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Autore: Redazione StudioNews

Dazi, Meloni: fase complessa in rapida evoluzione. Serve lucidità

Dazi, Meloni: fase complessa in rapida evoluzione. Serve luciditàRoma, 16 apr. (askanews) – “In questi anni, anche grazie alla collaborazione con le organizzazioni agricole, abbiamo dimostrato che abbiamo a cuore i produttori e che la nostra priorità è sempre stata quella di facilitare il loro accesso ai mercati, promuovere la qualità italiana, ridurre le barriere che ostacolano la nostra capacità di crescere. Continueremo in questa direzione anche e soprattutto in questa fase tanto complessa quanto in rapida evoluzione nella quale è necessario ragionare con lucidità, lavorare con concretezza, lavorare con pragmatismo”. Lo afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un videomessaggio inviato all’assemblea generale del Consorzio per la Tutela del Formaggio Grana Padano.


“Ma tra le tante incertezze di questo tempo – ha proseguito la premier – io posso offrirvi una certezza: il governo, la sottoscritta, il ministro Francesco Lollobrigida, continueranno a essere al vostro fianco, al fianco di chi produce, difende la nostra identità, al fianco di tiene alta la bandiera del nostro marchio nel mondo perché l’unica cosa che abbiamo a cuore è fare l’interesse dell’Italia e degli italiani”, ha concluso la premier.

Crea: agroalimentare in IV trim. 2024 stabile con +0,1% del Pil

Crea: agroalimentare in IV trim. 2024 stabile con +0,1% del PilRoma, 16 apr. (askanews) – Stabile la performance economica dell’agroalimentare italiano nel IV trimestre 2024, con una crescita dello 0,1% del Pil rispetto al trimestre precedente, che a sua volta è cresciuto dello 0,6% nei confronti dello stesso trimestre del 2023. In calo è il valore aggiunto dell’agricoltura (-0,7%) e dei servizi (-0,1%), mentre cresce il settore dell’industria (+0,9%) a livello congiunturale.


Crescono i consumi finali nazionali (+0,2%), di cui 0,2% è rappresentato dalla spesa delle famiglie per beni durevoli e gli investimenti fissi lordi (+1,6%). È quanto emerge dalla fotografia scattata nel IV trimestre del 2024 da CREAgritrend, il bollettino trimestrale messo a punto dal CREA, con il suo Centro di Ricerca Politiche e Bioeconomia. Rispetto allo stesso periodo del 2023, fra ottobre e dicembre 2024, per l’industria alimentare crescono sia l’indice della produzione (+3,3%), sia quello del fatturato sul mercato estero (+11%) e in modo meno marcato sul mercato interno. L’industria delle bevande, invece, registra una diminuzione sia per l’indice della produzione (-1,3%), sia per quello del fatturato sul mercato interno, mentre è in aumento sul mercato estero (+2%).


Aumentano ancora le esportazioni agroalimentari nel periodo considerato, superando i 18 miliardi di euro (+8,8% circa rispetto al IV trimestre 2023), verso tutti i principali mercati esteri in particolare, verso gli Stati Uniti (+13,8%), secondo mercato dopo la Germania, e la Polonia (+16,4%). Si incrementano le vendite in valore di quasi tutti i principali comparti di esportazione, in particolare i prodotti dolciari (+20% in valore) grazie ai netti aumenti verso Germania, Regno Unito e Polonia. In aumento anche le importazioni (+10,7%), in particolare dai tre principali fornitori (Germania, Francia e Spagna) e dalla Grecia. Gli aumenti hanno riguardato caffè e cacao greggio e i prodotti lattiero-caseari, che nel trimestre analizzato valgono oltre 1,4 miliardi di euro (+19% in valore e +7% in quantità rispetto allo stesso periodo del 2023).

A Mattarella impiantato un pacemaker: ha passato una notte tranquilla, condizioni stabili

A Mattarella impiantato un pacemaker: ha passato una notte tranquilla, condizioni stabiliRoma, 16 apr. (askanews) – Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è stato ricoverato all’ospedale Santo Spirito di Roma, ieri per un intervento programmato di impianto di pacemaker, dopo aver completato gli impegni previsti in agenda.


L’intervento – fanno sapere dal Quirinale – è stato effettuato alle 20 al termine del quale il presidente è rientrato nel reparto di cardiologia dove ha trascorso una notte tranquilla. Il capo dello Stato è totalmente asintomatico e in condizioni cliniche stabili.

La Cina: non vogliamo combattere guerre dei dazi, ma non ne abbiamo paura

La Cina: non vogliamo combattere guerre dei dazi, ma non ne abbiamo pauraRoma, 16 apr. (askanews) – La Cina non vuol combattere guerre dei dazi, ma “non ne ha neppure paura”. L’ha ribadito oggi il portavoce del ministero degli Esteri cinese Lin Jian, rispondendo a una domanda sulla minaccia del presidente Usa Donald Trump di portare i dazi sull’import dalla Cina al 245% in caso di misure ritorsive di Pechino.


“Questa guerra dei dazi stata avviata dagli Stati uniti e le misure di contromisura adottate dalla Cina sono volte a tutelare i suoi legittimi diritti, i suoi interessi e a garantire l’equità e la giustizia internazionale: si tratta di misure completamente ragionevoli e legali”, ha affermato Lin nella quotidiana conferenza stampa a Pechino. “Le guerre commerciali – ha continuato – non hanno vincitori: la Cina non intende combatterle, ma non ne ha neppure paura”. Lin ha ribadito, inoltre, che “se gli Stati Uniti insisteranno nel ledere in modo sostanziale gli interessi della Cina, allora essa risponderà con fermezza, accompagnando la sua risposta fino in fondo”.

Dazi, Tajani: il viaggio di Meloni negli Usa è importante, saprà far valere l’interesse dell’Italia

Dazi, Tajani: il viaggio di Meloni negli Usa è importante, saprà far valere l’interesse dell’ItaliaRoma, 16 apr. (askanews) – Quello della premier Giorgia Meloni negli Usa “sarà un incontro importante, quando si affrontano questioni delicate sono sempre incontri non semplici”, ha affermato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine degli Stati Generali della Lingua italiana nel mondo, al Maxxi, a Roma. “Credo che la credibilità dell’Italia in questo momento sia in crescita, anche gli Stati Uniti si rendono conto dell importanza del nostro paese e del ruolo che può svolgere anche in seno all’Unione Europea”, ha sottolineato Tajani.


L’Italia può quindi facilitare il dialogo con gli Stati Uniti. “Credo che la presidente del Consiglio saprà far valere l’interesse dell’Italia con un dialogo costruttivo e positivo. Il nostro obiettivo è di evitare una guerra commerciale”. Il ministro degli Esteri ha fatto notare che non c’è esito predefinito della missione, “non sappiamo quali risultati si possano raggiungere”. Come europei, ha aggiunto, “siamo l’altra faccia della medaglia dell’Occidente. E non cambiamo atteggiamento nei confronti della Cina, è un interlocutore”.

Convegno SIGU: genetica sempre più al centro della medicina contemporanea

Convegno SIGU: genetica sempre più al centro della medicina contemporaneaRoma, 16 apr. (askanews) – La genetica è ormai una disciplina fondamentale nella medicina contemporanea: è essenziale per le diagnosi, indispensabile per una medicina personalizzata, imprescindibile nella ricerca. Si tratta di test genetici di ultima generazione (come il sequenziamento di genoma ed esoma), ma anche di farmacogenetica, di oncogenetica e oncogenomica, di medicina riproduttiva. È ormai chiaro che il genetista clinico ha un ruolo fondamentale non solo nella pratica clinica, ma anche nella pianificazione e nella gestione delle risorse disponibili per il Servizio Sanitario Nazionale. A questo tema è stato dedicato il convegno “Il ruolo del genetista medico. Percorso aperto per la valorizzazione della figura del genetista nel Servizio Sanitario Nazionale” svoltosi ieri, 15 aprile, presso l’Auditorium Cosimo Piccinno del Ministero della Salute a Roma.


“Il genetista medico è inscindibile dalla medicina contemporanea – spiega il Prof. Paolo Gasparini, Presidente di SIGU – Società Italiana di Genetica Umana – perché la genetica rappresenta ormai un pilastro fondamentale per la diagnostica e per la personalizzazione delle cure. È opinione diffusa che i genetisti medici lavorino soprattutto in laboratorio, nell’eseguire test genetici sempre più complessi, ma oggi il genetista clinico è soprattutto un medico a tutti gli effetti e per sua formazione deve riuscire ad avere una visione globale delle problematiche delle persone che lo consultano. Parliamo di oncologia, di medicina riproduttiva, e certamente anche del complesso ambito delle malattie rare, che per la larghissima maggioranza ha una causa genetica. È il genetista il medico in grado di ottenere la profilazione genomica di un tumore, per permettere un percorso terapeutico mirato. È sempre il genetista che è in grado di fornire informazioni sulla familiarità della patologia oncologica, gestendo le indagini genetiche ‘a cascata’ per i familiari. Ancora, è il genetista medico ad affiancare le coppie che si apprestano ad affrontare un percorso di PMA con diagnosi preimpianto. È sempre il genetista medico uno degli specialisti in grado di porre il sospetto clinico in caso di malattia rara. A partire dalla prevenzione, l’integrazione del genetista nei percorsi diagnostici può ridurre l’incidenza di malattie ereditarie, genetiche e rare, consentendo interventi preventivi che migliorino la qualità della vita dei pazienti. Il contributo di questa figura professionale, essenziale per rendere i processi di diagnosi e cura più rapidi ed efficienti, può diminuire la complessità burocratica e migliorare l’accesso alle cure. Inoltre, grazie a diagnosi precoci e interventi mirati, il genetista può aiutare a ridurre significativamente costi e sprechi evitando terapie inadeguate o tardive”. Le sfide per il SSN sono molteplici, a partire dalla sostenibilità, ma anche dalla corretta stima delle risorse necessarie. Durante l’evento, infatti, i rappresentanti istituzionali si sono concentrati in modo particolare sul ruolo della genetica medica per la prevenzione.


“Per fare prevenzione bisogna conoscere la composizione della popolazione – dichiara il Sen. Ignazio Zullo, membro della Commissione X ‘Affari Sociali, Sanità, Lavoro Pubblico e Privato, Previdenza Sociale’ del Senato della Repubblica – capire che le malattia rare sono una priorità, così come la presa in carico dei pazienti anziani. Dobbiamo ricordare che ci sono molte patologie a trasmissione genetica, e tutti questi aspetti devono essere affrontati con un approccio multidisciplinare che oggi deve necessariamente comprendere il genetista clinico. Per questo auspico che il mondo istituzionale comprenda pienamente l’impatto della genetica nella medicina contemporanea. A tal fine sono a disposizione per proseguire questo percorso di confronto e per produrre gli atti parlamentari idonei a portare avanti questo fondamentale obiettivo”. “In un momento in cui si parla sempre più spesso di medicina di precisione e di prevenzione, è fondamentale valorizzare il ruolo del genetista medico, figura centrale per affrontare con efficacia le grandi sfide del nostro Servizio Sanitario Nazionale – afferma l’On. Francesco Ciancitto, Commissione XII “Affari Sociali”, Camera dei Deputati – Non possiamo parlare seriamente di prevenzione, soprattutto in ambito cardiovascolare e oncologico – due settori cruciali e ad alto impatto economico – senza il contributo del genetista medico. E non possiamo costruire una vera medicina personalizzata senza di lui. Per questo è essenziale che in ogni azienda sanitaria locale sia prevista la presenza stabile di questa figura professionale, affinché la genetica medica diventi una risorsa strutturale e accessibile per tutti i cittadini”.


“È dunque fondamentale che il genetista medico, che deve lavorare in stretta collaborazione con gli altri specialisti, venga riconosciuto come una figura essenziale del nostro SSN. Un grande impegno di SIGU è quello di assicurarsi che vengano formati specialisti in medicina genomica – dice la Prof.ssa Brunella Franco, Ordinario di Genetica Medica, Dipartimento di Scienze Mediche Traslazionali, Università “Federico II”, ricercatore dell’Istituto Telethon di Genetica e Medicina e docente della Scuola Superiore meridionale, Napoli – cioè medici che siano in grado di stare al passo con il continuo evolvere della genetica. I genetisti devono prima di tutto avere una formazione completa dal punto di vista clinico, che li prepari anche all’avvento di tutte le nuove terapie, che presuppongono un modello assistenziale completamente diverso da quello del passato. Dopo di che dovranno specializzarsi ulteriormente: oncogenomica, farmacogenetica, medicina riproduttiva, malattie rare, bioinformatica; queste sono le sfide alle quali il nostro SSN deve rispondere quotidianamente”. “Durante questo incontro – aggiunge la Prof.ssa Franco – abbiamo individuato almeno 4 azioni che possono essere messe in atto per riconoscere concretamente la figura del genetista. La prima azione è certamente l’inserimento del genetista nei tavoli decisionali, come il Consiglio Superiore di Sanità. Per lo stesso motivo i genetisti devono essere coinvolti nella definizione dei LEA”.


“Pensando poi alla difficile gestione dei pazienti adulti con malattie genetiche e rare – ribadisce Franco – dal confronto odierno con le istituzioni è emerso che il medico genetista potrebbe essere una figura chiave per fornire a pazienti e famiglie un punto di riferimento. Il genetista può essere il ‘disease manager’ in grado di coordinare tutti gli altri specialisti necessari alla presa in carico globale, senza perdere di vista il punto centrale, cioè la persona nella sua complessità”. “Infine – conclude Brunella Franco – tutti gli interlocutori concordano nella necessità di un riconoscimento, da parte del Ministero della Salute, della certificazione SIGUCERT per i laboratori di genetica, che devono garantire un elevato standard qualitativo e di competenza”.

Xi in Malaysia auspica rafforzamento legami

Xi in Malaysia auspica rafforzamento legamiRoma, 16 apr. (askanews) – Xi Jinping, nella sua seconda tappe del tour in Sudest asiatico, ha incontrato oggi il re della Malaysia, sultano Ibrahim, auspicando un rafforzamento dei legami commerciali, economici, politici e culturali tra i due paesi, in un momento di forte tensione con gli Stati uniti dopo il rientro alla Casa bianca di Donald Trump e l’avvio di una muscolare politica d’imposizione di dazi che ha proprio Pechino come primo obiettivo nel mirino.


Il presidente americano, dal canto suo, ha bollato il tour nei paesi Asean del leader cinese come un tentativo di “fregare” gli Stati uniti. All’arrivo in auto al palazzo reale, Ibrahim e il primo ministro malese Anwar hanno accolto Xi. “La Cina e la Malaysia sono buoni vicini, buoni amici e buoni partner, comportandosi l’un l’altro come se fossero di una stessa famiglia. Le relazioni tra i nostri due paesi hanno attraversato mezzo secolo di storia, costellato di grandi eventi, e ora si preannuncia un futuro ancora più luminoso. Io sono disposto, insieme al Sultano Ibrahim, a impegnarmi per guidare lo sviluppo stabile e duraturo dei rapporti tra Cina e Malaysia, per costruire una comunità strategica di destino condiviso a un alto livello tra i due Paesi, per scrivere un nuovo capitolo di buon vicinato, amicizia e cooperazione, e per inaugurare un cinquantennio d’oro nelle relazioni sino-malesi”, ha affermato il presidente cinese nel suo discorso ufficiale.


Xi ha detto che la Cina e la Malaysia devono continuare ad approfondire la fiducia reciproca e a sostenersi a vicenda su questioni riguardanti interessi vitali e preoccupazioni fondamentali. Ha auspicato di potenziare l’allineamento delle strategie di sviluppo, sfruttando le reciproche complementarietà per creare vantaggi condivisi, e di collaborare nel percorso verso la modernizzazione. Inoltre ha fatto riferimento alla necessità di realizzare grandi progetti, come la Ferrovia della costa orientale, nonché di promuovere la collaborazione nelle industrie del futuro quali l’intelligenza artificiale, l’economia digitale e l’economia verde. La Cina – ha detto ancora il presidente cinese – con favore l’ingresso di prodotti agricoli di alta qualità della Malesia nel mercato cinese e incoraggia le imprese cinesi ad investire in Malesia. Inoltre, Xi Jinping ha espresso il desiderio di rafforzare il dialogo tra le civiltà “confuciane e islamiche”, di espandere la cooperazione in ambito culturale, turistico ed educativo, e di favorire una più profonda connessione tra i popoli dei due paesi. Ha infine ribadito il sostegno cinese alla presidenza a rotazione dell’ASEAN da parte della Malaysia, auspicando di attuare insieme l’iniziativa per lo sviluppo globale, quella per la sicurezza globale e quella per la civiltà globale, per promuovere l’unità e lo sviluppo congiunto del Sud globale e per offrire maggiori certezze e energie positive alla regione e al mondo.


Ibrahim ha risposto affermando che la visita del presidente cinese rappresenta un evento di grande importanza nelle relazioni tra i due paesi. “La mia visita di Stato in Cina lo scorso settembre mi ha lasciato ricordi indelebili. Sono convinto che questa visita del presidente Xi in Malaysia eleverà ulteriormente le nostre relazioni bilaterali e promuoverà uno sviluppo fiorente della cooperazione in vari settori. I notevoli risultati di sviluppo della Cina sono il frutto della lungimiranza del presidente Xi e del duro lavoro del popolo cinese” ha detto il sultano. “La Malaysia – ha continuato – dà grande importanza ai rapporti con la Cina e, indipendentemente dalle evoluzioni del contesto internazionale, lavorerà fianco a fianco con la Cina per realizzare benefici reciproci e per promuovere una comunità strategica di destino condiviso a un alto livello. Noi, dalla nostra parte, siamo favorevoli all’integrazione economica regionale, sosteniamo fermamente l’iniziativa Belt and Road e desideriamo rafforzare la cooperazione nel commercio e negli investimenti, contribuendo alla stabilità delle catene industriali e di approvvigionamento, al miglioramento della connettività e allo scambio culturale e educativo”.

Esce “Players Club ’25”, la nuova posse track di Night Skinny

Esce “Players Club ’25”, la nuova posse track di Night SkinnyMilano, 16 apr. (askanews) – Esce oggi “Players Club ’25”, la nuova posse track del producer multiplatino Night Skinny con Glocky, RRARI DAL TACCO, Promessa, Latrelle, Ele A, Sayf, Melons, Faneto, disponibile su tutte le piattaforme digitali per Island Records / Universal Music Italia.


Dopo averla portata in anteprima sul palco dell’Unipol Forum di Assago, andato interamente sold out, e dopo il successo del suo ultimo album “Containers” certificato disco di platino che vanta ad oggi oltre 200 milioni di stream, il producer ha annunciato il nuovo attesissimo capitolo di Players Club, il terzo di una saga diventata un culto per il genere che riunisce le più calde rivelazioni della nuova scena urban italiana. Come per i precedenti Players Club, la posse track -la lettera d’amore al rap per eccellenza- immortala la parte più fresca e vitale della nuova scena, dimostrando la continua e meticolosa ricerca di Night Skinny rivolta ai giovanissimi talenti: un’attenzione dedicata all’evoluzione del linguaggio del rap e dei suoi nuovi protagonisti, che più volte l’artista è riuscito ad intercettare prima del successo, riuscendo ad aggregare personalità provenienti da mondi distanti, riuniti sulla traccia dal sound inconfondibile del producer.


I Players Club del 2025 sono Glocky, RRARI DAL TACCO, Promessa, Latrelle, Ele A, Sayf, Melons, Faneto.

Dazi, il complicato puzzle Usa-Giappone tra commercio e sicurezza

Dazi, il complicato puzzle Usa-Giappone tra commercio e sicurezzaRoma, 16 apr. (askanews) – Sono due le principali linee di negoziato che si affiancheranno nelle trattative che partiranno domani a Washington tra Stati uniti e Giappone in merito al contenimento dei dazi imposti e minacciati dal presidente americano Donald Trump: i dazi commerciali veri e propri e la questione del Trattato di sicurezza Usa-Giappone con la spesa militare di Tokyo. Differenti però gli approcci: Washington punterà a farle intersecare, Tokyo a mantenerle parallele.


Il ministro dell’Economia giapponese Ryosei Akazawa è diretto verso gli Stati uniti per avviare le trattative prioritarie con l’Amministrazione Trump, rappresentata dal segretario al Tesoro Scott Bessent. Si tratta di trattative su cui sono puntati gli occhi di tanti altri alleati degli Stati uniti, compresi quelli europei, perché potrebbero rappresentare una cartina di tornasole di quale sarà la tattica negoziale di Trump. Il capo di gabinetto Yoshimasa Hayashi, principale portavoce del governo nipponico, ha dichiarato ieri ai giornalisti che il Giappone “solleciterà il lato americano a rivedere le proprie misure tariffarie, adottando un approccio globale dal governo per ottenere risultati nel più breve tempo possibile”.


Il primo ministro nipponico Shigeru Ishiba, che non ha nascosto nelle settimane scorse il suo disappunto per non aver ottenuto un’esenzione per lo storico alleato nipponico, piattaforma cruciale del potere americano sul Pacifico, ha dichiarato oggi che sta seguendo “meticolosamente” i preparativi dei negoziati commerciali. Durante una seduta della commissione del bilancio della Camera bassa della Dieta, Ishiba ha aggiunto che i due paesi affronteranno anche il tema della cooperazione in materia di sicurezza. Si tratta di due temi strettamente legati nella visione di Tokyo. “E’ importante costruire una nuova relazione di alleati e riflettere su cosa possano fare i due Paesi per il mondo,” ha dichiarato Ishiba. “Non credo che si debba semplicemente cercare di raggiungere compromessi e concludere rapidamente i negoziati.”


Trump ha annunciato dazi “reciproci” del 24% sulle importazioni giapponesi, sebbene poi siano stati parzialmente sospesi per 90 giorni, mantenendo l’aliquota al 10%. Inoltre, il Giappone è stato colpito da una tariffa del 25% su automobili e componenti. In prospettiva, un ulteriore danno potrebbe venire dai dazi sui semiconduttori, che Trump ha annunciato di voler presentare la prossima settimana, e rispetto ai quali il capo di gabinetto nipponico Hayashi ha già espresso il disappunto, definendoli “estremamente deplorevoli” e minacciando una “risposta appropriata”. Ishiba vuole che Trump tenga in considerazione il ruolo del Giappone come alleato rispetto alla minaccia della Cina, principale obiettivo di Washington, ma anche l’impegno che Tokyo ha messo nel promuovere massicci investimenti negli Stati uniti, con la creazione di un numero importante di posti di lavoro.


Trump, dal canto suo, continua a etichettare il trattato di sicurezza Usa-Giappone come squilibrato nel tentativo di ottenere concessioni commerciali maggiori, mentre raddoppia gli sforzi per far pagare a Tokyo un contributo più alto per la difesa. Lo scorso giovedì, nel bel mezzo di un ciclo di notizie altalenanti riguardante tariffe scatenate da Washington, Trump ha rinnovato le sue critiche verso il trattato di sicurezza, in vigore da decenni, proprio mentre entrambi i Paesi si preparavano a negoziare le tariffe. “Paghiamo centinaia di miliardi di dollari per difenderli, ma loro non pagano nulla”, ha dichiarato il presidente statunitense ai giornalisti riuniti per una riunione del gabinetto. “Se mai fossimo attaccati, loro non dovrebbero fare nulla per proteggerci”, ha aggiunto, definendo il trattato come un “accordo meraviglioso”. Firmato la prima volta nel 1960 e poi rivisto e rinnovato, il trattato bilaterale conferisce agli Stati uniti il diritto di stabilire basi militari in Giappone e impegna Washington a venire in aiuto del Giappone in caso di attacco al suo alleato asiatico. In virtù dell’accordo, più di 50.000 militari statunitensi sono schierati in Giappone. In realtà, diversamente da quanto dice Trump, sotto i precedenti governi Abe, il Giappone ha allargato le maglie della sua Costituzione pacifista (tra l’altro imposta alla fine della guerra dagli Stati uniti), inserendo il concetto di difesa collettiva con gli alleati, il che vuol dire che, in caso di attacco a interessi Usa, il Giappone deve intervenire. Per quanto riguarda il bilancio militare, Tokyo si sta muovendo in una linea di convergenza con le richieste di Trump, ma a una velocità che probabilmente non soddisfa la Casa bianca. La spesa per la difesa del Giappone e i relativi costi per l’anno fiscale 2025 dovrebbero ammontare a 9.900 miliardi di yen (60,8 miliardi di euro), equivalenti all’1,8 percento del prodotto interno lordo registrato tre anni fa, secondo quanto ha dichiarato ieri il ministro della Difesa Gen Nakatani. L’impegno giapponese è quello di raggiungere il 2% del Pil entro l’anno fiscale 2027. Gli Stati uniti spendono circa 1,9-2,5 miliardi di dollari all’anno per le operazioni delle basi in Giappone. Durante la sua prima amministrazione, Trump aveva richiesto che il Giappone pagasse 8 miliardi di dollari all’anno, pena il rischio di un ritiro delle truppe. Verso la fine del mese scorso, il segretario alla Difesa statunitense, Pete Hegseth, ha visitato il Giappone, ma non ha toccato il tema della spesa per la difesa. Al contrario, ha ribadito che Tokyo è un “partner indispensabile” per “contrastare l’aggressione militare del comunista cinese”. In vista dei colloqui commerciali Usa-Giappone tra Akazawa e Bessent, un elemento di discussione potrebbe essere anche la preoccupazione per l’ammontare dei titoli del Tesoro detenuti dal Giappone. Il Giappone ha affermato che non dovrebbero essere una leva di negoziato, ma la preoccupazione da parte americana c’è. In vista dei colloqui commerciali USA-Giappone, Itsunori Onodera, influente responsabile politico del Partito liberaldemocratico di maggioranza, ha dichiarato che il Giappone non dovrebbe vendere intenzionalmente le proprie partecipazioni in titoli del Tesoro Usa – le più consistenti al di fuori degli Stati uniti – in risposta alle tariffe imposte da Trump. “Provocare disordini nel mercato certamente non è una buona idea”, ha affermato Onodera. Altra leva negoziale, questa volta a favore di Trump, è il riso. In Giappone c’è stato un incremento forte del prezzo dell’alimento base per la dieta nipponica e il riso della California, che pure è poco apprezzato da giapponesi (a causa delle regole meno rigide vigenti negli Usa sull’uso di fertilizzanti e anticrittogamici), potrebbe essere messo sul piatto. Bisognerà, inoltre, capire come potrebbe incastrarsi la questione-Cina nei colloqui. Secondo il Wall Street Journal una delle condizioni che il presidente Usa Donald Trump presenterà nei negoziati con oltre 70 paesi per dazi più lievi sarà quella di isolare la Cina. La Casa Bianca punta a convincere i paesi a proibire alla Cina di trasportare merci attraverso i loro territori, ha riportato il giornale economico, aggiungendo che Washington vuole anche vietare alle aziende cinesi di stabilirsi in questi paesi per eludere le tariffe statunitensi e impedire l’ingresso nei loro mercati di beni industriali cinesi a basso costo. Bessent è uno dei principali artefici di questa strategia, segnala il WSJ. Nel prossimo futuro, tali accordi – nell’idea americana – potrebbero essere raggiunti principalmente con Regno unito, Australia, Corea del Sud, India e, ovviamente, Giappone. Tuttavia l’interscambio commerciale Giappone-Cina e gli investimenti reciproci sono consistenti e il sacrificio che verrebbe richiesto è importante. Bisognerà quindi aspettare per comprendere quanto Tokyo è disposta a seguire questa linea.

Fedriga: terzo mandato? Mi piacerebbe, ma possibilità a tutti

Fedriga: terzo mandato? Mi piacerebbe, ma possibilità a tuttiRoma, 16 apr. (askanews) – Terzo mandato? “Sì, mi piacerebbe perché stiamo lavorando bene. Ma la scadenza è ancora lontana (primavera 2028, ndr). Quando sarà il momento dovrò avere l’entusiasmo per continuare l’esperienza”. Così, sul Corriere della Sera, Massimiliano Fedriga, governatore leghista del Friuli-Venezia Giulia. “Ho sempre detto che la decisione spetta al Consiglio regionale. Non faccio forzature. Se la maggioranza mi chiederà la disponibilità a continuare valuterò il da farsi. Sono ben disposto”, ha spiegato.


Sulla posizione del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, sull’argomento, Fedriga ha detto che “Luca ha giustamente sottolineato che la possibilità di un terzo mandato va concessa a tutti. E d’altra parte, la Corte costituzionale non ha detto che non si può fare in assoluto. Bisogna semmai cambiare la legge perché quella in vigore, approvata nel 2004, mette il tetto dei due mandati”.