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Tag: Sanremo 2023

Benedizioni gay, il cardinale Zuppi: sono una risorsa, non legittimano nulla

Benedizioni gay, il cardinale Zuppi: sono una risorsa, non legittimano nullaRoma, 22 gen. (askanews) – La “misericordia” e “lo sguardo amorevole della Chiesa su tutti i figli di Dio” è la giusta interpretazione della Dichiarazione del dicastero della Dottrina della Fede, Fiducia supplicans, che ammette la possibilità di concedere la benedizione alle coppie irregolari e alle coppie omosessuali. Lo ha detto il cardinale Matteo Zuppi, aprendo i lavori del Consiglio Episcopale Permanente.

“Un documento – sottolinea Zuppi – che si pone nell’orizzonte della misericordia, dello sguardo amorevole della Chiesa su tutti i figli di Dio, senza tuttavia derogare dagli insegnamenti del Magistero”. Il cardinale Zuppi ricorda che “non vi è alcuna messa in discussione del significato del Sacramento del matrimonio” e, facendo sua una riflessione del cardinale Giuseppe Betori, sottolinea come “le benedizioni sono ‘una risorsa pastorale piuttosto che un rischio o un problema’, un gesto che ‘non pretende di sancire né di legittimare nulla’”.

“Dio vuole che tutti siano salvi – conclude Zuppi – è quindi compito della Chiesa interessarsi di tutti e di ciascuno. Non possiamo dimenticare che tutti i battezzati godono della piena dignità dei ‘figli di Dio’ e, come tali, sono nostri fratelli e nostre sorelle”.

Proteste agricoltori, Confagri Foggia incontra parlamentari locali

Proteste agricoltori, Confagri Foggia incontra parlamentari localiRoma, 22 gen. (askanews) – Il malessere crescente del mondo agricolo e le ragioni degli imprenditori del settore sono stati al centro di un incontro promosso da Confagricoltura Foggia con i parlamentari foggiani a cui hanno partecipato Giandonato Lasalandra (Fdi) e la senatrice Gisella Naturale (Cinquestelle). Una rappresentanza della dirigenza dell’associazione di categoria guidata dal presidente provinciale e componente della Giunta nazionale, Filippo Schiavone ha illustrato le criticità crescenti che gli agricoltori si trovano ad affrontare e che sta portando in molti Paesi europei ad imponenti manifestazioni di protesta.

Difficoltà sempre più evidenti che in provincia di Foggia, dove il settore primario è centrale nell’economia complessiva del territorio, potrebbero comportare ripercussioni sociali ed economiche ben più ampie che in altre zone d’Italia. Per questo Confagricoltura Foggia ha voluto evidenziare i problemi e ribadire alcune richieste del settore ai parlamentari del territorio, consegnando loro un documento con proposte di intervento concrete. Inoltre, secondo l’associazione di categoria si sta diffondendo a livello europeo una sensazione di avversione verso gli imprenditori agricoli che finiscono così con il sentirsi il bersaglio principale delle politiche legate al green deal comunitario.

Per il presidente Filippo Schiavone “il senso di responsabilità che caratterizza una associazione di categoria come la nostra non deve essere scambiato con distanza o peggio mancata consapevolezza dei problemi. Il rischio di abbandono delle terre, con tutte le ripercussioni che questo comporta in una provincia a forte vocazione agricola come la nostra, potrebbe diventare presto una realtà se non saranno quanto prima apportati correttivi”. Quali correttivi? Soprattutto ai principi della PAC a livello europeo, accanto ad interventi di ripensamento sulla fiscalità nazionale, con maggiori risorse per gli investimenti in agricoltura, anche attraverso le risorse del PNRR.

La Fondazione Musica per Roma certificata per parità di genere

La Fondazione Musica per Roma certificata per parità di genereMilano, 22 gen. (askanews) – La Fondazione Musica per Roma – che gestisce Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone e Casa del Jazz – ha ottenuto la Certificazione UNI/PdR 125:2022 per la parità di genere. Il riconoscimento attesta l’impegno efficace per la riduzione del divario di genere ed è coerente con le policy in ambito HR della Fondazione Musica per Roma degli ultimi anni.

“In un Paese che risulta al 79esimo posto su 146 Paesi per impegno a favore della parità di genere nella classifica ‘Global Gender Gap 2023’ del World Economic Forum – scrivono dalla Fondazione – e in cui il divario occupazionale tra uomini e donne è di circa 20 punti percentuali (Fonte: Eurostat 2023), la Certificazione rilasciata a Fondazione Musica per Roma riconosce un impegno che ne fa un modello per le imprese pubbliche, in particolare nel mondo della cultura in Italia”. La Certificazione riconosce l’uguaglianza di opportunità, diritti e responsabilità nell’organizzazione, con il 60% di donne in organico e la sostanziale parità nei ruoli manageriali (oltre il 40%donne, tra le quali Presidente e Vicepresidente). Vi è inoltre equità nella retribuzione, con le donne che hanno compensi mediamente superiori a quelli dei colleghi uomini.

Realtà ancora relativamente giovane, con poco più di 20 anni di attività, la Fondazione Musica per Roma evidenzia un approccio inclusivo nell’attuale modello di gestione del personale: la sostanziale alternanza tra generi, la promozione di una conciliazione tra lavoro e vita privata, la parità di retribuzione e opportunità di sviluppo professionale e l’assenza di discriminazioni sulla base del sesso, l’età, le esigenze personali o familiari, la gravidanza, la genitorialità e i relativi diritti. “In un’organizzazione che si occupa di Cultura come la Fondazione Musica per Roma, la vera differenza la fanno le persone, diverse delle quali restano per moltissimi anni. Investire su di loro, in termini di benessere, crescita e formazione, crea le condizioni per un clima lavorativo inclusivo e motivante che a sua volta influenza positivamente la gestione e la produzione della nostra offerta artistica e culturale, sempre di grandissima qualità. Si tratta di un circolo virtuoso che migliora i processi a tutti i livelli, apportando benefici evidenti per chi vi lavora e successivamente per tutti i fruitori” ha dichiarato Daniele Pitteri, amministratore delegato.

Legacoop: con tensioni geopolitiche preoccupano costi ed export

Legacoop: con tensioni geopolitiche preoccupano costi ed exportRoma, 22 gen. (askanews) – “Le nuove tensioni geopolitiche rischiano di vanificare i buoni segnali del 2023. Lo dicono le nostre cooperative, lo conferma la nostra Area Studi”. Cristian Maretti, presidente di Legacoop Agroalimentare esprime tutte le proprie preoccupazioni circa gli effetti, alcuni dei quali già in atto, della crisi nel mar Rosso e delle guerre Russia Ucraina e Palestina Israele. Si profila all’orizzonte un 2024 “quanto meno incerto” e quindi “ci aspettiamo – ha spiegato Maretti – a tutti i livelli, istituzioni politiche vicine e pronte a reagire con forza”.

L’analisi di Legacoop mostra che per il 2024 le attese sull’economia italiane sono ritenute stazionarie dal 64% delle cooperative, ma ben il 32% le considera in peggioramento con un sentiment negativo sulla domanda e stabile sull’occupazione. Quanto si prospetta è un orientamento al consolidamento delle attività o almeno ad una loro stabilizzazione e la realizzazione di alleanze strategiche e crescita nell’attività. Tuttavia preoccupano in maniera particolare la mancanza di manodopera, i costi energetici ed i costi delle materie delle materie prime anche se in miglioramento rispetto al 2023. Restano stabili le preoccupazioni sui tassi d’interessi e liquidità a breve termine. Sotto accusa l’aumento dei costi nell’utilizzo dei container e dei noli per tutte le tratte. “Oltre all’allungamento di una quindicina di giorni dei percorsi da Capo di Buona Speranza con ripercussioni sui prodotti freschi e sulla loro shelf-life”, sottolinea Maretti.

E, stante il calo della produzione agricola registrato nel 2023 per i cambiamenti climatici, le stime dell’Area Studi evidenziavano per il settore agricolo una graduale mitigazione degli effetti derivanti dall’instabilità dei mercati internazionali delle materie prime agricole e dei prodotti energetici, innescata dal conflitto russo-ucraino. Tuttavia. l’andamento è stato fortemente influenzato dai fattori climatici avversi che hanno caratterizzato gran parte dell’anno. E questo ha compromesso i risultati di molte colture.

FS Treni Turistici Italiani, il nuovo modo (bello) di viaggiare in treno

FS Treni Turistici Italiani, il nuovo modo (bello) di viaggiare in trenoCortina d’Ampezzo, 22 gen. (askanews) – “Non uno spostamento, non un trasferimento ma una grande emozione. Dalla ruggine di carrozze abbandonate ecco il nuovo modo, bello, di viaggiare in treno”.

A buona ragione, l’Amministratore Delegato di FS Treni Turistici Italiani Luigi Cantamessa, nel Gruppo FS dal 2002 e Direttore Generale della Fondazione FS Italiane dal 2013, commenta così incontrando a Cortina d’Ampezzo la stampa (in primis i Giornalisti Italiani Sciatori), la prima fase del programma di sviluppo della nuova società inquadrata nel Polo Passeggeri del Gruppo FS Italiane, di cui è capofila Trenitalia. La missione è quella di proporre un’offerta di servizi ferroviari espressamente pensati e calibrati per un turismo di qualità, sostenibile e attento a riscoprire le ricchezze del territorio italiano. Un turismo che possa vivere il viaggio in treno come un momento integrante della vacanza, elemento di qualità dell’esperienza turistica complessiva.

Il debutto di FS Treni Turistici italiani è avvenuto il 15 dicembre proprio con il primo viaggio tra Roma e Cortina d’Ampezzo, effettuato a bordo del nuovo treno notturno Espresso Cadore. Un servizio molto atteso, dopo la cancellazione undici anni fa del servizio Roma – Calalzo. Un viaggio notturno per raggiungere la “Regina delle Dolomiti” con partenza da Roma Termini alle 21.40 e arrivo a Calalzo alle 7.57, da qui con un servizio di autobus che parte direttamente dall’area della stazione si raggiunge il centro di Cortina d’Ampezzo in 50 minuti. Partendo il venerdì sera si può sciare dalle Tofane al Cristallo, alla meraviglia panoramica delle Cinque Torri o del Lagazuoi, senza mancare la visita proprio alla fermata della funivia di un bel museo che racconta dal fronte della prima guerra mondiale alla salvaguardia dei valori della montagna e alla sua sopravvivenza difficile anche per il cambiamento climatico, per una 48 ore che si chiude la domenica sera, permettendo il lunedì mattina alle 6.40 di essere a Termini e di non perdere, riposati, l’inizio della settimana lavorativa. Il 25 febbraio finisce la fase pilota, un test ampiamente superato che guarda già al prossimo step: “Il futuro dopo l’Espresso Cadore? Si riparte con la fuga dalla calura romana, ai primi di giugno”, annuncia Cantamessa. Ma si farà di più, “da da Milano verso la Costa Azzurra questa estate, superando la strozzatura stradale, poi prendendo carrozze anni 80 faremo carrozze panoramiche di cristallo, con anche il ritorno ai treni religiosi o per raggiungere le grandi manifestazioni e facendo viaggiare le scuole”. Ancora, “il Salento, Gallipoli, Nardò, Gargano, Leuca, ricongiungendo Roma con la più piccola stazione della rete”. O l’interno con l’Appennino.

L’Espresso Cadore dunque come capofila di una visione tutta al sostenibile e al ritorno del mito del viaggiare italiano. “L’essenza e’ riutilizzare ciò che abbiamo noi, prendendo 400 degli ultimi treni di costruzione nazionale e revampizzandoli. Unendo così la passione dei carrozzieri allo stile dell’Hotellerie”. E’ il grande ritorno del viaggio notturno, e non solo, tra scompartimenti Wagon Lits, cuccette in pieno comfort e la carrozza ristorante, per molti solo una reminiscenza e oggi una nuova eccellenza anch’essa in viaggio nell’enogastronomia nazionale.

Tutto grazie anche, ha ricordato Cantamessa, all’intuizione di un passeggero inglese che di fronte all’unicità del Viaggio in Italia invitava ad “abbassare il finestrino”, a rallentare, a tornare al tam tam delle rotaie. “Ad un’esperienza che affascina – chiosa l’AD di FS Treni Turistici Italiani – quella di un bambino che vede per la prima volta il treno. Ed è quella esperienza che vogliamo vendere, guardando al mercato nazionale così come al mercato estero, fino a creare una piattaforma di offerte ampia, dalle convenzioni con gli Hotel alle possibilità di pacchetti T.O.”. E pensando anche al turismo sportivo. “Pensiamo al mondo del ciclismo, o delle bici elettriche, aggiungendo carrozze che consentano di caricarle per i biker. O agli spostamenti nelle zone turistiche dei runner. Un progetto vasto, per il potenziamento stesso della rete ferroviaria”, aggiunge Alessandro Vannini Scatoli, Presidente FS Treni Turistici Italiani. Già oggi con l’Espresso Cadore l’accesso a bordo è consentito fino a 40 minuti prima della partenza, così da poter consegnare al personale dedicato i propri bagagli, comprese le eventuali attrezzature sportive, che saranno sistemate in un apposito vagone. I passeggeri possono scegliere di viaggiare usufruendo di cabine letto singole o doppie, che comprendono nel biglietto anche il servizio di cena e colazione, oppure di cuccette da 4 o 6 posti che possono essere riservate anche interamente per viaggi di gruppo. A disposizione dei viaggiatori, oltre alla vettura ristorante, il servizio bar (che resta aperto tutta la notte). FS Treni Turistici Italiani opera in sinergia con la Fondazione FS Italiane, che rimane quindi proprietaria di un parco di circa 500 veicoli storici e tutelati, e con le Direzioni di Business di Trenitalia – Alta Velocità, Intercity, Regionale – Busitalia e l’intero Polo Passeggeri del Gruppo FS. “La possibilità di arrivare in treno nella località di vacanza interpreta al meglio il nostro principio di mobilità sostenibile. Il treno Roma-Cortina realizza proprio l’obiettivo che ci prefiggiamo in Trenitalia e nel Gruppo FS: valorizzare le splendide mete turistiche di cui il nostro Paese è ricco, rendendole raggiungibili con spostamenti comodi e sostenibili. I nostri territori, con le loro eccellenze paesaggistiche, enogastronomiche, artistiche e artigiane, tornano al centro dell’industria ferroviaria, di nuovo protagonisti del viaggio e vicini alle esigenze dei passeggeri e delle famiglie”, è infine il commento ad askanews del Presidente Trenitalia, Stefano Cuzzilla.

Medio Oreitne, Tajani: siamo pronti per una missione navale Ue nel Mar Rosso

Medio Oreitne, Tajani: siamo pronti per una missione navale Ue nel Mar RossoBruxelles, 22 gen. (askanews) – “Stiamo proponendo, insieme alla Francia e alla Germania, una missione militare che possa garantire con forza e determinazione la sicurezza del traffico marittimo” nel Mar Rosso. “L’export rappresenta il 40% circa del nostro prodotto interno lordo, non possiamo permettere che a causa delle aggressioni dei ribelli Houthi sia minacciata una parte importante della nostra economia. La nostra Marina militare sta già agendo per difendere i nostri mercantili, ma serve una nuova missione europea”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani oggi a Bruxelles, parlando alla stampa a margine della riunione del Consiglio Affari esteri dell’Ue.

“Io mi auguro – ha continuato Tajani – che si possa già approvare definitivamente” la nuova missione “nel prossimo Consiglio Affari esteri, e dopo un sostanziale via libera nella riunione di oggi, per dare poi il tempo soprattutto ai tecnici della difesa di individuare i confini militari dell’operazione, le regole di ingaggio”. “Pensiamo – ha osservato – che questa operazione possa comprendere anche la missione di oggi nello Stretto di Hormuz, e però con regole di ingaggio diverse, più forti da un punto di vista militare, per tutelare il traffico marittimo. Nella nostra proposta rimarrebbe anche la missione Atlanta che la Spagna non vuole abbia altri compiti; quindi da Hormuz al Mar Rosso ci sarebbe una tutela dei mercantili con un sistema di difesa che a mio giudizio deve essere forte, quindi in grado di abbattere droni e missili lanciati dagli Houthi”. Quanto al coinvolgimento del Parlamento italiano, Tajani ha ricordato che l’assenso era già stato dato per la missione di Hormuz. “Per come stanno le cose non è obbligatorio; ma naturalmente noi informeremo il Parlamento, e io l’ho già informato delle nostre intenzioni in più di un’occasione durante i dibattiti che ci sono stati. Già dalla prossima mia presenza nell’Aula dirò quello che stiamo facendo, perché è giusto che sia informato il Parlamento. Ma la missione militare è già stata autorizzata: si tratta di un allargamento quella che è nello Stretto di Hormuz. L’Italia partecipa non con una nave, ma con militari che sono operativi nella sede del Comando”.

La nuova missione, quindi, “dovrà comprendere anche quella che è già in vigore nello Stretto di Hormuz, per garantire una sempre miglior difesa del traffico mercantile”. Rispetto alla possibilità che la missione comporti anche attacchi allo Yemen, da cui provengono gli attacchi Houthi, Tajani ha precisato: “La missione europea non credo preveda attacchi in territorio yemenita, perché non è mai successo; però ci sarà una protezione militare molto forte e determinata, e mi auguro con tutti gli strumenti necessari, per abbattere missili e droni, e naturalmente per colpire, se dovessero esserci attacchi via mare, tutti coloro che attaccano. Quindi una difesa rinforzata dei mercantili, per il momento senza partecipazione, perché in quel caso servirebbe un voto ulteriore del Parlamento”. (Non è chiaro cosa il ministro intendesse per ‘partecipazione’, ma il riferimento è probabilmente ad azioni offensive e non difensive, ndr). Comunque, ha detto ancora Tajani, “l’uso della forza verrà fatto per difendere i mercantili, cioè non sarà un semplice accompagnamento, come prevede oggi la missione che c’è a Hormuz. La nostra idea è quella che ci sia una difesa forte dei mercantili, quindi con l’abbattimento di qualsiasi arma che punti a colpire le navi che passano tra Suez e Hormuz”.

Il ministro ha poi sottolineato la necessità di sviluppare una vera politica di difesa comune come omunità europeastrumento essenziale della politica estera europea, e ha ricordato la proposta della Ced, la Comunità europea di Difesa proposta nel 1952, tra gli altri dal primo ministro italiano Alcide De Gasperi, e poi abortita 70 anni fa, nell’agosto del 1954, a causa della mancata ratifica del Parlamento francese. “Io credo – ha rilevato Tajani – che la nuova missione possa essere un passo in avanti attraverso una vera difesa europea. Non si può fare politica estera, non si può essere presenti nel mondo non si può essere presenti nel Medio Oriente, se non si ha una vera politica di difesa europea, strumento di politica estera. Quest’anno ricorre anche l’anniversario delle scelte che fece De Gasperi a favore della difesa unica europea; sono passati tanti anni, ma ahimè allora non se ne fece nulla per una decisione francese; ora è tempo, dopo molti anni, di procedere con determinazione”.

“E’ stato fatto qualche piccolo passo in avanti, ma non bastano piccoli passi in avanti: serve una vera difesa europea. E la missione nel Mar Rosso può essere un passo, diciamo così, considerevole in questa direzione. Per tutelare il traffico, per difendere la libertà”. “Ripeto – ha proseguito il ministro -, l’Italia è pronta a fare la sua parte, come è pronta a fare la sua parte qualora si dovesse decidere un mandato delle Nazioni Unite per una fase di transizione a Gaza dopo la la fine della guerra, con una presenza anche dei militari italiani, che potrebbero, sotto le bandiere delle Nazioni, Unite partecipare ad una fase temporanea con una presenza come quella dei nostri militari dell’Unifil in Libano”. A chi chiedeva, infine, se non vi sia il rischio che la missione nel Mar Rosso possa essere interpretata come un atto di aggressione militare, Tajani ha replicato: “E’ un intervento militare a difesa delle navi mercantili italiane. C’è un crollo nel traffico mercantile: noi siamo un paese esportatore, e abbiamo il dovere di difendere le nostre navi mercantili. Noi non facciamo la guerra a nessuno; però difendere le navi italiane, che sono territorio italiano, è un dovere della Repubblica e del governo”. “Lo stiamo facendo già – ha ricordato – con la missione Atlanta, e ci hanno ringraziato tantissimi armatori perché abbiamo garantito, attraverso la nostra Marina militare, che ringrazio, la sicurezza del traffico. Continueremo a farlo in una nuova missione militare europea, portatrice di libertà di navigazione”. “Noi non andiamo a fare la guerra a nessuno, ma non possiamo certamente accettare che mercantili italiani, che non hanno nulla a che vedere con la situazione a Gaza o nel Medio Oriente, possano essere colpiti da organizzazioni terroristiche quali sono i ribelli Houthi, che non possono lanciare missili e droni contro navi mercantili. Questo – ha concluso Tajani – è inaccettabile, è contro il diritto internazionale, e noi faremo di tutto, anche con la nostra Marina militare, per proteggere il traffico mercantile. Quindi nessuna azione di guerra, ma soltanto difesa del diritto internazionalmente riconosciuto di poter navigare”. (di Lorenzo Consoli)

Russia, anniversario Vysotskij: 85 anni di lotta contro propaganda

Russia, anniversario Vysotskij: 85 anni di lotta contro propagandaMilano, 22 gen. (askanews) – Non c’è solo un Vladimir in Russia. Venerato e ancora oggi ascoltato come uno dei pochi aneliti di libertà, il cantautore, attore, “poeta del magnetofono” e dissidente sovietico Vladimir Vysotskij avrebbe compiuto 85 anni il 25 gennaio. Premio Tenco nel 1993, considerato tra i più grandi cantautori del secondo dopoguerra, e marito di Marina Vlady, Vysotskij è stato in grado di incarnare e mettere in musica la ruggente anima russa ingabbiata dal regime sovietico, tra gli anni 60 e i 70, sino alla sua morte avvenuta nel 1980. E proprio le sue esequie a Mosca, taciute dalla stampa locale ma partecipatissime, dimostrano ancora oggi come funzionava – e forse funziona – la controcultura, all’epoca del samizdat e del magnetofono.

A ricordare oggi Vysotskij a Mosca è il prestigioso – ma di nicchia – Igor Butman Jazz Club che proprio questo giovedì ha in cartellone “le iconiche canzoni di Vysotskij sul nostro palco, eseguite da Alla Reed”. Per ora non si segnala altro di eclatante. Eppure, figlio di un ebreo russo, ufficiale dell’Armata Rossa, e di una interprete dal tedesco, Vysotskij con il suo mito è sopravvissuto non soltanto alla morte, ma anche ai ripetuti tentativi della propaganda di ucciderlo nuovamente. Tra gli ultimi il film russo “Vysotskij. Grazie per essere vivo” (2011), che pure avendo come sceneggiatore il figlio del bardo e poeta, è stato considerato ampiamente dalla critica come un insulto alla memoria dell’artista.

La sua canzone “Dal fronte non è più tornato” (“On ne vernulsja iz boja”) di cui esiste anche una versione in italiano relizzata da Eugenio Finardi, rappresenta ancora oggi quanto fosse diropente la natura delle sue creazioni e della sua denuncia, attuale come non mai. Boicottato dal regime di Brezhnev, Vysotskij mai approfittò del privilegio offerto dal matrimonio con la francese di origini russe Marina Vlady, celebrato senza marcia nuziale nel 70 e con gli sposi in dolcevita: il passaporto per viaggiare all’estero – ottenuto soltanto nel 1973 – non venne mai usato per fuggire oltre cortina, ma piuttosto per un viaggio in Europa a bordo di una Renault. Peraltro nel 1965 aveva già composto una canzone sui problemi che avrebbe potuto affrontare un cittadino sovietico che avesse deciso di viaggiare all’estero; cominciava con le parole: “Prima di andare all’estero / Compili un mucchio di moduli…”.

(di Cristina Giuliano)

Shoah, a Milano 65 iniziative per il Giorno della Memoria

Shoah, a Milano 65 iniziative per il Giorno della MemoriaMilano, 22 gen. (askanews) – Sono circa 65 gli eventi previsti dal palinsesto, presentato dal sindaco di Milano Giuseppe Sala insieme alla senatrice Liliana Segre, in programma a Milano in occasione del Giorno della Memoria, istituito in Italia nel 2000 e nel 2005 dalle Nazioni Unite per commemorare le vittime dello sterminio nazifascista. Si tratta di iniziative di diverso tipo, da incontri con studenti e studentesse a celebrazioni ufficiali, e diversi linguaggi comunicativi, dalla musica alla parola, dalle immagini ai documentari, fino alle instagram story, che si svolgeranno nell’arco delle due settimane che ruoteranno intorno al 27 gennaio, data simbolo della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz.

Un primo appuntamento sarà la posa di 26 nuove pietre di inciampo in memoria di uomini, donne, bambini e bambine milanesi morti nei campi di sterminio. Tra loro ebrei, oppositori politici, lavoratori e lavoratrici, intere famiglie. Le prime 13 pietre saranno posate dal Comune di Milano e dal “Comitato Pietre di inciampo” la mattina di giovedì 25 gennaio. Ulteriori 13 saranno collocate il 7 marzo, nella settimana in cui saranno ricordati gli scioperi iniziati nel 1944 a Milano e Torino e in altre città d’Italia contro la guerra che stava provando duramente la popolazione e per fermare la produzione bellica. Le storie di questi milanesi e di queste milanesi saranno raccontate, a beneficio delle giovani generazioni, in cinque podcast dal titolo “Voci silenziose”; la prima puntata sarà online sui canali dell’Istituto Europeo di Design e del Comitato il 27 gennaio. Il programma propone inoltre numerosi appuntamenti, il primo dei quali si svolgerà dalle ore 16.30 in Consiglio comunale che si riunirà per una seduta dedicata al linguaggio dell’odio. In Aula come relatori siederanno, tra gli altri, la senatrice a vita farmacologa e biologa Elena Cattaneo e il Country Director Meta Italia Luca Colombo.

Sabato 27 gennaio, l’Università Statale conferirà la laurea honoris causa in Scienze storiche alla senatrice a vita Liliana Segre. Nello stesso giorno il Comune di Milano renderà pubblica la geo-mappa della popolazione ebraica censita a Milano nel 1938, sulla base della documentazione contenuta nel Fondo Israeliti conservato presso la Cittadella degli Archivi. La mappa sarà consultabile per tutta la giornata del 27 gennaio. Si terrà invece venerdì 26 gennaio alle 9.30, all’ex Albergo Regina in via Silvio Pellico, alla presenza dell’assessore al Bilancio, Emmanuel Conte, la deposizione delle corone in memoria di partigiani, operai scioperanti, resistenti, ebrei torturati nel Comando generale nazista di Milano. A seguire, in Sala Alessi a Palazzo Marino, Aned, Anpi e Ucei incontreranno studentesse e studenti delle scuole milanesi. La mattina del 27 gennaio alle ore 10, al Monumento al Deportato al Parco Nord, avrà luogo l’ultima commemorazione. Alla Casa della Memoria i visitatori conosceranno la storia della “Menestrella del Lager”, la testimonianza inedita con disegni e filastrocche della partigiana Aura Pasa. Luogo simbolo e cardine della memoria cittadina, il Memoriale della Shoah in piazza Edmond Safra 1, il 27 gennaio sarà aperto tutto il giorno con visite gratuite. Oltre al luogo i visitatori potranno vedere ”After Images”, la mostra fotografica realizzata in collaborazione con il “Centro Primo Levi” di New York. Le immagini trasportano il visitatore al 3 agosto 1944, quando la storia della famiglia Einstein Mazzetti entra nella Grande Storia, e le vicende del popolo ebraico, dei gruppi valdesi, dei partigiani, si ritrovano in un piccolo angolo di Toscana. La visita è inclusa nel biglietto di ingresso al Memoriale.

Il 30 gennaio alle ore 18, nell’ottantesimo anniversario, si ricorderà il giorno in cui la senatrice Liliana Segre e il padre Alberto furono prelevati insieme ad altri milanesi dal carcere di San Vittore e nell’indifferenza di tanti trasferiti al binario 21 sotterraneo della Stazione Centrale per essere caricati sul treno che li avrebbe deportati ad Aushwitz. Al Giardino dei Giusti al Monte Stella, altro luogo importante della memoria di Milano, martedì 23 gennaio alle ore 16, partirà “comunità di memoria 2024”, il viaggio di oltre 300 studenti tra Cracovia e il campo di Auschwitz-Birkenau. Anche quest’anno Sea, in collaborazione con l’Associazione Figli della Shoah, organizza una mostra a Linate in area partenze. Il progetto espositivo “Stelle senza Cielo” sarà inaugurato mercoledì 24 gennaio, alle ore 14.30. È diviso in capitoli tematici e propone alcuni argomenti simbolici del mondo infantile drammaticamente perseguitato in tutte le comunità ebraiche d’Europa. Incontri musicali, culturali saranno infine organizzati da importanti realtà cittadine: dai Municipi, dai cinema, dal Teatro alla Scala e dal Conservatorio di Milano, dall’Accademia di Brera e dalla Cittadella degli Archivi.

Malore per Gigi Riva, in ospedale per accertamenti

Malore per Gigi Riva, in ospedale per accertamentiRoma, 22 gen. (askanews) – C’è apprensione per le condizioni di salute di Gigi Riva. Come raccontato dal quotidiano La Nuova Sardegna, nella giornata di sabato l’ex bomber si è sentito male improvvisamente nella sua casa a Cagliari. Riva è stato ricoverato all’ospedale Brotzu: adesso sta meglio e la situazione sembra sotto controllo. Riva, 80 anni, presidente onorario del Cagliari con il quale vinse lo scudetto nel 1970 sarà sottoposto prossimamente ad un piccolo intervento al cuore ed ha svolto già tutti i controlli preliminari.

UN Global Compact Network Italia: superato tetto 500 imprese aderenti

UN Global Compact Network Italia: superato tetto 500 imprese aderentiRoma, 22 gen. (askanews) – Continua a crescere il Network italiano del Global Compact delle Nazioni Unite. Nel 2023, la rete che rappresenta nel nostro Paese la più grande iniziativa di sostenibilità d’impresa al mondo ha superato per la prima volta le 500 realtà ed è composta oggi da 510 aziende. Tra le adesioni dell’anno appena concluso ci sono simboli del Made in Italy come Ferrari e TOD’s, sedi locali di gruppi internazionali come Leroy Merlin Italia e realtà del settore finanziario come Cassa Centrale Banca – Credito Cooperativo Italiano.

Negli 2023 sono stati 115 i nuovi aderenti business. Le piccole e medie imprese continuano a rappresentare la maggioranza degli aderenti con il 55% del totale, ma le grandi aziende sono passate lo scorso anno dal 35% al 45%. La partecipazione è dunque sempre più bilanciata, favorendo lo scambio e l’interazione tra realtà di diverse dimensioni, anche in una logica di filiera. Aumenta anche la diversificazione tra i vari settori merceologici che toccano comparti chiave dell’economia italiana e spaziano dall’energia alla moda, fino alla grande distribuzione e le utilities. “La crescita delle adesioni all’UN Global Compact conferma la consapevolezza sempre crescente del settore privato italiano sul ruolo positivo che può giocare a favore della sostenibilità, ha commentato Marco Frey, Presidente dell’UN Global Compact Network Italia. A dimostrarlo sono anche i numeri che emergono dalla ricerca Global Private Sector Stocktake, realizzata insieme ad Accenture e condotta su 2.800 aziende mondiali, di cui oltre 130 del nostro Paese. Lo studio evidenzia che l’82% delle aziende italiane ha modificato prodotti e servizi per allinearsi ad almeno un SDG: un dato superiore alla media globale, che invece si attesta al 78%. Per colmare il gap che abbiamo nei confronti degli obiettivi dell’Agenda 2030, occorre però che questo cambiamento si diffonda e intensifichi, grazie anche alla collaborazione con gli altri attori chiave (le istituzioni, la finanza, i consumatori)”, ha dichiarato Frey.

“Il 2024 sarà un anno cruciale nel percorso di avvicinamento agli obiettivi tracciati dall’Agenda 2030 e l’impegno della rete italiana dell’UN Global Compact si arricchirà con nuove aree prioritarie di intervento, come la trasformazione digitale”, ha dichiarato Daniela Bernacchi, Executive Director di UNGCN Italia. “Il Global Risk Report 2024, pubblicato in questi giorni dal World Economic Forum, colloca la disinformazione e la misinformazione al primo posto tra i rischi globali più gravi previsti nei prossimi due anni, anche a causa dei recenti sviluppi nel campo dell’intelligenza artificiale. Lo scorso dicembre, l’Unione Europea ha raggiunto un accordo provvisorio sul regolamento dell’AI e la priorità è garantire che i sistemi di intelligenza artificiale siano sicuri, trasparenti, tracciabili, non discriminatori e rispettosi dell’ambiente. Questi strumenti dovrebbero essere supervisionati da persone, per assicurare che restino sempre e solo un supporto dell’attività umana”, continua Bernacchi, e conclude: “Il nostro Network, coerentemente con altre evidenze emerse dal Report WEF su uno scenario di ampio periodo, mantiene anche nel 2024 un presidio importante sul tema dell’azione climatica da parte delle imprese, con specifico riferimento ad un impegno verso il Net-Zero”, ha concluso Bernacchi. Le organizzazioni che sono entrate a far parte del Network nel 2023 saranno al centro del tradizionale Welcome Meeting in programma domani, martedì 23 gennaio. Il webinar sarà l’occasione per illustrare gli aspetti rilevanti dell’iniziativa onusiana, approfondire la dimensione locale dell’UN Global Compact e presentare il programma delle attività che sarà implementato nel 2024.

All’incontro sono invitate anche le aziende non ancora aderenti, ma fortemente interessate a valutare un coinvolgimento nell’UN Global Compact.