Musica, Ghemon: nuove date per il tour “Una cosetta così”Roma, 9 ott. (askanews) – Una carriera sempre in discussione e in evoluzione, il racconto di una maratona, di un momento durante la vita di coppia e la musica ad accompagnare le immagini. Dopo il successo del tour che ha attraversato la penisola la scorsa primavera, e che ha visto Ghemon portare il suo nuovo progetto nei teatri e nei castelli, cosi come nei club, torna “Una Cosetta Così”, lo spettacolo, che si rinnova ad ogni appuntamento, che fa incontrare su uno stesso palco musica, stand-up comedy e storytelling, e che ha messo d’accordo tutte le diverse anime dell’artista e performer in una narrazione personale, vivace, sempre autoironica, tra vita privata e carriera pubblica, tra passioni quotidiane e piccole o grandi delusioni.
“Una Cosetta Così” non è un concerto, non è un monologo teatrale e neanche uno spettacolo comico, ma é un po’ di tutto questo: vuole avvicinarsi allo spettatore in un monologo che aspira alla grandezza del teatro-canzone di gaberiana memoria unito alla freschezza e alla genuinitá di una forma di spettacolo da comedy club, senza filtri né schermi tra sé e gli altri. È uno spazio di libertà creativa in divenire dove sciogliere le briglie, per dare allo spettatore qualcosa di diverso da quello che già conosce attraverso la musica e la carriera dell’artista. A ogni spettacolo viene fatta solo una richiesta al pubblico: niente spoiler. Per un’ora e mezzo si potrá fare a meno del mondo e del cellulare in sua rappresentanza. “Nell’era in cui si sa sempre tutto prima che succeda, questo spettacolo é un luogo in cui io e il pubblico pensiamo che qualcosa possa essere ancora ‘una sorpresa’”. Queste le date 10 NOVEMBRE – Taneto di Gattatico (RE) – Fuori Orario 18 NOVEMBRE – Saluzzo (CN) – Cinema Teatro Magda Olivero 25 NOVEMBRE – Pordenone – Capitol 29 NOVEMBRE – Foligno (PG) – Auditorium San Domenico 1 DICEMBRE – Settimo Torinese (TO) – Combo Club | Suoneria 7 DICEMBRE – Genova – Giardini Luzzati Area Archeologica 9 DICEMBRE – Taranto – Teatro Fusco 10 DICEMBRE – Bari – Officina Degli Esordi – DOPPIO SHOW 14 DICEMBRE – Nuoro – Teatro Eliseo 15 DICEMBRE – Sanluri (CA) – Teatro Comunale Akinu Congia 17 DICEMBRE – Alghero (SS) – Teatro Civico 22 DICEMBRE – Piangipane (RA) – Teatro Socjale 28 DICEMBRE – Isernia – Auditorium Unità d’Italia
Toscana, Giani: abbiamo chiesto i danni per vicenda FortetoFirenze, 9 ott. (askanews) – La Regione Toscana ha un’azione civile nei confronti dei soggetti condannati nel processo per abusi nella comunità il Forteto in Mugello, per la quantificazione del danno subito dalla Regione Toscana per cinque milioni di euro. Lo ha spiegato, parlando ai giornalisti, il presidente Eugenio Giani. “Vogliamo -ha detto essere inequivoci. Quella è una vicenda che ha manifestato delle violenze sui minori che davvero sono elemento di vergogna, sulla quale occorre la massima chiarezza. La Regione Toscana -ha aggiunto Giani- nella vicenda Forteto è estremamente chiara, determinata e forte”.
Salone della Csr: dieci azioni concrete per la sostenibilitàMilano, 9 ott. (askanews) – La sostenibilità è un processo in evoluzione: essere responsabili e impegnarsi concretamente è l’unica strada possibile per rispondere all’esigenza di vero cambiamento ambientale e sociale. Dall’edizione 2023 del Salone della CSR e dell’innovazione sociale che si è svolta a Milnao, in Bocconi, dal 4 al 6 ottobre, sono emersi spunti dai partecipanti per alcune azioni puntuali: pillole di sostenibilità dedicate a persone e imprese. Eccole di seguito.
Pillole di sostenibilità per le persone 1. Ridurre lo spreco alimentare concentrando l’attenzione su un cibo alla volta, ad esempio il pane, per poi procedere con il successivo e così via con i diversi alimenti. 2. Scegliere sempre e solo prodotti di stagione, possibilmente sfusi, oppure confezionati con materiali ecosostenibili e riutilizzabili.
3. Imparare a riparare, e non buttare, gli oggetti e a riutilizzare gli scarti in modo creativo con il fai-da-te. 4. Partecipare in modo continuativo e costruttivo alla vita della propria comunità, cominciando dagli ambiti che si percepiscono come più vicini, come la scuola, le iniziative di solidarietà o attività come il plogging (raccolta dei rifiuti mentre si fa jogging).
5. Condividere con parenti, amici, vicini i comportamenti virtuosi, anche attraverso la creazione di gruppi di acquisto e di condivisione. 6. Insegnare ai propri figli che la sostenibilità è un valore, coinvolgendoli direttamente con piccoli “incarichi”, come la raccolta differenziata o il mercatino dei giochi usati.
7. Fare più attività sportiva e vivere lo sport come momento di inclusione e aggregazione, partecipando attivamente alle iniziative sul territorio. 8. In casa, usare riduttori di flussi d’acqua, non lasciare dispositivi elettrici ed elettronici in stand-by, scegliere elettrodomestici a basso consumo. 9. Scegliere di andare a piedi, con i mezzi pubblici o in bicicletta per gli spostamenti in città e preferire il treno per i viaggi più lunghi. 10. Conoscere e approfondire temi legati sostenibilità anche visitando musei, mostre, biblioteche e spazi culturali. Pillole di sostenibilità per le organizzazioni 1. Investire nell’educazione dei giovani e nella formazione dei propri collaboratori. 2. Ripensare la logistica e rinnovare le flotte aziendali per ridurre l’impronta carbonica. 3. Promuovere la simbiosi industriale per migliorare l’economia circolare, dedicando maggiori risorse alle collaborazioni di filiera e all’ecodesign. 4. Creare più spazi per il verde pubblico e realizzare orti e giardini sui tetti degli edifici aziendali. 5. Facilitare e sostenere la creazione di comunità energetiche. 6. Investire risorse in cultura e migliorare la collaborazione con gli enti culturali. 7. Innovare i sistemi di welfare aziendale per renderli più vicini ai bisogni delle persone. 8. Ridurre l’impatto degli eventi musicali, sportivi e culturali. 9. Rendere etichette e confezioni più chiare per favorire ulteriormente la trasparenza verso il consumatore. 10. Definire e applicare policy DE&I. Il Salone della CSR e dell’innovazione sociale è promosso da Università Bocconi, Sustainability Makers, Global Compact Network Italia, ASviS, Fondazione Sodalitas, Unioncamere, Koinètica.Grazie alla collaborazione con Bureau Veritas Italia, anche nel 2022 il Salone ha ottenuto la certificazione ISO 20121, norma internazionale che definisce i requisiti di gestione della sostenibilità degli eventi.
Ospedali: alta qualità in 9% strutture pubbliche, 27% in privateRoma, 9 ott. (askanews) – Luci e ombre nella sanità emergono “Rapporto sulla Qualità degli Outcome clinici negli Ospedali italiani” 2023, elaborato da Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) e Aiop (Associazione italiana ospedalità privata), – presentato oggi a Roma nella sede di Unioncamere – che propone una valutazione comparativa tra le strutture di diritto pubblico e le strutture di diritto privato del Servizio Sanitario Nazionale, da cui si evince la qualità offerta dalla sanità italiana, con un focus sulla variabilità tra Regioni e all’interno delle stesse, sulla base dei risultati del Programma Nazionale Esiti (PNE) 2022.
La valutazione comparativa delle strutture ospedaliere pubbliche e di quelle di diritto privato, elaborata in funzione della qualità dell’assistenza in sette aree cliniche (sistema cardiocircolatorio, sistema nervoso, sistema respiratorio, chirurgia generale, chirurgia oncologica, gravidanza e parto e osteomuscolare), rivela che a livello nazionale, delle 511 strutture di diritto pubblico valutate, 45 (pari al 9%) riportano tutte le aree cliniche validate di qualità alta o molto alta; delle 297 strutture di diritto privato, quelle con standard elevati sono, invece, 80 (pari al 27%). Per quanto riguarda le strutture di qualità bassa o molto bassa, queste rappresentano il 19% delle strutture valutate di diritto pubblico (54 su 511) e il 32% delle strutture di diritto privato (75 su 297). Nell’area del sistema cardiocircolatorio, si rileva un’elevata concentrazione su livelli alti/molto alti di aderenza agli standard: mentre nel nord e, ancora di più, nel sud e isole la proporzione di strutture di diritto privato over-standard è superiore rispetto a quella delle strutture di diritto pubblico, nel centro la situazione è ribaltata. Qui, infatti, le strutture di qualità bassa/molto bassa sono proporzionalmente di più tra quelle accreditate che tra quelle di diritto pubblico.
Nell’area sistema nervoso, la divaricazione tra le due componenti è sostanziale soprattutto al sud e isole: qui le strutture che riportano livelli di qualità alta/molto alta sono proporzionalmente di più tra le accreditate, mentre quelle che riportano una qualità substandard sono proporzionalmente di più tra quelle di diritto pubblico. Nel centro – analogamente a quanto riportato per l’area cardiocircolatoria – le strutture di qualità bassa/molto bassa sono proporzionalmente di più tra le strutture accreditate che tra quelle di diritto pubblico. Nell’area sistema respiratorio, per quanto riguarda il confronto pubblico-privato, la percentuale di strutture che raggiunge standard di qualità alta/molto alta è significativamente maggiore tra quelle accreditate. Nell’area della chirurgia oncologica, è il nord ad avere risultati simili al sud, con le strutture di diritto privato che, nel confronto con quelle di diritto pubblico, sono proporzionalmente di più tra quelle di qualità alta/molto alta e di meno tra quelle di qualità bassa/molto bassa. Al centro, se le strutture sovra-standard hanno la stessa percentuale tra le pubbliche e le accreditate, le strutture con qualità bassa/molto bassa sono proporzionalmente di più tra quelle di diritto privato.
Nell’area osteomuscolare, le differenze tra le due componenti sono soprattutto al centro e al sud, dove, rispettivamente il 37% e il 52% delle strutture pubbliche riportano livelli di qualità bassa/molto bassa. Nell’area gravidanza e parto si documenta una importante divaricazione tra le due componenti: al nord il 56% delle strutture di diritto privato registra livelli di qualità alta/molto alta contro il 15% del sud, mentre le strutture accreditate di qualità bassa/molto bassa sono il 22% al nord e il 75% nel sud e isole. “Anche grazie alla realizzazione del Rapporto presentato – dichiara il Presidente di Agenas Enrico Coscioni – prosegue il lavoro di collaborazione tecnico-operativa dell’Agenzia nei confronti delle Regioni e Province Autonome di Trento e Bolzano, nonché delle loro aziende sanitarie, in ambito organizzativo, gestionale oltre che in tema di efficacia degli interventi sanitari. Avere strutture – siano esse di diritto pubblico o privato – in grado di garantire una sempre più efficace presa in carico dei pazienti è l’obiettivo che Agenas persegue sin dalla sua istituzione. Dunque, ben venga l’individuazione di buone pratiche da diffondere in modo uniforme per tutto il territorio nazionale”.
“Il Rapporto, frutto dell’Accordo di collaborazione stipulato tra Agenas e Aiop – ha dichiarato il Direttore Generale Agenas Domenico Mantoan – ha voluto mettere in evidenza sia l’apporto che la componente pubblica e quella privata hanno fornito al corretto funzionamento del SSN, sia la risposta rispetto all’emergenza pandemica. Ciò è stato possibile rielaborando i dati dell’edizione 2022 del Programma Nazionale Esiti (PNE) per verificare, a un livello di dettaglio maggiore, la qualità delle prestazioni erogate dalle strutture pubbliche e da quelle private accreditate. Ricordo che Agenas si configura come organo tecnico-scientifico del SSN e anche grazie al ruolo acquisito da oltre un anno di Agenzia nazionale per la sanità digitale ha sempre più tra i suoi obiettivi quello di assicurare il potenziamento dei servizi e dei processi in sanità mediante l’analisi approfondita dei dati. Va considerato, comunque, che il privato accreditato, a differenza di altri comparti del SSN, è l’unico sottoposto a dei tetti rigidi, congelati al 2011, con la conseguenza di generare una “schizofrenia” di sistema”. Per la Presidente Nazionale Aiop Barbara Cittadini “Il PNE ha, sempre, avuto la finalità positiva di volere restituire una fotografia attraverso la quale identificare tutti gli spazi di miglioramento percorribili per realizzare una sanità di prossimità, efficace ed appropriata. Con questo lavoro, nato dalla virtuosa sinergia tra Agenas e Aiop, partiamo proprio dall’analisi degli esiti in funzione della natura giuridica delle strutture per superare l’ideologica dialettica che contrappone “il pubblico al privato”. È prioritario riflettere sull’estrema variabilità della qualità all’interno delle due componenti, in ogni Regione e tra Regioni, facendo emergere quelle contraddizioni che devono essere migliorate in un percorso di efficientamento complessivo che tuteli i valori di universalità, solidarietà ed equità ai quali si ispira il nostro Servizio Sanitario Nazionale. La riforma del sistema, già in atto – ha commentato Cittadini – non deve tradire la preziosa ed originaria natura del PNE, utilizzandone la valenza tecnico-scientifica a servizio di un meccanismo di razionalizzazione acritica delle sole strutture di diritto privato del SSN. Se la concorrenza non si sostituirà alla programmazione, se la selezione non si sostituirà al miglioramento, vorrà dire che saremo stati in grado di costruire un sistema solido, che non lasci intere aree geografiche sguarnite di presidi di ricovero e cura, finalmente in grado di tutelare il diritto alla salute sancito dalla Costituzione” ha concluso.
In Australia Carta Identità Elettronica anche per iscritti AireRoma, 9 ott. (askanews) – Al via il rilascio della Carta di Identità Elettronica (Cei) anche per gli iscritti Aire residenti in Australia. Per il momento, a poterne chiedere il rilascio sono solo i residenti dell’Australian Capital Territory e delle città Queanbeyan e Cooma nel NSW che siano già registrati nello schedario consolare e i cui dati anagrafici siano già presenti nella banca dati Aire. Successivamente il rilascio dovrebbe essere garantito anche negli altri Stati.
La Cei sostituisce lo Spid per i servizi online a cui i cittadini possono avere accesso ed è valida per l’espatrio negli Stati membri dell’Unione europea, in quelli aderenti allo Spazio Schengen (Ue + Islanda, Norvegia, Svizzera) e in quelli dove sono stati ratificati accordi internazionali particolari. “Finalmente arriva a compimento un iter burocratico su cui più volte avevo interrogato e spronato il governo”, ha detto il senatore Pd eletto nella circoscrizione estero, ripartizione Africa-Asia-Oceania-Antartide, Francesco Giacobbe.
“Per ora la CIE potrà essere rilasciata solo ai cittadini italiani regolarmente iscritti all’Aire e residenti nell’ACT e nelle città di Queanbeyan e Cooma nel NSW, ma questo è un primo, determinante passo verso il suo rilascio a tutti i cittadini italiani in Australia. E, poi, nel mondo una volta che la sperimentazione avrà il successo atteso. Con la carta di identità elettronica, che garantisce servizi online anche ai cittadini all’estero, si colma un altro gap fra chi vive in Italia e chi oltre confine”, ha spiegato. “Ora c’è da continuare a lavorare su alcuni punti che possono essere di immediata soluzione per gli iscritti Aire, come: la copertura sanitaria in Italia, il riconoscimento delle patenti e dei titoli di studio. Senza dimenticare le tante, tantissime questioni di più ampio respiro che riguardano anche i non iscritti Aire e che continuerò a seguire con la stessa voglia, forza e passione di sempre”, ha concluso Giacobbe.
Produzione europea mais, atteso calo 10%. In Italia cresce del 2%Roma, 9 ott. (askanews) – Una campagna 2023-24 del mais complicata in tutto il mondo e soprattutto in Europa, a causa del conflitto in Ucraina, che resta uno dei maggiori fornitori di mais per i Paesi della UE: è atteso un decremento del 35% per le esportazioni maidicole da Kiev. Inoltre, al mancato accordo sul grano tra Russia e Turchia, che ha creato ulteriore incertezza, si aggiungono il perdurare della crisi idrica ed i rincari energetici. Ciò spiega perché gli agricoltori europei hanno puntato su soia e grano duro: nel periodo 2023-24 la superficie dedicata al mais calerà del 7% e la produzione sarà inferiore del 10% rispetto agli ultimi 5 anni. Sono le stime di Ailma, che rappresenta in Assitol i produttori di farine maidicole e proteiche vegetali.
Per quanto riguarda l’Italia sul lavoro di agricoltori e aziende di trasformazione incidono i danni per gli eventi climatici estremi, dal caldo oltre la norma alle piogge alluvionali, ma anche i costi generali di produzione ancora sostenuti. La carenza di piogge ha favorito colture alternative al mais, che necessita di molta acqua, tuttavia in Italia si prevede un incremento del 2% della produzione, grazie soprattutto al mais giallo italiano. In America, invece, le prime stime sono decisamente più ottimistiche. Gli Stati Uniti hanno incrementato le superfici a mais del 9%, il Brasile del 2%, l’Argentina del 4%. Nonostante gli effetti del meteo estremo, che hanno inciso sulle rese, negli States la produzione aumenterà del 10%. Il Brasile registrerà invece una contrazione di circa il 4%, mentre l’Argentina vedrà crollare i suoi quantitativi di quasi il 60% a causa delle scarse rese per la siccità. Tuttavia, il consistente livello degli stock e l’ottima produzione statunitense stanno rafforzando la tendenza al ribasso delle quotazioni, registrata nelle ultime settimane.
Nel complesso, tuttavia, “la disponibilità di materia prima risulterà insufficiente – osserva Massimiliano Carraro, presidente di Ailma – e l’import sarà necessario per rispondere al fabbisogno dell’industria. Le incognite sono tante, ma le nostre aziende sapranno offrire al consumatore farine sicure e di qualità”. “Più che una campagna, quella che ci aspetta è una grande sfida – aggiunge Carraro – dai carburanti, ai fertilizzanti fino al packaging, tutto è aumentato. La nostra principale preoccupazione riguarda la tenuta della filiera, a cominciare dal segmento agricolo, penalizzato dai rincari energetici e dal cambiamento del clima in atto”.
Pnrr, Meloni: incasso terza rata passo importante ItaliaRoma, 9 ott. (askanews) – “All’esito di un lavoro lungo e importante l’Italia incassa oggi dalla Commissione europea la terza rata del Pnrr per un importo di 18,5 miliardi di euro che insieme a quelli già precedentemente presi ci hanno fatto incassare fino ad ora circa il 44% dell’interno ammontare delle risorse del Next generation Eu. Sono risorse importanti che serviranno a intervenire in ambiti cruciali come la giustizia, la sanità, l’istruzione, il mercato del lavoro, la ricerca”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un video messaggio diffuso sui social.
“E’ la dimostrazione di un lavoro proficuo che abbiamo portato avanti con la Commissione europea e ci porta oggi a discutere per una valutazione positiva sulla quarta rata e sulla revisione complessiva del piano, compreso il capitolo del Repower Eu”, ha aggiunto. “E’ la dimostrazione di come l’Italia e il governo attualmente in carica abbiano affrontato questa questione con estrema serietà e auspichiamo per il futuro che anche quelli che ci credevano poco imparino a credere un po’ di più nella capacità che questa nazione ha soprattutto se si lavora tutti nella stessa direzione di raggiungere i propri obiettivi”, ha concluso la premier.
Scoperti affreschi del Trecento riminese nella Chiesa a VerrucchioRoma, 9 ott. (askanews) – Svelati alcuni affreschi trecenteschi ritrovati nella Chiesa di Santa Croce di Villa Verucchio e che sembrano far emergere la mano felice di Pietro da Rimini e della sua fiorente bottega. Tutto nasce due anni fa: Frate Federico è al lavoro per piccoli interventi sopra al coro ligneo e, incuriosito, decide di legare il suo cellulare a un filo e di calarlo nella fessura fra il coro e il muro con la telecamera accesa. Riesce a catturare l’immagine di un’antica pittura medievale del Cristo in Pietà, custodita in una nicchia. Gli esperti stabiliranno de davvero, come pare, è opera di Pietro da Rimini.
Si tratta di uno dei più importanti rinvenimenti della pittura riminese del Trecento e, in generale, della storia dell’arte medievale. In questi mesi sì è svolta un’intensa attività: gli affreschi sono stati puliti e messi in sicurezza. Ora è possibile ammirare quanto recuperato, ma è anche il momento per rilanciare verso nuovi obiettivi ed altre possibili scoperte. Grazie alla curiosità di Frate Federico e all’interessamento dei Frati francescani, assistiti dall’architetto Claudio Lazzarini, come pure all’attenzione del Comune di Verucchio, della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini e del Rotary Club Rimini, nella Chiesa di Santa Croce di Villa Verucchio, è quindi venuta alla luce una configurazione artistica di grande rilievo e ottima fattura.
Il tavolo di lavoro attivato, sotto la supervisione scientifica della Soprintendenza, coinvolge oltre alle istituzioni citate, i restauratori Romeo Bigini e Floriano Biagi, l’architetto Lazzarini e Alessandro Giovanardi, storico dell’arte. Il progetto di smontaggio del coro ligneo si è avviato a fine maggio scorso e già alle prime operazioni è stato scoperto che la parete attorno alla nicchia portava traccia di altre pitture che dovevano coprire interamente l’abside. Da maggio a settembre i lavori sono proseguiti spediti: gli affreschi sono stati puliti e messi in sicurezza.
L’obiettivo dei promotori è ora quella di proseguire le indagini, i restauri e il riallestimento dell’abside recuperando la forma originaria, e valorizzando il prezioso coro. Inoltre, è stato smontato il Crocifisso duecentesco che, sotto le spesse ridipinture, dovrebbe nascondere la mano di un maestro vicino ai modi di Giunta Pisano e di Cimabue. Alla presentazione, questa mattina sono intervenuti coi saluti iniziali Stefania Sabba Sindaco di Verucchio, Mauro Ioli Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, Padre Bruno Miele Guardiano del Convento e Attilio Gardini Presidente Rotary Club di Rimini. A dare il giusto spessore alla straordinaria scoperta Federica Gonzato, Soprintendente per le Provincie di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini e Giovanni Carlo Federico Villa, Storico dell’Arte Università degli Studi di Bergamo. A seguire, visita guidata agli affreschi insieme allo storico dell’arte Alessandro Giovanardi e al restauratore Romeo Bigini.
Giudizio unanime: è una scoperta che fa tremare i polsi, uno dei più importanti rinvenimenti della pittura riminese del Trecento e, in generale, della storia dell’arte medievale tout court: un termine di paragone è il ritrovamento degli affreschi trecenteschi nella chiesa riminese di San Giovanni Evangelista (Sant’Agostino), avvenuto nel 1916 contemporaneamente agli eventi sismici che, in quell’anno infelice di guerra, devastarono la città. Alla chiesa conventuale di Santa Croce a Villa Verucchio, d’altra parte, è nata da una delle più belle leggende francescane. Il Santo di Assisi si fermò a pregare e a riposare. Esisteva già una cappella rustica, e dal suo bordone piantato a terra nacque il cipresso monumentale che a tutt’oggi domina il chiostro. La Chiesa è stata oggetto dal XIII al XX secolo d’importanti interventi architettonici e artistici, ma i suoi tesori più suggestivi appartengono al Basso Medioevo, a partire dalla croce duecentesca, sospettata a lungo di essere una copia di un originale perduto, ma il cui testo pittorico, in verità, riposa dietro a molte ridipinture. Anche su questo prezioso manufatto, unico nel territorio riminese a riprendere il modello canonico bizantino del Christus patiens, adottato da Giunta Pisano e Cimabue, si attendono fondamentali rivelazioni dal futuro restauro. ‘Se si ipotizza dell’arte trecentesca sia giunto a noi meno del tre per cento di quanto allora compiuto – il commento entusiasta dello storico dell’arte Giovanni Carlo Federico Villa – subito emerge quanto sia eccezionale cosa sta emergendo in una delle più antiche aree francescane della Romagna. La scoperta di un nuovo ciclo pittorico la cui qualità altissima ribadisce l’asse che da Assisi a Padova, patrimoni mondiali UNESCO, ha in Rimini e nelle sue Valli un fulcro essenziale capace di generare una scuola di riferimento per le due coste adriatiche. E la gratitudine alla Fondazione CARIM, e al suo presidente Ioli, va oltre la rivelazione, adoperandosi ora per coordinare interventi che andranno al di là del recupero storico artistico, ponendo in luce percorsi territoriali capaci di restituire una nuova geografia, ed economia, dell’asse del Marecchia’. ‘Lo strepitoso ritrovamento di Villa Verucchio – il commento dello storico dell’arte Alessandro Giovanardi – segna un inedito sentiero di scoperta nella pittura riminese del Trecento e ci offre probabilmente un episodio unico della storia e della spiritualità francescana. L’antica Santa Croce potrebbe svelarsi oggi come uno dei centri più rilevanti per la cultura artistica, liturgica e teologica tra XIII e XIV secolo, in Romagna e in Italia’. ‘Questa straordinaria scoperta – sottolinea Federica Gonzato, Soprintendente per le Provincie di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini – ci permette di gettare nuova luce non solo sulla scuola giottesca riminese, ma anche sulla storia di questo convento. È un’operazione molto complessa, che sarà possibile grazie ad un ottimo lavoro di squadra che è stato avviato nel migliore dei modi e per il quale mi complimento. Come Soprintendenza abbiamo chiesto al Ministero di poter contribuire al lavoro che porterà alla conoscenza, restauro e valorizzazione di questo importantissimo complesso. La sfida sarà quella di rendere fruibile questo tassello incredibile all’interno di volumi che continueranno ad ospitare l’attività liturgica’. ‘Nonostante i tanti anni di attività – dice il restauratore Romeo Bigini – è sempre una grande emozione essere coinvolti in una scoperta così importante. E’ stato come aprire un vecchio libro polveroso rimasto chiuso per oltre cinque secoli in cui era scritta una storia finora sconosciuta. Nel corso dello smontaggio dell’antico coro ligneo sono tornati alla luce ampi frammenti di affreschi di cui nessuno immaginava l’esistenza. Man mano che si procede nel loro recupero, restituendone la leggibilità, si evince la grande qualità pittorica e la possibile scuola di appartenenza; immagino che sarà un altro importante tassello che si aggiunge alla straordinaria pittura riminese della prima metà del Trecento. L’importante ritrovamento e i tanti segni dettati dalle successive modifiche, ci aiutano a capire sempre più chiaramente quello che poteva essere l’aspetto originario dell’antica Chiesa Francescana e gli eventi che nel tempo ne hanno determinato le trasformazioni. Immagino che sarà un avvincente lavoro che ho il piacere di condividere con un gruppo di collaboratori, direttori e gli stessi padri Francescani veramente splendidi e pieni di entusiasmo in un ambiente sereno e ricco di storia ancora da scoprire’. ‘Il coinvolgimento della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini in questo nuovo progetto di valorizzazione, nel coordinare un tavolo di lavoro composto dai Frati francescani, dal Rotary Club di Rimini e dal Comune di Verucchio – dice Mauro Ioli, Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini – è il risultato naturale di un percorso che fin dal 1992 con l’acquisizione sui mercati internazionali di importanti opere d’arte – come la testa di Cristo di Giuliano da Rimini, le due tavolette con le Pie donne al Sepolcro e il Noli me Tangere di Pietro da Rimini e tante altre – la vede da sempre sostenitrice e promotrice di quel periodo storico artistico conosciuto come Scuola del Trecento Riminese, e quindi della storia artistica cittadina. La Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini continua ad operare per sostenere la valorizzazione e la promozione del ritorno alla luce di porzioni di splendide pitture trecentesche sulle murature interne dell’abside della chiesa francescana in Villa Verucchio. Con ciò continuando a intervenire in un ormai antico solco di impegno istituzionale indirizzato alla valorizzazione di un passato ricco di vitalità artistica e di valore culturale, che ritengo abbia ancora molto da dire al presente. La Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, insieme al Rotary Club di Rimini, ha compiuto i primi passi per riportare alla luce un altro importante pezzo di storia di quella ‘felice variante dello stile giottesco’, contribuendo anche alla realizzazione della copia del Crocifisso duecentesco, ritenuto da sempre un falso, per permettere ai professionisti del settore di studiare l’opera e svelarne la sua vera essenza. Da una prima analisi, sotto i diversi strati di ridipintura, pare sia visibile il disegno originale che potrebbe riprendere il modello canonico bizantino del Christus Patiens, adottato da Giunta Pisano e Cimabue. Alla Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, dunque viene consolidata e riconosciuta un ultradecennale leadership sul territorio grazie all’attenzione riservata al restauro, alla conservazione e valorizzazione della storia del suo territorio’. Per Stefania Sabba, Sindaca di Verucchio, ‘Siamo davanti a uno straordinario ritrovamento che viene a impreziosire il patrimonio culturale di Verucchio. Al Museo Civico Archeologico dai reperti unici al mondo della civiltà villanoviana e alla Rocca che ne fa la culla dei Malatesta, si aggiungono ora nuove pagine entusiasmanti del Trecento Riminese che riscrivono la storia dell’arte medioevale. In un luogo come il Convento di Santa Croce che è nel cuore di tutti per il Cipresso più grande d’Italia che la tradizione vuole piantato da San Francesco nel 1213 e che ne fa la prima tappa dell’omonimo Cammino Rimini-La Verna. E in una chiesa che già ospita importantissime opere al suo interno – dall’affresco sulla navata sinistra al crocifisso in legno a sua volta al centro di un intervento di recupero – e si candida ora a entrare nei principali itinerari del turismo culturale andando a completare un territorio ricco di testimonianze di ogni epoca’. ‘Ci troviamo in un luogo che ha un’origine ben precisa, legato al passaggio di San Francesco – conclude Padre Bruno Miele -. In molti riconoscono la pace che qui si respira e che l’arte ha sempre cercato di raccontare. La bellezza di questi affreschi aggiunge forza al messaggio di pace di questi luoghi, frequentati da tanta gente che li apprezza e vuole bene a noi frati’. ‘Il Rotary Club Rimini in questi anni – ribadisce Attilio Gardini, Presidente Rotary Club Rimini – ha collaborato a numerosi progetti di recupero del patrimonio culturale riminese (Porta Galliana, Porta Montanara, statua di Giulio Cesare in Piazza Tre Martiri e Sant’Agostino con la scoperta, nella Cappella Feriale, di affreschi della seconda metà del Trecento). Le scoperte che stanno avvenendo presso la chiesa di Santa Croce a Villa Verucchio con il ritrovamento da parte dei Frati Francescani di pitture della scuola giottesca riminese del Trecento sono eccezionali: il lavoro di restauro nella zona absidale, diretto scientificamente dalla Soprintendenza Archeologica, ha permesso di comprendere la rilevanza del ritrovamento che costituisce quasi un unicum a livello nazionale. La sfida per riportare alla luce questo affresco è impegnativa e affascinante, ma richiederà un impegno corale; a questa sfida il Rotary Club Rimini, la Fondazione Cassa di Risparmio, la Comunità monastica e il Comune di Verucchio, non si sottrarranno per valorizzare assieme alle imprese, alle istituzioni e ai cittadini, questo significativo patrimonio culturale del territorio’.
Mattarella in Vajont 60 anni dopo:rispettare l’ambiente è tutelare viteErto e Casso (Pn), 9 ott. (askanews) – Rispetto dell’ambiente e riconciliazione con la natura, per garantire la sicurezza delle comunità e gli stessi “destini” dell’umanità. La tragedia del Vajont, 60 anni dopo la notte in cui 1910 vite furono spazzate via dall’onda causata dalla frana del Monte toc nel bacino artficiale creato dalla diga, assume oggi il valore di ammonimento “irrinunziabile” a un diverso rapporto tra l’uomo e la natura, “perché l’uomo è parte della natura, ma non deve divenirne nemico”.
Il Capo dello Stato Sergio Mattarella sale fin su ad Erto e Casso, visita il camminamento della diga ancora intatta, e da lì riprende le parole di papa Francesco per un richiamo a “saper porre attenzione e saper governare, con lungimiranza, gli squilibri che interpellano, mettendo in discussione, l’umanità stessa e i suoi destini. Occuparsi dell’ambiente, rispettarlo, è garanzia di vita”, perchè alla “prevaricazione” dell’uomo corrisponde la violenza della natura. Un monito condiviso da Istituzioni e Governo: “Non dobbiamo dimenticare quanto è costata l’irresponsabilità umana in quella terribile notte del 9 ottobre 1963 a una Comunità che era pienamente consapevole dei rischi, ma che rimase inascoltata. In memoria di quella terribile tragedia, una ferita ancora impressa all’Italia tutta, il nostro impegno affinché eventi simili non si ripetano mai più nella nostra Nazione. Nel ricordo delle vittime del Vajont continueremo a lavorare per un’Italia più sicura”, ha affermato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ricordando “una tragedia che poteva e doveva essere evitata”.
Concetti su cui insiste anche il Presidente del Senato Ignazio La Russa: “È doveroso impegnarsi per la sicurezza e la prevenzione dei disastri e contro il dissesto idrogeologico del nostro territorio affinché tali tragedie non si ripetano più in futuro”. Mentre il presidente della Camera Lorenzo Fontana – anche lui presente con Mattarella alle commemorazioni – sottolinea che “bisogna sempre rispettare il territorio, le comunità locali, ricordarsi sempre che è importante creare le opere ma bisogna farle nel rispetto totale del territorio”. Una ferita “ancora aperta”, è l’espressione che più ricorre, e proprio per questo Mattarella ha voluto prima rendere omaggio al cimiterio di Fortogna, deponendo una corona e assistendo al ricordo dei 487 bambini morti nel disastro, e poi recarsi fino a quello che definisce “immenso sacrario a cielo aperto”, la valle in cui ancora oggi la diga si staglia intatta. Una tragedia con “pesanti responsabilità umane”, accertate dai processi. E proprio gli atti processuali, ha sottolineato il Capo dello Stato, devono essere conservati lì, in quei luoghi. Una richiesta forte della comunità locale, che riceve dunque il sostegno del Presidente della Repubblica: “Ciò che attiene alla memoria deve essere conservato vicino a dove la tragedia si è consumata. Per onorare le vittime del Vajont e per riceverne ammonimento per evitare nuove tragedie”. Monito rinnovato anche dai presidenti delle due Regioni coinvolte, Luca Zaia e Massimliano Fedriga. Entrambi insistono sulle responsabilità dell’uomo e sul mancato ascolto delle comunitò locali: “È stato definito disastro, tragedia. È l’esempio del bieco interesse dell’uomo che ha voluto piegare la natura”, ha detto il governatore del Friuli Venezia Giulia; “Oggi è la giornata delle vittime ‘causate dall’incuria dell’uomo, dovrebbe diventare la giornata delle vittime causate ‘dal delirio di onnipotenza dell’uomo”, ha denunciato il presidente del Veneto.
Tiramisù World Cup 2023, vincono Mario De Santis e Patricia GuerraRoma, 9 ott. (askanews) – Si è conclusa la settima edizione della Tiramisù World Cup. A vincere sono stati: Patricia Guerra di San Paolo (Brasile) di professione avvocato, 48 anni, per la ricetta originale e Mario De Santis di Quarto d’Altino (Ve), dipendente di una ditta d’anti-incendio, di 41 anni per la ricetta creativa con il Tiramisù “Dalì” alla cannella, cioccolato fondente e confettura di pere cotogne.
“Dedico questa vittoria alla mia famiglia, che mi ha sostenuto in questa avventura, è stata un’esperienza emozionante e fantastica. Grazie davvero a tutti, a mia moglie Marta in particolare (anche lei in gara quest’anno), prima appassionata del mio Tiramisù”, le parole emozionate dello “chef” veneziano. Commossa Patricia Guerra, avvolta dalla bandiera brasiliana dopo la vittoria: “Ringrazio la mia famiglia e chi mi ha accompagnato fino a qui, in questo lungo viaggio. Grazie al Tiramisù!”. Ad approdare alle Finali erano stati: per la ricetta originale anche Stefano Storti (funzionario pubblico) di Ferrara, Elisabetta Zanette (impiegato legale) di Treviso, Cielo Fitipaldi (studentessa) di Montevideo (Uruguay). Per la ricetta creativa, erano stati finalisti Vanessa Orso (impiegata amministrativa) di Vicenza con un tiramisù con basilico, limone, cioccolato all’arancia e mandorle; Fabio Dall’Acqua (operaio verniciatore) di Conegliano con un Tiramisù “Strudel”) con cannella, pinoli, zucchero di canna a velo, millefoglie Matilde Vicenzi.
Dopo i due giorni di selezioni, superando i 240 concorrenti in gara, i due Campioni hanno trionfato ottenendo i favori di una giuria composta, fra gli altri, da Laura Forti de “La Cucina Italiana” (presidente di Giuria), James Hoffmann (autore e youtuber), Alberto Grandi (docente di Storia dell’Alimentazione), Andrea d’Angelo (amministratore delegato Strega), Manuel Gobbo (chef ristorante Le Beccherie), Dania Sartorato (presidente Fipe e Confcommercio Unione provinciale Treviso), Massimo Linguanotto (figlio di Roberto “Loli” Linguanotto, padre nobile del Tiramisù di Treviso), Giuseppe Salvador (Campione TWC 2022 per la ricetta originale) e Marina Summa (Camione TWC 2022 per la ricetta creativa). “Il Tiramisù sta diventando sempre di più un prodotto del Made in Italy nel mondo e siamo orgogliosi di avere con noi partecipanti da ogni nazione – ha detto Francesco Redi, fondatore e organizzatore della Tiramisù World Cup – . Registriamo un’altra edizione da record, con tanto entusiasmo da parte dei concorrenti e grande partecipazione di pubblico. Sono poi davvero felice che il titolo di Campione sia andato per la prima volta a una rappresentante dall’estero”.