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Tag: Sanremo 2023

Strage di Capaci, a Palermo in centinaia all’albero di Falcone. Tensione al corteo con gli studenti

Strage di Capaci, a Palermo in centinaia all’albero di Falcone. Tensione al corteo con gli studentiPalermo, 23 mag. (askanews) – È arrivato sotto l’albero Falcone il corteo che ogni anno raggiunge il luogo simbolo della ricorrenza della strage del 23 maggio, l’albero di via Notarbartolo che si trova davanti al portone del palazzo in cui abitava il giudice Giovanni Falcone. Tanti gli studenti, accompagnati da insegnanti e dirigenti scolastici presenti. Tra loro non solo scuole provenienti da Palermo ma da tutta la Sicilia. Alle 17,58, orario della strage, il minuto di silenzio con centinaia di cittadini presenti, in memoria di Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e degli agenti della scorta.

Ma ci sono stati anche momenti di tensione. Insieme al corteo ufficiale degli studenti, partito da via Duca della Verdura ne è partito un altro, autorizzato anch’esso ma con delle limitazioni. I manifestanti hanno raggiunto via Notarbartolo fino al blocco degli agenti e dei militari che ha causato la rabbia di coloro che avevano preso parte al corteo. In tanti hanno più volte gridato “fuori la mafia dallo Stato”, alcuni manifestanti hanno provato ad avanzare verso il palco dove erano presenti le istituzioni ma la polizia li ha bloccati e non sono mancati spintoni e tensioni.

Chiara Colosimo (FdI) presidente a maggioranza della Commissione antimafia. L’opposizione lascia l’aula

Chiara Colosimo (FdI) presidente a maggioranza della Commissione antimafia. L’opposizione lascia l’aulaRoma, 23 mag. (askanews) – “Non intendo nascondere l’emozione: questa elezione rappresenta per me un onore indescrivibile. Ringrazio tutti i senatori e deputati che hanno partecipato a questa elezione dell’Ufficio di presidenza. Esprimo l’auspicio che tutti noi, insieme, potremo svolgere un proficuo lavoro, offrendo un contributo fattivo all’attività di contrasto alla criminalità organizzata. Ognuno cercando di far valere, con dignità ed onore, la propria specifica visione delle funzioni di questo collegio parlamentare”. Parole della neo-presidente della commissione Antimafia, la parlamentare di FdI Chiara Colosimo, pronunciate quasi tutte d’un fiato, trattenendo l’emozione. I suoi 29 voti sanciscono una vittoria del centrodestra annunciata, ma non scevra da distinguo e prese di posizione. Colosimo nel discorso di insediamento, nel giorno della strage di Capaci, rende omaggio a Giovanni Falcone e Francesca Morvillo ed agli uomini della scorta e sottolinea: “Abbiamo il solenne impegno di combattere la solitudine degli uomini e delle donne di giustizia”.

Gli applausi per la presidente Colosimo sono arrivati quando lo spoglio delle preferenze ha raggiunto quota 26, il quorum di maggioranza. Non si dimentica però la tensione, i distinguo, le prese di posizione che si registrano all’ingresso di Palazzo San Macuto, in mezzo a comitive di turisti e scolaresche in gita che fanno selfie all’ingresso, tra agenti di scorta e commessi in livrea “ancora invernale”. Enza Rando, responsabile legalità del Pd, subito annuncia: “Se il nome non cambia usciamo dall’aula”. E lo stesso spiega Michele Gubitosa, M5S. Anche Alleanza Verdi e Sinistra non partecipa al voto della Colosimo. Le dichiarazioni delle associazioni delle famiglie delle vittime delle mafie e del terrorismo, che una settimana fa hanno detto no con una lettera alla parlamentare vicina a Giorgia Meloni per i suoi presunti rapporti con l’ex Nar Luigi Ciavardini, hanno scavato un solco e nessuno vuole dimenticare facilmente. Per questo a cose fatte Walter Verini, Pd, scende nel corridoio davanti alla sala stampa e dice che la scelta della Colosimo “rappresenta uno schiaffo che la commissione e questo paese non meritavano”. Insomma “è stata dimostrata sordità e chiusura e con questa presidenza la commissione parte azzoppata e poco legittimata”. E adesso? “Le mafie ci sono e sono pericolose, penetrano nei gangli della società e sarà nostro compito fare in modo che questa commissione non sia una occasione persa”. Dopo poco arriva la stessa presidente Colosimo. E dopo una dichiarazione che nella sostanza ripete quanto già affermato in aula e che è stato registrato dal servizio tv a circuito chiuso, risponde ad una domanda non prevista sul tema del giorno. “Nella mia vita – dice un po’ incespicando – hanno sempre parlato i fatti e le battaglie che fin qui ho condotto con il profondo rispetto che devo ai familiari delle vittime, li invito qui. Questa è casa loro. Possono venire quando vogliono, indicare le priorità”. Rispetto al presunto legame con l’estremista di destra Ciavardini, subito lo definisce “presunto” e poi dice: “Soprattutto permettetemi, visto che sinora non ho parlato, io non ho amicizie. Ho espletato nella mia funzione di consigliere regionale quel che mi era concesso e quel che era dovuto. Cioè incontrare anche persone che sono state o sono detenute. Quindi conosco Ciavardini esattamente come lo conoscono moltissimi altri eletti di altra appartenenza politica perché lui è in una associazione che si occupa del resinserimento dei detenuti nel momento in cui hanno scontato le loro pene”.

L’ex procuratore nazionale antimafia, il magistrato di lungo corso Federico Cafiero De Raho, è stato eletto vicepresidente. Con lui anche il parlamentare di Forza Italia Mauro D’Attis. Molti però aspettano le parole di Cafiero per capire come andranno le cose di qui in avanti. “Il compito della commissione antimafia è questo – dice subito – capire come le mafie si sono mosse, se ci sono state alleanze, anche nelle istituzioni, anche nei cosiddetti non mafiosi. E’ evidente che il nostro atteggiamento oggi, di allontanarci al momento dell’elezione del presidente, è stato dimostrativo del nostro orientamento. Noi siamo con le associazioni dei familiari delle vittime e come loro riteniamo che chi è alla presidenza deve essere al di sopra di ogni sospetto”. E poi però aggiunge: “La commissione non è spaccata, opera in maniera unitaria. E’ stato spaccato il voto, dimostrativo di orientamenti diversi. Ma è evidente che bisognerà muoversi unitariamente per perseguire obiettivi che sono necessari al nostro Paese. La commissione non può che muoversi unitariamente”. Rispetto ai compiti da svolgere dice: “Bisognerà fare luce su tutti gli aspetti dell’operatività mafiosa che ancora oggi sono oscuri. Non solo. Noi dobbiamo aiutare il nostro Paese a liberarsi dalle mafie, e per fare questo dobbiamo essere attivi ed attuali. Come si stanno infiltrando negli appalti, nel Pnrr. Con l’esigenza di diradare le nebbie, dove ci sono vanno eliminate. Bisogna fare giustizia e al tempo stessa certezza di quel che è stato”. Sullo sfondo c’è stata anche la scelta di Azione ed Italia Viva di non lasciare l’aula al momento della votazione del presidente. E’ un distingo che divide, anche se i numeri delle schede bianche, sempre inferiori ad una manciata, non sembrano destare timori. L’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando entrando nel Palazzo dice di temere che la partenza, con questa mancanza di collaborazione e in ritardo, non sia un buon programma per la commissione. “Diciamo che il tema sino qui non è stato una priorità se non nelle ricorrenze”. Ed in generale “vedo il rischio di una sottovalutazione, nonostante i richiami di chi indaga sul fenomeno. I grandi investimenti pubblici programmati, è stato detto, rischiano di essere preda delle mafie”.

Le condizioni per un voto unitario non ci sono state. E’ restato solo il responso delle urne. Sancito anche dalla scelta dei segretari: Anthony Barbagallo del Pd (13 voti) e Antonio Iannone di Fratelli d’Italia (30).

Via all’Italian Pro Tour con il Memorial Bordoni

Via all’Italian Pro Tour con il Memorial BordoniRoma, 23 mag. (askanews) – Ad Appiano Gentile (Como), scatta il Memorial Giorgio Bordoni presented by Aon che riporta il golf europeo dal 24 al 26 maggio sul percorso de La Pinetina Golf Club. È il primo evento dell’Italian Pro Tour 2023, il circuito delle gare nazionali e internazionali organizzato dalla Federazione Italiana Golf, con il supporto dell’Official Advisor Infront Italy, torneo inserito anche nel calendario dell’Alps Tour.

La Pro Am alla squadra di Di Nitto – L’evento – giunto alla nona edizione e dedicato a Giorgio Bordoni, tecnico federale scomparso nel 2013 e artefice di importanti successi delle nazionali azzurre dal 1997 al 2005 come Responsabile Tecnico sia della squadra maschile che di quella femminile – è stato anticipato dalla Pro Am del Memorial Giorgio Bordoni presented by Aon vinta con “meno 37” dalla squadra del pro romano Enrico Di Nitto con i dilettanti Lidia Papetti, Olivia Barcellini e Luca Russillo, che ha preceduto la formazione di Davide Buchi con Luigi Peviani, Giuseppe Peviani e Luigi Broglia (meno 35). L’atleta paralimpico Roberto Molina ha giocato nella squadra condotta dall’inglese Marcus Mohr, terminata 13ª. In campo sette tra i primi dieci della money list – Alla gara prendono parte 144 concorrenti di cui 65 italiani, in rappresentanza di 17 nazioni con sette tra i primi dieci della money list compresi i quattro vincitori stagionali: lo spagnolo Quim Vidal, numero 1 della money list, l’irlandese Ronan Mullarney (n. 2), l’olandese Kiet Van der Weele (n. 3) e l’inglese Jack Floydd (n. 5). Con loro, altrettanto favoriti nella corsa al successo, gli azzurri Andrea Romano (n. 7), Gianmaria Rean Trinckero (n. 8) e Cristiano Terragni (n. 10). Tanti, comunque, i giocatori di qualità in grado di garantire spettacolo tra i quali ricordiamo l’olandese Lars Keunen, il transalpino Benjamim Kedochim, lo svizzero Luca Galliano e gli spagnoli Daniel Berna Manzanares e Borja Martin Torre.

Tra gli italiani, molti dei quali in grado di recitare un ruolo da protagonisti, ecco Enrico Di Nitto, undicesimo nell’ordine di merito, Luca Cianchetti, Federico Maccario, Edoardo Raffaele Lipparelli, Andrea Saracino, Manfredi Manica e Davide Buchi, terzo lo scorso anno. Conterà anche l’esperienza di Filippo Bergamaschi, Andrea Maestroni, Gregory Molteni e di Andrea Rota. Tra i dilettanti attesi alla prova Mattia Comotti e Flavio Michetti, rispettivamente con uno e due piazzamenti entro i dieci in stagione. Gli azzurri si sono imposti in questa gara cinque volte con Andrea Perrino (2015), Stefano Pitoni (2016), Marco Crespi (2017), Guido Migliozzi (2018) e lo scorso anno con Gregorio De Leo, leader della money list e promosso sul Challenge Tour 2023.

Alluvione in Emilia-Romagna, la segretaria del Pd Elly Schlein visita alcuni dei comuni più colpiti

Alluvione in Emilia-Romagna, la segretaria del Pd Elly Schlein visita alcuni dei comuni più colpitiRoma, 23 mag. (askanews) – Elly Schlein ha visitato oggi alcuni dei comuni più colpiti dall’alluvione della scorsa settimana. La segretaria Pd, spiegano dal Nazareno, ha voluto vedere la situazione, portare solidarietà alle comunità colpite e raccogliere le esigenze su cui mobilitare il partito.

Schlein si è recata a Casalfiumanese, insieme alla sindaca Beatrice Poli, e a Borgo Tossignano con il sindaco Mauro Ghini. I due comuni, insieme a Fontanelice e Castel del Rio, sono tra i più colpiti da frane e smottamenti nella valle del Santerno, sulle colline imolesi. Comuni di piccole dimensioni che contano oltre 500 sfollati e decine e decine di strade parzialmente o completamente interrotte. Nel pomeriggio, poi, la Schlein si è recata a Lugo, in provincia di Ravenna, insieme al sindaco Davide Ranalli, dove ha visitato il cantiere in cui si sta ricostruendo l’argine rotto dalla piena del Santerno.

Rete ospedaliera, Marsilio: approvato modello Abruzzo

Rete ospedaliera, Marsilio: approvato modello AbruzzoL’Aquila, 23 mag. (askanews) – “L’approvazione della Rete Ospedaliera da parte del ‘Tavolo DM70’ è un fatto di enorme rilievo politico per la Regione. Voglio per questo ringraziare il grande lavoro svolto dall’Assessore Verì, dal Direttore D’Amario, dal direttore dell’Agenzia Sanitaria Cosenza e dalla squadra dei Direttori generali delle Asl, con tutti i loro collaboratori, che hanno reso possibile questo risultato. Un ringraziamento anche al Ministro Schillaci, che con i suoi collaboratori di Staff e Gabinetto hanno accompagnato il percorso alla sua positiva conclusione. Una sinergia e una collaborazione inedite, che sta producendo ottimi risultati per una Regione, l’Abruzzo, che incontrava oggettive difficoltà a conformarsi ai rigidi parametri numerici del DM70”. Lo ha dichiarato il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio.

“Nei prossimi giorni, non appena riceveremo il verbale ufficiale, illustreremo in conferenza stampa i dettagli. Questa Rete – ha spiegato – prefigura un vero e proprio modello alternativo, che sono sicuro farà scuola e sarà di riferimento per tutte le regioni a bassa densità demografica e prive di aree metropolitane. Per la prima volta da decenni, la nuova Rete non ‘taglia’ presidi e posti letto ma li preserva e incrementa, garantendo e rafforzando il diritto alle cure per i cittadini in ogni luogo”.

Antimafia, Colosimo presidente a maggioranza. Opposizione lascia aula

Antimafia, Colosimo presidente a maggioranza. Opposizione lascia aulaRoma, 23 mag. (askanews) – “Non intendo nascondere l’emozione: questa elezione rappresenta per me un onore indescrivibile. Ringrazio tutti i senatori e deputati che hanno partecipato a questa elezione dell’Ufficio di presidenza. Esprimo l’auspicio che tutti noi, insieme, potremo svolgere un proficuo lavoro, offrendo un contributo fattivo all’attività di contrasto alla criminalità organizzata. Ognuno cercando di far valere, con dignità ed onore, la propria specifica visione delle funzioni di questo collegio parlamentare”. Parole della neo-presidente della commissione Antimafia, la parlamentare di FdI Chiara Colosimo, pronunciate quasi tutte d’un fiato, trattenendo l’emozione. I suoi 29 voti sanciscono una vittoria del centrodestra annunciata, ma non scevra da distinguo e prese di posizione. Colosimo nel discorso di insediamento, nel giorno della strage di Capaci, rende omaggio a Giovanni Falcone e Francesca Morvillo ed agli uomini della scorta e sottolinea: “Abbiamo il solenne impegno di combattere la solitudine degli uomini e delle donne di giustizia”.

Gli applausi per la presidente Colosimo sono arrivati quando lo spoglio delle preferenze ha raggiunto quota 26, il quorum di maggioranza. Non si dimentica però la tensione, i distinguo, le prese di posizione che si registrano all’ingresso di Palazzo San Macuto, in mezzo a comitive di turisti e scolaresche in gita che fanno selfie all’ingresso, tra agenti di scorta e commessi in livrea “ancora invernale”. Enza Rando, responsabile legalità del Pd, subito annuncia: “Se il nome non cambia usciamo dall’aula”. E lo stesso spiega Michele Gubitosa, M5S. Anche Alleanza Verdi e Sinistra non partecipa al voto della Colosimo. Le dichiarazioni delle associazioni delle famiglie delle vittime delle mafie e del terrorismo, che una settimana fa hanno detto no con una lettera alla parlamentare vicina a Giorgia Meloni per i suoi presunti rapporti con l’ex Nar Luigi Ciavardini, hanno scavato un solco e nessuno vuole dimenticare facilmente. Per questo a cose fatte Walter Verini, Pd, scende nel corridoio davanti alla sala stampa e dice che la scelta della Colosimo “rappresenta uno schiaffo che la commissione e questo paese non meritavano”. Insomma “è stata dimostrata sordità e chiusura e con questa presidenza la commissione parte azzoppata e poco legittimata”. E adesso? “Le mafie ci sono e sono pericolose, penetrano nei gangli della società e sarà nostro compito fare in modo che questa commissione non sia una occasione persa”. Dopo poco arriva la stessa presidente Colosimo. E dopo una dichiarazione che nella sostanza ripete quanto già affermato in aula e che è stato registrato dal servizio tv a circuito chiuso, risponde ad una domanda non prevista sul tema del giorno. “Nella mia vita – dice – hanno sempre parlato i fatti e le battaglie che fin qui ho condotto con il profondo rispetto che devo ai familiari delle vittime, li invito qui. Questa è casa loro. Possono venire quando vogliono, indicare le priorità”. Rispetto al presunto legame con l’estremista di destra Ciavardini, subito lo definisce “presunto” e poi dice: “Soprattutto permettetemi, visto che sinora non ho parlato, io non ho amicizie. Ho espletato nella mia funzione di consigliere regionale quel che mi era concesso e quel che era dovuto. Cioè incontrare anche persone che sono state o sono detenute. Quindi conosco Ciavardini esattamente come lo conoscono moltissimi altri eletti di altra appartenenza politica perché lui è in una associazione che si occupa del resinserimento dei detenuti nel momento in cui hanno scontato le loro pene”.

L’ex procuratore nazionale antimafia, il magistrato di lungo corso Federico Cafiero De Raho, è stato eletto vicepresidente. Con lui anche il parlamentare di Forza Italia Mauro D’Attis. Molti però aspettano le parole di Cafiero per capire come andranno le cose di qui in avanti. “Il compito della commissione antimafia è questo – dice subito – capire come le mafie si sono mosse, se ci sono state alleanze, anche nelle istituzioni, anche nei cosiddetti non mafiosi. E’ evidente che il nostro atteggiamento oggi, di allontanarci al momento dell’elezione del presidente, è stato dimostrativo del nostro orientamento. Noi siamo con le associazioni dei familiari delle vittime e come loro riteniamo che chi è alla presidenza deve essere al di sopra di ogni sospetto”. E poi però aggiunge: “La commissione non è spaccata, opera in maniera unitaria. E’ stato spaccato il voto, dimostrativo di orientamenti diversi. Ma è evidente che bisognerà muoversi unitariamente per perseguire obiettivi che sono necessari al nostro Paese. La commissione non può che muoversi unitariamente”. Rispetto ai compiti da svolgere dice: “Bisognerà fare luce su tutti gli aspetti dell’operatività mafiosa che ancora oggi sono oscuri. Non solo. Noi dobbiamo aiutare il nostro Paese a liberarsi dalle mafie, e per fare questo dobbiamo essere attivi ed attuali. Come si stanno infiltrando negli appalti, nel Pnrr. Con l’esigenza di diradare le nebbie, dove ci sono vanno eliminate. Bisogna fare giustizia e al tempo stessa certezza di quel che è stato”. Sullo sfondo c’è stata anche la scelta di Azione ed Italia Viva di non lasciare l’aula al momento della votazione del presidente. E’ un distingo che divide, anche se i numeri delle schede bianche, sempre inferiori ad una manciata, non sembrano destare timori. L’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando entrando nel Palazzo dice di temere che la partenza, con questa mancanza di collaborazione e in ritardo, non sia un buon programma per la commissione. “Diciamo che il tema sino qui non è stato una priorità se non nelle ricorrenze”. Ed in generale “vedo il rischio di una sottovalutazione, nonostante i richiami di chi indaga sul fenomeno. I grandi investimenti pubblici programmati, è stato detto, rischiano di essere preda delle mafie”.

Le condizioni per un voto unitario non ci sono state. E’ restato solo il responso delle urne. Sancito anche dalla scelta dei segretari: Anthony Barbagallo del Pd (13 voti) e Antonio Iannone di Fratelli d’Italia (30).

Meloni: dl alluvione da 2 mld. Ma stop di Salvini sul commissario

Meloni: dl alluvione da 2 mld. Ma stop di Salvini sul commissarioRoma, 23 mag. (askanews) – L’enfasi è tutta alla fine, quando Giorgia Meloni, dopo aver elencato per dieci minuti le varie misure contenute nel decreto appena varato dal Consiglio dei ministri per fronteggiare i danni causati dall’alluvione in Emilia Romagna, scandisce l’ammontare complessivo degli interventi: 2 miliardi. La presidente del Consiglio punta sull’effetto sorpresa: la cifra è ben più significativa delle generiche centinaia di milioni di euro di cui si era parlato fino a ieri ed è frutto di quell’invito a “fare di tutto” per raccogliere il massimo delle risorse, rivolto nei giorni scorsi ai ministri interessati. Giorgia Meloni infatti li ringrazia senza rinunciare a vantarsi un po dell’obiettivo raggiunto: “In passato interventi di emergenza da due miliardi di euro non so se si erano visti”.

La premier sceglie di spiegare il decreto seduta al tavolo della sala Verde di palazzo Chigi, accanto a Stefano Bonaccini, presidente della regione più danneggiata, avendo davanti i sindaci dei Comuni, i rappresentanti delle parti sociali e imprenditoriali del territorio. Un intervento che viene trasmesso in diretta, formula alternativa scelta da palazzo Chigi rispetto a quella della conferenza stampa. Meloni cerca di dare anche così dimostrazione plastica di quella necessità di rispondere “a tutti i livelli istituzionali al massimo delle loro possibilità” di cui aveva parlato già nelle prime ore dopo l’alluvione. Il governatore dell’Emilia Romagna ringrazia Meloni “per la velocità è lo sforzo” e ammette di aver ottenuto “molto” di quanto era stato richiesto.

Resta però irrisolto il nodo del commissario per la ricostruzione. La premier vorrebbe che a ricoprire quel ruolo fosse proprio il presidente dell’Emilia Romagna. A frenare è però la Lega: a farsi sentire in particolare è stato Matteo Salvini tanto che alla fine si è deciso di differire la nomina ai prossimi giorni, anche per non ‘guastare la festa’ dell’esito di un Consiglio dei ministri su cui Meloni ha puntato molto. Bonaccini stesso al termine dell’incontro spiega che “non è importante il nome” ma “un modo di lavorare” e auspica che la designazione avvenga “entro qualche settimana”. “Se si vuole noi possiamo offrire l’esperienza della ricostruzione post terremoto dell’Emilia”, sottolinea. Meloni d’altra parte ammette che quelle varate sono solo le “prime misure” e sa che il lavoro più duro avverrà proprio per la ricostruzione, per la quale non è ancora possibile “quantificare le necessità e i danni”, ma si dice soddisfatta del “decreto corposo” approvato. Tra le misure previste, oltre all’estensione dello stato di emergenza per i Comuni colpiti da questa nuova ondata di maltempo, c’è la sospensione del versamento dei tributi fino al 31 agosto e il rinvio dei processi per chi risiede nelle zone alluvionate ma anche un fondo da 20 milioni per la “continuità didattica”. Tra le misure più importanti, la cassa integrazione in deroga per tutti i dipendenti fino a 90 giorni, coperta fino a 580 milioni di euro, e una tantum di 3 mila euro per i lavoratori autonomi costretti a interrompere la loro attività.

Nuova ondata di Covid-19 in Cina: previsti 65 milioni di casi a settimana alla fine di giugno

Nuova ondata di Covid-19 in Cina: previsti 65 milioni di casi a settimana alla fine di giugnoRoma, 23 mag. (askanews) – La Cina potrebbe dover far fronte a un picco di 65 milioni di casi di Covid-19 alla settimana verso la fine di giugno, a causa della nuova variante Xbb: è quanto riporta la stampa cinese. La nuova ondata è iniziata nello scorso aprile e potrebbe raggiungere i 40 milioni di nuovi casi settimanali già alla fine di maggio, con il picco previsto circa un mese dopo. A favorire l’aumento dei contagi è stata la decisione delle autorità cinesi di eliminare ogni restrizione sei mesi fa – nonché di smettere di aggiornare le relative statistiche sui contagi, il che solleva dubbi sull’effettivo impatto della pandemia nel Paese.

Ad ogni modo, la nuova ondata sarebbe decisamente inferiore a quella dello scorso gennaio, in cui il numero dei contagi giornalieri aveva raggiunto i 37 milioni, collassando ospedali e provocando carenza di medicinali. Pechino sta quindi correndo ai ripari e le autorità sanitarie cinesi hanno già dato il via libera preliminare a due vaccini progettati specificatamente contro la nuova variante, ai quali dovrebbero seguirne in breve tempo altri tre o quattro. I nuovi vaccini sono di fatto in linea con le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha chiesto di cessare di utilizzare il ceppo originale per i nuovi vaccini in modo da affrontare in modo più efficace varianti più contagiose ma meno letali.

Alluvione, Mattarella: grande sofferenza, solidarietà da tutta Italia

Alluvione, Mattarella: grande sofferenza, solidarietà da tutta ItaliaRoma, 23 mag. (askanews) – “Vi è una grande sofferenza che richiede un grande impegno di solidarietà da tutta l’Italia che si sta manifestando in queste ore e in questi giorni”. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – ricevendo al Quirinale i giocatori di Inter e Fiorentina che domani giocheranno la finale di Coppa Italia – ha voluto ricordare le vittime dell’alluvione in Emilia Romagna.

Per il capo dello Stato serve “un impegno di sostegno e di forte aiuto per questi nostri concittadini in difficoltà. In migliaia hanno dovuto lasciare le proprie case inondate, tanti hanno visto le loro case devastate, hanno perso tutti i ricordi della propria vita, tanti hanno subito la devastazione delle aziende e delle zone indutriali e commerciali, i luoghi dove lavorano”.

Ristorazione autostradale ad Aspi: ribasso prezzi di vendita colpo ferale

Ristorazione autostradale ad Aspi: ribasso prezzi di vendita colpo feraleMilano, 23 mag. (askanews) – Ad aprile Aigrim, l’associazione imprese della grande ristorazione multilocalizzate, aveva richiesto ad Aspi, Autostrade per l’Italia, la sospensione temporanea del meccanismo che prevede l’allineamento dei prezzi di vendita dei “prodotti paniere” al ‘prezzo medio di mercato’, la cui rilevazione avviene sulla base dei prezzi di vendita praticati da bar e ristoranti extra rete autostradale situati nella zona esterna limitrofa alle aree di servizio in autostrada. Di fatto dunque un adeguamento al ribasso dei prezzi di vendita.

“La richiesta avanzataci da Aspi, per il tramite dell’ente incaricato del monitoraggio Scenari, di allineare i prezzi attraverso il meccanismo del ‘prezzo di mercato medio’ qualora esaudita rappresenterebbe un colpo ferale per un settore, quello della ristorazione autostradale, che già oggi vive un momento di profonda crisi – dichiara Cristian Biasoni, presidente di Aigrim – Si creerebbe infatti una situazione paradossale nella quale da un lato i concessionari beneficiano dell’adeguamento al rialzo dei canoni all’inflazione, dall’altro viene richiesto alle catene di ristorazione di tenere bloccati i prezzi di vendita o addirittura di adeguarli al ribasso con un effetto deleterio sui margini. In un contesto di mercato inflativo a doppia cifra questa dinamica non è più sostenibile economicamente dalle catene”. Quello del prezzo medio di mercato “è un benchmark del tutto erroneo da adottare poiché mette a confronto esercizi commerciali che sono espressione di mercati differenti, caratterizzati da strutture di costi (tra cui spiccano i canoni di affitto da pagare alle concessionarie autostradali) livello di investimenti e canali completamente incomparabili – continua Biasoni – Infatti, la differente e peculiare struttura di costi e di attività delle aree di servizio rende del tutto imparagonabile il mercato dei nostri Associati con i mercati esterni all’autostrada. Ci lamentiamo che i prezzi in autostrada sono alti, ma forse non tutti sanno che i canoni che le catene di ristorazione devono pagare alle concessionarie autostradali sono mediamente pari al 20% dei ricavi con punte di molto superiori su tratte come Autobrennero”.

La struttura dei costi di gestione degli associati Aigrim e quella di chi invece opera in mercati contigui all’autostrada sono imparagonabili secondo l’associazione: il servizio erogato dalle catene di ristorazione prevede infatti l’apertura dei punti vendita 24 ore al giorno per tutti i giorni dell’anno e la gestione di un intero building di importanti dimensioni, compresi i servizi igienici per i viaggiatori, siano essi clienti o meno. Ne derivano pertanto elevati costi del lavoro e importanti costi gestionali, che rimangono tali anche in fasce orarie giornaliere e in periodi dell’anno contraddistinti da ricavi di modesta entità. La richiesta di adeguamento prezzi avanzata da Aspi alle catene di ristorazione attraverso il meccanismo del prezzo medio di mercato arriva quando è in corso un confronto avviato da Aigrim con il ministero dei Trasporti finalizzato a trovare le misure di intervento necessarie per salvaguardare un settore importante e che dà oggi occupazione a oltre 25.000 addetti.