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Autore: Redazione StudioNews

Lollobrigida: report Ismea conferma che settore traina economia

Lollobrigida: report Ismea conferma che settore traina economiaRoma, 16 apr. (askanews) – “L’agroalimentare italiano continua a dimostrarsi una colonna portante della nostra economia e i dati relativi al 2024 ce lo confermano con chiarezza. Il nuovo Report Agrimercati di Ismea sul quarto trimestre dell’anno, restituisce un quadro incoraggiante, che premia il lavoro, la dedizione e la qualità che da sempre contraddistinguono le nostre filiere agricole e alimentari”. Lo scrive il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida commentando nel dettaglio i dati contenuti nel report di ISMEA, l’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare, relativi al quarto trimestre del 2024.


L’industria alimentare ha chiuso l’anno con un incremento della produzione pari all’1,8%, confermando la solidità del comparto e facendo registrare un risultato particolarmente positivo nell’export: nell’anno 2024 ha visto un aumento del 7,5% sul 2023, per un valore complessivo prossimo ai 70 miliardi di euro. Risultati, questi, migliori rispetto alle esportazioni nel loro complesso. Gli occupati risultano essere pari a 930 mila (441mila dipendenti e 489mila indipendenti). “Questi risultati – prosegue il ministro Lollobrigida – sono frutto dell’impegno dei nostri imprenditori, ma anche di un Governo, quello guidato da Giorgia Meloni, che crede nel settore primario e lo sostiene con azioni concrete. L’agroalimentare non è solo economia: è identità, è territorio, è orgoglio italiano. E noi continueremo a valorizzarlo, in Italia e nel mondo”, ha concluso.

Fitto: oggi passo avanti per una politica migratoria Ue più efficace

Fitto: oggi passo avanti per una politica migratoria Ue più efficaceBruxelles, 16 apr. (askanews) – “Oggi abbiamo compiuto un passo avanti significativo verso una politica migratoria europea più efficace e condivisa. Abbiamo approvato una nuova proposta di regolamento per rendere le procedure di asilo più rapide ed efficienti, con un duplice obiettivo: offrire protezione a chi ne ha realmente diritto e garantire un rimpatrio celere per chi non possiede i requisiti per restare nell’Ue”.


Lo afferma sul suo account X (ex Twitter) il vicepresidente esecutivo della Commissione europea Raffaele Fitto, responsabile per la Coesione e le Riforme, in riferimento alla proposta odierna dell’Esecutivo comunitario di una prima lista Ue di paesi di origine “sicuri” dei migranti, in modo da consentire agli Stati membri di trattare le domande di asilo in modo più rapido, con una una “procedura accelerata” quando ci sono alte probabilità che siano infondate, perché il richiedente può essere rimpatriato in sicurezza nel suo paese di provenienza. Fitto sottolinea nel suo post “le principali novità” della proposta della Commissione: “procedure accelerate per le domande di asilo considerate presumibilmente infondate”; e poi “la creazione di un elenco comune dell’Ue dei paesi di origine sicuri, che include: Bangladesh, Colombia, Egitto, India, Marocco, Tunisia”, oltre a “tutti i paesi candidati all’adesione all’Ue: Albania, Bosnia ed Erzegovina, Georgia, Moldova, Montenegro, Macedonia del Nord, Serbia, Turchia, Ucraina. E i candidati potenziali: Kosovo”.


“Alcuni Stati membri – rileva il vicepresidente esecutivo della Commissione – già adottano elenchi nazionali, ma un elenco europeo è fondamentale per armonizzare l’applicazione del concetto di ‘paese sicuro’ e garantire trattamenti più uniformi in tutta l’Unione. Le domande provenienti da cittadini di questi paesi saranno trattate in tempi più brevi, poiché considerate con bassa probabilità di accoglimento”. “Questa proposta, frutto dell’ottimo lavoro del collega commissario Magnus Brunner, rappresenta un passo concreto e pragmatico verso la piena attuazione del Patto sull’Asilo e la costruzione di una vera politica migratoria comune a livello europeo”, conclude Fitto.

L’Economist: gli Usa stufi degli sforzi europei per rafforzare Kiev

L’Economist: gli Usa stufi degli sforzi europei per rafforzare KievRoma, 16 apr. (askanews) – In un articolo che dettaglia come l’amministrazione Trump stia avendo crescenti difficoltà a negoziare un cessate il fuoco per l’Ucraina, The Economist riferisce che “diversi funzionari (americani) si dicono stancati degli sforzi unilaterali dell’Europa per rafforzare militarmente e finanziariamente l’Ucraina. A loro avviso, queste iniziative indeboliscono la leva negoziale di Washington nei confronti di Mosca”.


L’articolo intitolato “Il cessate il fuoco di Trump sta scivolando via” rileva che Washington teme che il sostegno europeo a Kiev – non coordinato con gli Stati Uniti – renda più difficile ottenere concessioni da parte russa, ostacolando la strategia di Trump, che punta a una de-escalation controllata e a un cessate il fuoco negoziato. Il Segretario di Stato americano, Marco Rubio, e l’inviato speciale Usa per il Medio Oriente, Steve Witkoff, si recheranno a Parigi dal 16 al 18 aprile per colloqui con le controparti europee per promuovere l’obiettivo del Presidente Trump di porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina e fermare lo spargimento di sangue”, ha confermato oggi il Dipartimento di Stato. Le divisioni tra Washington e le capitali europee (soprattutto Parigi e Berlino) si stanno approfondendo, sostiene The Economist. E questo, mentre le truppe russe stanno consolidando posizioni e mentre cresce la frustrazione ucraina per i ritardi nei rifornimenti.


Inoltre, l’amministrazione americana avrebbe cercato di convincere l’Ucraina ad accettare una tregua negoziata, ma l’offensiva russa su Donetsk e Kharkiv ha ridotto la credibilità di qualsiasi accordo di pausa. Inoltre, l’Iran, la Cina e altri attori regionali stanno spingendo per soluzioni parallele, minando la centralità di Washington nei negoziati.

Annunciati i primi nomi sul palco del Concerto del Primo Maggio

Annunciati i primi nomi sul palco del Concerto del Primo MaggioMilano, 16 apr. (askanews) – Si accendono i riflettori sull’edizione 2025 del Concerto del Primo Maggio di Roma, promosso da CGIL, CISL e UIL e organizzato da iCompany con la direzione artistica di Massimo Bonelli.


L’appuntamento con la grande musica dal vivo torna come sempre in Piazza San Giovanni in Laterano per celebrare la Festa dei Lavoratori con una maratona di musica, impegno e spettacolo, presentato da Noemi, Ermal Meta e Bigmama ai quali si affiancherà per una serie di incursioni il professore star dei social Vincenzo Schettini. I primi nomi annunciati promettono un’edizione ricca di sorprese con generi diversi che si intrecciano, creando un mosaico sonoro che riflette l’Italia di oggi: Alfa, Anna Castiglia, Bambole Di Pezza, Brunori Sas, Centomilacarie, Franco126, Gabry Ponte, Gaia, Giorgio Poi, i Benvegnù, Joan Thiele, Legno & Gio Evan, Lucio Corsi, Mondo Marcio, Shablo con special guests.


Sulla base del concept “Il futuro suona oggi”, il Concerto del Primo Maggio prova a intercettare le voci più autentiche del panorama musicale italiano, restituendo un affresco sonoro che abbraccia il presente in tutte le sue sfaccettature. In un’epoca in cui il pubblico sente il bisogno di approfondire, capire e connettersi, la musica si fa veicolo di storie e messaggi. «I primi nomi che annunciamo oggi restituiscono lo spirito con cui stiamo costruendo il cast artistico del Concertone 2025: uno spaccato autentico e contemporaneo della nuova scena d’autore italiana, in cui convivono anime pop, elettroniche, urban, cantautorali e rock in un unico abbraccio musicale corale. La lineup di quest’anno sarà eterogenea ma coerente, pensata per raccontare, attraverso la musica, la complessità, le contraddizioni e la bellezza del nostro tempo» racconta il direttore artistico del Primo Maggio Massimo Bonelli.


Il cantautorato torna quindi protagonista: le parole contano, i testi diventano centrali, raccontano generazioni in continua trasformazione. L’annuncio della lineup 2025 è solo all’inizio e nelle prossime settimane verranno svelati nuovi artisti che arricchiranno il cast di un evento che, ogni anno, richiama centinaia di migliaia di spettatori da tutta Italia e in diretta televisiva e radiofonica.


Il Concertone 2025 guarda avanti e mette al centro la musica, rigorosamente live, come strumento di racconto, consapevolezza e cambiamento. Sarà una festa, ma anche un momento di riflessione, un’opportunità per immaginare il domani attraverso le voci di chi, con la propria musica, lo sta già costruendo. Sarà come sempre a libero accesso e sarà trasmesso in diretta su Rai 3 e Rai Radio 2 e in onda su RaiPlay e Rai Italia.

Intesa Consorzio Doc Venezie-Renisa per la cultura del vino a scuola

Intesa Consorzio Doc Venezie-Renisa per la cultura del vino a scuolaMilano, 16 apr. (askanews) – Si è tenuta ieri presso il Masaf a Roma, la conferenza stampa “Progetto Impresa-Giovani-Futuro” organizzata da Consorzio Doc Delle Venezie e dalla Rete Nazionale Istituti Agrari (Renisa). Un appuntamento voluto per presentare il protocollo d’intesa, siglato ufficialmente proprio a chiusura lavori, dal Consorzio e Renisa con l’obiettivo di valorizzare la cultura del vino promuovendone un consumo responsabile e moderato, favorire la conoscenza del Pinot Grigio Doc Delle Venezie tra gli studenti e supportare l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro con un’attenzione particolare al settore vitivinicolo.


L’incontro, moderato da Nicola Prudente, ha visto la partecipazione del presidente del Consorzio, Albino Armani, della presidente di Renisa, Patrizia Marini, di Mario Caligiuri, coordinatore Laboratorio politiche educative Eurispes, di Nadia Frittella, segretaria generale di Wine in Moderation e di Riccardo Cotarella, presidente Assoenologi. Ad aprire i lavori è stato Luca De Carlo, presidente della IX Commissione del Senato che ha affermato che “il protocollo è un’azione concreta che unisce tutela, promozione e coinvolgimento dei giovani”, sottolineando che “serve puntare su formazione, comunicazione e innovazione per affrontare le sfide del settore agroalimentare e contrastare le fake news che da anni si abbattono sul mondo agricolo”. Subito dopo hanno preso la parola il sottosegretario del Masaf, Patrizio La Pietra e Armani, che ha illustrato i dettagli dell’accordo. “Come Consorzio intendiamo porci come modello di responsabilità e innovazione, promuovendo il rinnovamento della filiera vitivinicola e il coinvolgimento nella stessa dei giovani, a partire dagli istituti agrari” ha detto il presidente, aggiungendo che “questa collaborazione avrà un importante impatto socio-economico, grazie alla formazione e all’inserimento delle nuove generazioni in ambito vitivinicolo e in particolare nella filiera del Pinot Grigio del Triveneto. Ci auguriamo che possa diventare un esempio replicabile in altre denominazioni, perché riteniamo fondamentale avvicinare i ragazzi ai dibattiti normativi e politici, partendo da una formazione adeguata del corpo docente. Da qui nasce la nostra proposta di partecipazione e di condivisione dei contenuti e delle novità legislative e tecnologiche con il mondo degli istituti agrari, tematiche che oggi sono spesso trascurate o non sufficientemente approfondite. L’obiettivo – ha concluso Albino Armani – è preparare le nuove generazioni a partecipare attivamente un domani ai tavoli decisionali che regolamentano il settore. Questioni come la riforma delle indicazioni geografiche approvata nel 2024, ad esempio, dovrebbero essere conosciute, divulgate e inserite nei programmi scolastici”. Patrizia Marini si è impegnata a diffondere il protocollo sottoscritto con il Consorzio tra gli istituti della propria rete. “Lavoreremo per ideare e sviluppare progetti che favoriscano l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, con particolare attenzione ai tirocini formativi” ha precisato, spiegando che “l’obiettivo è rendere i giovani sempre più preparati e pronti ad inserirsi nel mondo professionale, grazie ad esperienze pratiche che rafforzino le competenze tecniche e favoriscano un avvicinamento al settore vitivinicolo”.


La conferenza si è conclusa con l’intervento di Riccardo Cotarella: “La presenza dei giovani è fondamentale per garantire innovazione e sostenibilità, assicurando che le tradizioni vinicole siano preservate e, al contempo, adattate alle sfide del mercato globale attuale. Ecco perché la formazione, anche attraverso progetti come quello siglato oggi, è un pilastro su cui dobbiamo puntare per una crescita sana della filiera vitivinicola italiana”. “Il problema di oggi non sono i dazi o le dinamiche internazionali: i problemi sono interni, prima di tutto culturali” ha evidenziato Cotarella, sottolineando che “esiste oggi un accanimento eccessivo nei confronti del vino, un prodotto che dovrebbe essere simbolo di convivialità e cultura, e che invece è spesso oggetto di campagne demonizzanti, che disinformano anziché educare al consumo moderato e consapevole”.

Wto: con dazi reciproci interscambio merci globale -1,5% in 2025

Wto: con dazi reciproci interscambio merci globale -1,5% in 2025Roma, 16 apr. (askanews) – Le tensioni innescate dai nuovi dazi commerciali decisi dall’amministrazione Trump negli Usa rischiano di far diminuire dello 0,2% i volumi dei traffici globali di merci quest’anno, per poi risalire del 2,5% il prossimo, con ricadute particolarmente negative per le esportazioni in Nordamerica, previste in calo del 12,6%. Sono le stime dell’Organizzazione mondiale nel commercio (Wto), pubblicate oggi nel Global Trade Outlook and Statistics, in base ai livelli attualmente in vigore di queste misure su import e export.


Secondo lo studio, se alla fine venissero riapplicati i dazi “reciproci” annunciati da Washington – che sono stati rapidamente sospesi, salvo che per la Cina – la contrazione dell’interscambio globale di merci risulterebbe molto più marcata, pari all’1,5%. Il Wto ha anche elaborato per la prima volta uno studio sugli scambi di servizi, oltre alle tradizionali stime sul traffico merci, secondo cui quest’anno i volumi su questo segmento cresceranno del 4%, circa 1 punto percentuale in meno di quanto previsto prima che scattassero i dazi.


La direttrice del Wto, Ngozi Okonjo-Iweala si dice “profondamente preoccupata dall’incertezza che circonda le politiche commerciali, anche per lo stallo tra Stati Uniti e Cina. La recente escalation ha temporaneamente alleviato alcune pressioni sul commercio globale. Tuttavia, la persistente incertezza minaccia di agire come un freno sulla crescita globale – sostiene – con gravi ricadute negative Per il mondo e in particolare per le economie più vulnerabili”. (fonte immagine: WTO).

Allerta per ulivo infetto da Xylella a Minervino Murge

Allerta per ulivo infetto da Xylella a Minervino MurgeRoma, 16 apr. (askanews) – E’ stato ritrovato un ulivo infetto da Xylella fastidiosa sottospecie Pauca a Minervino Murge, nella provincia della BAT: lo rende noto Coldiretti Puglia, spiegando che con questo ritrovamento il batterio killer si allarga ancora uscendo dai confini di Bari. Nonostante sia l’unico ritrovamento dopo centinaia di campionamenti effettuati, Coldiretti sottolinea la necessità di una sorveglianza tempestiva e continua sulla zona cuscinetto, oltre all’eradicazione chirurgica dell’unico ulivo infetto per eliminare la fonte di inoculo.


E’ stata effettuata una sorveglianza rafforzata dell’area di 400 metri attorno alla zona infetta, per verificare la presenza di ulteriori piante infette e di conseguenza l’estensione dell’area infetta ed è stata istituita una zona cuscinetto di 2,5 km di raggio attorno alla zona infetta. Va incluso quindi, spiega Coldiretti, anche Minervino Murge nell’elenco dei comuni delle province di Bari, Taranto e Brindisi dove vanno effettuate le lavorazioni obbligatorie, tra cui arature, fresature, erpicature o trinciature per ridurre la popolazione della sputacchina, l’insetto vettore della Xylella, che si stima riesca a percorrere in una stagione fino a 400 metri autonomamente con i propri arti posteriori.

A Roma presentata la ginnastica dinamica militare italiana 1978

A Roma presentata la ginnastica dinamica militare italiana 1978Roma, 16 apr. (askanews) – Si è tenuta ieri, nella sala Caduti di Nassirya presso il Senato della Repubblica a Roma, organizzata su iniziativa del Senatore e membro 6^ commissione finanza e tesoro Marco Croatti, la conferenza stampa ‘Ginnastica Dinamica Militare Italiana – Riscopriamo la salute attraverso il movimento’. Ad accogliere i presenti il Senatore Croatti, che è intervenuto spiegando che “Il Senato è sempre orgoglioso di persone che portano avanti discipline sportive che promuovono il movimento come questa e di poterle ospitare mentre la spiegano”; a lui ha fatto eco in collegamento la Senatrice Giusy Versace, che ha sottolineato come lo sport sia stato fondamentale nel suo percorso.


Subito dopo, i presenti hanno avuto modo di entrare nel mondo della GDMI – Ginnastica Dinamica Militare Italiana ascoltando le parole di Matteo Sainaghi, che ha dato vita a questa disciplina nel 2013 insieme a Mara Uggeri: “Innanzitutto, vorrei partire spiegando il significato del nome: Ginnastica come attività che tende, mediante una serie ordinata di esercizi, a sviluppare l’apparato muscolare e a dare robustezza e agilità al corpo umano (secondo la definizione Treccani); Dinamica come opposizione di statica, quindi veloce, forte ed efficiente; Militare perché sono presenti caratteristiche di ordine e comando per ottimizzare la classe allenante, togliere le barriere sociali tra i partecipanti e dare disciplina all’esecuzione; Italiana…perché io sono nato in Italia e anche il protocollo è nato qui, con metodologia italiana, lontano dall’esterofilia che ci ha spesso colpiti nel corso del tempo. 1978 invece è l’anno in cui Mennea stabilì il record mondiale sui 200 metri con lo straordinario 19,72 – spiega Sainaghi – Vengo da uno sport come il rugby che mi ha insegnato tanto e dove il gruppo e il senso di appartenenza, la volontà e il sacrificio sono alla base della pratica sportiva e dell’allenamento e dove gli orpelli e i fattori esterni contano poco: è nata da lì l’idea di formare una squadra che si allenasse in maniera intensa e senza scuse, all’aperto, sotto la pioggia o al caldo, senza scuse e senza nessun comfort, senza nemmeno la musica. Sono partito con un centro di prova, a Brescia, con due persone, che sono poi diventate 10, 20, 50, 100; da lì l’apertura del secondo centro, la presentazione al CONI e la selezione e il continuo allenamento degli istruttori, persone caparbie e con attitudini centrate sullo sport. Oggi i centri sono 500 in tutta Italia e siamo diventati la società sportiva più grossa d’Italia e d’Europa come numero di tesserati (60.000)”. L’introduzione di Sainaghi è stata anche l’occasione per parlare di movimento e motivazione “un sistema mentale, questo, in cui prima ci si muove e poi si trova la motivazione, che ci ha dato ragione”, e di fatica, concetto che sembra oggi quasì “retrò” e autodisciplina: “Se uno non ha autodisciplina, deve essere autodisciplinato. Il proprio benessere non può essere una delega, per la mia esperienza tutti quei centri dove sembra ti dicano “non preoccuparti, ci pensiamo noi a te”, dove ogni tua scusa trova conforto nella controparte, sono progetti fallimentari. Il nostro progetto è ben diverso, quindi, si basa sull’autodisciplina delle persone. È la prestazione che è il risultato, la prestazione sportiva. La forma fisica che cambia non è il fattore principale, e, anche se cambia nel profondo, non si trova al primo posto. Una volta che tu sei prestativo a livello fisico, anche quello estetico lo seguirà a ruota”. E del fatto che, anche se si tratta di un’attività sportiva individuale, non è certo individualista: “l’altra cosa che funziona è molto è il fatto che comunque, sudando insieme e lavorando all’unisono, tutte le barriere sociali vanno velocemente a sgretolarsi. Nell’allenamento siamo tutti uguali, non c’è spazio per quello che vuole venire a sfoggiare la maglietta di ultima generazione, indossiamo tutti la stessa maglietta e gli stessi pantaloni o pantaloncini, proprio come una sorta di uniforme. Si fa tutti parte di un collettivo, ci si aiuta, e si crea una vera e propria compagnia. Che si allena a 40° sotto il sole la sera d’estate, solo bottiglietta d’acqua, e con le zanzare. Vedere che non mollano di un centimetro, vuol dire che, dal mio punto di vista, abbiamo creato una magia straordinaria a livello sportivo. Un collettivo, però, non solo circoscritto alla sede dove ci si allena ma molto più ampio. Vi faccio un esempio molto semplice, e sono sicuro che sia già successo: chi si allena con GDMI indossa sempre un bracciale verde e se, per esempio su un treno, dovesse accorgersi che la persona di fronte a lui ne indossa uno uguale, è come se davanti a sé ritrovasse un fratello o una sorella, con cui sa di condividere lo stessa sistema allenante. Una sensazione che forse può sembrare difficile da capire per chi la vede dall’esterno”.


“L’idea dell’ortodinamica – prosegue Sainaghi, rispondendo alle domande della giornalista di San Marino Rtv Sara Bucci – è nata diversi anni fa perché all’università, quando ho fatto la tesi, l’ho fatta sulla rieducazione e sull’ortodinamica, quindi il movimento nell’anziano, non con patologie degenerative. Un allenamento che ha alla sua base i concetti di equilibrio, forza, flessibilità e resistenza, per cui abbiamo fatto uno studio molto attento su degli esercizi specifici, sul modo di camminare, le camminate in cerchio, coordinate, gli scambi di direzione, la capacità visiva della persona “molto adulta” che tende inevitabilmente a diminuire. Anche qui siamo partiti con un solo centro e, oggi, in poco meno di un anno, siamo arrivati a 30 centri in tutta Italia, con iscritti che si trovano benissimo; l’età media è tra i 60 e i 65 anni, ma abbiamo anche persone di 40 anni che, a causa di traumi o incidenti, ha dei grossi problemi deambulatori. Abbiamo dato vita a questo protocollo e l’abbiamo “donato” un po’ a tutti nel settore perché, onestamente, non mi sembrava giusto che una persona anziana pagasse una cifra spropositata per 10 sedute specifiche; è attività civica, attività motoria, per questo l’abbiamo portata un po’ “al popolo”, con grande odio di alcuni miei colleghi”. Adulti, quindi, molto adulti, ma anche bambini: in GDMI trova spazio anche uno speciale protocollo studiato apposta per i più piccoli, “in cui, partendo dal concetto del gioco e con slide che si ispirano ai personaggi dei cartoni animati, trasmettiamo loro anche messaggi importanti come l’importanza della fatica nel raggiungimento di un risultato e riusciamo a invogliarli a partecipare anche se mancano elementi come lo spirito di competizione di una squadra contro l’altra – spiega Giorgio Bucci, Responsabile Centro e Sud Est GDMI e proprio del protocollo bambini – Il progetto è nato una sera, durante il corso istruttori, quindi in un momento di allenamento di soli adulti: più si andava e si va tutt’ora indietro con le fasce di età e più il problema di coordinazione, motivazione, attenzione e propensione allo sport si fa sentire. Quindi, perché una disciplina sportiva possa dirsi completa, deve pensare sia ai più piccoli che ai non più giovani (come fa con l’ortodinamica). È così che nasce il protocollo bambini: l’esigenza di provare a risolvere un problema che, più passa il tempo, più si fa grave. I bambini fino a qualche anno fa erano semplicemente scoordinati, così come i ragazzini; oggi ci troviamo con giovani adulti che non conoscono il proprio corpo e non capiscono come muoverlo, oltre che a doversi confrontare con patologie come l’obesità giovanile, che è aumentata di dieci volte dagli anni ’70, anche a causa di social media, impegni scolastici, minore frequentazione di comunità, attività motoria libera e abitudini alimentari errate. Facendo uno studio con specialisti del settore, abbiamo sviluppato un protocollo, tutto basato sul gioco, che innanzitutto va a lavorare su propriocezione e socializzazione, insegnando al bambino a capire come interagire con gli altri, a conoscere il suo corpo e le sue emozioni. Una ginnastica di eccellenza per bambini, che gli insegnasse anche il movimento che deve fare il proprio corpo e a cimentarsi con le prime sfide, capire come accettare eventuali “sconfitte” e a gestire il senso di vittoria. Lavoriamo su due fasce di età: dai 3 a 6 anni che è un protocollo di specializzazione, per bambini molto piccoli, e dai 5-6 fino agli 11-12 anni, quando poi, con le dovute precauzioni, possono iniziare a essere inseriti nell’allenamento adulto”.


E che feedback ricevete dai genitori dei bimbi che allenate? “Un feedback di altissimo gradimento, tant’è che proprio grazie a loro, e questo, almeno all’inizio, non era il nostro intento, siamo entrati nelle scuole – prosegue Bucci – abbiamo iniziato a ricevere un sacco di convocazioni ufficiali dagli istituti scolastici. Al momento siamo in quattro distretti scolastici nel riminese, perché il protocollo bambini è nato lì, dove viene fatta ginnastica dinamica militare protocollo bambini proprio come materia scolastica. Gli stessi dirigenti scolastici e professori, hanno apprezzato da subito il nostro modo di lavorare con i ragazzi. Essendo partiti da poco, oggi, oltre al riminese, abbiamo una ventina di centri attivi tra Veneto, Lombardia e Centro Italia, ma abbiamo l’intenzione di far crescere la struttura”. Con Alessio Franchina, Coordinatore Nazionale Area Comunicazione e Innovazione Tecnologica CSI, c’è stato invece modo di vedere quali sono i capisaldi della relazione tra GDMI e CSI, che ha certificato e promosso Ginnastica Dinamica Militare Italiana come disciplina sportiva: “Abbiamo avvicinato la GDMI qualche anno fa, e, già nei primi incontri, ci siamo accorti che rispecchiasse in pieno il motto del CSI, educare attraverso lo sport con un’attenzione alla parte più giovanile e alle persone più fragili. Quindi è subito nata una sinergia che stiamo portando avanti e, con il lavoro straordinario che è stato fatto in questi anni, la cosa è cresciuta e si è diffusa, con un impatto molto positivo. Una volta, anche nei piccoli paesi, non solo nelle grandi città, i ragazzi tendevano a scegliere sport come il calcio o lo sci, per esempio, se in montagna. Secondo l’ultimo report della Federazione Italiana Gioco Calcio, negli ultimi 10 anni c’è stato un calo di 11.000 squadre: questo non vuol dire che la gente ha smesso di fare sport, ma che ha cambiato modo di farlo. Quindi penso sia una cosa preziosissima se ci sono queste nuove discipline che emergono e riescono a intercettare anche le persone più giovani e dare lor questa opportunità nel panorama sportivo – prosegue Franchina, parlando della volontà di contrastare l’esigenza di arrivare a buoni risultati in tempo zero – Associazioni e società, proprio come GDMI, ci danno una grossa mano perché, purtroppo, anche nei giovani di oggi c’è un po’ questa ambizione, come per i ragazzi che iniziano a giocare a calcio. C’è la cultura del tutto facile, tutto subito, tutto dovuto, che porta un po’ ad abbassare un po’ l’asticella. Quindi quando è stato sottolineato il significato di militare nel nome della disciplina, effettivamente ci siamo ritrovati assolutamente, perché purtroppo manca un po’ lo spirito di sacrificio che è fondamentale per riuscire a raggiungere i risultati nello sport come nella vita. Come federazioni, il nostro obiettivo chiaramente non è creare campioni; chiaro che può succedere, però l’obiettivo è creare delle persone, cittadini di oggi, ma soprattutto i cittadini di domani. Quindi dobbiamo lavorare su questo ed è fondamentale che ci siano sinergie come questa, che ci aiutano a raggiungere questo obiettivo”.


Con il Dott. Nicola Romeo, neonatologo e pediatra, si è tornati a parlare di bambini, analizzando quale potrebbe essere l’età giusta per iniziare a praticare uno sport: “Negli anni scorsi sono uscite le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sull’attività motoria e lì non viene fatta nessuna specifica sull’età d’inizio, parla anzi di come far fare attività già nel primo anno di vita per almeno 30 minuti, proponendo la posizione prona nei bambini, e tutta una serie di indicazioni per le fasce di età da 1 a 3 anni, da 3 a 6 e così via, già convogliate nel protocollo bambini di GDMI. Approfitto dell’occasione per condividere una riflessione: nel 1998, un quarto di secolo fa e più, l’Organizzazione Mondiale della Sanità diceva che l’obesità sarebbe stata l’epidemia del nuovo secolo. Se voi andate a guardare, malgrado tanto impegno, le tante azioni, attività, rimane ancora un problema serio. Quindi per noi andare a riflettere e impegnarci nel promuovere attività motorie e corretta alimentazione vuol dire realmente fare della sanità pubblica e investire in salute – prosegue il Dott. Romeo – Quando noi ci impegniamo sui bambini bisogna che ci impegniamo anche sul mondo del degli adulti nelle sue diverse categorie, che è quello dei genitori, che quello dei nonni o meno, bisogna che dei messaggi passino in una maniera coerente, perché i bambini sono delle spugne più che le parole guardano i comportamenti. Quindi per noi la questione importante è riuscire nelle diverse fasi di età di trovare opportunità per portare i bambini a muoversi dal divano piuttosto che dalla televisione o dal cellulare, sia per una questione di salute fisica e che di salute sociale e anche salute mentale. Il promuovere un’attività che fa stare i bambini all’aperto, che li fa stare insieme, che li motiva e che li impegna è un ulteriore investimento per cercare di contenere questo che è veramente una nuova epidemia”. Ha chiuso l’incontro il Senatore Croatti, ringraziando i presenti per il loro tempo e GDMI per “il fatto che continuate a cercare di raccontare alle persone che la salute dipende, per la maggior parte, dalle proprie forze. Voi questo lo state facendo, lo state facendo nelle famiglie e avete iniziato a farlo nelle scuole, state quindi contribuendo a dare una buona cultura al nostro paese”.

Cinema, in corso le riprese di “Illusione” di Francesca Archibugi

Cinema, in corso le riprese di “Illusione” di Francesca ArchibugiRoma, 16 apr. (askanews) – Sono in corso le riprese di “Illusione”, il nuovo film diretto da Francesca Archibugi. Nel cast Jasmine Trinca, Michele Riondino, Angelina Andrei, Vittoria Puccini, con Francesca Reggiani, Aurora Quattrocchi e Filippo Timi. La sceneggiatura è firmata da Francesca Archibugi, Laura Paolucci, Francesco Piccolo.


Le riprese si svolgono in Italia, a Bruxelles e a Strasburgo per una durata di otto settimane. Periferia di Perugia. In un fosso viene ritrovata una ragazzina. Indossa un completo d’alta moda ed è bellissima. La polizia sta per portare via il corpo, quando un sospiro la svela ancora viva: si chiama Rosa Lazar, è moldava e non ha nemmeno 16 anni. La sostituta procuratrice Cristina Camponeschi e lo psicologo Stefano Mangiaboschi sono immediatamente chiamati a occuparsi del caso. L’indagine è più complicata del previsto, perché Rosa non sembra avere coscienza delle brutali violenze subite e copre la verità dei fatti. Dietro la maschera di un’incessante gioiosità emerge un profilo psicologico molto disturbato. Come è arrivata a Perugia questa lolita che non sembra una normale prostituta e che si comporta come una bambina? Per la sostituta procuratrice Rosa diventerà la chiave per un’indagine internazionale su scenari inquietanti. Per lo psicologo sarà un altro tipo di indagine, interiore, che lo porterà a scoprire il vero enigma di Rosa Lazar.


“Illusione” è una produzione Fandango con Rai Cinema e Tarantula Belgique. L’opera è stata realizzata con il contributo del Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo del Ministero della Cultura.

Migranti: la Commissione Ue propone la lista di Paesi d’origine sicuri

Migranti: la Commissione Ue propone la lista di Paesi d’origine sicuriBruxelles, 16 apr. (askanews) – La Commissione europea ha proposto, oggi a Bruxelles, una prima lista Ue di “paesi di origine sicuri” dei migranti richiedenti asilo nell’Ue, come prevede il “Patto” su immigrazione e asilo adottato lo scorso anno, insieme ad altre disposizioni per accelerare l’attuazione di alcuni aspetti importanti del Patto, che entrerà in vigore nel giugno 2026. Lo scopo è quello di consentire agli Stati membri di trattare le domande di asilo in modo più rapido, con una una “procedura accelerata” o “di frontiera”, quando ci sono alte probabilità che siano infondate perché i il paese di provenienza dei richiedenti è considerato “sicuro”.


La Commissione propone di attuare in anticipo due importanti possibilità per gli Stati membri previste dal nuovo Patto: 1) di applicare la procedura di frontiera o una procedura accelerata (tre mesi invece di sei) alle persone provenienti da paesi in cui, in media, il 20% o meno dei richiedenti ottiene protezione internazionale nell’Ue (soglia del 20% del tasso di riconoscimento); 2) di designare i paesi terzi sicuri e i paesi di origine sicuri con delle eccezioni, che escludano regioni specifiche negli stessi paesi terzi o categorie di persone chiaramente identificabili. Quanto alla lista Ue dei paesi di origine sicuri, la Commissione ha proposto di inserirvi Kosovo, Bangladesh, Colombia, Egitto, India, Marocco e Tunisia. Questa lista, una volta approvata dai co-legislatori (Parlamento europeo e Consiglio Ue) diventerà obbligatoria per tutti gli Stati membri, che tuttavia potranno continuare a mantenere e applicare delle proprie liste nazionali, con altri paesi d’origine “sicuri”. Se un paese d’origine sicuro viene sospeso o rimosso dalla lista Ue, gli elenchi nazionali potranno continuare a includerlo solo se la Commissione non si opporrà (entro due anni). D’altra parte la Commissione ritiene che tutti i paesi candidati all’adesione all’Ue, in linea di principio, soddisfino i criteri per essere designati come paesi di origine sicuri, poiché nell’ambito del loro percorso di adesione si impegnano a raggiungere la stabilità di istituzioni che garantiscano la democrazia, lo Stato di diritto, i diritti umani e il rispetto e la tutela delle minoranze (i “criteri di Copenaghen”). Un paese candidato verrebbe escluso solo in determinate circostanze specifiche: violenza indiscriminata in situazioni di conflitto, sanzioni adottate dal Consiglio Ue nei suoi confronti, o un tasso di riconoscimento dei richiedenti asilo a livello Ue, per i propri cittadini, superiore al 20%.


La proposta della Commissione si basa su un’analisi dell’Agenzia dell’Ue per l’asilo (Euaa) e su altre fonti, tra cui informazioni provenienti dagli Stati membri, dal Servizio europeo di azione esterna (Seae) e anche da organizzazioni non governative. L’elenco Ue dei paesi di origine sicuri è fondato su un processo dinamico: la lista può essere ampliata o rivista nel tempo. I paesi inclusi nella lista possono anche essere sospesi o rimossi dall’elenco qualora non soddisfino più i criteri per essere designati come “sicuri”. Inoltre, sottolinea la Commissione in una nota, “la designazione come paese di origine sicuro non costituisce una garanzia di sicurezza per tutti i cittadini di quel paese. Gli Stati membri devono condurre una valutazione individuale di ciascuna domanda di asilo, indipendentemente dal fatto che la persona provenga o meno da un paese di origine sicuro”.