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Bce, “Il lavoro non è finito, presto per abbassare la guardia”

Bce, “Il lavoro non è finito, presto per abbassare la guardia”Roma, 18 gen. (askanews) – Consiglio direttivo della Bce unanime sulla linea dei tassi di interesse, ma voto a maggioranza, “molto ampia” sulla accelerazione che, a sorpresa, lo scorso 14 dicembre è stata decisa sulla graduale riduzione degli stock di titoli, accumulati anche con il piano anticrisi Pepp.

Secondo i verbali della riunione, che sono stati pubblicati oggi dall’istituzione, all’incontro è stata sollevata l’argomentazione che l’impatto dell’inasprimento monetario già operato potrebbe risultare più forte del previsto nei prossimi trimestri. Tuttavia a queste tesi, evidentemente di qualcuno tra le “colombe”, è stato obiettato che non vi sono evidenze al momento in tal senso e più in generale “è stato sottolineato che non ci sono margini per autocompiacimento e che non è il momento per il consiglio direttivo di abbassare la guardia” nella lotta all’inflazione.

Secondo i verbali della riunione “sono state espresse preoccupazioni sul fatto che nel breve termine l’inflazione potrebbe risalire e che le continue incertezze in merito alle dinamiche dei salari dell’inflazione di fondo suggeriscono ccome sia troppo presto – riportano ancora i verbali – per essere fiduciosi che sul fatto che è stato svolto il compito” (di riportare il caro vita ai livelli obiettivo). Per questo è stata approvata all’unanimità di linea di mantenere i tassi di interesse “a livelli restrittivi tutto il tempo che sarà necessario” per centrare l’obiettivo di ritorno dell’inflazione al 2% sul medio termine.

La proposta del capo economista, Philip Lane, di accelerare il processo di graduale riduzione anche dello stock di titoli pubblici e privati acquistati con il programma Pepp è stata invece approvata “con una maggioranza molto ampia”, prosegue il documento. Su questo aspetto durante la riunione è stato argomentato “che sarebbe prematuro pensare che la debolezza dell’attività sia passata. Ci sono diversi motori di crescita che è improbabile sostengano le economia dell’area euro nel breve termine. Non ci sono segnali di un miglioramento nel commercio globale mentre i rischi geopolitici potrebbero raggiungere debolezza, almeno nel manufatturiero”. Inoltre “i margini patrimoniali di imprese famiglie hanno finora ritardato l’impatto della stretta monetaria sulla domanda, ma mentre questi margini si riducono in tandem con la contrazione del bilancio dell’eurosistema ed è probabile che l’impatto delle condizioni finanziarie più restrittive diventi più forte”.

Inoltre è stato sostenuto che le previsioni di crescita dei tecnici della stessa Bce potrebbero risultare eccessivamente ottimistiche. Alla fine sul Pepp “alcuni componenti erano a favore di una conclusione anticipata dei pieni reinvestimenti dei titoli che giungono alla scadenza, come proposto, altri hanno sostenuto che fosse meglio continuare con il pieno rinnovo dei bond fino alla fine del 2024”.

Ddl ecoproteste, ok definitivo Camera: maxi multe fino a 60mila euro per chi deturpa beni culturali o paesaggistici

Ddl ecoproteste, ok definitivo Camera: maxi multe fino a 60mila euro per chi deturpa beni culturali o paesaggisticiRoma, 18 gen. (askanews) – L’Aula della Camera ha approvato in via definitiva il disegno di legge, di iniziativa governativa, emanato dal governo in seguito alle proteste sul cambiamento climatico, che prevede sanzioni per chi deturpa beni culturali o paesaggistici. I sì sono stati 138, i no 92, 10 gli astenuti. Non ci sono modifiche rispetto al testo già approvato dal Senato.

Il provvedimento prevede la sanzione amministrativa da 20.000 euro a 60.000 euro per chiunque distrugga, disperda, deteriori o renda in tutto o in parte inservibili o non fruibili beni culturali o paesaggistici propri o altrui. È prevista inoltre la sanzione amministrativa da 10.000 euro a 40.000 euro per chiunque deturpi o imbratti beni culturali o paesaggistici propri o altrui, o destina i beni culturali ad un uso pregiudizievole per la loro conservazione o integrità o ad un uso incompatibile con il loro carattere storico o artistico. Il danneggiamento e la distruzione di beni culturali erano già puniti nel codice penale con la pena della reclusione da due a cinque anni e con la multa da euro 2.500 a euro 15.000. E il deturpamento o imbrattamento di beni culturali con la pena della reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da 1.500 euro a 10.000 euro.

I proventi delle sanzioni previste dal ddl approvato oggi, secondo quanto previsto dallo stesso ddl, sono versati in un apposito capitolo del bilancio dello Stato per essere successivamente riassegnati al Ministero della Cultura affinché siano impiegati prioritariamente per il ripristino dei beni. Il ddl infine introduce una fattispecie aggravata (sanzionata con pene raddoppiate) a carico di chi deturpa o imbratta cose mobili o immobili altrui in occasione di manifestazioni che si svolgono in luogo pubblico o aperto al pubblico; prevede specifiche sanzioni – reclusione da 1 a 6 mesi o multa da 300 a 1.000 euro – per coloro che deturpano o imbrattano teche, custodie e altre strutture adibite alla esposizione, protezione e conservazione di beni culturali esposti in musei, pinacoteche, gallerie e altri luoghi espositivi dello Stato, delle regioni, degli altri enti pubblici territoriali, nonché di ogni altro ente e istituto pubblico. “Ringrazio il Parlamento per il lavoro svolto, prima il Senato e oggi la Camera, per essere finalmente riusciti a raggiungere questo fondamentale traguardo. Oggi è una bella giornata per la cultura italiana e, in particolare, per il patrimonio artistico e architettonico della Nazione.

“Con l’approvazione definitiva a Montecitorio diventa legge il ‘ddl eco-vandali’, da me fortemente voluto, che stabilisce un principio cardine: d’ora in poi, chi arrecherà dei danni al patrimonio culturale e paesaggistico sarà costretto a pagare di tasca propria il costo delle spese per il ripristino integrale delle opere”. Lo ha dichiarato il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, dopo l’approvazione definitiva del provvedimento da parte dell’aula della Camera. “Chi si renderà responsabile di atti vandalici nei confronti dell’arte e dei monumenti nazionali, patrimonio della nostra identità e dell’umanità, deve sapere che ne risponderà direttamente in prima persona dal punto di vista patrimoniale. Si tratta, infatti, di sanzioni amministrative immediatamente irrogabili dal prefetto del luogo dove il fatto è commesso, sulla base delle denunce dei pubblici ufficiali”, ha continuato il ministro.

“È bene poi ricordare, ancora una volta, che colpire l’arte significa danneggiare anche la natura, perché in virtù dell’antropizzazione del paesaggio alcuni luoghi o monumenti sono diventati parte integrante delle nostre città. Compito dello Stato, come sancisce l’articolo 9 della Costituzione, è quello di preservare questa risorsa unica e preziosa che abbiamo il dovere di proteggere e custodire per le future generazioni”, ha concluso.

Roma, Raggi: lavoriamo a legge ordinaria per poteri Capitale

Roma, Raggi: lavoriamo a legge ordinaria per poteri CapitaleRoma, 18 gen. (askanews) – “Se, come dicevo nella scorsa consiliatura, immaginiamo di trovare un’intesa o di aspettare che i parlamentari la trovino sull’assetto costituzionale e organizzativi dei poteri di Roma Capitale, eventualmente conditi con riferimenti alla città metropolitana, cui faceva riferimento l’onorevole Silvestri – ha sottolineato Raggi – , noi non arriveremo a un punto comune. È, invece fondamentale, separare i binari e lavorare su una legge ordinaria che riconosca alcuni poteri speciali alla Capitale, lo dico non solo da cittadina e consigliera, ma da sindaca”. lo ha detto la ex sindaca di Roma, la consigliera M5S Virginia Raggi, intervenendo nel corso del consiglio straordinario dell’Assemblea Capitolina dedicato alla riforma dell’ordinamento di Roma Capitale.

“Oggi ci troviamo per l’ennesima volta a parlare dei poteri speciali per la nostra città e forse, come nel film di Bill Murray ‘Ricomincio da capo’ – ha ironizzato la ex sindaca -, ne usciremo con l’amore che i nostri parlamentari dovrebbero avere per la città. Io ho ascoltato tutti gli interventi, e siamo tutti della stessa idea: Roma ha bisogno di vedersi riconosciuta come Capitale”. Nella scorsa consiliatura – ha ricordato Raggi – abbiamo parlato di Roma Capitale con tre consigli straordinari. Oggi siamo ancora qui e non è cambiato molto. Forse questo governo qualcosa l’ha capita: ha iniziato a fare delle norme speciali per Roma – a sottolineato la ex sindaca- . Una norma con cui è stata salvata Farmacap, una norma per cui è stata salvata Roma Metropolitane. Ha concesso poteri commissariali al sindaco sul Giubileo, perché i fondi sono arrivati talmente in ritardo che senza poter straordinari non si sarebbero potute fare le opere. E poi sulla situazione dei rifiuti. Perché senza deroghe normative non si muove paglia, e lo ha riconosciuto anche il sindaco Gualtieri sulla situazione di Malagrotta”.

“Bisogna fare uno sforzo in più, oltre a parlare di emozioni, ordini del giorno, commissioni speciali in parlamento. Dobbiamo arrivare a concretizzare. Oggi credo che riusciremo a produrre un atto comune, e se siamo riusciti a farlo noi a Roma Capitale, non capisco come possa non riuscire a farlo il parlamento”, ha aggiunto Raggi. “Aiutateci per favore perché non è più tempo di sentirvi dire quanto tutti siete intenzionati affari passi avanti, ma è il momento di vederli realizzare se siete in grado altrimenti alzate bandiera bianca e ce ne faremo una ragione”, è stato l’accorato appello conclusivo di Raggi.

Covid, Fiaso: nell’ultima settimana crollo dei ricoveri (-37%)

Covid, Fiaso: nell’ultima settimana crollo dei ricoveri (-37%)Roma, 18 gen. (askanews) – Ricoveri Covid in discesa del 37% nell’ultima settimana, il calo maggiore delle ultime cinque settimane di andamento negativo. L’ultima rilevazione della rete sentinella della Fiaso fa registrare un vero crollo dei pazienti ricoverati. Il dato più evidente è il -44% che arriva per i ricoverati “Con Covid”, ovvero coloro che sono in ospedale per altre cause ma sono risultati positivi al coronavirus. Percentuale in diminuzione del 25% nei ricoveri “Per Covid”, ovvero coloro che occupano posti letto nelle malattie infettive o nelle medicine con sindromi respiratorie e polmonari da riferire all’infezione da SARS COV-2. L’età media dei pazienti è di 77 anni e nel 93% dei casi si tratta di soggetti che presentano anche altre patologie.

In calo del 23% anche i pazienti Covid ricoverati nelle terapie intensive, con un 40% in meno dei pazienti “Con Covid” in rianimazione. Si tratta in termini assoluti di poche unità per ospedale e qui il profilo è quello di pazienti con età media di 63 anni e altre patologie. Il dato più significativo: -75% è quello che arriva dagli ospedali pediatrici e dai reparti di pediatria degli ospedali sentinella monitorati dalla Federazione italiana delle aziende sanitarie e ospedaliere. Non ci sono bambini in terapia intensiva e i pochissimi ricoveri continuano a concentrarsi nella fascia di età tra 0-4 anni. “Questi dati testimoniano un crollo della circolazione virale del Covid, che ha raggiunto il picco oltre un mese fa e ora scende rapidamente. Questo sta accadendo anche con i virus influenzali, con numeri in calo nelle ultime due settimane”, spiega il presidente della Fiaso, Giovanni Migliore. “La riduzione dei contagi è confermata anche dal crollo dei casi nelle età pediatriche, fortunatamente anche il rientro a scuola non ha favorito le infezioni. Il problema nella gestione dei posti letto ospedaliera continua a riguardare soprattutto gli anziani. Quando il Covid colpisce queste persone fragili, con patologie pregresse, che magari non hanno fatto il richiamo del vaccino continua a fare male”, conclude Migliore.

Nucleare, al via smantellamento del reattore di ricerca di Ispra

Nucleare, al via smantellamento del reattore di ricerca di IspraMilano, 18 gen. (askanews) – Grazie a un accordo firmato oggi tra tra il Joint Research Centre della Commissione europea e Sogin parte il percorso per il decommissioning (smantellamento) del reattore di ricerca Ispra-1 situato nel complesso del Centro Comune di Ricerca (Ccr) della Commissione Europea a Ispra, in provincia di Varese. Il reattore nucleare, costruito fra il 1957 e il 1958, è stato utilizzato per studi e ricerche sulla fisica del nocciolo, su nuovi materiali per la costruzione dei reattori commerciali, sui flussi neutronici e sulle loro interazioni con la materia vivente e per la formazione di una nuova generazione di tecnici per i programmi nucleari europeo e italiano.

L’accordo, che ha una durata di cinque anni, prevede tre obiettivi: promuovere la cooperazione nello sviluppo di approcci innovativi per la risoluzione di questioni tecniche e scientifiche nella disattivazione nucleare e nella gestione dei rifiuti radioattivi; sviluppare sinergie e progetti condivisi per ridurre tempi e costi delle operazioni di smantellamento; favorire iniziative congiunte di formazione del personale. Il tema del decommissioning e della gestione dei rifiuti radioattivi, ha osservato il presidente del Consiglio regionale della Lombardia Federico Romani, “è strategico per l’intero continente europeo e deve essere affrontato a livello comunitario, mettendo in rete tutte le esperienze e le competenze dei singoli Paese. Il futuro sono le centrali a fusione nucleare in grado di produrre energia pulita. È un percorso ancora lungo, ma l’Italia ha competenze uniche ed è all’avanguardia nello sviluppo di programmi di ricerca e sviluppo della fusione nucleare”.

Nel suo intervento in occasione della firma dell’accordo Romani ha parlato della necessità di superare il “tabù nucleare” visto che “i reattori più recenti, quelli di terza o quarta generazione, hanno livelli altissimi di sicurezza e una elevata sostenibilità ambientale. Il nucleare è una fonte energetica che non emette gas serra, quindi perfetta per combattere l’innalzamento della temperatura. C’è poi il problema dell’indipendenza energetica. Abbiamo bisogno di una visione di lungo periodo per superare la crisi contingente e garantire la sicurezza e l’indipendenza energetica in maniera strutturale. È sull’energia che in futuro si giocherà la capacità di competere del Paese. Per questo dobbiamo comunicare a ragionale di nucleare superando stereotipi, barriere ideologiche e fake news. La Lombardia è pronta a fare la propria parte” ha concluso.

Ex Ilva, Emiliano: amministrazione straordinaria è specie di fallimento

Ex Ilva, Emiliano: amministrazione straordinaria è specie di fallimentoRoma, 18 gen. (askanews) – “Chiaro che tecnicamente l’amministrazione straordinaria è una specie di fallimento ulteriore anche di questa società che non ha continuità aziendale e quindi c’è il rischio che mettano ‘in fresco’ i crediti che hanno queste aziende. È chiaro che questa cosa è intollerabile e ne ho parlato col Ministro Urso qualche giorno fa e devo dire ha finalmente ha ripreso in mano la questione che gli era stata sfilata dal ministro Fitto per ragioni misteriose che ancora non abbiamo compreso. Ma dopo il fallimento del tentativo di Fitto di trattenere i franco indiani in Italia, Urso ha ripreso in mano la cosa e io ovviamente gli ho ribadito che ci vogliono garanzie per le aziende dell’indotto perché altrimenti sarebbe la seconda volta che gli fanno fuori i crediti per decine centinaia di milioni di euro e questa cosa sarebbe insostenibile”. Lo ha detto Michele Emiliano, presidente Regione Puglia, a 24 Mattino su Radio 24.

“Non esistono scudi penali nel nostro ordinamento, la Costituzione italiana non lo consente. Chiedere alla Repubblica italiana che non è la Repubblica delle banane di tenere esenti come se fossero dei capi di Stato, dei sovrani, i dirigenti di un’acciaieria anche ove avessero mancato ai propri doveri nei confronti della sicurezza o dell’ambiente, era una cosa costituzionalmente insostenibile, quindi era una richiesta folle. Solo che veniva rivolta all’Italia che trattava con gli indiani in ginocchio questa è la verità, nella disperazione di non sapere come tenere in piedi questa fabbrica”, ha aggiunto. “Mi auguro che il ministro Urso, che io sto sostenendo, ne venga a capo. Ci vuole uno sforzo generale per decarbonizzare la fabbrica e renderla meno pericolosa possibile per la salute e per rilanciarla dal punto di vista strategico-industriale perché l’Italia non può fare a meno di un acciaieria importante come quella di Taranto”, ha sottolineato Emiliano.

La procura generale della Cassazione: il saluto romano è un reato se realizza un pericolo per l’ordine pubblico

La procura generale della Cassazione: il saluto romano è un reato se realizza un pericolo per l’ordine pubblicoRoma, 18 gen. (askanews) – “Il saluto fascista rientra nel perimetro punitivo della ‘legge Mancino’, quando realizza un pericolo concreto rispetto all’ordine pubblico”, lo ha detto, in sostanza, l’avvocato generale della Cassazione, Pietro Gaeta, che rappresenta la procura generale, durante il suo intervento davanti alle Sezioni unite della Suprema corte. Gli ermellini sono chiamati ad esprimersi rispetto a come giudicare il ‘saluto romano’ dopo alcuni verdetti difformi. “Serve intervenire se quelle manifestazioni rappresentano un pericolo concreto della pacifica convivenza, una lesione dell’ordine pubblico”.

L’avvocato generale Pietro Gaeta ha chiesto in particolare di rigettare i ricorsi delle difese e confermare di fatto la sentenza di condanna in appello a Milano per alcuni esponenti di estrema destra che avevano fatto il saluto fascista nel corso di una manifestazione. “Acca Larentia con 5mila persone è una cosa diversa da quattro nostalgici che si vedono davanti ad una lapide in un cimitero di provincia ed uno di loro alza il braccio – ha detto Gaeta – Bisogna distinguere la finalità commemorativa con il potenziale pericolo per l’ordine pubblico. La nostra democrazia giudiziaria è forte e sa distinguere”. “E’ ovvio che il saluto fascista sia un’offesa alla sensibilità individuale” e diventa reato “quando realizza un pericolo concreto per l’ordine pubblico”. Gaeta ha poi sottolineato: “Non possiamo avere sentenze a macchia di leopardo in cui lo stesso gruppo di persone viene condannato da un tribunale ed assolto da un altro”.

Ddl ecoproteste, ok definitivo Camera: maxi multe fino a 60mila euro

Ddl ecoproteste, ok definitivo Camera: maxi multe fino a 60mila euroRoma, 18 gen. (askanews) – L’Aula della Camera ha approvato in via definitiva il disegno di legge, di iniziativa governativa, emanato dal governo in seguito alle proteste sul cambiamento climatico, che prevede sanzioni per chi deturpa beni culturali o paesaggistici. I sì sono stati 138, i no 92, 10 gli astenuti. Non ci sono modifiche rispetto al testo già appropvato dal Senato.

Il provvedimento prevede la sanzione amministrativa da 20.000 euro a 60.000 euro per chiunque distrugga, disperda, deteriori o renda in tutto o in parte inservibili o non fruibili beni culturali o paesaggistici propri o altrui. È prevista inoltre la sanzione amministrativa da 10.000 euro a 40.000 euro per chiunque deturpi o imbratti beni culturali o paesaggistici propri o altrui, o destina i beni culturali ad un uso pregiudizievole per la loro conservazione o integrità o ad un uso incompatibile con il loro carattere storico o artistico. Il danneggiamento e la distruzione di beni culturali erano già puniti nel codice penale con la pena della reclusione da due a cinque anni e con la multa da euro 2.500 a euro 15.000. E il deturpamento o imbrattamento di beni culturali con la pena della reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da 1.500 euro a 10.000 euro.

I proventi delle sanzioni previste dal ddl approvato oggi, secondo quanto previsto dallo stesso ddl, sono versati in un apposito capitolo del bilancio dello Stato per essere successivamente riassegnati al Ministero della Cultura affinché siano impiegati prioritariamente per il ripristino dei beni. Il ddl infine introduce una fattispecie aggravata (sanzionata con pene raddoppiate) a carico di chi deturpa o imbratta cose mobili o immobili altrui in occasione di manifestazioni che si svolgono in luogo pubblico o aperto al pubblico; prevede specifiche sanzioni – reclusione da 1 a 6 mesi o multa da 300 a 1.000 euro – per coloro che deturpano o imbrattano teche, custodie e altre strutture adibite alla esposizione, protezione e conservazione di beni culturali esposti in musei, pinacoteche, gallerie e altri luoghi espositivi dello Stato, delle regioni, degli altri enti pubblici territoriali, nonché di ogni altro ente e istituto pubblico.

Roma, Gualtieri: verso contratto di servizio tra Capitale e Stato

Roma, Gualtieri: verso contratto di servizio tra Capitale e StatoRoma, 18 gen. (askanews) – Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri torna in pressing su Governo e Parlamento per ottenere più risorse e più poteri per la Capitale. Aprendo un Consiglio straordinario dell’Assemblea capitolina dedicato alla riforma dell’ordinamento di Roma Capitale, cui partecipano, tra gli altri, il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli e i parlamentari dem Roberto Morassut e verde Angelo Bonelli, Gualtieri ha chiarito di non voler “riproporre una semplice richiesta di risorse aggiuntive, ma vogliamo legare questo tema a quello dell’ordinamento sulla base di un vero e proprio ‘contratto di servizio tra Roma e lo Stato’, legato all’impegno di Roma di far meglio nell’assolvere le sue funzioni di Capitale, tenuto conto naturalmente delle sue specificità territoriali, di estensione, di abitanti, visitatori, di city users, di istituzioni e ambasciate ospitate, che rendono Roma fuori scala rispetto a tutte le altre città metropolitane italiane”.

Il testo di riforma approvato all’unanimità dalle commissioni parlamentari nella scorsa legislatura, ha ricordato Gualtieri, “da una parte precisa e rafforza le disposizioni già presenti nell’articolo 114 rispetto alla specialità di Roma, quindi all’esigenza di disporre di un ordinamento specifico; dall’altro assegna a Roma poteri legislativi nelle materie non esclusive, con eccezione della sanità, da individuare con la maggioranza dei due terzi dell’Assemblea capitolina. Un testo molto equilibrato, elaborato in un dialogo positivo con Roma Capitale, che penso vada ripreso, senza ricominciare da capo”. La riforma costituzionale dell’ordinamento di Roma, secondo Gualtieri, “costituisce la via maestra, ma ciò non toglie che, nelle more del suo percorso, occorre agire subito con gli strumenti previsti dal quadro normativo attuale, per anticipare più possibile quelli elementi di riforma che la legge costituzionale andrebbe a coronare e a sistematizzare”. Il sindaco ha parlato di “una delega legislativa esercitata dal Governo, in un orizzonte temporale di medio termine con una previsione di correttivi e risorse. Abbiamo anche individuato alcuni elementi specifici intorno ai quali costruire uno strumento normativo di rango primario – ha aggiunto – da definire in accordo con la Regione Lazio, in più Dpcm, che preveda su alcuni punti forme di autonomia amministrativa e finanziaria, quale sede di istituzioni nazionali e internazionali, per la valorizzazione e conservazione del patrimonio storico, culturale e ambientale, lo sviluppo economico, i trasporti, l’industria, il commercio, l’artigianato, il turismo, fiere mercato e grandi eventi, formazione e servizi pubblici”.

Gualtieri ha citato, inoltre, “più decreti legislativi per l’esercizio di funzioni rispetto allo sviluppo urbano e la pianificazione territoriale, l’organizzazione dei servizi pubblici, la protezione civile le edilizia pubblica e privata, la collaborazione con gli altri livelli istituzionali, l’applicazione dei principi di sussidiarietà, anche alla luce del ruolo dei municipi, e la valorizzazione di forme di partecipazione diretta dei cittadini”.

Fine vita, Zaia: sui temi etici non ci sono ordini di partito

Fine vita, Zaia: sui temi etici non ci sono ordini di partitoVenezia, 18 gen. (askanews) – “Facendo il consuntivo delle sei pratiche del Veneto sul fine vita in cinque anni: 4 sono state rigettate una dallo Iov, due accettate: la signora Gloria Treviso e Stefano Gheller e hanno avuto tempi di risposte celere. In ogni caso sui temi etici non ci possono essere ordini di partito, non è un fatto politico”. Così il presidente del Veneto, Luca Zaia tornando sul tema del fine vita discusso in consiglio regionale nei giorni scorsi nel corso della conferenza stampa e sul ‘no’ espresso sul tema dal segretario della Lega, Salvini. “Su un tema così delicato – ha aggiunto Zaia – c’è la libertà di pensiero, non ho mai voluto fare la conta l’avrei trovato vomitevole, va rispettata la volontà di tutti. Salvini ha detto ‘no’, ma ad esempio il segretario regionale della Lega Stefani avrebbe votato sì.In Consiglio regionale tutti i consiglieri della Lega hanno votato come volevano e non hanno avuto condizionamenti da me”.

“Con senso etico e della responsabilità – ha proseguito il governatore – Ulss e comitati etici quando vedono pratiche del genere, le valutano, sulle tempistiche si può fare per uniformare ma in assenza di una legge si possono dare indicazioni, a rigor di logica la legge stabiliva questo. Il fine vita esiste per una sentenza della Corte Costituzionale, il progetto di legge che arriva dai cittadini intendeva definire i tempi di attesa per la risposta, per tutto ci vuole una fonte giuridica, le Ulss rispondono tempestivamente”.