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Autore: Redazione StudioNews

Biennale Architettura Pestellini Laparelli presidente di giuria

Biennale Architettura Pestellini Laparelli presidente di giuriaMilano, 8 mag. (askanews) – È stata scelta la Giuria della 18esima Mostra Internazionale di Architettura 2023 della Biennale di Venezia, che è composta dall’architetto e curatore italiano Ippolito Pestellini Laparelli (presidente); dall’architetta e curatrice palestinese Nora Akawi; dalla direttrice dello Studio Museum di Harlem, la statunitense Thelma Golden; dal direttore di Cityscape Magazine, il sudafricano Tau Tavengwa; dall’architetta e docente polacca Izabela Wieczorek.

La composizione della Giuria è stata deliberata dal Cda della Biennale di Venezia su proposta di Lesley Lokko, Curatrice della Mostra intitolata The Laboratory of the Future, che si svolgerà a Venezia (Giardini e Arsenale) dal 20 maggio al 26 novembre 2023. Ippolito Pestellini Laparelli (Italia) – presidente – è architetto e curatore, vive a Milano. Ha fondato l’agenzia interdisciplinare 2050+, il cui lavoro spazia tra tecnologia, politica, design e pratiche ambientali. Ha curato il Padiglione Russo alla 17. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia e co-curato la dodicesima edizione di Manifesta a Palermo nel 2018. Tra il 2007 e il 2019 ha lavorato come architetto e partner presso OMA (Office for Metropolitan Architecture). Al Royal College of Arts di Londra insegna Data Matter, uno studio di ricerca e design che esplora la relazione complessa tra dati e mondo materiale. Progetti recenti includono Synthetic Cultures alla 10a Biennale di Architettura di Rotterdam; il dittico di cortometraggi Riders Not Heroes; le mostre Aquaria al MAAT di Lisbona e Penumbra a Venezia; il design dello spazio per la collezione Fredriksen al National Museum of Norway di Oslo e la trasformazione dell’icona modernista de La Rinascente a Roma.

Nora Akawi è architetta e curatrice palestinese, vive a New York. È assistant professor di architettura alla Cooper Union for the Advancement of Science and Art (New York) ed è co-fondatrice dello studio interdisciplinare di ricerca e design interim. Ha co-curato il Padiglione del Barhain alla 16. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia (2018) dal titolo Friday Sermon. I suoi studi si concentrano sulla cancellazione e sui confini del colonialismo e sull’incontro tra architettura e border studies, cartografia e teoria degli archivi. Ha insegnato alla Graduate School of Architecture, Planning and Preservation (GSAPP) della Columbia University, dove è stata direttrice dello Studio-X Amman e dove ha avviato la Janet Abu-Lughod Library and Seminar. Fa parte del comitato editoriale di Faktur: Documents and Architecture e della rivista di architettura peer-review InForma dell’Universidad di Puerto Rico. Thelma Golden (Stati Uniti) è direttrice e Chief Curator dello Studio Museum di Harlem, la principale istituzione mondiale dedicata ad artisti di provenienza africana, dove nel 1987 ha lanciato la sua peculiare pratica curatoriale, prima di entrare a far parte del Whitney Museum of American Art nel 1988. Nel 2000 è tornata allo Studio Museum come Deputy Director for Exhibitions and Programs ed è stata nominata direttrice e Chief Curator nel 2005. Fa parte del Consiglio di Amministrazione della Andrew W. Mellon Foundation, della Barack Obama Foundation, del Crystal Bridges Museum e del Los Angeles County Museum of Art. È laureata in storia dell’arte e studi afroamericani presso lo Smith College. Nel 2010 il presidente Barack Obama l’ha nominata parte del Comitato per la Conservazione della Casa Bianca.

Tau Tavengwa (Sudafrica) è co-fondatore, curatore e direttore di Cityscapes Magazine, una rivista ibrida annuale che presenta punti di vista inediti sulle città e sull’urbanizzazione dell’Africa, America Latina e Asia meridionale. È Loeb Fellow 2018 presso la Harvard Graduate School of Design (GSD). Oltre a essere Research Fellow in Advanced Visualization presso il Max Planck Institute (2019-2023) e Aspen Global Leadership Fellow, è stato Visiting Fellow presso la London School of Economics LSE Cities (2020-22). È Curator-at-Large presso l’African Centre for Cities dell’Università di Città del Capo ed è stato curatore della Triennale di Architettura di Lisbona del 2022. Izabela Wieczorek (Polonia) pratica la professione di architetto in Spagna ed è professore associato presso l’University of Reading di Londra, dove dirige il Master of Architecture Program e Acting Research Lead for Architecture. È stata co-direttrice del pluripremiato studio Gálvez+Wieczorek Arquitectura a Madrid (2003-2016). Il suo lavoro è stato presentato in diverse pubblicazioni, tra cui “Cartographies of the Imagination” Londra (2021), “Works+Words Biennale of Artistic Research in Architecture”, KADK, Copenaghen (2019) e al Padiglione Spagna alla 16. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia (2018). Ha curato la serie di conferenze pubbliche In-Between presso l’Arkitektskolen Aarhus, Danimarca (2013-2016).

La Giuria assegnerà i seguenti premi ufficiali: Leone d’Oro per la miglior Partecipazione Nazionale; Leone d’Oro per il miglior partecipante alla Mostra Internazionale The Laboratory of the Future; Leone d’Argento per un promettente giovane partecipante alla Mostra Internazionale The Laboratory of the Future La Giuria avrà anche la possibilità di assegnare inoltre: un massimo di una menzione speciale alle Partecipazioni Nazionali; un massimo di due menzioni speciali ai partecipanti alla Mostra Internazionale The Laboratory of the Future. La cerimonia di premiazione si svolgerà a Venezia sabato 20 maggio 2023.

All’attore russo Mashkov è stato vietato l’ingresso in Ucraina

All’attore russo Mashkov è stato vietato l’ingresso in UcrainaMilano, 8 mag. (askanews) – Strana parabola per l’attore russo Vladimir Mashkov, che è al centro di un’indagine penale in Ucraina e gli è stato vietato di entrare nel Paese. Lo riferiscono la SBU, il servizio di Intelligence di Kiev, e l’Ufficio del Procuratore generale ucraino.

Direttore artistico della Moscow Theatre School Oleg Tabakov, Mashkov ha lavorato con Pavel Lungin in “Oligarch” e anche nella serie tv thriller “Rodina” (patria); nel 1997 aveva interpretato il ruolo principale nel commovente film “Il ladro”, che è stato successivamente candidato all’Oscar, mentre nel 2011 era nel cast di “Mission: Impossible – Protocollo fantasma”, con Tom Cruise con la regia di Brad Bird. Durante le presidenziali del 2018 in Russia è stato uno dei fiduciari del presidente russo Vladimir Putin durante la sua campagna elettorale. Secondo l’indagine ucraina, durante il 2022 Mashkov ha sistematicamente partecipato a concerti e altri eventi pubblici a sostegno della Russia in territori occupati dai russi della regione di Lugansk e della regione di Donetsk. Inoltre, l’attore si è ripetutamente recato nella Crimea occupata per sostenere lo spirito combattivo degli occupanti.

Su Instagram e Telegram, l’attore ha chiesto l’annessione illegale delle regioni di Luhansk, Donetsk, Kherson e Zaporizhzhia alla Federazione Russa, scrivono da Kiev. Cioè, ha chiesto un cambiamento dei confini del territorio dell’Ucraina. Mashkov ha anche giustificato e riconosciuto legittima l’aggressione armata della Russia contro l’Ucraina, si aggiunge. I testi da lui pubblicati sono considerati dalla giustizia ucraina effettivamente di natura propagandistica e giustificavano l’invasione russa.

La figlia di Mashkov, Masha Mashkova, che è attrice negli Usa, si è espressa contro le posizioni del padre e ha preso le distanze. “Quello che sta accadendo in questo momento è semplicemente impensabile… e il fatto che così tanti russi, incluso mio padre, credano che questa violenza sia in qualche modo giustificata, mi spezza il cuore”, ha detto Mashkova alla Cnn.

Riforme, Ciriani: spero no muro contro muro opposizioni. Noi avanti

Riforme, Ciriani: spero no muro contro muro opposizioni. Noi avantiRoma, 8 mag. (askanews) – “Ci sarò anche io al tavolo che il premier Meloni ha voluto con tutte le forze dell’opposizione. Auspichiamo che non ci sia un muro contro muro perché l’Italia ha bisogno di collaborazione sulle cose che riguardano le regole del gioco”. Lo ha detto il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, intervistato a Sky Tg24.

“Siamo disponibili al confronto con le opposizioni, se ci fosse un niet dovremmo andare avanti da soli ugualmente, ma non è questo il nostro obiettivo”, ha concluso.

Lombardia, Romani: investire su giovani o Paese non più competitivo

Lombardia, Romani: investire su giovani o Paese non più competitivoMilano, 8 mag. (askanews) – “Abbiamo il dovere morale di dare ai giovani la possibilità di coltivare i loro sogni. Un compito che è determinante per il loro futuro e per quello del nostro Paese. O si investe sui giovani o il Paese non riuscirà a restare competitivo”. Così il presidente del Consiglio regionale della Lombardia, Federico Romani, ha chiuso la sessione di questa mattina degli “Stati Generali dei giovani” organizzati dalla Consulta Informagiovani di Anci Lombardia e da Regione Lombardia.

“Curiosità e protagonismo queste sono da sempre le ‘armi’ che i ragazzi hanno per affrontare il mondo. I giovani lombardi sono pronti a sporcarsi le mani in prima persona per costruire una società migliore. Penso a queste ragazze e questi ragazzi e guardo al futuro con ottimismo e fiducia” ha aggiunto. “Non dobbiamo avere paura di confrontarci con loro – ha sottolineato Federico Romani -. Le istituzioni, oggi più che mai, devono avere la capacità di ascoltare i giovani per aiutarli a decidere cosa vogliono essere, non solo cosa vogliono fare”.

Obiettivo dell’appuntamento in corso oggi e domani a Palazzo Lombardia è l’avvio della fase di attuazione della legge regionale “La Lombardia è dei giovani”, nata, ha proseguito Federico Romani, “per promuovere l’autonomia e il protagonismo dei ragazzi. E questa, credo, sia la parola chiave: i giovani devono diventare protagonisti del loro mondo”. “Un compito che, in parte, stanno già svolgendo. Ogni giorno nelle loro comunità. Un giovane lombardo su due, infatti, fa o ha fatto un’esperienza di volontariato. Sono migliaia le ragazze e i ragazzi che si impegnano e dedicano tempo ed energie a chi è in difficoltà – ha concluso -. Sono l”esercito del bene’ che si mette al servizio delle persone più deboli”.

Lollobrigida: ddl carne sintetica norma più democratica possibile

Lollobrigida: ddl carne sintetica norma più democratica possibileMilano, 8 mag. (askanews) – Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, torna a difendere il disegno di legge sulla carne sintetica, approvato il 28 marzo scorso dal consiglio dei ministri. “Questa norma nasce nella maniera più democratica possibile: Coldiretti parte con la raccolta firme, tra i primi firmatari c’è la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni; dopodiché nei comuni italiani, dove ci sono assemblee rappresentative elette dal popolo, 3.050 Comuni hanno votato un documento che chiede al governo di agire in questo modo. Abbiamo poi 19 Regioni su 20 che si sono riunite in assemblea e hanno votato un documento di questa natura. Niente di più democratico, niente di più chiaro”, ha detto intervenendo a un incontro sul cibo artificiale organizzato da Coldiretti nell’ambito della prima giornata di TuttoFood.

Per il ministro “C’è una lettura secondo la quale questo governo vorrebbe evitare la scienza, non segue le indicazioni del popolo”, ma, osserva, non ci sono “indicazioni più trasversali di questa: tra i 3.050 Comuni ci sono amministrazioni di ogni segno politico, quasi tutte le volte questi ordini del giorno sono approvati all’unanimità. Tutte le forze politiche ritengono aberrante la scelta di mettere a rischio la nostra salute e, a mio avviso, anche l’ambiente”.

Lollobrigida: cibo sintetico non è sicuro, anzi è potenzialmente dannoso

Lollobrigida: cibo sintetico non è sicuro, anzi è potenzialmente dannosoMilano, 8 mag. (askanews) – “Abbiamo un ministro che ci ha dato una indicazione: ci ha detto che il cibo sintetico non è sicuro anzi, la potenzialità che possa essere dannoso esiste. Ed è per questo che anche in Europa abbiamo il dovere di batterci. Abbiamo iniziato in Italia ma ci batteremo un Europa perché non passi. Nell’interesse nostro, dei cittadini europei e dei cittadini del Pianeta”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lolobrigida, citando il collega della Salute, Orazio Schillaci, intervenendo all’incontro di Coldiretti sui rischi sul cibo artificiale organizzato nell’ambito di TuttoFood.

CIU Unionquadri riconfermata all’interno dell’Assemblea del CNEL

CIU Unionquadri riconfermata all’interno dell’Assemblea del CNELRoma, 8 mag. (askanews) – CIU Unionquadri, la Confederazione sindacale che tutela i quadri nel settore privato e pubblico, ma anche i ricercatori, i professionisti dipendenti ed il mondo delle professioni intellettuali, è stata riconfermata all’interno dell’Assemblea del CNEL per il prossimo quinquennio 2023 – 2028.

“CIU Unionquadri è presente al CNEL, ininterrottamente, dal 1989, e questo ulteriore rinnovo è la testimonianza della serietà delle nostre politiche in difesa non solo del mondo del lavoro, ma anche di tutti i cambiamenti che incidono sugli aspetti occupazionali delle nuove generazioni”, ha affermato la Presidente nazionale Gabriella Àncora. “La CIU è da sempre attenta alle trasformazioni del mondo del lavoro ed in particolare alla transizione digitale. È e sarà sempre più strategico quanto fondamentale intercettare quelle che saranno le nuove figure professionali ed i nuovi modelli lavorativi, che dovranno essere ‘tutelati’”. Da circa quarant’anni, CIU Unionquadri – si legge in una nota – si è distinta per essere capace di anticipare sempre i cambiamenti economici, produttivi e sociali del mondo delle elevate professionalità. Oggi essa rappresenta gli interessi dei Quadri, Professionisti, Ricercatori, Consulenti, Middle management ed elevate professionalità, svolte sia in forma subordinata, che autonoma, di “microimpresa” o in forma societaria con le “Cooperative del Sapere”. CIU Unionquadri è inoltre presente nel CESE (Comitato Economico e Sociale Europeo) dal 1994, rinnovata per il quinquennio in corso fino al 2025.

Approvato odg in Senato per semimaschere protettive da agenti biologici

Approvato odg in Senato per semimaschere protettive da agenti biologiciRoma, 8 mag. (askanews) – Durante la pandemia da Coronavirus, le “mascherine” ci hanno accompagnato per oltre un anno di vita quasi tutti i giorni, diventando talvolta un’ossessione personale. Le mascherine sono state per lungo tempo al centro de dibattito pubblico. Siamo passati dall’acquisto a qualsiasi prezzo nei primi mesi della pandemia, all’insofferenza, alla nascita dei movimenti no mask con chi non le voleva proprio indossare, fino alle indagini delle Procure di mezza Italia. Tuttavia, esistono ambienti in cui risultano strumenti di protezione individuale di vitale importanza e talvolta, sia prima che dopo la pandemia, sono state sottovalutate non soltanto dagli utilizzatori, ma soprattutto dai responsabili per la sicurezza e dalle istituzioni pubbliche. Ora, grazie a un Ordine del giorno presentato dalla Senatrice Michaela Biancofiore, Capogruppo dei centristi di maggioranza a Palazzo Madama, il Governo si è impegnato affinché lo Stato ed i suoi Enti si adoperino a dotare i reparti ad alto rischio degli ospedali ed altri ambienti lavorativi “pericolosi”, di semimaschere protettive da agenti biologici, a tutela degli operatori e dei lavoratori esposti a tali rischi.

Queste nuove dotazioni utilizzano tessuti altamente performanti e leggeri, i quali garantiscono una protezione in caso di esposizione o potenziale esposizione ad agenti biologici. Inoltre, il minor spessore della semimaschera significa minore resistenza respiratoria e minor sforzo per l’operatore. Garantisce un’ottima tenuta al viso anche durante i movimenti e facilita l’indossamento. Infine, la pressione esercitata dagli elastici garantisce il massimo confort su collo, viso e testa per una maggiore sensazione di sicurezza. “Abbiamo la necessità di proteggere al meglio gli operatori che si muovono in ambienti ad alto rischio, quali reparti di malattie infettive, sanitari e militari che si occupano del trasporto di persone contagiate da virus spesso sconosciuti e provenienti da Paesi lontani, lavoratori dei settori chimici industriali che hanno la necessità di essere protetti con il prodotto più avanzato disponibile sul mercato. Sono proprio queste persone le prime ed entrare in contatto con quei virus che devono essere protette, riudendo i rischi di una nuova pandemia”. È quanto sostiene in termini più formali l’Odg della Senatrice Biancofiore approvato poco più di due settimane fa in Commissione al Senato.

L’Odg G/564/17/5 a firma Sen. Biancofiore approvato dal Senato, ha prestato particolare attenzione alle indicazioni tecniche atte a tutelare qualsiasi soggetto anche solo dall’esposizione potenziale ad un agente biologico in grado di infettare e indurre danno, consapevole che solo in questo modo si potrà sempre arginare un incremento nella diffusione di patologie infettive evitando magari la manifestazione di una vera e propria epidemia. Ad oggi si può rilevare che l’ARES, sia l’azienda italiana a produrre il più innovativo prodotto protettivo da agenti biologici rispondendo alle suddette caratteristiche tecniche. ARES BBM è l’unico Biofiltrante oronasale in questo momento CERTIFICATO per la protezione da agenti biologici con capacità di ritenzione da agenti infettivi. Una evoluzione rispetto ai dispositivi antipolvere utilizzati fino ad ora.

Nel 2022 export di vino bio italiano vale 626 mln: +18% sul 2021

Nel 2022 export di vino bio italiano vale 626 mln: +18% sul 2021Milano, 8 mag. (askanews) – Nel 2022 il valore dell’export di vino biologico italiano è stato di 626 milioni di euro (+18% rispetto al 2021), l’8% circa del peso totale dell’intero export vitivinicolo italiano. È quanto emerge da “Vinobio”, la piattaforma online di dati e informazioni per l’internazionalizzazione del vino biologico Made in Italy curata da Nomisma e promossa da Ice Agenzia e FederBio.

Con 126mila ettari, l’Italia detiene il primato per incidenza di superficie vitata biologica in Europa, che a sua volta rappresenta circa l’84% della quota mondiale. Nel decennio 2010-2020, le superfici bio nel nostro Paese sono cresciute del +141% (2020 vs 2010) contro il +148% della Spagna e il +218% della Francia. Il vino biologico Made in Italy attualmente rappresenta il 19% dell’esportazione globale di agroalimentare bio. Dall’ultima indagine su 110 imprese vitivinicole italiane, è emerso come la Germania sia in assoluto il mercato di destinazione principale per il nostro vino bio (67% delle aziende lo indica come primo mercato di riferimento), seguita dai Paesi Scandinavi (61%). Al di fuori dei confini comunitari la fanno da padrone Svizzera, Stati Uniti e Regno Unito, seguiti da Canada e Giappone.

Sulla base dei dati del Systembolaget, il monopolio svedese che gestisce le vendite di bevande alcoliche, ben un quarto delle vendite di vino è costituito proprio da quelli a marchio bio, per un valore di 600 milioni di euro nel 2021 e un tasso di crescita medio annuo del +15% dal 2014 al 2021. In tale scenario, l’Italia è leader assoluto con un peso sul totale delle vendite di vino bio del 42% sia a valore che a volume, grazie all’ottimo posizionamento di alcuni territori: Veneto (grazie al Prosecco in particolare, che rappresenta la denominazione a marchio bio più venduta in Svezia), Sicilia e Puglia, regioni che nel complesso intercettano ben il 24% delle vendite di vino a marchio biologico in Svezia. Dall’indagine condotta da Nomisma tra gennaio e febbraio 2023 su un campione rappresentativo di consumatori in Svezia e Danimarca (18-65 anni), è emerso come ben il 38% dei wine user scandinavi beva vino a marchio bio di origine italiana e più del 20% lo fa con cadenza settimanale. La propensione al consumo di vino bio Made in Italy cresce tra le famiglie benestanti (tra chi ha redditi medio-alti la quota di user di vino bio italiano cresce fino al 55%) e tra quelle in cui vi sono componenti con età compresa tra i 30 e i 44 anni. Il 46% dei consumatori è interessato a provare un nuovo vino italiano a marchio bio mentre il 35% sarebbe disposto a spendere un differenziale di prezzo superiore al 5% rispetto a un vino italiano non bio. Gli indecisi (34%) sarebbero attratti, oltre che da promozioni e prezzi bassi, anche da brand famosi, da informazioni sul basso impatto ambientale e dalla presenza di confezioni eco-sostenibili.

Il Giappone è il secondo mercato in Asia per consumo di vino (3,4 mln di ettolitri nel 2022) e rappresenta un mercato indubbiamente interessante per i produttori italiani visto che è il quinto importatore mondiale di vino (dopo Stati Uniti, UK, Germania e Canada) con un valore degli acquisti dall’estero pari a 1,7 miliardi di euro. Tra i vini stranieri i consumatori giapponesi mettono al primo posto quelli francesi, lasciando all’Italia la seconda posizione quando devono indicare i Paesi che producono vini di maggiore qualità. Dalla survey condotta da Nomisma tra febbraio e marzo scorsi sui consumatori giapponesi (18-65 anni), emerge comunque un forte potenziale per il nostro vino bio: se è vero, infatti, che ad oggi quasi un consumatore di vino su due (il 45% del totale, per la precisione) ha acquistato o ordinato un vino italiano almeno in un’occasione nell’ultimo anno, la quota di chi ha avuto modo di sperimentare il binomio biologico/Made in Italy per il vino è stata solo del 10%. Ampi spazi di crescita, dunque, per il vino bio italiano, che dal 1 ottobre 2022 può contare sulla certificazione biologica “Jas”, già conosciuta dal 41% dei consumatori giapponesi di vino. Complessivamente il settore del vino biologico in Giappone, pur essendo ancora di nicchia, presenta ampi margini di crescita e potenziali opportunità. Più di un terzo dei consumatori giapponesi sarebbe infatti disposto ad acquistare un nuovo vino bio made in Italy se lo trovasse nei punti vendita in cui effettua abitualmente la spesa alimentare mentre gli indecisi (41% del totale) sarebbero attratti oltre che da prezzi più accessibili, anche da una maggiore comunicazione sui canali tradizionali come radio/tv. Infatti, tra i principali fattori che oggi frenano l’acquisto di vino bio made in Italy vi sono la scarsa informazione sulle caratteristiche distintive dei prodotti biologici italiani ma anche la carenza di referenze sugli scaffali della grande distribuzione.

“Il trinomio vino-biologico-italiano, rappresenta la combinazione vincente per la valorizzazione dell’agroalimentare del nostro Paese sui mercati internazionali” ha dichiarato Silvia Zucconi, responsabile Market intelligence di Nomisma, mentre Brunella Saccone, direttrice dell’Ufficio agroalimentare e vini di Ice Agenzia, ha evidenziato che “l’export italiano nel comparto del vino biologico è in costante crescita negli ultimi anni, e presenta ulteriori margini di sviluppo e nuove opportunità per le aziende italiane. Il vino Made in Italy a marchio biologico – ha concluso – gode infatti di un’ottima reputazione, e la domanda potenziale coinvolge tutti i principali mercati mondiali”.

Show di Morandi al Senato, anche Meloni e Crosetto canticchiano

Show di Morandi al Senato, anche Meloni e Crosetto canticchianoRoma, 8 mag. (askanews) – Giorgia Meloni che canticchia “Caruso” di Lucio Dalla, il ministro della Difesa Guido Crosetto che accenna la canzone pacifista “C’era un ragazzo”, Matteo Renzi che canta quasi tutti i brani, accennando anche qualche gesto di batteria. Aula di Palazzo Madama piena per Gianni Morandi, che apre la cerimonia per i 75 anni del Senato con l’inno nazionale e la conclude con un medley di canzoni.

Morandi, nella sua esibizione, ha voluto omaggiare Lucio Dalla, con “Caruso”, ricordandolo con un pensiero: “Ci guarda da lassù e si fa una risata”. E ha anche ricordato di come “C’era un ragazzo” sia stata vittima, quando uscì, della censura e oggetto di una interrogazione parlamentare. “Per fortuna oggi queste censure non ci sono più”. Crosetto, al termine dell’esibizione, ha scherzato con i cronisti che gli facevano notare il suo ‘karaoke’ su “C’era un ragazzo”, canzone contro la guerra. “Le ho cantate tutte, e se non avessi cantato quella chissà cosa avreste detto…”, ha replicando il ministro della Difesa ridendo. Morandi al termine della cerimonia ha salutato con un abbraccio il presidente del Senato Ignazio La Russa e stretto la mano al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e alla premier Giorgia Meloni. Poi, durante il ricevimento nella sala Garibaldi di Palazzo Madama, il cantante si è concesso per numerosi video e autografi.