”Zucchero – Sugar Fornaciari”, il docu-film nelle sale il 23-24-25Roma, 21 ott. (askanews) – Il 23-24-25 ottobre Zucchero arriva per la prima volta al cinema con il film documentario “Zucchero – Sugar Fornaciari”, presentato oggi in anteprima alla Festa del Cinema di Roma.
Il film documentario, con la regia di Valentina Zanella e Giangiacomo De Stefano, racconta lo straordinario artista attraverso le sue parole e quelle di colleghi e amici come Bono, Sting, Brian May, Paul Young, Andrea Bocelli, Salmo, Francesco Guccini, Francesco De Gregori, Roberto Baggio, Jack Savoretti, Don Was, Randy Jackson e Corrado Rustici. Un viaggio dell’anima che, grazie a immagini provenienti dagli archivi privati di Zucchero e dal “World Wild Tour”, il suo ultimo e trionfale tour mondiale, va oltre il ritratto di un musicista di successo arrivando fin dentro i dubbi e le fragilità dell’uomo. “Zucchero – Sugar Fornaciari” è una produzione K+, in collaborazione con Adler Entertainment e Ela Film, ed è distribuito da Adler Entertainment. In collaborazione con Zucchero & Fornaciari Music S.r.l. e Regione Emilia-Romagna attraverso Emilia-Romagna Film Commission. RTL 102.5 è la radio ufficiale del film documentario.
Dopo aver incantato oltre 1 milione di spettatori con il suo ultimo tour in Italia e in tutto il mondo e con i due straordinari concerti alla RCF Arena (Campovolo) di Reggio Emilia di fronte a 60 mila spettatori, Zucchero si prepara a tornare nel 2024 con tutta la sua energia e la sua straordinaria band negli stadi italiani con “Overdose D’Amore World Tour”: 27 giugno allo Stadio Dall’Ara di Bologna; 30 giugno allo Stadio Franco Scoglio di Messina; 4 luglio allo Stadio San Siro di Milano.
Meloni festeggia un anno governo, migranti ed economia centro agendaRoma, 21 ott. (askanews) – A un anno esatto dall’insediamento, Fratelli d’Italia celebra domenica il primo ‘compleanno’ del governo di Giorgia Meloni, l”underdog’ (sua definizione) divenuta la prima donna al timone di Palazzo Chigi.
‘L’Italia vincente. Un anno di risultati. Come il governo Meloni sta facendo ripartire la Nazione’ è l’iniziativa organizzata dai gruppi parlamentari di Fdi: al centro degli appuntamenti quello al teatro Brancaccio di Roma, che culminerà con l’intervento della presidente del Consiglio, previsto per le 10.30, trasmesso in videocollegamento nelle sedi delle iniziative regionali. L’intervento sarà preceduto, a partire dalle 9, da una tavola rotonda alla quale parteciperanno il il copresidente del gruppo Ecr al Parlamento europeo, Nicola Procaccini, il vice presidente della Camera, Fabio Rampelli, il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, e il Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida. Economia e migranti sono stati i due punti al centro dell’agenda della premier, condizionata dalla guerra in Ucraina e dalle sue conseguenze (a partire dall’inflazione e dai problemi di approvvigionamento energetico) e – da pochi giorni – dalla crisi in Medio Oriente.
In economia la prima manovra del governo è stata in sostanziale continuità (visti i tempi strettissimi) con il governo Draghi. Subito dopo, però, Meloni ha smantellato le misure ‘bandiera’ del M5s, il reddito di cittadinanza e il superbonus, accusato di essere un ‘fardello’ da 130 miliardi sui conti pubblici. I provvedimenti contro il caro energia (costati circa 22 miliardi) e per il sostegno al reddito hanno occupato gran parte delle risorse dispobili. Anche nella manovra da 24 miliardi appena varata, la priorità è stata la conferma per un anno del taglio del cuneo fiscale per i redditi più bassi e gli interventi sulle pensioni. Per quanto riguarda la riforma fiscale, il governo ha dovuto fare i conti con la scarsità di risorse. Nella legge di bilancio è previsto un primo passo, con l’estensione dell’aliquota del 23% dal primo al secondo scaglione. Un miliardo di euro è stato destinato alla famiglia e alla natalità, con fondi per gli asili nido e la de-contribuzione per le madri lavoratrici con due o più figli. Strettamente legata alla politica economica è l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ereditato dal precedente esecutivo. Meloni ha affidato la gestione del dossier al ministro Raffaele Fitto e varato una riorganizzazione della governance, decidendo in sostanza un ‘accentramento’ della guida a Palazzo Chigi, dove è stata insediata una cabina di regia che si riunisce periodicamente. Il cambio in corsa ha causato inizialmente qualche ritardo, sommato alla necessità di rivedere alcune parti del Pnrr a causa del mutato contesto internazionale (prezzi dell’energia, inflazione). Attualmente sono state incassate le prime tre rate e sono in corso le interlocuzioni con Bruxelles per ottenere la quarta, da 16,5 mld, entro la fine dell’anno.
Sui migranti, l’avvio dell’esecutivo è stato segnato dalla tragedia di Cutro, dove nella notte tra il 25 e il 26 febbraio un barchino partito dalla Turchia è affondato. Nel naufragio hanno perso la vita oltre 90 persone, anche donne e bambini. Dopo molte polemiche (per alcune dichiarazioni del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi) e qualche tentennamento, Meloni ha riunito il 9 marzo nella cittadina calabrese il Consiglio dei ministri, varando il cosiddetto decreto Cutro, che tra le altre misure prevedeva norme più dure nei confronti dei trafficanti di esseri umani, con l’obiettivo di perseguirli in tutto il ‘globo terracqueo’. Per il resto il cuore dell’azione di Meloni sul tema è stato un pressing sull’Europa per un intervento condiviso e coordinato in due direzioni: da un lato il contrasto all’immigrazione clandestina, con la ‘difesa dei confini esterni’, dall’altro un nuovo rapporto con l’Africa, per una collaborazione ‘da pari a pari e non predatoria’. Un principio che sarà inserito nel ‘Piano Mattei’ che dovrebbe essere presentato all’inizio del prossimo anno e che ha come ‘modello’ il Memorandum con la Tunisia, ancora in via di attuazione non senza resistenze a Bruxelles ma anche nella stessa Tunisi. Il 17 settembre scorso Meloni è poi arrivata a Lampedusa con la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, che ha annunciato un piano in 10 punti per il contrasto all’immigrazione clandestina. Un progetto positivo per la premier, che però ora deve lavorare con i partner per renderlo ‘concreto e operativo’. In Europa l’arrivo di Meloni è stato visto con curiosità. Oltre allo stretto rapporto con i ‘compagni’ conservatori Mateusz Morawiecki, premier della Polonia, e Viktor Orban, primo ministro ungherese, Meloni ha trovato un inaspettato alleato nell’olandese Mark Rutte. Sia Morawiecki che Rutte, però, a breve non saranno più membri del Consiglio. Altalenante il rapporto con Emmanuel Macron, con cui ha avuto più di una frizione, in particolare sulla vicenda delle Ong impegnate nel salvataggio di migranti. Uno scontro che, sia in pubblico che in privato, ha avuto toni anche accesi. La ricomposizione è stata poi trovata, anche grazie alla ‘mediazione’ del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e in questa fase il presidente francese sta sostenendo l’iniziativa italiana sui migranti. Sempre sulle Ong, nelle ultime settimane, Meloni ha avuto contrasti con il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Alla fine tra i due la ‘tregua’ è stata raggiunta a Granada. Nella città spagnola, a margine della Comunità politica europea, Meloni ha lanciato insieme al premier britannico Rishi Sunak un nuovo formato ‘aperto’ con l’obiettivo di unire Paesi (tra gli altri l’Albania di Edi Rama) europei ma anche al di fuori dall’Unione. Il nuovo Patto di stabilità sarà un banco di prova decisivo per verificare la capacità della premier di creare alleanze con gli altri Paesi Ue.
In questo primo anno Meloni ha anche viaggiato molto, con un occhio particolare al bacino del Mediterraneo, sia sulla sponda europea che su quella africana. Dopo il debutto in un vertice internazionale alla Cop27 di Sharm el Sheik, la premier ha partecipato al G7 di Hiroshima e ai G20 di Bali e Nuova Delhi. Due volte negli Stati Uniti (a Washington per incontrare Joe Biden alla Casa Bianca e a New York per l’assemblea generale dell’Onu) e una volta a Kiev, ha poi dedicato grande attenzione all’Africa, con due missioni in Tunisia, il viaggio in Algeria, la recente visita lampo di Mozambico e Congo. Grande attenzione anche ad Est, con viaggi in Polonia, Albania (di cui sostiene l’adesione all’Ue), Lituania, Lettonia, Ungheria. A breve dovrebbe partecipare alla Cop28 di Dubai mentre un territorio – dal punto di vista inesplorato – è il Sud America, dove potrebbe recarsi nel 2024. Di oggi la doppia tappa in un giorno al Cairo e a Tel Aviv, per sostenere Israele ma allo stesso tempo cercare di arrivare a una de-escalation della crisi. Sulla sicurezza il governo in carica aveva debuttato dedicando il primo decreto alle norme contro i rave party, seguito a breve da un decreto con una stretta su migranti e Ong. Altre norme restrittive erano contenute nel decreto Cutro, che prevedeva tra l’altro la possibilità di trattenere nei Cpr i richiedenti asilo. Una norma ‘smontata’ (tra grandi polemiche) dal Tribunale di Catania. Una stretta sulla sicurezza è arrivata con il decreto Caivano, che prevede tra le altre cose il daspo urbano anche per i quattordicenni, un inasprimento delle pene per il porto abusivo di armi, pene per i genitori per l’abbandono scolastico dei figli. A Caivano l’esecutivo lavora però anche a un progetto di rigenerazione urbana, puntando a farne un modello di recupero di aree degradate. Tra le altre cose Meloni, nell’ultimo anno, si è dovuta occupare anche dell’alluvione in Emilia-Romagna e dei suoi strascichi polemici con le amministrazioni locali e in particolare con il governatore Stefano Bonaccini. Alla fine la gestione dell’emergenza e della ricostruzione è stata affidata al generale Francesco Paolo Figliuolo, già ‘sperimentato’ come commissario per l’emergenza pandemica. Per quanto riguarda quello che ancora c’è da fare, Meloni ha annunciato che il 2024 sarà ‘l’anno delle riforme’. Tra quelle in cantiere, che vorrebbe portare a compimento, ci sono l’Autonomia differenziata (l’iter parlamentare è in corso) e la riforma costituzionale, con l’elezione diretta del presidente del Consiglio e il rafforzamento dell’esecutivo. Il modello preferito dalla premier è sempre stato il presidenzialismo, su cui però è difficile trovare un largo consenso. Dunque la strada dovrebbe essere quella del premierato. Altra riforma importante in ballo è quella della giustizia, a cui lavora il ministro Carlo Nordio. Per Meloni leader politico, invece, l’appuntamento è quello delle Europee, in una tripla veste. Come presidente del Consiglio sarà un test rilevante per l’esecutivo dopo un anno e mezzo di lavoro. Come leader di Fdi vorrà consolidare il risultato delle politiche, anche rispetto agli alleati di governo, in primo luogo la Lega di Matteo Salvini, con cui il rapporto è complicato. Per quanto riguarda Forza Italia, dopo la morte di Silvio Berlusconi la premier spera in un buon risultato, consapevole che la dissoluzione del partito azzurro potrebbe destabilizzare tutto il governo. Infine, come presidente dei conservatori europei di Ecr, dovrà fare delle scelte (non facili) nelle alleanze a Bruxelles e Strasburgo. Infine una nota personale, sicuramente dolorosa, è la fine della relazione con il compagno Andrea Giambruno, dopo i fuori onda di striscia la notizia. ‘Difenderò quello che siamo stati, difenderò la nostra amicizia, e difenderò, a ogni costo, una bambina di sette anni che ama la madre e ama il padre, come io non ho potuto amare il mio’, ha scritto venerdì su Facebook, pubblicando una foto che la ritrae con Giambruno e la piccola Ginevra, spesso accanto a lei in questi mesi nei viaggi all’estero.
Arrestato il latitante anarchico di Trento Luca DolceRoma, 21 ott. (askanews) – La Polizia di Stato ha arrestato il latitante anarchico di Trento, Luca Dolce. La cattura è avvenuta grazie a una operazione dei Nocs, vicino a Bordighera, al termine di una complessa indagine della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione che aveva costituito un gruppo di lavoro con le Digos di Trento, Trieste, Treviso, Genova e Brescia.
Latitante dal 2021, Luca Dolce aveva una carta di identità falsa al momento della cattura. L’attività è stata coordinata dalla Procura distrettuale di Trento diretta dal Procuratore Sandro Raimondi.
Australia riflette su “health warning” su etichette di vino e birraMilano, 21 ott. (askanews) – Sulle etichette delle bottiglie di vino e sulle lattine di birra in Australia potrebbero comparire degli avvertimenti simili a quelli che campeggiano sui pacchetti di sigarette, avvisi riguardanti l’aumento tra i consumatori delle probabilità di sviluppare cancro, malattie cardiache, epatiche e altri gravi disturbi. Lo scrive il “Daily Mail Australia” nell’edizione on-line del quotidiano britannico, spiegando che l’Australian medical association (Ama), la Royal australian college of general practitioner (Racgp) e la Foundation for alcohol research and education (Fare) stanno facendo pressioni sul governo australiano affinché imponga ai produttori i cosiddetti “health warning” in etichetta.
Camberra è attualmente impegnata in campagne di sensibilizzazione sui rischi per la salute associati al consumo di alcol, e il viceministro alla Salute, Ged Kearney, ha già detto in un’intervista che il “governo australiano riconosce l’importanza dell’etichettatura per sensibilizzare i consumatori e cercare di prevenire i danni alla salute”. L’articolo ricorda che sono anni che l’Ama chiede di apporre sulle bottiglie di alcolici etichette che avvertano i consumatori dei rischi per la salute derivanti da un consumo eccessivo, trovando sempre l’opposizione dell’Alcohol Beverages Australia, l’organismo “che rappresenta gli interessi dei produttori di bevande, dei distributori, dei dettaglianti e dei 16 milioni di bevitori di bevande alcoliche in Australia”. L’articolo ricorda infine nel suo articolo che “ogni anno in Australia muoiono circa 6.500 persone a causa del consumo di alcol” e che “l’alcol contribuisce a causare più decessi nel Paese di tutte le droghe illegali messe insieme”.
Catania, dal 25 ottobre la XIV edizione della Borsa della RicercaRoma, 21 ott. (askanews) – Il prossimo 25 ottobre, al Monastero dei Benedettini di Catania, prenderà il via la XIV edizione della Borsa della Ricerca, l’evento organizzato dalla Fondazione Emblema in collaborazione con l’Università di Catania.
La Borsa della Ricerca è l’iniziativa nata per facilitare concretamente il trasferimento tecnologico e il sostegno economico alla ricerca. Obiettivo della manifestazione è favorire il contatto e il dialogo tra il mondo della ricerca universitaria (gruppi, dipartimenti, startup e spin off) con aziende, incubatori e investitori pubblici e privati, attraverso un format di interazione che contribuisce allo sviluppo dell’innovazione e della crescita del Paese, in una logica di open innovation. Da quest’anno l’evento si arricchisce della nuova directory Expo PNRR, un’area espositiva, all’interno del Forum, dedicata ai progetti finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Confermata la presenza di venti progetti che avranno a disposizione uno spazio dedicato dove i delegati potranno sostenere gli appuntamenti one-to-one con le realtà di interesse, per presentare le proprie attività e creare collaborazioni future.
“La Borsa della Ricerca si conferma come il principale punto d’incontro tra la ricerca universitaria italiana e le imprese interessate a fare innovazione. Al tempo stesso – spiega Tommaso Aiello, Presidente della Fondazione Emblema -, vogliamo stimolare accademia e industria ad immaginare adesso quali possano essere i meccanismi di collaborazione una volta concluso il PNRR, anche per non rendere vani tutti gli investimenti che si stanno destinando alle attività di ricerca e sviluppo”. La Sessione Plenaria, in programma il 25 ottobre alle 15, sarà quindi dedicata al tema “Life After PNRR”. Porteranno i saluti Francesco Priolo, Rettore Università dell’Università di Catania ed Edy Tamajo, Assessore delle Attività Produttive della Regione Siciliana.
Ad aprire i lavori, Tommaso Aiello, Presidente della Fondazione Emblema e coordinatore della Borsa della Ricerca. A seguire, gli interventi di Nicoletta Amodio, Responsabile Industria e Innovazione Confindustria, Fabrizio Cobis, MUR, Pierpaolo Gambini, Senior Vice President Innovation and IP Leonardo, Giovanna Iannantuoni, Rettrice Università degli Studi di Milano Bicocca, Riccardo Pietrabissa, Rettore Istituto Universitario di Studi Superiori di Pavia ed Emanuele Spampinato, Presidente EHT. Modera Elvira Terranova, caposervizio dell’Agenzia di stampa Adnkronos. A seguire, il 26 e il 27 ottobre, spazio agli incontri one to one, tra aziende, gruppi di ricerca e start up provenienti da tutto il Paese. Previsti più di mille appuntamenti tra università/startup e imprese/investitori.
Hanno confermato la loro presenza oltre 100 imprese, tra cui A2A, Barilla, Bauli, Invitalia, Leonardo, Lamborghini, Luxottica e Pfizer, e 121 tra delegazioni universitarie, startup e spin off accademici.
Pescara, personale di Luigi Grandoni all’Aurum fino a domaniRoma, 21 ott. (askanews) – Trentacinque opere del pittore abruzzese Luigi Grandoni in mostra a Pescara, fino a domani, nella suggestiva cornice della Sala degli Alambicchi. Il percorso espositivo è un viaggio alla scoperta dell’intensa produzione dell’artista, che ha lanciato ed ideato l’Arte Scontata, una sorta di sarcastico ed autoironico invito, rivolto a se stessi e più in generale al mondo dell’arte, a non prendersi troppo sul serio. Il tutto nonostante Grandoni affronti, in parecchie delle sue opere, tematiche di assoluto rilievo e drammaticamente attuali.
Luigi Grandoni, nato a Pescara nel 1955 e da molti anni residente a Chieti, è alla sua terza personale di pittura. Prima di approdare all’Aurum i suoi lavori sono stati in mostra al Castello Svevo di Termoli. In precedenza Grandoni ha preso parte a varie collettive, tra le quali la Triennale di Arti Figurative che si è tenuta nella Galleria Santa Maria dei Miracoli di Roma (2022), la mostra Confronti d’Arte che si è svolta all’Aurum di Pescara (2022 e 2023), l’esposizione ospitata dalla manifestazione artistica Zoo Art ad Ortona (2019, 2020, 2021, 2022, 2023) e la collettiva allestita nella sede della Camera di Commercio di Chieti (2020, 2021). All’Aurum sarà proposta un’accurata selezione delle sue opere, realizzate con olio e acrilico su tela, e connotate da una chiara inclinazione verso l’astrattismo e in particolare verso la pop art. Al centro dei suoi quadri, che si traducono in autentiche esplosioni di colori, soggetti di diversa natura: persone, momenti, oggetti, luoghi ed emozioni, che restituiscono lampi di contemporaneità e stimolano riflessioni sulle tematiche sociali più spinose e attuali.
Guerra in Medio Oriente, Hamas libera due ostaggi UsaRoma, 21 ott. (askanews) – Le Brigate al-Qassam, ala militare di Hamas, hanno annunciato il rilascio di due ostaggi (madre e figlia) con passaporto statunitense “per motivi umanitari”.
Fonti israeliane hanno confermato il rilascio, precisando che si tratta di un’iniziativa unilaterale e non del frutto di un accordo fra le parti. I due ostaggi sono stati identificati dai media israeliani come Judith e Natalie Raanan, madre e figlia. Secondo fonti diplomatiche citate dal quotidiano israeliano Times of Israel i negoziati per il rilascio sarebbero stati condotti dal Qatar, con il contributo degli stessi Stati Uniti.
Joe Biden ha parlato con la famiglia di Judith e Natalie Raanan. Venerdì pomeriggio, si legge in un comunicato della Casa Bianca, “il presidente ha parlato telefonicamente con la famiglia delle due americane liberate dopo essere state prese in ostaggio da Hamas durante il terribile attacco terroristico contro Israele”. Gli ostaggi americani che Hamas ha accettato di liberare sono “al sicuro nelle mani delle autorità israeliane in Israele”. Lo ha confermato il segretario di stato americano Antony Blinken, che ha parlato con i giornalisti a Washington Dc.
Formula1, Leclerc in pole ad AustinRoma, 21 ott. (askanews) – SuperLeclerc ad Austin per il Gp del Texas di Formula1. Il monegasco ha conquistato la pole position in 1’34″723 precedendo Norris, Hamilton, Sainz, Russell, Verstappen, Gasly, Ocon, Perez e Piastri. Pole tolta a Max Verstappen che nel giro lanciato aveva chiuso in 1’34″718. Cinque millesimi meglio di Leclerc. Per il ferrarista una pole da sogno: in entrambi i tentativi non ha sbavato di un niente. Quella che invece ha pagato è stata la Red Bull di Max Verstappen, che aveva beffato il monegasco per appena cinque millesimi ma si è visto poi cancellare il giro per superamento millimetrico dei track limits, alla penultima curva.
Roma, Gualtieri: cantiere Metro C piazza Venezia è indispensabileRoma, 20 ott. (askanews) – “Domani, sabato 21 ottobre, dalla parte di Palazzo Venezia si chiuderà la strada e si aprirà il cantiere per consentire i lavori. Siamo davanti a un’opera ingegneristica complessa, una meraviglia mondiale realizzata ad una profondità di 85 metri”. Lo ha detto il sindaco di Roma Roberto Gualtieri che oggi ha effettuato un sopralluogo sul cantiere della Metro C di Piazza Venezia dove da domani è prevista una profonda variazione della viabilità.
“Il cantiere naturalmente avrà un impatto – ha spiegato il sindaco – ma è stato fatto un lavoro accurato per minimizzarne gli effetti: ci saranno semafori e passaggi pedonali, i taxi saranno spostati. E ci sarà un monitoraggio costante da parte di agenzia Roma servizi per la mobilità. Quanto fatto su piazza Pia, un lavoro importante, ci mostra che c’è un aggravio limitato del traffico, proprio perché c’è una attenzione costante. Lo stesso faremo qui a piazza Venezia. È un cantiere indispensabile. Siamo qui per cambiare la città e i cantieri vanno fatti, non è possibile rimandarli”. “Questa fase del cantiere, con le relative modifiche alla viabilità – ha aggiunto il sindaco – andrà avanti così per due anni, poi si cambia e si passa all’altro lato della piazza. Il progetto originario per l’apertura della stazione Venezia della Metro C prevede 10 anni di cantiere: abbiamo chiesto uno sforzo per un tempo minore: abbiamo una squadra enorme che sta lavorando per sfidare le leggi della fisica”.
Meloni vola al Cairo per summit pace, poi (forse) tappa a Tel AvivRoma, 20 ott. (askanews) – Dopo qualche giorno di riflessione, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha accettato l’invito del presidente egiziano al-Sisi e sabato mattina volerà al Cairo, per partecipare al summit per la pace. Poi, nel pomeriggio, se le condizioni lo consentiranno, andrà direttamente a Tel Aviv, per un incontro con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
Al vertice parteciperanno rappresentanti di 31 Paesi, tra cui – oltre a Meloni – il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, il primo ministro britannico Rishi Sunak (già nella capitale egiziana per vedere al-Sisi e chiedere l’apertura del varco di Rafah), il presidente del Sudafrica Cyril Ramaphosa, la ministra degli Esteri francese Catherine Colonna, il vice ministro degli Affari esteri russo Mikhail Bogdanov il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, e il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres. Presente il presidente palestinese Mahmoud Abbas, non ci sarà invece un rappresentante di Israele. L’obiettivo di al-Sisi è “ottenere il sostegno internazionale per respingere l’idea di sfollare i palestinesi di Gaza e, in secondo luogo, per fare pressione su Israele affinchè consenta l’ingresso degli aiuti e avvii un nuovo processo di pace”.
Nel frattempo al Cairo migliaia di persone sono scese in strada a sostegno della Palestina, scandendo slogan come “Pane, libertà, Palestina araba”.