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Tag: Sanremo 2023

Piemonte, sale a 42 mln euro fondo per edilizia sanitaria regione

Piemonte, sale a 42 mln euro fondo per edilizia sanitaria regioneRoma, 20 set. (askanews) – La Giunta regionale ha approvato oggi l’innalzamento da 30 a 42 milioni di euro delle risorse del fondo a disposizione delle aziende sanitarie per le progettazione degli interventi di edilizia sanitaria in Piemonte.

La Regione Piemonte infatti risulta assegnataria di 1,7 miliardi di euro da parte di Inail per la progettazione e la realizzazione di una serie di interventi di edilizia sanitaria: queste risorse coprono anche le spese per progettazione, ma non le anticipano. Già lo scorso anno, infatti, la Regione aveva attivato un fondo da 30 milioni di euro per anticipare alle Asl i costi delle progettazioni che verranno poi restituiti da Inail all’atto dell’approvazione del progetto e del suo finanziamento. A fronte dell’aumento dell’inflazione e dei costi generali che coinvolgono tutti i settori produttivi, la Regione ha oggi deciso di mettere in sicurezza l’avanzamento di tutte le progettazioni e quindi di aumentare la capienza del fondo da 30 a 42 milioni, sufficienti a coprire i costi delle progettazioni in corso nel 2023 degli interventi che saranno finanziati da Inail che, quindi, provvederà a restituire queste risorse alle aziende sanitarie. “Prosegue il piano di realizzazione dei nuovi ospedali del Piemonte che, nei prossimi anni, segnerà una decisa modernizzazione della nostra rete ospedaliera in grado di rispondere con ancora maggiore efficienza ai bisogno di salute delle nostre comunità – dichiara il presidente del Piemonte Alberto Cirio – Con le ulteriori risorse a disposizione, le aziende sanitarie sono in grado di coprire tutte le progettazioni in corso, in attesa delle risorse che verranno messe a disposizione da Inail per la realizzazione delle opere”.

“La partita dell’edilizia sanitaria – osserva l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi – è strategica per la modernizzazione, non più procrastinabile, del parco ospedaliero del Piemonte. Abbiamo in progetto la costruzione di otto nuovi ospedali in tutta la regione. Le Aziende sanitarie regionali appaltatrici di queste opere devono poter contare sul sostegno della Regione, sia per garantire il finanziamento dei progetti, sia per potersi confrontare sui passaggi tecnici e burocratici riguardanti le gare di appalto e i cantieri. Per questo, abbiamo ulteriormente implementato il fondo a disposizione delle Aziende sanitarie per la progettazione degli ospedali e messo a loro disposizione, tramite Azienda Zero, un gruppo di lavoro di professionisti consultabile in caso di necessità, in aggiunta alla convenzione quadro attiva con il Politecnico di Torino per affrontare le maggiori criticità legate agli appalti e alla costruzione degli ospedali”.

Forum Acadi 2023, presentato il Bilancio di Sostenibilità

Forum Acadi 2023, presentato il Bilancio di SostenibilitàRoma, 20 set. (askanews) – È di 11,2 miliardi di euro di gettito nelle casse dello Stato nel 2022; 10,2 miliardi, pari a circa il 91 per cento, quello generato dal retail. Oltre 65mila le aziende della filiera che danno lavoro a 150mila persone. Una rete su tutto il territorio nazionale che conta oltre 85mila punti vendita, di cui ben 75mila appartenenti alla rete generalista: 41mila tra bar ed esercizi pubblici e 34.500 tra tabaccherie e ricevitorie. 53.500 i punti vendita in cui sono presenti gli apparecchi, di cui circa 49mila della rete generalista che presidiano oltre 6mila comuni italiani. Sono questi – recita una nota – i numeri principali del settore del gioco Pubblico in Italia, emersi oggi durante il Forum “Il gioco pubblico alla sfida della sostenibilità” promosso da Acadi, l’associazione dei concessionari di giochi pubblici. Nel corso del Forum, che si è svolto a Roma presso la sede di Confcommercio, è stato presentato il Bilancio di Sostenibilità 2022 del comparto e si è fatto il punto con addetti ai lavori e istituzioni sullo stato dell’arte e sul futuro dell’intero settore.

Per Geronimo Cardia, presidente di Acadi, “c’era la necessità di fare un bilancio di sostenibilità del comparto del gioco pubblico perché siamo convinti che gli strumenti e le verifiche degli indici ESG mettano ancora più in luce il ruolo strategico del comparto per il Paese. I dati dicono a chiare lettere che la rete distributiva terrestre degli esercizi generalisti (dei bar e dei tabacchi per intendersi) è protagonista tra le altre reti nel consentire il perseguimento degli interessi costituzionali sottesi all’esistenza dell’offerta pubblica di gioco”. “Ridurre, comprimere, limitare o in qualche modo penalizzare direttamente o indirettamente la sua presenza oggi radicata sui territori – ha aggiunto Cardia – significa compromettere gli interessi costituzionali della tutela della salute dell’utente e della fede pubblica, della tutela dell’ordine pubblico sui territori, come la prevenzione del riciclaggio dei proventi di attività criminose, del gettito erariale che è di emersione e dell’occupazione assicurata ad oggi nei fatti in ogni parte d’Italia”. Al confronto sul futuro del settore hanno partecipato inoltre la sottosegretaria all’Economia, Lucia Albano; il direttore Giochi dell’Agenzia della Dogane e dei Monopoli, Mario Lollobrigida; il presidente della Commissione Finanze della Camera dei deputati, Marco Osnato; il comandante del Nucleo Speciale Commissioni Parlamentari d’Inchiesta della Guardia di Finanza, Claudio Ramponi; il direttore del Servizio Controllo del Territorio della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, Vincenzo Nicolì; il presidente aggiunto della Corte dei Conti, Tommaso Miele.

Per il presidente di Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi), Lino Stoppani, “a rischio sono soprattutto i bar di prossimità, quelli nei quali il gioco è intrattenimento, con gli apparecchi a piccola vincita, i corner scommesse, i servizi di ricarica per il gioco online. Guardando solo ai pubblici esercizi, il loro numero si è ridotto di un terzo tra il 2017 ed oggi. E’ necessario tornare ad un accordo di concertazione tra Stato ed Autonomie sulla corretta distribuzione degli esercizi per difendere legalità, salute ed economia. Per mantenere e migliorare ulteriormente questa qualità chiediamo la giusta attenzione legislativa alle istituzioni di governo e parlamentari, nazionali e territoriali, per rendere il gioco in denaro solo intrattenimento e sempre meno terreno di gestione criminale o di sfruttamento delle dipendenze di soggetti deboli”. “La tutela della rete fisica è imprescindibile. È sotto gli occhi di tutti che il riordino debba partire proprio dalla rete fisica, che è quella che accusa maggiormente l’attuale caos normativo, e che da troppo tempo sta chiedendo a gran voce interventi essenziali per la sua sopravvivenza e la sua crescita, tra cui in primis la risoluzione della questione territoriale. La tutela del gioco fisico significa anche tutela del gioco ‘legale’, e come già evidenziato, l’arma più potente per combattere quello irregolare, che ingrassa le mafie e la criminalità organizzata”, ha affermato Mario Antonelli, presidente di Fit (Federazione italiana tabaccai).

“Oggi sono emerse chiaramente le misure necessarie per il riordino del settore. Apprezziamo l’unità di intenti tra la nostra associazione e le istituzioni che si occupano di queste tematiche, a partire dall’agenzia delle Dogane e dei Monopoli”, ha aggiunto Geronimo Cardia, “E’ palese quali siano le leve di impatto più rilavanti. L’apporto in termini fiscali, previdenziali, occupazionali, di PIL ma anche di presidio di legalità dei territori sotto il profilo della tutela della salute, del risparmio e dell’ordine pubblico è sotto gli occhi di tutti. Qualsiasi riforma, dunque, non può prescindere da tutto questo. Siamo convinti che anche le istituzioni abbiano ben chiaro che una buona riforma è quella che non pregiudica neanche indirettamente gli interessi costituzionali garantiti in larga parte dalla rete generalista ben rappresentata in Confcommercio”.

Ambiente, censiti 25.051 rifiuti in 57 parchi urbani e 7 fiumi

Ambiente, censiti 25.051 rifiuti in 57 parchi urbani e 7 fiumiRoma, 20 set. (askanews) – Rifiuti abbandonati di ogni tipo e forma sono la piaga che affligge sempre di più parchi urbani e fiumi italiani. A scattare la fotografia con dati e numeri è la doppia indagine, “Park e River Litter 2023”, realizzata da Legambiente in vista del week end di mobilitazione di Puliamo il Mondo 2023 – in programma dal 22 al 24 settembre – e della giornata mondiale dei fiumi.

Sono ben 25.051 i rifiuti totali censiti in 57 parchi urbani della Penisola e sulle sponde di 7 fiumi monitorati dai volontari dell’associazione ambientalista. Un dato preoccupante che si traduce per le 57 aree verdi urbane di 15 città – Ancona, Bari, Cagliari, Milano, Napoli, Palermo, Perugia, Pescara, Pineto (TE), Potenza, Pozzuoli (NA), Sasso di Castalda (PZ), Torino, Trivento (CB), Verona – in 22.442 rifiuti raccolti e catalogati in un’area di circa 7.000 mq equivalente a 27 campi da tennis, con una media di circa 3 rifiuti ogni metro quadrato, e per i corsi d’acqua una media di 326 rifiuti ogni 100 metri lineari in un’area campionata totale di circa 8.600 mq (un’area pari a 33 campi da tennis). In entrambi i casi, il materiale più trovato è la plastica (che si attesta rispettivamente al 62% e 61%). Tra i rifiuti a farla da padrone sono soprattutto i mozziconi di sigaretta, prodotti usa e getta e imballaggi e frammenti di plastica. Di fronte a questa fotografia Legambiente torna a ribadire l’importanza di adottare comportamenti corretti, a partire da una corretta separazione e raccolta differenziata, e invita tutti a partecipare al week-end di mobilitazione della 31esima edizione di “Puliamo il mondo”, in programma il 22, 23 e 24 settembre in tutta la Penisola al motto “Per un clima di pace”. Edizione italiana di Clean up the World, che Legambiente organizza dal 1993, anche quest’anno la tre giorni di Puliamo il mondo vedrà in azione dal nord al sud del Paese centinaia di migliaia volontari – tra studenti, associazioni, comitati e amministrazioni locali – ripulire strade, piazze, aree verdi, ma anche spiagge e sponde dei fiumi dai rifiuti abbandonati. (Tutte le info sugli appuntamenti su www.puliamoilmondo.it).

Nei 57 parchi pubblici monitorati da Legambiente per l’indagine Park litter sono stati effettuati un totale di 70 transetti di monitoraggio di 100 metri quadrati ciascuno, per un totale di 7.000 mq. Il tutto è stato possibile grazie a 362 volontari appartenenti a 17 circoli o regionali di Legambiente. La maggior parte dei rifiuti rinvenuti, oltre alla categoria dei rifiuti da fumo (43% del totale dei rifiuti monitorati) in cui ricadono i mozziconi di sigaretta, c’è quella riconducibile ai prodotti “usa e getta” (piatti, posate e bicchieri di plastica ma anche cannucce, contenitori per cibo e fazzoletti) e quelle degli “imballaggi” (bottiglie di plastiche e vetro, tappi e linguette di latine, sacchetti di dolciumi) che rappresentano rispettivamente il 16% (3.648 pezzi) e il 24% del totale (con 5.363 pezzi). L’indagine River Litter offre i dati degli 8 campionamenti effettuati su 7 fiumi italiani (due in Abruzzo, uno sul Vomano e uno sul Sangro; due in Campania sul lago d’Averno; uno in Lombardia sul Lambro; uno nelle Marche sull’Esino; uno in Piemonte sul Tanaro; uno in Veneto sull’Adige). Il materiale più trovato è la plastica (61%) seguita a lunga distanza da vetro/ceramica (12%), tessili (10%), metallo (7%), carta/cartone (6%), gomma (3%).

Per quanto riguarda invece la top 5 dei rifiuti più trovati: al primo posto ci sono i mozziconi di sigarette (15 %) trovati in tutti i transetti monitorati. A seguire: i frammenti di plastica (12%), rifiuti tessili (9%), materiale da attività di costruzione e demolizione (8%). Al quinto posto frammenti di polistirolo con dimensioni inferiori a 50 cm (7%). In nessuna delle aree monitorate sono presenti cestini. Come punti principali di accumulo di rifiuti sono stati identificati le sponde stesse dei fiumi e in 3 casi sono state segnalate discariche abusive (Vomano, Sangro ed Esino).

Migranti, Conte: a Lampedusa come a Cutro Meloni fa passerelle

Migranti, Conte: a Lampedusa come a Cutro Meloni fa passerelleRoma, 20 set. (askanews) – “Il presidente del Consiglio ha una responsabilità particolare, innanzitutto il dovere della trasparenza e della verità. Quindi smettiamola con le bolle, con i bluff comunicativi. Ogni volta che c’è una pressione, ogni volta che c’è una situazione che rende inevitabile un passaggio del presidente del Consiglio, diventa una passerella e un ennesimo bluff. Dappertutto, l’abbiamo già visto: vale per la Romagna, vale per Cutro, vale per Lampedusa da ultimo. E ogni volta un decreto, che non contiene nessuna soluzione”. Lo ha detto il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, nel corso di un punto stampa presso il poliambulatorio di Lampedusa.

Migranti, Bonaccini: Ue sia solidale, Unione non solo moneta unica

Migranti, Bonaccini: Ue sia solidale, Unione non solo moneta unicaRoma, 20 set. (askanews) – “Siamo preoccupati, c’è un arrivo consistente tutte le settimane di migranti, serve l’accoglienza diffusa e la premier dovrebbe ottenere la redistribuzione dei migranti in altri paesi Ue, c’è bisogno di un’Ue che dia solidarietà, che accetti i migranti che arrivano nel continente, non si può essere uniti solo dalla moneta unica”. Lo ha detto il presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, dopo aver parlato con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

L’offensiva-lampo dell’Azerbaigian contro i separatisti armeni del Nagorno Karabakh (qual è la situazione)

L’offensiva-lampo dell’Azerbaigian contro i separatisti armeni del Nagorno Karabakh (qual è la situazione)Roma, 20 set. (askanews) – Poco più di 24 ore dopo l’inizio di una massiccia “operazione antiterrorismo” contro i separatisti armeni del Nagorno Karabakh, e dopo ripetuti appelli dei leader mondiali per la fine delle ostilità – in ultimo il Papa, questa mattina – il governo di Baku ha annunciato oggi un accordo per il cessate il fuoco. Le formazioni armene hanno accettato di deporre le armi, come richiesto dall’Azerbaigian, anche grazie alla mediazione dei peacekepeers russi nella regione, e domani, a Evlakh, le due parti si ritroveranno attorno a un tavolo per nuovi negoziati.

Nell’operazione, che l’Azerbaigian ha detto essere rivolta solo contro obiettivi militari di Erevan, risparmiando i civili, hanno perso la vita almeno una trentina di persone. I soldati di pace russi, da parte loro, hanno evacuato oltre 2.000 civili, tra cui 1.049 bambini, a cui sono stati forniti alloggi tempoiranei e pasti caldi. Per l’ex capo del governo regionale armeno, Ruben Vardanyan, il bilancio di questo giorno di scontri sarebbero però molto più alto: almeno 100 le vittime e alcune centinaia i feriti. “Questa è una grande guerra”, ha detto. “In pratica ci stanno dicendo che dobbiamo andarcene, non restare qui, o accettare che questa sia una parte dell’Azerbaigian: questa è fondamentalmente una tipica operazione di pulizia etnica e una guerra in cui molti civili vengono uccisi”. Una dura presa di posizione che domani dovrebbe lasciare spazio al negoziato. A Evlakh, secondo quanto reso noto da Baku, saranno discusse le questioni sollevate dalla parte azerbaigiana sulla reintegrazione, sulla garanzia dei diritti e sulla sicurezza degli armeni del Nagorno Karabakh, nonché sulla questione di garantire il sostentamento della popolazione del Nagorno Karabakh nel quadro della Costituzione dell’Azerbaigian. Parallelamente, è atteso un colloquio telefonico tra il primo ministro armeno Nikol Pashinyan e il leader del Cremlino Vladimir Putin.

Cremlino, che attraverso le parole del suo portavoce Dimitri Peskov, ha respinto con decisione le critiche armene per il mancato intervento a difesa del Nagorno Karabakh. “Non accettiamo tali rimproveri contro di noi, soprattutto dopo la decisione ufficiale della parte armena di riconoscere il Karabakh come parte dell’Azerbaigian. De iure, ora stiamo parlando delle azioni della Repubblica dell’Azerbaigian sul suo territorio. Pertanto, tali accuse contro di noi sono assolutamente infondate”, ha commentato Peskov.

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Migranti, Bonaccini: con Piantedosi collaborazione, no litigi

Migranti, Bonaccini: con Piantedosi collaborazione, no litigiRoma, 20 set. (askanews) – “Penso che la discussione debba essere portata in Conferenza Stato-Regioni, ho letto le dichiarazioni dei miei colleghi di ieri, colleghi di maggioranze politiche differenti ed appartenenti a partiti diversi, bisogna fare un punto di chiarezza… Mi sono appena sentito con il ministro Piantedosi, c’è stato un piccolo misunderstanding per il fatto di non aver capito che avevo chiesto l’incontro, non ho necessità di litigare con Piantedosi, lo ricordo come un ottimo prefetto di Bologna, c’è volontà di collaborazione e lo ringrazio di avermi chiamato”. Lo ha detto il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, a proposito della telefonata con il titolare del Viminale sui flussi migratori.

Consorzio Vino Chianti a Bruxelles: Parlamento Ue attento al comparto

Consorzio Vino Chianti a Bruxelles: Parlamento Ue attento al compartoMilano, 20 set. (askanews) – Una delegazione del Consorzio Vino Chianti, formata dal presidente Giovanni Busi e dal direttore Marco Alessandro Bani, si è recata al Parlamento Europeo a Bruxelles “per raccontare lo stato di salute del mondo dell’agricoltura dal punto di vista del Consorzio della più grande Denominazione di vino rosso d’Italia”. Al centro degli incontri, alcuni temi strategici per lo sviluppo del settore vitivinicolo italiano, come l’accesso al credito per le aziende agricole e il codice di nomenclatura.

“Abbiamo portato al Parlamento Europeo le istanze del mondo vitivinicolo: sono stati incontri molto proficui, perché abbiamo potuto constatare che c’è attenzione a livello europeo a questi temi e al comparto” ha dichiarato Busi, spiegando che “la possibilità di avere accesso al credito è cruciale per le aziende vitivinicole e per la ripresa economica, per affrontare il rialzo dell’inflazione, l’aumento del costo delle materie prime, per pianificare gli investimenti. Altro elemento chiave che sollecitiamo da tempo – ha sottolineato il presidente del Consorzio – è il codice di nomenclatura: permette di tracciare la destinazione dei nostri vini, quindi potrà aiutare il consorzio, così come le altre realtà del settore, a pianificare azioni mirate di marketing e di promozione all’estero”.

Salario minimo, M5S Lazio presenta mozione che impegna Rocca

Salario minimo, M5S Lazio presenta mozione che impegna RoccaRoma, 20 set. (askanews) – “La regione Lazio non è immune dal problema che investe migliaia di lavoratori sfruttati e sottopagati e sono soprattutto i giovani e le donne a ricevere una retribuzione al di sotto della soglia di dignità. Con la proposta di legge sul salario minimo, a prima firma Giuseppe Conte possiamo garantire stipendi proporzionati alla qualità e alla quantità di lavoro e assicurare ai lavoratori un’esistenza libera e dignitosa. Per questo abbiamo presentato una mozione che impegna il presidente della giunta regionale a sostenere in conferenza Stato-Regioni e in tutte le sedi opportune, di concerto con le parti sociali e le organizzazioni sindacali, tutti gli atti e le misure che portino al regolare avanzamento dell’iter della proposta di legge n. 1275, per un salario minimo orario per i lavoratori, sia pubblici che privati”. Lo dicono i consiglieri del Movimento 5 Stelle alla regione Lazio, Valerio Novelli e Adriano Zuccalà.

“Con la mozione – spiegano – chiediamo anche di sostenere, nelle stesse sedi, l’istituzione di una commissione ad hoc, composta da rappresentanti istituzionali e sociali, il cui mandato principale consisterà nel proporre periodicamente l’aggiornamento del trattamento economico orario minimo. Su proposta della commissione l’aggiornamento verrà decretato dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, il quale avrà anche compiti di controllo e monitoraggio sul rispetto delle retribuzioni e sull’andamento della contrattazione collettiva nei vari settori”. “Sono tantissimi i lavoratori in condizioni di povertà lavorativa, valorizzare la centralità della contrattazione collettiva nazionale e stabilire un salario minimo legale in linea con gli standard europei, significa assicurare una retribuzione dignitosa e congrua, contribuendo alla creazione di un mercato del lavoro più inclusivo, giusto ed equo e riducendo le disparità, compreso il divario salariale tra i generi”, concludono Zuccalà e Novelli.