protrarsi della guerra in Ucraina, la crisi del canale di Suez che ha un impatto consistente anche sul nostro export ortofrutticolo e la protesta dei trattori in corso in Europa.


Gli ultimi dati Ismea, relativi all’anno 2023, fanno registrare un incremento in valore dei consumi domestici di ortofrutta (fresca e trasformata) del 7,1% rispetto all’anno 2022 a cui fa da contraltare una flessione dei volumi acquistati del -1,7%. All’interno del segmento frutta fresca, la maggiore contrazione in termini di volumi è relativa agli agrumi, che fanno registrare un -6,6% rispetto al 2022. Nel segmento ortaggi freschi il dato più preoccupante riguarda il comparto della IV gamma che, oltre la diminuzione in quantità (-3,6%), è l’unica voce del paniere orticolo che subisce anche una contrazione in valore (-1,3%).

Bollette luce, 7 operatori per chi non sceglie: Enel ed Hera al top

Bollette luce, 7 operatori per chi non sceglie: Enel ed Hera al topRoma, 6 feb. (askanews) – Via libera dall’Acquirente unico alla assegnazione dei lotti in asta per le cosiddette tutele graduali per i clienti domestici non vulnerabili per il mercato dell’elettricità dopo la fine del mercato tutelato. Sono circa 4,5 milioni di clienti. Sette lotti sono andati ad Enel, 7 lotti ad Hera, 4 ad Edison, 3 ad Illumia, 2 ad A2A, 2 ad Iren, 1 ad E.On. Enel entra così nel mercato di Roma, Milano e Brescia, dove non era né incumbent né tra i primi operatori mentre Hera avrà un milione di clienti in più secodno le stime rese note dalla società.


Le aste hanno riguardato tutti i consumatori che non hanno ancora scelto un fornitore sul libero mercato: è stato loro assegnato l’operatore che si è aggiudicato l’area territoriale di riferimento. Da luglio sostituirà il servizio di maggior tutela. I clienti potranno usufruire di un prezzo inferiore rispetto a quello in tutela, per una media di circa 73 euro lordi annui. “Le aste sono andate bene – ha affermato il Ministro Gilberto Pichetto – perché caratterizzate da una grande partecipazione e da una concorrenza tra gli operatori che si traduce in vantaggi per gli utenti”. “Si è compiuto dunque – aggiunge Pichetto – un altro importante passo verso la liberalizzazione dell’ultimo segmento del mercato elettrico, quello dei clienti domestici. Un bene essenziale a un prezzo ragionevole: questo – afferma Pichetto – si aspettano i consumatori ed è ciò che stiamo costruendo attraverso un percorso chiaro e trasparente, che ci pone tra i Paesi più avanzati d’Europa”.


Per tre anni, dal luglio 2024 al luglio 2027, i clienti domestici non vulnerabili potranno rifornirsi dal vincitore del lotto di competenza al prezzo fissato in sede di asta, ferma restando la possibilità di passare in qualsiasi momento al mercato libero. I clienti che rientrano invece nei criteri di cosiddetta vulnerabilità per il momento resteranno nel regime di fornitura di maggior tutela, in attesa che si svolgano a breve le aste per l’individuazione degli operatori che applicheranno loro condizioni fissate da Arera. “Seppure presenti caratteristiche diverse – aggiunge Pichetto – siamo certi che anche la gara per i clienti vulnerabili potrà avere un esito altrettanto positivo”.


Le condizioni contrattuali del Servizio a tutele graduali corrispondono a quelle delle offerte Placet, mentre le condizioni economiche relative al costo dell’energia sono basate sui valori a consuntivo mensile del Pun (Pun ex post) e comprendono i corrispettivi a copertura degli altri costi. Il prezzo pagato dai clienti finali è il medesimo in tutto il territorio nazionale. Il cambio fornitore avverrà automaticamente e senza alcuna interruzione nell’erogazione della fornitura. Anche in caso di domiciliazione bancaria, il Rid resterà attivo e sarà reindirizzato verso il nuovo in modo gratuito. Il Servizio Tutele Graduali durerà tre anni (1 luglio 2024 /31 marzo 2027) e durante questo periodo il consumatore potrà scegliere liberamente, e in ogni momento, un fornitore sul libero mercato.

Cina, authority borsa pone nuovi limiti a vendite allo scorperto

Cina, authority borsa pone nuovi limiti a vendite allo scorpertoRoma, 6 feb. (askanews) – L’autorità cinese di regolamentazione dei titoli (China Securities Regulatory Commission, CSRC) ha adottato una serie di misure, che vanno dai limiti alle vendite allo scoperto a sanzioni più severe per le violazioni del mercato, nella speranza di riuscire a tamponare il crollo del mercato azionario. Lo segnala oggi il South China Morning Post.


Le misure prevedono il divieto ai broker di prendere in prestito azioni da investitori istituzionali per vendite allo scoperto e incoraggiano fusioni e acquisizioni tra società quotate per aumentare i loro valori di mercato. Recentemente il regolatore cinese ha annunciato azioni più severe contro la manipolazione delle azioni, l’insider trading e le quotazioni fraudolente.


Questi provvedimenti mirano a invertire la caduta delle azioni della Cina continentale, tra le peggiori performance a livello globale quest’anno, e a limitare i danni alla fiducia dei consumatori e all’economia in generale. Martedì l’indice di riferimento CSI 300, che replica le 300 maggiori società delle borse di Shanghai e Shenzhen, ha registrato un avanzamento del 3,5%, il dato migliore dal primo novembre 2022, dopo l’annuncio. L’indice CSI 1000 dei titoli a piccola capitalizzazione è balzato dell’8,1 per cento, il risultato giornaliero migliore mai registrato.


Le valore dei mercati azionari cinesi si è eroso di circa 3.100 miliardi di dollari dall’inizio del 2021, dopo le dure restrizioni legate al Covid-19 e con lo stallo della ripresa economica post-pandemica. La scorsa settimana, la CSRC ha vietato ai venditori allo scoperto di prendere in prestito le cosiddette azioni soggette a restrizioni, ovvero azioni detenute da investitori strategici e non disponibili per la negoziazione pubblica prima della scadenza del periodo di lock-up.


Il mese scorso i premier Li Qiang ha chiestpo misure più energiche per sostenere le azioni. Il precedente pacchetto di misure di salvataggio, che andava dai tagli alle imposte di bollo alla limitazione di nuove forniture di azioni limitando le approvazioni delle IPO, non è riuscito a risollevare i mercati, con un intensificarsi delle vendite che venerdì hanno spinto il CSI 300 al minimo di cinque anni.

Copagri: stop Regolamento pesticidi riconosce impegno agricoltori

Copagri: stop Regolamento pesticidi riconosce impegno agricoltoriRoma, 6 feb. (askanews) – “Il ritiro da parte della Commissione Europea della proposta di regolamento sull’uso sostenibile degli agrofarmaci, che avrebbe comportato insostenibili tagli da mettere in atto nei prossimi anni, viene incontro alle istanze avanzate dai produttori agricoli del nostro paese, da tempo impegnati in prima linea per assicurare la sostenibilità delle produzioni, e fa il paio con il rigetto deciso dal Parlamento Europeo un paio di mesi fa”. Lo sottolinea il presidente della Copagri Tommaso Battista a proposito dell’annuncio arrivato oggi dalla presidente dell’Esecutivo comunitario Ursula von der Leyen.


“Con la retromarcia della Commissione UE è stato scongiurato definitivamente il taglio entro il 2030 del 62% dell’uso di agrofarmaci e del 50% delle sostanze attive sostitutive, che avrebbe avuto ripercussioni drammatiche sul Primario nazionale, andando a ridimensionare sensibilmente diverse filiere produttive”, rimarca Battista, auspicando che “per future simile iniziative si dovrà procedere con una preventiva e approfondita valutazione d’impatto delle ricadute economiche e socio-ambientali dei tagli, tenendo in debita considerazione le alternative a disposizione degli agricoltori per difendere le proprie produzioni”. “In caso contrario, oltre ad assestare un duro colpo al Primario, si andrebbero indirettamente a danneggiare anche i consumatori, esposti in misura maggiore al concreto rischio di trovarsi sugli scaffali prodotti provenienti da paesi terzi, non sottoposti alle stringenti regole che valgono per le produzioni agricole comunitarie”, aggiunge il presidente, ribadendo l’importanza di puntare sulla ricerca e sull’innovazione.

Grant Thornton: cala ottimismo aziende, in Italia al 43% (-3%)

Grant Thornton: cala ottimismo aziende, in Italia al 43% (-3%)Milano, 6 feb. (askanews) – Cala l’ottimismo delle aziende globali nel secondo semestre del 2023: dal 67% al 65% (-2% rispetto al primo semestre 2023), con un decremento più netto in Europa, dove l’indice di fiducia economica si abbassa dal 56% al 51% (-5%), e in Italia, in discesa dal 46% al 43% (-3%). E’ quanto emerge dall’ultimo International Business Report (IBR), analisi che il network di consulenza internazionale Grant Thornton effettua a livello globale sui dirigenti di oltre 2.500 imprese del mid-market.


A destare preoccupazione sono le prospettive economiche incerte a causa delle tensioni geopolitiche e delle condizioni finanziarie restrittive per famiglie e imprese. Nonostante il leggero calo (-1% rispetto al primo semestre 2023), l’incertezza economica rimane infatti il vincolo più frequentemente riportato a livello globale (57%), in Europa (47% vs 49%) e in Italia, dove il dato resta stabile al 55%. I principali ostacoli alla crescita vengono individuati anche nei costi del lavoro (51%) e dell’energia (52%) e dalla disponibilità di forza lavoro qualificata (50%).


L’incertezza trova riscontro nell’esiguo aumento (+1%) del numero di imprese che prevede di assumere personale nel corso di quest’anno, che passa dal 50% al 51%. In Europa le aspettative di assunzione calano dal 41% al 39%, ma il pessimismo è più marcato in Italia, con una diminuzione di ben 10 punti percentuali (dal 43% al 33%). Prospettive poco promettenti anche per il commercio internazionale: il 43% delle aziende sono ottimiste su una crescita dell’export, ma erano il 47% nella prima metà del 2023. Alessandro Dragonetti, Managing Partner & Head of Tax di Bernoni Grant Thornton, ha evidenziato che “l’indice di fiducia delle nostre imprese ha registrato un calo generalizzato. Di contro, le aziende si mostrano fiduciose sulla buona tenuta della redditività nel prossimo anno, che dipenderà in gran parte da come sapranno rispondere alle sfide del contesto economico nel quale si troveranno ad operare. Il processo dovrà passare dal ripensamento dei modelli organizzativi, dall’automazione dei processi e dal potenziamento delle competenze e, non ultima, a una maggiore spinta agli investimenti”.


Giampiero De Angelis, Presidente e Managing Partner di RIA Grant Thornton, ha spiegato come in questo scenario “le piccole e medie imprese, per loro natura resilienti al cambiamento, possono cogliere le numerose opportunità offerte dalla transizione sostenibile e digitale per accrescere la loro competitività e ottenere una maggiore produttività. Nonostante i dati non particolarmente entusiasmanti, è bene ricordare – ha detto – la forte propensione alle esportazioni delle nostre PMI che, dopo la brusca interruzione del periodo pandemico, si sono mostrate dinamiche e competitive non solo in ambito nazionale ma anche internazionale. In questo contesto – ha chiosato – anche la governance giocherà un ruolo cruciale, perché le decisioni dei leader sono destinate ad avere un impatto sempre maggiore sul successo dell’azienda. Sarà pertanto necessario il supporto di consulenti specializzati che li guidino nel percorso di crescita del business in contesti complessi”.

Inaugurata al Museo Culturale di Bassora riproduzione Toro di Nimrud

Inaugurata al Museo Culturale di Bassora riproduzione Toro di NimrudRoma, 6 feb. (askanews) – L’Ambasciatore italiano in Iraq Maurizio Greganti ha inaugurato presso il Museo di Bassora la targa in ricordo della donazione dell’Italia al Governo e al popolo iracheno della riproduzione del “Toro di Nimrud”, gioiello dell’arte assira distrutto dalla furia iconoclasta dell’Isis-Daesh nel 2015.


Alla cerimonia inaugurale hanno preso parte numerose autorità irachene, tra cui il Ministro della Cultura, del Turismo e delle Antichità, Ahmed Fakak al Badrani, il Direttore dell’Iraqi State Board of Antiquities and Heritage, Ali Shalgham, e il Direttore del Museo, Mustafa Jasim Al-Husseini, che hanno celebrato questa occasione come una felice tappa della ricostruzione del patrimonio culturale del Paese e una vittoria morale sulla furia iconoclasta di Daesh nel 2015. L’Ambasciatore Greganti ha espresso profonda ammirazione per l’immenso patrimonio artistico e culturale iracheno, confermando il perdurante impegno italiano al fine di preservare e rendere fruibile questa eccezionale eredità, nel solco di una tradizione oramai consolidata grazie al lavoro straordinario di tanti esperti oltre che delle numerose missioni archeologiche italiane attive nel Paese, giunte ormai a più di venti.


L’Ambasciatore ha rivolto un profondo ringraziamento all’”Associazione Incontro di Civiltà” del Presidente Francesco Rutelli che, con il sostegno finanziario della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo, ha promosso e coordinato il prezioso e tenace lavoro compiuto per la riproduzione della statua del “Lamassu” – il toro androcefalo alato dell’antica città assira di Nimrud, posto a protezione del palazzo di Ashurnasirpal II (IX secolo a.C.) e distrutto dal Daesh nel 2015. L’opera, riprodotta in scala 1:1 da una squadra di restauratori italiani sotto la guida di Nicola Salvioli dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze e con la supervisione scientifica del Prof. Davide Nadali dell’Università Sapienza di Roma, è stata realizzata in occasione della mostra “Rinascere dalle distruzioni. Ebla, Nimrud, Palmira” promossa e curata dall’Associazione Incontro di Civiltà. Al termine della mostra, il toro è approdato alla sede UNESCO di Parigi, divenendo un simbolo dell’azione #Unite4Heritage, prima di giungere alla sua definitiva destinazione a Bassora. “Ecco una luce – dice Francesco Rutelli, Presidente dell’Associazione Incontro di Civiltà -, una preziosa luce italiana. Queste immagini presentano un piccolo miracolo del Soft Power italiano, della nostra Diplomazia Culturale. A Bassora, Iraq, si inaugura un’opera che ho e abbiamo fortemente voluto: la ricostruzione del Toro di Nimrud, distrutto dal terrorismo iconoclasta dell’ISIS-DAESH nel 2015, in quella che fu tremila anni fa la capitale assira del re Assurnasirpal II. Grazie a un magnifico gioco di squadra: l’Associazione Incontro di Civiltà, la Fondazione Terzo Pilastro Italia e Mediterraneo presieduta da Emmanuele F. M. Emanuele, gli archeologi della scuola di Paolo Matthiae – con Davide Nadali -, l’impresa di restauro e tecnologia guidata da Nicola Salvioli, l’Associazione Priorità Cultura. Il Presidente Sergio Mattarella ha accettato il mio invito ad inaugurare la prima Mostra all’interno del Colosseo, nell’ottobre 2016, assieme all’allora Premier Paolo Gentiloni; poi, abbiamo presentato quest’opera nel 2017 all’ingresso della sede dell’UNESCO a Parigi. Ora il lavoro è completato, con il ritorno in patria del grande Lamassu, dopo un viaggio complicato e grazie all’impegno dell’Ambasciatore d’Italia Maurizio Greganti, alla presenza del ministro della Cultura iracheno e del Governatore di Bassora, e con i messaggi augurali dei Ministri degli Esteri Antonio Tajani e della Cultura Gennaro Sangiuliano. La scultura distrutta, che era sulla facciata della grande sala del trono del palazzo reale, torna in vita all’ingresso del Museo di Basra, una delle città-chiave nella Regione, presso la confluenza tra il Tigri e l’Eufrate. Dall’osservazione di foto e disegni, si è realizzato in Italia un modello computerizzato tridimensionale, nell’identica forma dell’originale distrutto: anziché al trafugamento che ha dominato per secoli, eccoci di fronte a un caso di ‘ritorno in patria’. L’Italia si batte per tutelare il Patrimonio Culturale, contro ogni sua distruzione, per ritrovare valore e rispetto della Storia, per il pluralismo delle idee. Questa simbolica realizzazione – compiuta con sole risorse private e una costante azione di volontariato – dimostra la forza del pensiero e delle capacità italiane. Spero che questa piccola luce serva a dare una speranza in questi tempi difficili”.


“Desidero manifestarvi – ha detto il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano – la mia vicinanza in una giornata simbolica per l’amicizia tra Italia e Iraq e per il comune impegno nella tutela e valorizzazione del patrimonio culturale classico contro ogni minaccia e barbarie della nostra epoca. La rete terroristica di DAESH/ISIS ha arrecato tante sofferenze al popolo iraqeno e ha sfregiato molti segni del suo glorioso passato. Sono orgoglioso che due enti privati italiani, l’Associazione Incontro di Civiltà del Presidente Francesco Rutelli e la Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, si siano incaricati di restituire alla comunità uno dei simboli più noti della antica civiltàirachena, il Toro di Nimrud. L’Italia è in prima linea nella salvaguardia del patrimonio culturale perché è l’anima di una nazione e incarna la sua storia. La storia non si distrugge o cancella, ma si studia e preserva per le generazioni successive. Continuerà quindi a profondere il massimo impegno per far progredire la collaborazione internazionale nel campo della tutela dei beni culturali e a lavorare per una più efficace valorizzazione del patrimonio dell’umanità, come ribadito nella recente Conferenza UNESCO di Napoli. Colgo l’occasione per salutare il Ministro della Cultura, Turismo e Antichità Ahmed Fakak al Badrani il Governatore di Bassora, Asaad al Eidani e tutte le personalità presenti alla cerimonia, con l’augurio di avere presto altre occasioni per rafforzare le solide relazioni culturali tra Italia e Iraq”. “Desidero – afferma nel suo messaggio il Vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Esteri Antonio Tajani- rivolgere un caloroso saluto al Ministro della Cultura Ahmed Fakak al Badrani e a tutte le Autorità presenti, e congratularmi con loro in questo importante giorno che celebra l’amicizia tra i nostri Paesi. Italia e Iraq sono uniti da un’amicizia che ha radici solide e profonde, e dalla comune esperienza di un’eredità culturale che abbraccia millenni di storia. Sfortunatamente, il patrimonio culturale iracheno è stato negli ultimi decenni difficile da salvaguardare. La drammatica esperienza di Daesh ha lasciato dietro di sé terrore e distruzione. Ne è triste testimone il sito archeologico dell’antica città assira di Nimrud, devastato dalla furia iconoclasta del terrorismo. Tuttavia, nel ricordo delle vittime che hanno pagato con il sangue la violenza estremista, la cerimonia odierna è nuovo segno della vittoria ottenuta su chi avrebbe voluto cancellare la memoria di un passato che è patrimonio comune della nostra civiltà. Lo svelamento della targa a ricordo della donazione italiana al Governo iracheno della riproduzione della statua del Toro di Nimrud rappresenta un’ulteriore importante tappa della ricostruzione dell’Iraq. E’ anche manifestazione concreta del costante impegno dell’Italia a fianco dell’Iraq e, in particolare, della tutela del suo inestimabile patrimonio artistico e culturale. Ringrazio l’Associazione Incontro di Civiltà, che ha ideato e condotto l’iniziativa con il sostegno della Fondazione Terzo Pilastro Italia – Mediterraneo e la supervisione tecnico-scientifica del Dipartimento di Scienze dell’Antichità dell’Università Sapienza di Roma e dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, eccellenze italiane nel settore del recupero e valorizzazione del patrimonio culturale che siamo orgogliosi abbiano collaborato in maniera così proficua in questo straordinario risultato. L’opera, testimonianza della straordinaria qualità delle maestranze e del saper fare italiano, è oggi fruibile come dono dell’Italia all’amico popolo iracheno nella suggestiva cornice del Museo di Bassora, che spero di poter presto visitare di persona. Viva l’amicizia tra Italia e Iraq!”.

Alluvione, de Pascale ad Amadeus: tenere alta attenzione su Romagna

Alluvione, de Pascale ad Amadeus: tenere alta attenzione su RomagnaRoma, 6 feb. (askanews) – “Caro Amadeus, che Romagna mia sia un’esortazione a tenere alta l’attenzione sull’alluvione. Qui c’è ancora tantissimo da fare”. Lo scrive in una lettera aperta, al condutture del Festival di Sanremo, al via questa sera, il sindaco e presidente della Provincia di Ravenna, Michele de Pascale.


“La scelta di portare sul palco dell’Ariston l’esibizione di Mirko Casadei per onorare i 70 anni di ‘Romagna mia’ è per noi romagnoli commovente; ti siamo grati per il segnale di grande attenzione e per la volontà di rendere un tributo pubblico alla nostra meravigliosa terra, tanto più dopo i devastanti eventi alluvionali dello scorso maggio”, scrive de Pascale. “Da romagnolo, ravennate di origine quale sei, puoi ben comprendere come le note di quella canzone, ancora di più dopo le alluvioni, accendano in noi sentimenti di orgoglio e dignità e ci facciano sentire una comunità ancora più forte e coesa. Romagna mia in questi 70 anni è diventata anche la canzone di milioni e milioni di italiani e stranieri che hanno trascorso nella nostra terra indimenticabili giorni di vacanza ricevendo affetto, ospitalità e servizi come in nessun altro luogo del mondo”, sottolinea.


“Romagna mia, riecheggiata spesso nei giorni terribili dell’alluvione, è diventata il simbolo della forza operosa dei romagnoli, ma la realtà è che i problemi legati all’alluvione sono ancora moltissimi e abbiamo bisogno degli aiuti economici e della determinazione necessaria per indennizzare i danni a famiglie e imprese, rendere questa meravigliosa terra più sicura e tornare a guardare il futuro con fiducia. A volte siamo quasi tentati di pensare che la nostra forza d’animo e il carattere allegro possano diventare un pretesto per minimizzare la nostra condizione e magari dimenticarsi di ciò che invece va fatto”, prosegue. “Facciamo che le note di Romagna mia, risuonando nel tempio della musica italiana, possano rappresentare un’esortazione per tutti a tenere alta e vigile l’attenzione su quanto è avvenuto qui in Romagna, perché famiglie e aziende ricevano gli indennizzi indispensabili per ripartire e perché vengano realizzate le opere di ripristino di ciò che è andato distrutto, ma anche quelle necessarie a mettere in sicurezza il territorio in un’ottica di prevenzione”, conclude.

Cortinametraggio 19esima edizione, ecco i 20 corti finalisti

Cortinametraggio 19esima edizione, ecco i 20 corti finalistiRoma, 6 feb. (askanews) – Annunciati i finalisti della 19esima edizione di Cortinametraggio, il festival di riferimento per i corti presieduto e fondato da Maddalena Mayneri e diretto da Niccolò Gentili, che si terrà a Cortina D’Ampezzo dal 12 al 17 marzo 2024.


A concorrere all’ambito premio saranno 20 cortometraggi provenienti da tutta Italia, di cui otto anteprime mondiali e cinque italiane. Tra le opere finaliste: “Anemos” di Vera Munzi e Caterina Savadori, un racconto di emancipazione femminile ispirato a una storia vera; “Frammenti” di Andrea Casadio, uno sguardo intimo e delicato su uno dei momenti più tragici della storia recente; il racconto emozionante “Dive” di Aldo Iuliano; il divertente affresco di una madre e di suo figlio in “Ignoti” di Giuseppe Brigante; “Tilipirche” di Francesco Piras, racconto ambientato in Sardegna su un allevatore durante un’invasione di cavallette; “Eldorado” di Mathieu Volpe, tragico ed emozionante racconto di una storia di frontiera; l’action drama che descrive il rapporto tra un fratello e sua sorella “Fake Shot” di Francesco Castellaneta; la commedia dalle tinte thriller “Un lavoretto facile facile” di Giovanni Boscolo; “Wasted” di Tobia Passigato, racconto di formazione dalle tematiche universali con tinte green; “Il compleanno” di Enrico di Francesco Sossai, intimo ritratto di una solitudine; Può entrare in crisi un’amicizia tra coinquiline grazie ad una terza persona? Questa la tematica di “Ho Ballato di tutto” di Sarah Narducci; il toccante “De L’amor Perdu” di Lorenzo Quagliozzi ambientato nella seconda guerra mondiale; “Z.O.” di Loris G. Nese, dura storia di periferia; Felicità Cannibale di Daniel Baldotto, che affronta in modo delicato e originale il tema dell’elaborazione del lutto; la satira sociale “We should all be futurists” di Angela Norelli; il ritratto esistenziale “Foto di Gruppo” di Tommaso Frangini; “Stanza 5” di Rosario Capozzolo, ispirato alla storia vera di un’anziana donna sopravvissuta al Covid-19; “A Mosca Cieca” di Mino Capuano, dolce racconto di un legame inaspettato; “L’acquario” di Gianluca Zonta, che racconta le possibili derive sociali dell’intelligenza artificiale; l’originale commedia “Lo zio di Venezia” di Alessandro Parrello. A concorrere nella sezione “Made In USA”, invece, realizzata con la collaborazione artistica di Silvia Bizio, con il Santa Monica College (SMC) e Maria Cristina Heller: “Ovejas Lobos” di Alex Fischman Cárdenas; “Thirstygirl” di Alexandra Qin; “Jerome” di Gianfranco Fernández-Ruiz; “Who are you?” di Salvador Carrasco e “Whiteness at work” di Peter Nelson.


Inoltre, fuori concorso ci saranno due eventi speciali, i cortometraggi “Remo” (2023) di Marco Simon Puccioni e “Piccole cose di valore non quantificabile” (1999) di Paolo Genovese. Numerosi i premi ambiti dai giovani registi in concorso. Tra i principali: il premio Cortinametraggio per il Miglior Corto assoluto; il premio Rai Cinema Channel, il premio Miglior Commedia consegnato da Aermec; il premio Young; il premio del Pubblico conferito da The Film Club; Il premio della Stampa dato da Visottica; I premi miglior attore/attrice consegnati da Pianegonda e la miglior sceneggiatura conferita da Andromeda Film.


La 19a edizione di Cortinametraggio è realizzata in collaborazione con l’Aeronautica Militare, Polizia di Stato e il Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, la Regione Veneto, la Provincia di Belluno, il nuovo IMAIE, il MIC, la Siae, Anec e Fice. Tra i partner di quest’anno anche: Aermec; Visottica Group; Cotril; Pianegonda; Rai Cinema; Anpit Italia; Titanus; Driade; Greenboo Production; The Film Club; Costa Crociere; We Short; Hotel Savoia; Zorzettig; La cooperativa di Cortina; Hotel De La Poste; Andromeda Film; Focus; Mg Production; Hotel Rosapetra; Nuove Reti.


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Trentino, fibra ottica in 7 nuovi Comuni e 4.800 immobili

Trentino, fibra ottica in 7 nuovi Comuni e 4.800 immobiliRoma, 6 feb. (askanews) – Il mese di gennaio 2024 si conclude con nuove aree del Trentino servite dalla rete pubblica di fibra ottica. La connessione ultra veloce è disponibile in sette Comuni trentini – Luserna, Spiazzo, Bedollo, Frassilongo, Ton, Lavarone e Sarnonico – per un totale di circa 4.805 immobili (case, uffici e aziende) collegabili. Il totale dei comuni in vendibilità sale così a 150. L’infrastrutturazione è stata avviata grazie al bando nazionale di Infratel ed in Trentino l’attività è stata affidata ad Open Fiber, che opera in sinergia con la Provincia autonoma di Trento e la società di sistema Trentino Digitale. Per iniziare a navigare ad alta velocità, gli utenti dei nuovi Comuni devono richiedere l’attivazione del servizio, seguendo un iter tanto semplice quanto preciso: verificare l’effettiva copertura del proprio civico, scegliere uno degli operatori disponibili e il relativo piano tariffario, inviare la richiesta di attivazione. Il progetto Bul non copre le aree nere o di mercato, ovvero i cinque maggiori Comuni del Trentino (Trento, Rovereto, Riva, Arco e Pergine, circa 216 mila residenti), dove gli operatori privati di telecomunicazione hanno realizzato di loro iniziativa la rete e il servizio di connessione in fibra a beneficio di famiglie ed aziende.


Il progetto Bul (Banda Ultra Larga) è stato voluto per ridurre il divario digitale (digital divide) delle aree bianche o periferiche rispetto ai centri urbani e per garantire la connettività in fibra ottica (Ftth ovvero Fiber To The Home), la migliore ad oggi disponibile sul mercato per velocità e stabilità. In Trentino è Open Fiber la società che si è aggiudicata i bandi pubblici di Infratel e che si sta occupando della realizzazione di reti ultraveloci, grazie anche alla sinergia con Trentino Digitale per l’utilizzo di alcune infrastrutture (cavidotti e nodi di rete). Solo una percentuale minoritaria di collegamenti, soprattutto per le abitazioni sparse in zone ancor più decentrate e difficilmente raggiungibili con il cavo in fibra ottica, è realizzata da Open Fiber mediante la tecnologia radio (Fwa ovvero Fixed Wireless Access). Qui il dettaglio delle nuove unità abitative raggiunte da tra novembre e dicembre 2023: Luserna (454 unità), Spiazzo (480), Bedollo (594), Frassilongo (85), Ton (379), Lavarone (2.199) e Sarnonico (606), per complessivi 4.805 immobili. Grazie ai sette nuovi Comuni, la rete pubblica in fibra ottica copre in modalità Ftth e Fwa 150 dei 166 Comuni trentini: per la precisione i Comuni in vendibilità Ftth (fibra ottica fino all’abitazione) sono 141. Complessivamente sono oltre 204 mila gli utenti trentini delle aree periferiche che possono da subito chiedere l’attivazione della connettività ultra veloce. Il progetto Bul e la rete pubblica in fibra ottica non coprono le aree nere o di mercato, ovvero i cinque maggiori Comuni del Trentino (Trento, Rovereto, Riva, Arco e Pergine, circa 216 mila residenti), dove gli operatori privati di telecomunicazione hanno realizzato di loro iniziativa la rete e il servizio di connessione in fibra verso famiglie ed aziende.


Nella Provincia autonoma di Trento il valore del progetto, finanziato con fondi pubblici, ammonta a 72 milioni di euro. La nuova rete rimarrà di proprietà pubblica, mentre Open Fiber ne curerà la gestione e la manutenzione per i prossimi venti anni. Buona parte della rete in fibra ottica di Open Fiber passa attraverso l’infrastruttura (ad esempio cavidotti) che in questi anni Trentino Digitale ha allestito in maniera puntuale su gran parte del territorio provinciale.