Eicma: 2030 brand e 700 espositori, 67% provenienti dall’esteroMilano, 7 nov. (askanews) – Oltre 2030 brand presenti, 700 espositori diretti, di cui il 67% proveniente dall’estero in rappresentanza di quarantacinque Paesi. Più del 30% sono imprese che espongono per la prima volta, otto i padiglioni occupati, due in più rispetto al 2022. E poi decine di migliaia di operatori del settore da 120 differenti nazioni e giornalisti, content creator, professionisti della comunicazione di oltre sessanta diverse nazionalità. Sono questi i numeri dell’Edizione numero 80 di Eicma, l’Esposizione internazionale delle due ruote, che torna nel quartiere espositivo di Fiera Milano a Rho da oggi fino a domenica 12 novembre.
“Dati da olimpiade, un’olimpiade della passione e della mobilità su due ruote che, a differenza dei giochi olimpici, si celebra ogni anno”, ha commentato il presidente di Eicma, Pietro Meda durante l’evento inaugurale alla presenza del ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini. “Due terzi degli espositori presenti a Eicma arrivano dall’estero e questo deve essere un motivo di vanto, non di preoccupazione. L’industria italiana non teme rivali, se punta sulla qualità”, ha detto Salvini che ha annunciato anche investimenti sui guardrail per renderli sicuri anche per le moto.
Una storia lunga 109 anni e un’evoluzione da fiera a un evento espositivo unico, Eicma ha nella ricca offerta di contenuti e nella duplice natura b2c e b2d i suoi valori più importanti. Dopo la due giorni dedicata ai media e al business, da giovedì 9 a 12 novembre Eicma aprirà al grande pubblico con un fitto palinsesto di contenuti. Tra le novità di quest’anno l’area Yum, uno spazio espositivo interamente dedicato alla mobilità urbana con la conferma dell’area test per le e-bike e l’Eicma Esports Arena, che debutta in fiera portando per la prima volta il mondo dal gaming nelle kermesse meneghina. Nell’area esterna MotoLive invece, il pubblico potrà assistere a spettacoli, esibizioni di stuntmen, gare di motocross e run di Freestyle e Trial Acrobatico ed effettuare test ride di moto.
Giappone, salari reali -2,4 per cento a settembreRoma, 7 nov. (askanews) – La situazione di elevati prezzi al consumo persiste in Giappone e, a settembre di quest’anno, il salario reale medio per lavoratore è diminuito del 2,4% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, segnando un trend negativo continuato per 18 mesi consecutivi. Lo segnala l’Indagine mensile sul lavoro del Ministero della Salute, del Lavoro e del Welfare nipponico, basata su 30mila luoghi di lavoro con almeno cinque dipendenti.
L’importo totale delle retribuzioni in contanti, che include lo stipendio base e gli straordinari, è risultato essere in media di 279,304 yen (1,737 euro), +1,2% rispetto a settembre dell’anno precedente, continuando un trend positivo che contiunua da 21 mesi consecutivi. Tuttavia, a causa dell’aumento dei prezzi al consumo, il salario reale ha continuato a registrare una tendenza negativa. “Sebbene i salari stiano aumentando a seguito dei negoziati salariali di primavera e di altri fattori, la situazione di elevati prezzi al consumo persiste e i salari reali continuano a diminuire. A partire da ottobre, il salario minimo è stato aumentato in tutto il paese, quindi vogliamo monitorare attentamente come questo e la situazione dei prezzi al consumo influenzeranno i salari reali”, afferma il rappoeto.
Il capo di gabinetto del governo, che funge anche da portavoce dell’esecutivo, Hirokazu Matsuno ha dichiarato in una conferenza stampa: “L’aumento dei salari non sta tenendo il passo con l’alta inflazione, e il consumo mostra una mancanza di vigore. Nelle misure economiche complessive, includeremo azioni multi-livello come l’estensione delle misure di mitigazione per le fluttuazioni estreme dei prezzi di carburanti, elettricità e gas; creeremo un ambiente favorevole all’incremento dei salari e, come misura temporanea e mirata, eseguiremo una riduzione forfettaria dell’imposta sul reddito e dell’imposta comunale personale. Vorremmo presentare rapidamente il disegno di legge del bilancio correttivo al parlamento, perseguire l’adozione rapida e metterci tutto l’impegno per l’attuazione”.
Premio europeo imprese femminili 2023 a Romina NicolettiRoma, 7 nov. (askanews) – Il Premio europeo per le imprese femminili 2023 risalta e dà voce alle analisi elaboratore dall’Osservatorio per l’imprenditoria femminile di Unioncamere e InfoCamere, che quest’anno evidenzia l’importanza dell’imprenditoria al femminile nel mostrare maggiore attenzione al welfare e al benessere aziendale, con una convinta attenzione alla sostenibilità ambientale e sociale dei processi economici.
La premiazione si terrà il 25 novembre presso l’Università degli Studi di Pavia. Una tematica sociale, occupazionale ed economica da tempo al centro delle politiche europee e italiane. A fine 2022 le imprese femminili italiane registrate risultano essere 1.337mila, il 22,21% del totale. Una particolare attenzione è dedicata alle donne imprenditrici promotrici di sinergie, proposte innovative e casi di successo nell’export e nella promozione di prodotti e servizi Made in Italy. Tra le premiate di quest’anno figura l’imprenditrice Romina Nicoletti, Ceo e fondatore di M.Ro Business Cooperation and Innovation Company, che fornisce consulenza strategica alle organizzazioni d’impresa e alle stesse imprese, elaborando e pianificando degli obiettivi per le strategie commerciali e nel coinvolgere gli stakeholder delle politiche pubbliche nella realizzazione degli obiettivi strategici comuni.
Romina Nicoletti ha sviluppato un grande lavoro nel processo di internazionalizzazione dell’impresa, con particolare attenzione alle PMI femminili, nel facilitare l’accesso di tali imprese ai mercati esteri. La figura di Nicoletti è nota per il suo ruolo come Capo Delegazione per l’Italia per il Florida International Trade and Cultural Expo (FITCE) dove quest’anno hanno partecipato 70 Nazioni. Nicoletti ha portato aziende di tutti i settori e realizzato il primo Country Pavillion della storia del FITCE facendo diventare il format ITALIAN DELEGATION MADE ITALY un evento internazionale annuale finalizzato alla promozione delle aziende italiane sul mercato Usa e americano. Romina Nicoletti rappresenta un esempio di eccellenza imprenditoriale al femminile nella creazione di ponti tra Italia, Usa e Sudafrica e nella diffusione, tutela e implementazione degli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
Infine, l’imprenditrice è anche Chair per l’Africa del movimento Stati Generali delle Donne, aiutando le donne del continente africano a trovare il proprio percorso di rinascita ed emancipazione sociale ed economica. Dall’analisi di queste storie emerge che le imprese femminili non solo non si sono arrese di fronte alle difficoltà ma dimostrano più forza e più resilienza, attivando anche azioni di filiera verso l’internazionalizzazione. Sempre più donne scelgono di mettere sul mercato le proprie competenze ed il proprio talento aprendo attività in alcuni settori che ancora sono a prevalente presenza maschile.
Unionfood: su IV gamma urge tavolo al Masaf con gdo, settore in sofferenzaMilano, 7 nov. (askanews) – Un tavolo al ministero dell’Agricoltura sulla filiera della IV gamma, il comparto che comprende verdura, ortaggi e frutta freschi conservati in sacchetti pronti all’uso, a cui sieda anche la grande distribuzione. L’obiettivo: “valorizzare una filiera corta e stressata” che oggi “sta soffrendo”. A chiederlo è il direttore generale di Unione italiana food, Mario Piccialuti, in occasione di un’iniziativa del gruppo IV gamma presso lo stabilimento di Ortoromi a Borgoricco, nel Padovano. Una richiesta che lo stesso Piccialuti ha detto di portare avanti ormai da due anni ma che si fa ancora più urgente alla luce degli ultimi dati del comparto: al 30 settembre infatti il fatturato è sceso a 850 milioni di euro, con una perdita che se a a valore è stata dello 0,8%, a volume ha toccato un -5,6% rispetto allo stesso periodo del 2022.
“Chiediamo al governo di metterci intorno a un tavolo”, ha detto spiegando che “si tratta di “un tavolo simile a quello convocato dal Masaf di recente sulla filiera grano-pasta. Riguarda esclusivamente una filiera, in questo caso la IV gamma, ma per quanto ci riguarda deve comprendere anche l’ultimo anello e quindi le rappresentanze della distribuzione”. Il motivo è lo stesso Piccialuti, in rappresentanza del gruppo IV gamma di Unionfood, a chiarirlo: “La grande distribuzione ci deve essere non solo perché ha una quota di mercato e quindi ha un suo interesse attraverso il marchio privato, ma anche perché c’è una gestione di un prodotto deperibile che nelle ultime fasi è affidata proprio a loro”. Oggi la grande distribuzione, attraverso la propria private label, copre il 70% del mercato dei prodotti di IV gamma che ha chiuso il 2022 con un fatturato che ha sfiorato il miliardo. Ed è proprio lei che deve garantire il mantenimento della catena del freddo nelle fasi di commercializzazione, catena del freddo che l’industria raccomanda di rispettare fino al momento del consumo. Oggi, come ha detto Piccialuti, il comparto della IV gamma sta soffrendo. Da una parte l’inflazione e la conseguente erosione del potere d’acquisto delle famiglie che penalizza un prodotto ad alto contenuto di servizio con un prezzo medio che è più alto del corrispondente prodotti di prima gamma, frutta e verdura fresca sfusa. Ma “c’è anche una pressione enorme sul valore della filiera: il rovescio di avere una filiera cortissima come questa è la pressione esercitata sia dall’agricoltura che dalla gdo. Non esiste settore stressato dalla programmazione degli ordini come la IV gamma”. Per l’industria questa difficoltà è in parte imputabile proprio al ruolo della grande distribuzione, forte della sua posizione dominante sul mercato. “Ci sono catene che entro sera ci mandano un pre-ordine con un margine di sicurezza dell’80% sugli ordini e per noi è molto importante – ha detto Cristiano Detratti, ad di Ortoromi azienda associata al gruppo IV Gamma di Unionfood – ma ci sono catene che alle 11 del mattino, ma anche prima di mezzogiorno non hanno mandato gli ordinativi e questo è un problema per noi che abbiamo un importante apporto del lavoro dell’uomo”.
In questa fase di “sofferenza” del comparto, il gruppo IV gamma di Unionfood arriverà al tavolo governativo con una proposta di aggiornamento della della legge 77 del 2011 e della normativa prevista dal decreto ministeriale 3746 del 2014. “Vorremmo portare una proposta di miglioramento, anzi di vero e proprio aggiornamento della legislazione vigente sulla IV gamma”, ci ha spiegato precisando subito che “l’aggiornamento normativo che vogliamo proporre al ministero non fa sconti alla sicurezza e alla qualità, anzi tutti coloro che non si adeguano possono essere tagliati fuori perchè l’obiettivo principale è portare a vantaggio del consumatore tutti gli investimenti in sicurezza e qualità fatti dalle aziende”. Nel dettaglio, la richiesta principale riguarda la vita a scaffale dei prodotti. “Vorremmo che si portasse da sei a otto giorni la shelf life di questi prodotti in modo da ridurre lo spreco alimentare – ha detto – ma ci sono richieste che riguardano anche il processo di lavorazione, come la fase di lavaggio, temi che riguardano il tempo di lavorazione, le temperature di conservazione”. C’è poi un ulteriore punto che sembra di mera nomenclatura ma che nasconde una delle principali innovazioni che negli ultimi anni sta attraversando il settore, quella delle colture idroponiche. “Si sono sviluppate nuove tecniche come l’idroponica, il vertical farming che prevedono una produzione in ambiente chiuso e protetto, senza o poco uso di acqua – ha affermato Piccialuti – quel prodotto per sua natura non viene lavato in vasca come avviene nella IV gamma tradizionale per cui paradossalmente non posso immetterlo sul mercato perchè tecnicamente i prodotti di IV gamma sono lavati e pronti all’uso. Quiindi c’è bisogno di un aggiornamento terminologico che se non avvenisse taglierebbe fuori tutto il vertical farming”.
CDP lancia Archipelagos, percorso sviluppo per oltre 1.000 PMI africaneRoma, 7 nov. (askanews) – Una piattaforma digitale in grado di avvicinare giovani imprenditori e Piccole e Medie Imprese (PMI) africane al mercato dei capitali, sfruttando la collaborazione con le borse locali per fare formazione e creare nuove reti di collaborazione. In aggiunta, strumenti finanziari innovativi specificamente dedicati a supportare la crescita delle PMI target del programma di formazione. Questi gli elementi chiave del programma pluriennale di cooperazione internazionale “Archipelagos”, sviluppato da Cassa Depositi e Prestiti, in collaborazione con Boston Consulting Group, l’Università Cattolica del Sacro Cuore e le Borse valori africane, nell’ambito dell’European External Investment Plan, il piano della Commissione Europea che punta a mobilitare investimenti privati a sostegno dello sviluppo dell’Africa.
Oltre 1.000 imprese operanti in Africa potranno essere selezionate per accedere al programma Archipelagos, strutturato intorno a tre aree principali: formazione, tutoraggio e networking. Il progetto si sviluppa principalmente attraverso una piattaforma digitale che ha una duplice funzione: da un lato, mettere a disposizione degli utenti selezionati un vasto catalogo di corsi online con percorsi di apprendimento differenziati in base alle specifiche esigenze e allo stadio di sviluppo delle imprese beneficiarie; dall’altro offrire ai partecipanti l’opportunità di accedere ad un network di aziende, in particolare PMI, e investitori avvalendosi della Piattaforma Business Matching di CDP, ideata appositamente per favorire e potenziare le relazioni economico-commerciali tra imprese. Il programma prevede, in una prima fase, attività di capacity building attraverso formazione e coaching con l’obiettivo di rafforzare le competenze finanziarie, industriali e operative delle PMI africane; le imprese che risulteranno pronte ad accedere ai mercati dei capitali avranno inoltre la possibilità di usufruire di forme di finanziamento innovative che beneficeranno di un pricing agevolato grazie alle garanzie messe a disposizione dalla Commissione Europea. Nella prima fase pilota il progetto sarà lanciato in Marocco, Costa d’Avorio e Sud Africa, per poi estendersi progressivamente agli altri Stati del continente africano. “L’avvio del programma Archipelagos rappresenta un ulteriore, fondamentale passo nella nostra missione di sostenere la crescita del tessuto imprenditoriale africano”. Ha dichiarato Paolo Lombardo, Direttore Cooperazione Internazionale per lo Sviluppo di CDP, durante l’evento digitale “Italy meets Africa” ospitato sulla Piattaforma CDP Business Matching. “Lo sviluppo del settore privato è fondamentale per favorire una crescita duratura e inclusiva in Africa. CDP ha posto il continente africano al centro della propria strategia di cooperazione internazionale allo sviluppo e vuole essere parte attiva in questo processo, offrendo soluzioni innovative che combinano supporto finanziario e sostegno alla creazione e diffusione di competenze. Per farlo, collaboriamo con gli stakeholder locali, in uno spirito di arricchimento reciproco, per promuovere una crescita del settore privato africano a prova di futuro”.
Vino, Lunghi: BolognaFiere punta a consolidare la Slow Wine FairMilano, 7 nov. (askanews) – “Noi puntiamo a consolidare la Slow Wine Fair, che in due sole edizioni si è ritagliata un preciso spazio nel calendario delle fiere europee del vino. Numerosi buyer esteri hanno già confermato la loro presenza nel 2024 per arricchire le proprie carte dei vini. Con il supporto di diversi partner, da Ice alle Camere di Commercio, fino alla nostra rete di agenti esteri, stiamo raccogliendo molte candidature di operatori del Centro-Nord Europa, dove il vino sostenibile è sempre più richiesto, meglio ancora se biologico o biodinamico”. Lo ha detto Domenico Lunghi, direttore Manifestazioni dirette di BolognaFiere intervenuto a Milano alla presentazione della Slow Wine Fair, la fiera internazionale del vino “buono, pulito e giusto”, che si terrà a BolognaFiere dal 25 al 27 febbraio 2024 con la direzione artistica di Slow Food.
“Tutti i partecipanti alla Slow Wine Fair potranno fissare incontri one-to-one con possibili partner commerciali grazie alla nostra piattaforma digitale” ha proseguito Lunghi, spiegando che “in Italia, in sinergia con Confcommercio Ascom, Fipe e con FederBio, stiamo promuovendo la manifestazione fra quelle che BolognaFiere rivolge al mondo dell’HoReCa”. “Da quest’anno, accanto a Marca (per la GDO), BolognaFiere schiera Sana, la mostra mercato di Federazione dei vignaioli indipendenti (Fivi) e, appunto, la Slow Wine Fair, riuscendo a proporre in soli sei mesi, caso unico in Italia, un palinsesto articolato in ben quattro appuntamenti innovativi, diversi tra loro e capaci di richiamare i maggiori player del ‘food and beverage’”. L’anno scorso gli ingressi erano stati oltre 10mila con una forte presenza di operatori del settore, tra cui alcune centinaia di buyer provenienti dall’estero, anche grazie al lavoro di scouting degli operatori esteri grazie alla collaborazione con Ice e le agenzie specializzate Faye Cardwell (Baviera, Germania), Danitacom (Danimarca) e Strive International Consulting Ltd. Anche nell’edizione 2024 è prevista la partecipazione di un ampio e variegato mondo horeca, impreziosito dal coinvolgimento della rete di ristoratori amici di Slow Food. Spazio anche per importatori e distributori nazionali, “i cui cataloghi rispecchiano la selezione presente all’evento”. Infine una sezione della Slow Wine Fair è dedicata a imprese che grazie a macchinari, attrezzature e tecnologie innovative contribuiscono al rinnovamento del sistema agricolo e permettono ai vignaioli di adottare metodi di produzione sostenibili e rispettosi dell’ambiente.
”Un suolo sano per un vino sano” al centro della Slow Wine Fair 2024Milano, 7 nov. (askanews) – E’ stata presentata a Milano la terza edizione della Slow Wine Fair, la fiera internazionale del vino “buono, pulito e giusto”, che si terrà a BolognaFiere dal 25 al 27 febbraio 2024. Da oggi, sul sito della manifestazione è possibile prenotare le prime masterclass in programma, registrarsi alle conferenze online, accedere alla lista delle prime 400 Cantine già selezionate nel catalogo della fiera e candidare il proprio locale del cuore per il Premio “Carta Vini Terroir” e “Spirito Slow.
Organizzata da BolognaFiere e Salone internazionale del biologico e del naturale (Sana), con la direzione artistica di Slow Food, questa tre giorni punta a superare le 800 Cantine, con un occhio di riguardo a chi produce in biologico e in biodinamico, dopo le 750 provenienti una ventina di Paesi che hanno partecipato all’edizione 2023. La selezione degli espositori è iniziata sette mesi prima dell’evento con una commissione di esperti italiani ed esteri. Ai produttori provenienti da Austria, Francia, Germania e Spagna, quest’anno si affiancheranno anche vignaioli e vignaiole provenienti da Argentina, Cile, Georgia, Turchia, Australia e Cina. “Dopo due edizioni di grande successo possiamo sbilanciarci dicendo che la Slow Wine Fair sta prendendo corpo come l’evento del vino più identitario del panorama fieristico nazionale e non solo” ha affermato il coordinatore della Slow Wine Coalition, Giancarlo Gariglio, sottolineando che “questo è dovuto ad un preciso lavoro sui contenuti, per puntare su una viticoltura in grado di rivoluzionare il sistema agricolo e che presenti il vino al mondo come realmente è: un prodotto della pigiatura dell’uva che, se coltivata in modo virtuoso e seguendo pratiche agronomiche attente a preservare la salute del suolo e la sua vitalità, può contribuire a migliorare la salute del pianeta e a creare un sistema economico e sociale più giusto, rivitalizzando il tessuto dei borghi collinari che rischiano l’abbandono e lo spopolamento”. “In più la selezione delle Cantine, che aderiscono al Manifesto del Vino buono, pulito e giusto, e l’assaggio sistematico delle loro bottiglie per poter partecipare alla fiera consente di offrire ai buyer e al settore HoReCa, oltre che agli appassionati, un’offerta omogenea e di altissimo profilo che non ha pari” ha continuato Gariglio, ricordando che “le decine di occasioni di assaggio con le masterclass e gli incontri in programma nelle Arene offrono una possibilità di approfondire i temi più scottanti del mondo del vino”.
Al centro della terza edizione di Slow Wine Fair vi è il tema della fertilità del suolo e la sua importanza dal punto di vista agricolo ma non solo. “Grazie alla vita nel suolo, ogni vino rappresenta al meglio il significato della parola terroir: in quei primi 30 centimetri di terra si conserva il 30% di tutta la biodiversità terrestre, un universo di simbiosi e interrelazione tra microrganismi, funghi e radici che consente alle viti di esprimere aromi specifici esclusivi” ha ricordato il vicepresidente di Slow Food Italia, Federico Varazi, spiegando che “il 70% dei suoli europei è si trova in cattiva salute a causa delle attuali pratiche di gestione, dell’inquinamento, dell’urbanizzazione e degli effetti del cambiamento climatico”. “Anche pratiche agricole senza criterio e monocolture intensive hanno accelerato il fenomeno del degrado e dell’erosione quando, invece, il ruolo naturale dell’agricoltura dovrebbe essere quello di restituire al terreno ricchezza e fertilità biologica” ha aggiunto, evidenziando che “il diritto per tutti ad un suolo sano per un vino sano, un suolo sano da coltivare, da abitare e da vivere: lo dobbiamo ai tanti produttori in ginocchio per l’ennesima alluvione, oggi in Toscana, ieri in Emilia-Romagna e lo scorso anno nelle Marche”. Anche nel 2024 torna il premio “Carta Vini Terroir” e “Spirito Slow”, nato dalla collaborazione tra Slow Food e la Milano Wine Week. Il premio è assegnato da appassionati e professionisti a enoteche, ristoranti, osterie, bistrot, pizzerie che valorizzano i vini di una delle categorie territoriali o tematiche in concorso. Dodici quelle protagoniste dell’edizione 2024: otto riguardano le migliori selezioni territoriali, dall’Amarone alla Champagne, passando per Etna, Carso, Romagna, Rodano, Jura e Portogallo. Quattro sono invece tematiche: i vini provenienti da vitigni autoctoni, quelli certificati biologici o biodinamici, quelli che spiccano per il rapporto qualità-prezzo e la migliore selezione di vini italiani buoni, puliti e giusti all’estero. Da oggi al 15 gennaio 2024 è possibile segnalare la propria carta dei vini preferita.
Alla tre giorni di febbraio 2024 ci sarà anche spazio per gli amari, con la Fiera dell’Amaro d’Italia, e per gli spirits. New entry a Slow Wine Fair la partnership con Demeter Italia, l’associazione di produttori e trasformatori dell’agricoltura biodinamica. Una collaborazione che si inserisce in un più ampio progetto che vedrà Demeter a fianco di Slow Food Italia in più occasioni nel 2024, anno in cui celebra il centenario dell’agricoltura biodinamica.
Vino, barolo Damilano il migliore d’Italia nella guida SucklingRoma, 7 nov. (askanews) – “Uno dei più grandi Cannubi di sempre”. Così il critico James Suckling, co-autore insieme a Luciano Ferraro della classifica della guida ‘I 100 migliori vini e vignaioli d’Italia’ in edicola da oggi, ha definito il Barolo Docg Riserva Cannubi ‘1752’, assegnando il massimo riconoscimento all’annata 2016, l’ultima in commercio.
“Siamo estremamente onorati dello straordinario riconoscimento per il nostro Barolo Docg Riserva Cannubi ‘1752’ 2016. Abbiamo avuto il coraggio di puntare all’eccellenza, di sognare. Ci siamo costantemente impegnati nella produzione di vini che fossero l’espressione più autentica delle colline delle nostre Langhe e della tradizione enologica della nostra famiglia. E, al culmine del nostro lavoro, dell’impegno di tutto il nostro team, il 2016 di Riserva Cannubi ‘1752’ ci ha permesso di raggiungere questo traguardo”, sostiene Paolo Damilano. L’annata 2016 è stata una tra le migliori dell’ultimo decennio, con temperature miti e scarse precipitazioni a inizio stagione. Il freddo della primavera ha provocato un ritardo delle fasi fenologiche di circa dieci giorni rispetto all’annata 2015. Le giornate di bel tempo di agosto e settembre, alternate a temperature più miti con escursioni termiche, hanno assicurato la formazione di sostanze polifenoliche e aromatiche. Le uve a bacca rossa, raccolte nella seconda settimana di ottobre, hanno garantito vini strutturati, eleganti, profumati, complessi e netti all’olfatto, adatti ad un lungo invecchiamento. “È così potente e strutturato con tannini tonici e muscolosi che percorrono tutta la lunghezza del vino. Struttura classica. Corposo ma deciso e intenso. Aromi di sottobosco, funghi freschi, tartufo e cedro. Anche di fiori secchi. Ha bisogno di almeno otto anni per ammorbidirsi. Lasciare in cantina. Invecchiato cinque anni in botte e due in bottiglia. Da provare dopo il 2030”, così lo definisce Suckling. Il prestigio delle uve è determinato dal tipo di suolo: è l’unica zona, nell’intero comprensorio della produzione del Barolo, dove sono compresenti terreni caratterizzati da marne di S. Agata fossili con residui di arenarie di Diano, appartenenti a ere geologiche diverse. La presenza di sabbia fine conferisce ai vini profumi intensi, con spiccate note fruttate di ciliegia e prugna e di evoluzione come tabacco, rosa e viola. L’alcalinità e il calcio regalano un tocco finale di eleganza, al pari dell’argilla e del calcare. Le dotazioni in limo e argilla con microelementi, potassio e magnesio conferiscono colore intenso e vivo, oltre a concentrazioni polifenoliche elevate. Tutti questi elementi garantiscono al Barolo una qualità esclusiva e uno stile raffinato.
Nasce Haiki+, il polo tecnologico per la gestione dei rifiutiMilano, 7 nov. (askanews) – Nasce Haiki+, il nuovoecosistema integrato per la gestione dei rifiuti nato dall’unione di quattro realtà già attive nel sistema dell’economia circolare: HaikiRecycling, Haiki Mines, Haiki Cobat e Haiki Electrics. Haiki+ – presentato oggi ad Ecomondo, la fiera per la transizione ecologica più importante di Italia – è il one-stop shop dell’economia circolare in grado di gestire la raccolta, il trattamento e la valorizzazione di grandi quantità di rifiuti a 360 gradi e su tutto il territorio nazionale, contribuendo in maniera concreta e incisiva al processo di transizione ecologica del nostro territorio.
“Haiki+ è uno dei più grandi player di eccellenza nel sistema dell’economia circolare che, grazie alle competenze delle quattro anime che lo costituiscono e al valore integrato dei servizi offerti, mira non solo alla corretta gestione dei materiali di scarto ma vuole essere una guida nel processo di transizione ecologica del nostro Paese – ha commentato Nicola Colucci, presidente di Haiki+ -. Il processo di transizione ecologica richiede un approccio circolare e sostenibile della gestione dei rifiuti. Per fare la differenza è necessaria l’esperienza di chi conosce il settore da anni e può trasformare ciò che viene percepito come un dovere e uno scarto in risorsa e concrete opportunità di business: questa è Haiki+”. Il gruppo, attivo nel settore da più di 30 anni, concretizzerà nel corso del prossimo biennio una serie di progetti inseriti in un percorso di innovazione settoriale che fa del recupero delle materie prime non solo un fattore chiave nella lotta contro la crisi climatica ed ecologica ma anche un elemento di competitività sul mercato. In quest’ottica si inserisce Cyclus, la nuova rete certificata di autodemolitori costituita da Haiki Cobat, nata perpromuovere la circolarità del comparto automotive, gestendo in trasparenza e sicurezza il fine vita delle vetture fuori uso e al tempo stesso favorendo il recupero di materie prime preziose. Missione che diventa ancora più urgente alla luce della proposta del nuovo Regolamento europeo sull’End of Life Vehicle.
Nell’ambito del settore delle batterie invece, Haiki+ sta sviluppando l’Innovative and Sustainable Plant for BatteriersRecycling, il nuovo impianto di recupero di pile, batterie e accumulatori e per lo stoccaggio di rifiuti che sorgerà nel 2024 a Pollutri, con l’obiettivo di rispondere alla crescente domanda di batterie destinata ad aumentare a livello globale di 14 volte entro il 2030. Inoltre, grazie alla collaborazione tra la start up 9-Tech, e al finanziamento Pnrr ottenuto con Veritas, Haiki Mines darà vita ad un eco-distretto circolare in grado di gestire mila tonn. annue di pannelli fotovoltaici per recuperare l’87% dei materiali con elevata purezza, impiegabili poi come materia prima seconda, fra cui il silicio (critical raw material).
”Neverland”, a 70 anni dal classico Disney a Roma la mostra di AjnosRoma, 7 nov. (askanews) – Dal 22 novembre al 14 gennaio a Roma “Neverland”, la mostra di Ajnos ispirata al magico mondo di Peter Pan alla galleria SpazioCima. L’esposizione, a cura di Roberta Cima e con il testo critico di Antonio E.M. Giordano, è a settant’anni dal debutto cinematografico italiano del classico dell’animazione Disney, “Le avventure di Peter Pan” (16 dicembre 1953), e alla vigilia del centenario del “Peter Pan”, diretto da Herbert Brenon (1924), entrambi i film basati sull’opera teatrale “Peter e Wendy” di J. M. Barrie.
Circa 20 le opere in mostra (a ingresso libero), principalmente con tecnica olio e collage su tela. L’artista ha attinto al repertorio letterario e cinematografico del magico universo ruotante attorno al personaggio del bambino Peter, che fugge dal tempo e dalle responsabilità del diventare adulti. “La mostra si ispira alla figura di Peter Pan, l’eterno bambino, che scappa dal tempo e dalle responsabilità del diventare adulti – ha dichiarato Ajnos – è un viaggio nel tempo sospeso di Peter in un luogo metafisico, uno spazio che ognuno di noi conserva dentro di se, che troppo spesso però dimentica. Peter è cristallizzato in quel particolare momento della giovinezza in cui germoglia il desiderio di evasione dalla famiglia. È completamente proteso verso la libertà. In lui abitano spensieratezza e turbamento e questo avvicendarsi degli opposti non risparmia nessuno dei personaggi sull’isola che non c’è”.
“Di primo acchito le venti tele sembrerebbero ritrarre Peter, Wendy, la fata Campanellino, Capitan Uncino, il Coccodrillo ‘Tic – tac’ (che minaccia la vita di Uncino), i bambini perduti sull’Isola che non c’è, mascherati da procioni o da volpe, Spugna il pirata (con la mappa del tesoro), la polvere di fata (per volare nell’oscurità blu della notte), ‘Giglio tigrato’ (principessa pellerossa) – ha spiegato Antonio E.M. Giordano nel suo testo critico – a un esame più attento invece capiamo che Ajnos non rappresenta i reali personaggi del racconto di Barrie bensì bambini non ancora adolescenti, intenti a giocare o a sognare di farlo, indossando i costumi dei protagonisti di Neverland. Sono sorpresi a giocare al ‘tempo che non esiste’ con i vecchi giochi dimenticati in soffitta o in cantina dalle loro mamme e papà. Ciascuno di essi è immerso in un ‘non luogo’ nel proprio spazio isolato e non si incontrano mai (ad eccezione dei bambini perduti gemelli, da considerare come un singolo)”. Sonja Fersini, in arte Ajnos, è nata a Zurigo, ma vive e lavora nel Salento. Dopo aver intrapreso la professione di visagista e truccatrice, sviluppando una forte sensibilità ed empatia nei confronti del femminile, con particolare attenzione al volto, ha iniziato a lavorare sul processo contrario in pittura, enfatizzando proprio questi aspetti. Asimmetrie, imperfezioni, lineamenti affilati, occhi giganteschi, languidi e tormentati sono diventati tratti somatici comuni nei volti delle sue donne-bambine. Negli ultimi anni la sua esplorazione artistica si sta muovendo nel mondo dell’infanzia alla scoperta del legame ancestrale tra la vita reale e le fiabe.