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Tag: Sanremo 2023

Etichette vini, Federvini: bene la tempestiva risposta del Masaf

Etichette vini, Federvini: bene la tempestiva risposta del MasafMilano, 9 dic. (askanews) – “Esprimiamo soddisfazione per il significativo impegno del ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, nel procrastinare l’applicazione delle nuove norme comunitarie di etichettatura dei vini. Una risposta istituzionale tempestiva che dimostra la comprensione dell’impatto economico che la misura avrebbe prodotto e che riconosce l’impegno diligente delle imprese del comparto vitivinicolo italiano che da tempo avevano provveduto ad allinearsi alle richieste della Commissione europea”. Così la presidente di Federvini, Micaela Pallini, ha commentato il decreto del Masaf che autorizza l’impiego e l’esaurimento delle etichette già presenti a magazzino, di fronte al rischio di distruzione di centinaia di milioni di etichette già prodotte in seguito delle inattese modifiche apportate dalle linee guida della Commissione Europea.

Incendio all’ospedale di Tivoli: morti quattro anziani pazienti

Incendio all’ospedale di Tivoli: morti quattro anziani pazientiMilano, 9 dic. (askanews) – E’ di quattro morti il bilancio, non ancora definitivo, di un incendio scoppiato intorno alle 22.30 di ieri all’ospedale San Giovanni Evangelista di Tivoli (Roma).

Le vittime sono pazienti del nosocomio: si tratta di due donne di 84 e 86 anni e due uomini di 76 e 86 anni. Altri sarebbero rimasti intossicati. I vigili del fuoco hanno evacuato oltre 200 persone, tra personale sanitario e ricoverati che sono stati accolti in una palestra allestita con brandine di emergenza dalla Protezione civile comunale, in attesa che i pazienti vengano smistati in altri nosocomi della zona. Al momento non è ancora chiaro da dove siano partite le fiamme né la causa. La Procura della cittadina laziale ha aperto un fascicolo di indagine e il magistrato incaricato ha disposto immediatamente l’autopsia sui corpi delle vittime per definire esattamente le cause del decesso.

Toscanacci: Hendel, Goretti e Kaemmerle al Teatro di Fiesole

Toscanacci: Hendel, Goretti e Kaemmerle al Teatro di FiesoleRoma, 9 dic. (askanews) – Solo l’ironia salverà il mondo. Parola di Paolo Hendel, Riccardo Goretti e Andrea Kaemmerle, in scena martedì 12 dicembre al Teatro di Fiesole con l’esilarante spettacolo “Toscanacci”.

Un omaggio al ridere in salsa toscana che porta sullo stesso palco la gentile follia di uno strepitoso Paolo Hendel, la celebratissima nuova “diva” del teatro contemporaneo italiano Riccardo Goretti e Andrea Kaemmerle, accatastatore di emozioni improvvise in anima clownesca. Tra i tre artisti si è creato un legame tanto forte quanto misterioso, il loro linguaggio teatrale e il loro talento è così diverso che difficilmente si sarebbe potuto pronosticare questo miracolo di “Toscanacci”: evidentemente la gioia che i tre provano nel giocare con la follia del quotidiano, nasce dalla stessa pianta. “Toscanacci” è uno spettacolo che con leggerezza attraversa mondi e generazioni diverse. Una serata di pazzesca complicità e liberatoria voglia di dissacrare dubbi e paure della contemporaneità. Se poi l’ironia non bastasse a salvare il mondo, ne migliorerà comunque tanto lo stile della caduta.

Annual Balzan Lecture 2023 con Alessandra Buonanno il 18/12

Annual Balzan Lecture 2023 con Alessandra Buonanno il 18/12Roma, 9 dic. (askanews) – Alessandra Buonanno, Premio Balzan 2021 per Gravità: aspetti fisici e astrofisici, terrà al Civico Planetario di Milano ‘Ulrico Hoepli’, lunedì 18 dicembre, alle 18.30, la Annual Balzan Lecture 2023 dal titolo ‘Gravitational-Wave Astronomy: exploring the Dark Universe’.

La conferenza è organizzata dalla Fondazione Internazionale Balzan ‘Premio’ e dal Civico Planetario di Milano ‘Ulrico Hoepli’ con la collaborazione dell’Accademia Nazionale dei Lincei, delle Accademie svizzere delle scienze e del Comune di Milano. “Per secoli abbiamo esplorato l’Universo e scoperto nuove sorgenti e fenomeni astrofisici solo attraverso l’osservazione di onde elettromagnetiche (raggi gamma, raggi X, raggi ottici, raggi di luce). Nel 2015, abbiamo osservato la prima onda gravitazionale che attraversa la Terra prodotta dalla fusione di due buchi neri di massa stellare. Tale evento ci ha fornito una conferma della teoria generale della relatività di Albert Einstein e ha inaugurato l’era dell’astronomia a onde gravitazionali”, dichiara la professoressa Alessandra Buonanno.

“Da allora, sono state rilevate circa un centinaio di onde gravitazionali, tra cui il segnale gravitazionale prodotto dalla coalescenza di due stelle di neutroni, accompagnate da una pletora di controparti elettromagnetiche osservate da numerosi telescopi in tutto il mondo. In questo intervento, evidenzierò come questi nuovi messaggeri astronomici stiano già svelando proprietà distintive degli oggetti astrofisici più estremi dell’Universo, e discuterò il potenziale di scoperta dei futuri osservatori nello spazio e a terra, che apriranno una nuova banda di frequenza”, conclude Buonanno. (segue)

A Foggia pazienti e medici fianco a fianco per ‘dieta stop’

A Foggia pazienti e medici fianco a fianco per ‘dieta stop’Roma, 9 dic. (askanews) – Pazienti e medici, fianco a fianco, a tavola e in un convegno, per parlare di benessere psicofisico ed educazione alimentare. Foggia ospita il primo evento dedicato al mondo della salute e del benessere rivolto ai pazienti, che però incontreranno nutrizionisti, psicologi, cardiologi e ginecologi in un contesto elegante ed informale. È il ‘Vip Medical Party’, che si svolgerà a Masseria Pietrafitta, in provincia di Foggia, il 14 dicembre, ideato dalla dottoressa Stefania Gallucci, biologa nutrizionista, specializzata in dimagrimento rapido e localizzato e autrice del libro “Dieta Stop”.

“Una nuova formula che vuole avvicinare il paziente ad alcune tematiche importanti quali i disturbi dell’alimentazione, la fame nervosa, la relazione fra mente e corpo per il benessere dell’individuo nella società . Credo molto nella collaborazione fra professionisti quando si parla di educazione alimentare”, spiega Gallucci. Il format prevede due momenti ben distinti: una tavola rotonda con ospiti del settore medical ed intitolato ‘Come il mangiar bene influisce sulla sfera personale, psicologica e sociale dell’individuo’. Successivamente l’apericena di gala in cui pazienti e medici potranno degustare un menu pensato dallo chef della struttura ospitante e dalla stessa Stefania Gallucci.

L’intento è quello di avvicinare quante più persone possibili all’idea di corretta alimentazione e non al concetto di dieta come privazione. Alla tavola rotonda, in programma alle 18.30 partecipano oltre alla dr.ssa Gallucci sul tema della nutrizione come arma di prevenzione primaria nelle patologie metaboliche, anche Simona Padalino (psicologa e psiconcologa): ‘Cortisolo e stress, come migliorare la nostra risposta agli stressor nell’era moderna’; Mariangela Candia (ginecologa): ‘Le nuove frontiere della fertilità’; Floriana Bianco (cardiologa): ‘La carta del rischio cardiovascolare’; Carmen Mancini (psicologa e psicoterapeuta): I ‘Disturbi della memoria, combattiamoli a Tavola’.

Alle 19.30 spazio ai casi clinici: i protagonisti di storie di successo si raccontano a cuore aperto sull’importanza della sana alimentazione.

Vaticano, alle 17 acceso l’albero di Natale a piazza San Pietro

Vaticano, alle 17 acceso l’albero di Natale a piazza San PietroRoma, 9 dic. (askanews) – Sarà acceso oggi alle 17, durante una cerimonia in piazza San Pietro, l’albero di Natale che il Comune di Macra e la Regione Piemonte hanno donato al Vaticano e a Papa Francesco. A guidare la delegazione piemontese il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, assieme all’assessore all’Agricoltura, Marco Protopapa, accompagnati dal sindaco di Macra, Valerio Carsetti, dal presidente della Provincia di Cuneo, Luca Robaldo, e da numerosi amministratori locali e cittadini della Valle Maira da cui l’albero è partito lo scorso 21 novembre. In mattinata, la delegazione parteciperà all’udienza papale in Sala Paolo VI.

“E’ una grande emozione e un onore che l’albero di piazza San Pietro in Vaticano sia il dono di Macra, il piccolo Comune della Val Maira e del Piemonte. E’ un viaggio iniziato otto anni fa, quando il Comune, che voglio ringraziare, ha avanzato la richiesta al Vaticano di poter donare l’albero di Natale. E’ la prima volta in assoluto che l’albero di piazza San Pietro viene donato dal Piemonte: con orgoglio vogliamo dare al mondo un messaggio di speranza e di pace, e valorizzare le nostre montagne, che sono una meraviglia della natura e ospitano comunità che fanno della sostenibilità e della cura del territorio la propria regola di vita”, ha dichiarato Cirio. “Da otto anni aspettiamo questo momento straordinario per la nostra comunità di soli 48 abitanti, che è tutta raccolta intorno a questo evento. Richiamare l’attenzione sui piccoli borghi di montagna è fondamentale per il loro rilancio, perché le nostre comunità sono simbolo di sostenibilità, di tutela e conservazione delle terre alte”, ha aggiunto Carsetti.

(segue)

Draghi alla guida dell’Ue? Fonti francesi: Macron ci pensa

Draghi alla guida dell’Ue? Fonti francesi: Macron ci pensaRoma, 9 dic. (askanews) – “La stima di Macron per Draghi non è un segreto”, dicono fonti dell’entourage del presidente francese a La Repubblica, che oggi rilancia: “Macron sta pensando a lui per la Commissione o per la presidenza del Consiglio”. Le indiscrezioni di stampa secondo cui il presidente francese vorrebbe promuovere la candidatura di Mario Draghi come presidente della Commissione europea sono entrate nel dibattito politico, e non solo in Italia.

Secondo La Repubblica, che ha citato fonti diplomatiche a Parigi e Bruxelles, Macron avrebbe contattato informalmente il cancelliere tedesco Olaf Scholz sull’argomento e ci sarebbe anche il sostegno del presidente americano Joe Biden. L’Eliseo ieri si è fermato ad un ‘no comment’. E fonti vicine all’ex capo della Banca centrale ed ex presidente del Consiglio europeo hanno fatto sapere che Draghi non è interessato alla carica. La precisazione di Draghi può apparire come una posizione attendista, osserva oggi la fonte vicina a Macron citata da La Repubblica. “Non fa mai un passo avanti, ma lascia che le cose vadano avanti”.

Nello scenario tracciato, che nella visione francese potrebbe servire a un rilancio dell’Ue in un momento molto delicato e complesso, l’attuale presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, il cui mandato scade l’anno prossimo, potrebbe diventare segretario generale della Nato.

Benevento, l’11 dicembre celebrazioni 150mo Museo del Sannio

Benevento, l’11 dicembre celebrazioni 150mo Museo del SannioRoma, 9 dic. (askanews) – “E’ una Celebrazione del 150° della fondazione del Museo del Sannio ed, insieme, una celebrazione di alcune delle eccellenze del territorio sannita”. E’ quanto dichiarato dal presidente della Provincia di Benevento, Nino Lombardi, presentando il programma predisposto per ricordare la decisione adottata nella seconda metà del sec. XIX dal Consiglio Provinciale di istituire il Museo del Sannio, polo culturale della rete museale della Provincia,

Per la serata dell’11 dicembre prossimi, ha dichiarato Lombardi, è stato fissato l’evento che, a partire dalle 18.30, presso il Teatro Comunale “Vittorio Emanuele” avvia le celebrazioni della nascita del Museo con un Concerto del Conservatorio “Nicola Sala” di Benevento e la susseguente Serata d’onore a partire dalle 20.30 presso lo stesso Museo del Sannio con l’intervento degli Allievi del Liceo Musicale “Guacci” e dell’Istituto Alberghiero di Benevento. Lombardi ha inteso celebrare con queste iniziative ed altre ancora in corso di definizione la nascita del Museo del Sannio, primo polo culturale successivamente arricchitasi con altri (la Biblioteca Provinciale, il Museo Arcos, la Chiesa di Sant’Ilario a Port’Aurea etc.), con le sue testimonianze artistiche, archeologiche, culturali di tremila anni; ma anche pagine di storia locale, realizzate grazie agli insigni Direttori che si sono alternati presso lo stesso Istituto, compreso il prof. Marcello Rotili che è il responsabile delle Celebrazioni. Infine Lombardi ha voluto anche pensare al futuro stesso del territorio portando sul proscenio delle Celebrazioni gli Allievi di tre importanti Istituzioni che formano al meglio le energie del futuro del territorio.

(segue)

M.O., Usa bloccano risoluzione Onu per cessate fuoco, Hamas: disumano

M.O., Usa bloccano risoluzione Onu per cessate fuoco, Hamas: disumanoRoma, 9 dic. (askanews) – Gli Stati Uniti hanno bloccato con il veto la risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu che chiedeva un “cessate il fuoco umanitario a Gaza”, definendo “catastrofica” la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza. Il segretario generale Antonio Guterres ha tentato di fare pressione perchè si arrivasse ad un accordo sull’interruzione dei combattimenti, appoggiato da diversi Paesi arabi e, irritualmente, da una richiesta dell’organizzazione estremista palestinese Hamas, ma l’amministrazione americana ha ritenuto che non ci può essere una cessate il fuoco prima della conclusione delle operazioni militari israeliane.

Il testo presentato dagli Emirati chiedeva anche la protezione dei civili, il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi ancora detenuti da Hamas. Alla fine ha ottenuto 13 voti a favore, gli Usa hanno posto il veto e il Regno Unito si è astenuto. Hamas ha condannato il veto americano, definito “non etico e disumano”. Secondo Ezzat El-Reshiq, membro dell’ufficio politico del gruppo fondamentalista, riportato da Haaretz, “l’ostruzione degli Stati Uniti a una risoluzione per il cessate il fuoco è una partecipazione diretta all’occupazione nell’uccidere il nostro popolo e nel commettere ulteriori massacri e pulizia etnica”.

Mercoledì Guterres ha invocato per la prima volta nel suo mandato l’articolo 99 della Carta delle Nazioni Unite in base a cui il segretario generale può portare all’attenzione del Consiglio di Sicurezza qualsiasi vicenda che, a suo avviso, possa minacciare la pace e della sicurezza internazionale.

Ue verso l’accordo sul Patto di stabilità, ma anche passi indietro

Ue verso l’accordo sul Patto di stabilità, ma anche passi indietroBruxelles, 9 dic. (askanews) – Il potenziale accordo che si prospetta per le nuove regole per i bilanci nazionali previste dalla revisione del Patto di stabilità dell’Ue, dopo i negoziati al Consiglio Ecofin di ieri e di giovedì, comporta una serie di complicazioni, di passi indietro e di nuove rigidità rispetto alla proposta inziale della Commissione, anche se ne mantiene in gran parte gli elementi nuovi più importanti. L’accordo dovrebbe essere concluso dopo il Consiglio europeo i capi di Stato e di governo della settimana prossima, dal quale ci si attende un impulso positivo per superare gli ultimi scogli, in modo che possa essere convocato un Consiglio Ecofin straordinario tra il 18 e il 21 dicembre, per l’approvazione formale da parte dei ministri delle Finanze, che poi dovranno comunque negoziare anche il testo finale con il Parlamento europeo.

La proposta originaria della Commissione era incentrata su due pilastri principali, riguardanti i percorsi di aggiustamento di bilancio per i paesi che non rispettano le due soglie previste dal Trattato di Maastricht: il 60% per il debito/Pil e il 3% per il deficit/Pil. Nel primo caso, quello del debito eccessivo, veniva indicato un percorso di aggiustamento ‘su misura’, individualizzato per ciascuno Stato membro, con tempi più lunghi e più realistici per le correzioni: quattro anni, con la possibilità di proroga a sette anni per ammortizzare i costi delle riforme e degli investimenti raccomandati dall’Ue (transizione verde e digitale, innovazione, difesa). Il percorso di aggiustamento (‘traiettoria tecnica’), è determinato tenendo conto di un’analisi della sostenibilità del debito, e originariamente si basava su un ‘singolo indicatore operativo’, basato sulla ‘spesa primaria netta’, che non prende in considerazione la spesa per gli interessi, la parte controciclica degli stabilizzatori automatici (come i sussidi di disoccupazione o la cassa integrazione in tempi di crisi), le spese che non dipendono dai governi, e la spesa nei programmi e progetti comunitari che sono co-finanziati dagli Stati membri.

La proposta originaria prevedeva semplicemente di tenere sotto stretto controllo la spesa primaria netta, senza definire una riduzione quantitativa annuale del debito/Pil uguale per tutti, ma tale da assicurare che, alla fine del periodo previsto dal piano di aggiustamento, il livello del debito pubblico fosse inferiore a quello iniziale, e avviato su un percorso stabile di riduzione. Il secondo punto della proposta della Commissione riguardava la regola del deficit: per i paesi con un rapporto deficit/Pil oltre il 3% è previsto uno sforzo strutturale annuale di bilancio pari almeno allo 0,5% del Pil per ridurre il disavanzo.

In questa semplificazione estrema delle regole attuali non venivano più considerati né il cosiddetto ‘Obiettivo di bilancio di medio termine’ (Mto), che per i paesi più indebitati esigeva di portare il deficit ben sotto la soglia del 3%, con target tra lo zero e l’1%, né una serie di fattori su cui erano basati i percorsi di aggiustamento del vecchio Patto di stabilità: il ‘saldo strutturale di bilancio’, la ‘crescita potenziale’ e il cosiddetto ‘output gap’, tutte ‘grandezze difficilmente osservabili’ (come le aveva definite lo stesso vicepresidente esecutivo della Commissione, Valdis Dombrovskis) che rendevano complicatissimo e in parte anche arbitrario il giudizio della Commissione sulle eventuali ‘deviazioni significative’ da parte degli Stati membri. Oltretutto, negli anni delle politiche di austerità si è dimostrato che la riduzione del deficit a tappe forzate non determina necessariamente una riduzione del debito/Pil (come pretendeva tutto l’impianto del vecchio Patto di stabilità, di ispirazione tedesco-nordica), ma, al contrario, può incrementarlo, perché deprime gli investimenti pubblici e quindi la crescita.

Il negoziato tra gli Stati membri ha vanificato in buona parte questa semplificazione, e riproposto proprio quel legame di causa effetto tra riduzione del deficit e riduzione del debito/Pil che non ha funzionato, anche se in questo caso si riconosce la necessità di preservare gli investimenti pubblici almeno in alcuni settori. La Germania, sostenuta da Olanda, Austria e Paesi nordici, è riuscita a ottenere l’inserimento di una serie di ‘salvaguardie’ nel nuovo quadro di regole: i paesi con un debito/Pil superiore al 90% (come l’Italia) dovranno ridurlo di almeno un punto percentuale all’anno, e dovranno inoltre continuare il proprio percorso di riduzione del deficit/Pil anche dopo che avranno raggiunto il 3%, puntando a portare il disavanzo all’1,5%, per mantenere un ‘cuscinetto’ (‘common resilience margin’) che permetta un margine di bilancio per gli investimenti e le riforme. In altre parole, invece della ‘golden rule’ che chiedeva l’Italia, ovvero lo ‘scorporo’ della spesa per determinati investimenti dal calcolo del deficit (ai fini del rispetto della regola del 3%), si dovrà tagliare ulteriormente la spesa pubblica per finanziare gli investimenti restando comunque sotto la soglia del 3%. Le ‘salvaguardie’ sono un po’ meno rigorose per i paesi con un debito/Pil tra il 60 e il 90 per cento, che dovranno puntare a ridurre il deficit fino al 2%, e quindi con un ‘margine di resilienza’ dell’1%; per questi Stati membri sarà richiesta poi una riduzione del debito pari ad almeno mezzo punto percentuale di Pil. Sostanzialmente, il vecchio ‘Obiettivo di medio termine’, che era stato messo fuori dalla porta, rientra dalla finestra, anche se meno rigoroso (deficit tra l’1 e il 2 per cento invece che tra lo zero e l’1 per cento). Inoltre, per tutti gli Stati membri in procedura di deficit eccessivo viene aggiunto anche un obbligo di ‘miglioramento annuale del bilancio strutturale primario’ pari allo 0,3% nei percorsi di aggiustamento di quattro anni, che sarà ridotto allo 0,2% in caso di prolungamento del percorso a sette anni. Nel negoziato che si è svolto innanzitutto tra la Francia e la Germania, il ministro francese Bruno Le Maire ha accettato tutto questo, sperando di ricevere in cambio almeno una riduzione dello sforzo strutturale per la riduzione del disavanzo, richiesta ai paesi sotto procedura per deficit eccessivo, che escludesse la spesa per gli investimenti e le riforme. Ma si è scontrato con l’irremovibilità del collega tedesco, Christian Lindner, che alla fine si è mostrato disponibile a prendere in considerazione, come fattore mitigante, solo l’aumento della spesa per gli interessi sul debito contratto per finanziare gli investimenti e le riforme, e solo temporaneamente, per gli anni 2025, 2026 e 2027. In questi tre anni, questo compromesso sulla ‘flessibilità’ (che comunque deve ancora essere accettato formalmente dalla Germania e dagli altri paesi ‘frugali’, Austria, Finlandia, Svezia, Olanda e Danimarca) dovrebbe permettere di diminuire di qualche decimo di punto percentuale (per il Francia si calcola lo 0,2%) la correzione annuale di 0,5 punti percentuali di Pil prevista per i paesi con deficit superiore al 3%. L’Italia ha sostenuto questa proposta di compromesso; tuttavia, il ministro Giancarlo Giorgetti, parlando ieri ai giornalisti a Bruxelles, ha puntualizzato che si tratta solo di ‘un passo nella giusta direzione’, ma ‘non è l’accordo’, per il quale d’altra parte manca ancora il consenso della Germania e di altri paesi. Inoltre, Giorgetti ha fatto capire chiaramente che, ‘non abbiamo raggiunto il risultato’, perché così come si profilano le nuove regole non sarebbero pienamente in linea con ‘le ambizioni’ e con ‘le finalità strategiche che l’Europa si è data in termini di sicurezza e in termini di transizione digitale ed energetica e ambientale. Queste finalità politiche – ha ricordato – richiedono delle regole di bilancio coerenti per poterle finanziare, altrimenti rimangono dei nobili principi, auspici, ma senza possibilità concreta di traduzione. Quindi le regole di bilancio – ha sottolineato – sono un mezzo per realizzare questi fini, e non un fine esse stesse’. Da questo punto di vista, ha aggiunto Giorgetti, se al Consiglio europeo di giovedì e venerdì prossimi ‘i capi di governo decidono che bisogna difendere i valori di libertà dell’Occidente, i ministri delle Finanze devono dargli le risorse per poter svolgere questo ruolo; se i capi di governo mi dicono che bisogna affrontare la sfida della transizione energetica, allora bisogna mettere centinaia di milioni di euro, come fanno gli Stati Uniti per raggiungere quella finalità, e io come ministro delle finanze devo mettere a disposizione queste risorse’. Il ministro, infine, ha indicato che ‘dal punto di vista italiano, se l’accordo trovato in una fase transitoria diventasse definitivo sarebbe, diciamo così, logico e coerente con le aspirazioni europee’. Durante la conferenza stampa di ieri al termine dell’Ecofin, il vicepresidente esecutivo della Commissione, Valdis Dombrovskis, ha sottolineato: ‘Abbiamo compiuto notevoli progressi e un accordo è sicuramente a portata di mano. Sono abbastanza fiducioso – ha continuato – che riusciremo a portare a termine questo lavoro nei prossimi giorni e ad arrivare a un accordo, come previsto, entro la fine dell’anno, sotto la presidenza spagnola’ di turno del Consiglio Ue’. ‘È un momento essenziale – ha rilevato Dombrovskis -, date le importanti sfide economiche e di bilancio che dobbiamo affrontare. Dobbiamo preservare la sostenibilità delle finanze pubbliche e sostenere la crescita sostenibile. Da questo punto di vista, il passaggio al nuovo quadro di bilancio è essenziale, e penso che le proposte di riforma della Commissione contengano gli elementi giusti per raggiungere tali obiettivi’, in particolare, ‘la differenziazione basata sul rischio’ per i percorsi di aggiustamento di ciascuno Stato membro, e poi ‘la semplificazione, e gli incentivi agli investimenti e alle riforme’. ‘Pertanto – ha aggiunto -, è importante che l’accordo finale che sarà raggiunto dal Consiglio, e poi alla fine del processo legislativo anche dal Parlamento europeo, mantenga i parametri fondamentali di questo nuovo quadro’. Rispondendo ai giornalisti, Dombrovskis ha poi osservato: ‘Ovviamente alla Commissione non avevamo nulla contro il fatto che gli Stati membri prendessero le nostre proposte e le approvassero’ senza ulteriori modifiche. ‘Ma sappiamo che le realtà politiche sono difficili. Abbiamo avuto mesi di negoziati tra gli Stati membri e ancora dovremo negoziare con il Parlamento europeo. Stiamo ora finalizzando il lavoro con gli Stati membri’. Questa che c’è sul tavolo ‘è una proposta di compromesso. Introduce alcuni elementi aggiuntivi in termini di salvaguardia rispetto alla proposta della Commissione. Ma abbiamo fatto simulazioni e valutazioni, e – ha sottolineato -l’applicazione delle salvaguardie non stravolge la logica della proposta della Commissione’. Dombrovskis ha riconosciuto che ‘certi elementi e specificità che sono stati aggiunti rendono in effetti questa proposta meno semplice: non raggiunge tutte le semplificazioni che la Commissione aveva inizialmente prospettato, perché gli stati membri volevano riflettere le specificità di situazioni nazionali di cui tenere conto. Ciò non di meno, pensiamo che la direzione principale, il nucleo centrale nella proposta della Commissione siano preservati’. A un giornalista che chiedeva se con questa riforma le nuove regole saranno più o meno rigorose delle vecchie, e se si potranno conseguire gli obiettivi che erano stati indicati di preservare gli investimenti, e di avere regole più chiare ed effettivamente applicabili, che i cittadini possano capire, il vicepresidente esecutivo della Commissione ha replicato: ‘E’ facile rispondere: il nuovo sistema e meno rigoroso del sistema attuale; ad esempio, non c’è più la regola riguardante la riduzione del debito/Pil di un ventesimo’ annuale dell’eccedenza rispetto alla soglia del 60%; ‘ma anche, al di là di questo, stiamo discutendo di alcuni aggiustamenti e flessibilità nel ‘braccio correttivo’, mentre nel ‘braccio preventivo’ ci stiamo allontanando dal requisito dell’Obiettivo di medio termine più rigoroso, che nelle regole attuali esige un deficit/Pil tra lo zero e l’uno per cento’. Insomma, ‘ci stiamo muovendo verso un sistema meno esigente rispetto a quello attuale’. E questo vale ‘anche per le salvaguardie riguardo al deficit, che stiamo ancora discutendo come calibrare esattamente, ma direi che anche qui ci avviamo a dei requisiti meno rigorosi rispetto a quelli attuali’, ha concluso Dombrovskis. (di Lorenzo Consoli)