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Tag: Sanremo 2023

Crosetto: la nave “Vulcano” con l’ospedale verso la zona della guerra

Crosetto: la nave “Vulcano” con l’ospedale verso la zona della guerraRoma, 8 nov. (askanews) – “Oggi partirà la nave Vulcano che è stata attrezzata con un ospedale che vogliamo mandare vicino alle zone interessate dalla guerra, perché è meglio dare segnali evidenti di quello che l’Italia pensa e di come intende muoversi. Le parole che abbiamo detto in questi mesi, vicinanza al popolo palestinese e condanna di Hamas, vogliamo trasformarle in atti concreti”, quindi “partirà la Vulcano con 170 persone, più 30 della Marina formate per emergenze sanitarie a cui si aggiungeranno un’altra trentina di tutte le Forze armate che saranno portate con un aereo. Oltre all’ospedale imbarcato, con sale operatorie, attrezzature diagnostiche, saranno portati anche medicinali, ma l’operazione umanitaria che l’Italia vuole portare avanti non si fermerà qua. Lo Stato maggiore della Difesa sta coordinando l’invio di un ospedale da campo su terra, che in accordo con i palestinesi possa andare direttamente sul terreno di Gaza”. Lo ha annunciato il ministro della Difesa Guido Crosetto in conferenza stampa.

“Queste iniziative le abbiamo condivise con altri Paesi sia europei, che Nato che arabi, dicendo che sia le porte della nave, sia del futuro ospedale da campo sono aperte al contributo di tutti, ma è un primo passo di un’iniziativa in cui vogliamo essere i primi non ci disturberà se altri ci supereranno nella volontà di donare aiuti umanitari”, ha aggiunto il ministro. “Vorrei che scoppiasse la gara dei Paesi senza divisioni per portare aiuto ai civili”, ha concluso.

Fondazione Vinci: “Road-sharing”, 92% cittadini ha paura in strada

Fondazione Vinci: “Road-sharing”, 92% cittadini ha paura in stradaRoma, 8 nov. (askanews) – La Fondazione VINCI Autoroutes ha pubblicato i risultati della 3aedizione dello studio sul ‘Road-sharing’. Prosecuzione del Barometro della guida responsabile, questo sondaggio, realizzato da Ipsos, si concentra sui comportamenti di italiani ed europei legati alla convivenza tra diverse modalità di spostamento. Che siano automobilisti, motociclisti, ciclisti o pedoni, quanta attenzione si presta agli altri utenti della strada? In che misura si rispettano le regole di condivisione della strada? E i comportamenti di chi guida sono influenzati dalle diverse modalità di spostamento che si utilizzano? Le risposte di 12.400 europei dimostrano che, in un’ottica di convivenza armoniosa sulle strade, è necessario sensibilizzare tutti gli utenti al rispetto degli altri e delle regole.

Il 26% degli automobilisti e il 57% dei motociclisti, infatti, dichiarano di invadere le corsie riservate alle bici; il 72% dei ciclisti circola sui marciapiedi mentre l’85% dei pedoni attraversa al di fuori degli attraversamenti protetti. Tutti comportamenti molto pericolosi che rischiano di mettere in pericolo tutti, in particolare pedoni e ciclisti. Un dato interessante che emerge dall’indagine è che qualunque sia la modalità di spostamento, la convivenza con gli altri utenti della strada è fonte di ansia e tensione. All’interno di uno spazio pubblico congestionato, la compresenza di diverse modalità di spostamento (automobile, due ruote a motore, biciclette e spostamento a piedi), così come il variare dei rispettivi spazi, rendono complessa e spesso difficile la convivenza tra chi circola.

La stragrande maggioranza degli utenti percepisce infatti la strada come uno spazio particolarmente ansiogeno: tale preoccupazione può essere legata a comportamenti a rischio da parte di altri utenti. Questo è quanto dichiara il 98% degli utenti italiani (contro il 92% di quelli europei). Nello specifico, guardando all’Europa: il 92% degli automobilisti europei (97% italiani); l’88% dei ciclisti abituali (87%); l’87% dei motociclisti (94%). Anche i pedoni risentono molto dei comportamenti a rischio di chi guida. L’89% di loro, infatti, ha paura che un automobilista non si fermi per lasciarli passare quando si trovano sulle strisce pedonali (91%). Altra paura che viene evidenziata riguarda l’aggressività che gli utenti europei manifestano quando sono in strada: 86% degli italiani (84% degli europei) affermano di avere timore così come, guardando all’Europa, l’82% dei motociclisti (83%) e il 78% dei ciclisti (85%). La riluttanza alla condivisione della strada e, per alcuni, anche la sensazione di pericolo sono all’origine di una generalizzata mancanza di rispetto degli spazi riservati ad altre categorie di utenti. In parte ciò è dovuto anche ad una mancanza di infrastrutture adeguate: lo sviluppo delle città e delle reti stradali dovrebbe infatti garantire una ‘coesistenza armoniosa’ tra le diverse modalità di trasporto, adattandosi ai cambiamenti della mobilità.

Anche in ambienti congestionati sarebbe fondamentale garantire il rispetto degli spazi riservati agli utenti più vulnerabili. Tuttavia, la mancanza di spazio, la densità del traffico o semplicemente la ricerca di maggiore sicurezza sono tutti motivi che spingono a invadere gli spazi riservati agli altri utenti della strada, anche a costo di metterli in pericolo. A riprova di ciò, la ricerca mostra chiaramente che ogni tipologia di utente confessa specifici comportamenti scorretti riferiti soprattutto a marciapiedi, corsie preferenziali, piste ciclabili.

Se infatti i marciapiedi sono spazi riservati esclusivamente ai pedoni, motociclisti e ciclisti hanno una forte tendenza a utilizzarli per parcheggiare (61% dei motociclisti europei; 56% italiani) o per circolarvi (45% dei motociclisti; 40%) e 72% dei ciclisti abituali; 65%). Quest’occupazione impropria dello spazio costituisce un pericolo per i pedoni, il 64% dei quali dichiara di essere già stato sfiorato da una bicicletta, un monopattino o un hoverboard mentre camminava su un marciapiede (71%). Sebbene, inoltre, le linee di arresto stradale in prossimità dei semafori siano riservate ai ciclisti per consentire loro di posizionarsi davanti ai veicoli agli incroci semaforici, in modo da vedere ed essere visti meglio, il 57% dei motociclisti (57%) e il 26% degli automobilisti (23%) confessa di occupare comunque questi spazi. Anche le piste ciclabili sono soggette a uso improprio da parte dei conducenti di veicoli motorizzati a due o più ruote: il 50% dei motociclisti confessa di percorrerle (47%) e il 18% degli automobilisti le utilizza per soste o fermate (15%). Infine, passando ad analizzare la sosta e corsie riservate, anche qui si evidenziano numerosi comportamenti inappropriati e pericolosi da parte degli automobilisti: il 32%, infatti, confessa di parcheggiare regolarmente in doppia fila (35%), il 21% di percorrere le corsie riservate agli autobus (18%), il 14% di utilizzare spazi riservati ai disabili (14%) e il 15% di occupare spazi dedicati ai veicoli elettrici (16%). Altro segno di indifferenza verso i ciclisti, il 36% degli automobilisti confessa di aprire la portiera senza controllare che non ve ne siano nelle vicinanze (33%). ‘In un’epoca in cui è necessario diffondere modalità di spostamento alternative all’automobile – afferma Bernadette Moreau, Delegata Generale della Fondazione VINCI Autoroutes – la condivisione della strada e, più in generale, dello spazio pubblico impone a tutti di adattarsi se si vogliono garantire a ogni tipo di utente spostamenti sicuri e pacifici. La mancanza di infrastrutture adeguate rende più complessa la convivenza tra diversi utenti, ma non può giustificare l’elevato numero di infrazioni e comportamenti a rischio, che mettono in pericolo soprattutto gli utenti più vulnerabili’. Ma quali sono i comportamenti a rischio che creano pericoli nella convivenza tra i diversi mezzi di trasporto? Nonostante l’uso del telefono sia riconosciuto come una delle principali fonti di distrazione e causa di numerosi incidenti, più della metà di automobilisti, motociclisti e pedoni telefona mentre guida o cammina. Nello specifico, il 66% degli automobilisti (72%); il 57% dei pedoni (58%); il 50% dei motociclisti abituali (59%) e il 34% dei ciclisti abituali (38%). Anche il mancato rispetto del semaforo rosso è una delle infrazioni più comuni da parte conducenti, ciclisti e pedoni. Il 63% degli automobilisti ammette infatti di passare con il semaforo arancione o rosso (55%); il 37% dei ciclisti abituali confessa di farlo anche in situazioni in cui ciò non è autorizzato dalla segnaletica (35%); il 56% dei pedoni afferma di attraversare quando il proprio simbolo è rosso (43%) e l’85% di attraversare talvolta al di fuori degli attraversamenti protetti (79%). Infine, anche il mancato utilizzo della freccia per sorpassare o cambiare direzione, comportamento che riguarda più di 1 conducente su 2 (52%; 51%), è indice di individualismo e indifferenza verso gli altri utenti della strada. I trasporti più utilizzati dagli Europei. In Europa, il mezzo di trasporto principale è l’auto. Tuttavia, per i loro spostamenti quotidiani, gli europei utilizzano anche modalità di spostamento alternative. Il 66% si sposta regolarmente a piedi (69% degli italiani) e il 22% (dato stabile rispetto al 2022) utilizza regolarmente la bicicletta (18%). L’8% utilizza regolarmente un veicolo a due ruote a motore (8%) e il 4% utilizza un monopattino o un hoverboard (4%). Dato poco sorprendente, la percentuale più elevata di ciclisti abituali è raggiunta dagli olandesi (58%), seguiti a notevole distanza da belgi (28%), polacchi (27%) e tedeschi (26%). I francesi si piazzano all’8o posto, a pari merito con i greci (su 11 paesi europei analizzati) (13%), subito davanti a britannici (10%) e spagnoli (9%). Per quanto riguarda gli spostamenti a piedi, sono gli spagnoli a praticarli di più (78%) e i belgi di meno (50%). FOCUS sull’utilizzo della bicicletta. In Europa, va in bicicletta con regolarità un numero di donne leggermente inferiore rispetto a quello degli uomini: (20% contro 25%; 15% contro 23%). Per quanto riguarda, invece, l’utilizzo occasionale della bicicletta, questo divario si assottiglia (38% contro 41%; 45% contro 44%). La sensazione di sicurezza in bicicletta, che rappresenta un fattore importante per la sua diffusione, varia notevolmente a seconda del paese. Se in media, in Europa, l’80% dei ciclisti si sente sicuro quando si sposta in bicicletta, tale percentuale passa dal 93% per gli olandesi al 62% per gli italiani e addirittura al 60% per i francesi (ben 33 punti percentuali di differenza!). Questi ultimi, infatti, sono quelli che si sentono meno sicuri tra i cittadini degli 11 paesi analizzati. Uso del casco. Per gli adulti, l’uso del casco in bicicletta non è obbligatorio in nessuno dei paesi oggetto del sondaggio, fatta eccezione per la Spagna, dove è consigliato nelle aree urbane e obbligatorio in quelle extra-urbane. In Europa, il 28% dei ciclisti abituali lo indossa frequentemente (35%); a indossarlo di più sono i ciclisti inglesi (60%) e spagnoli (51%), mentre i ciclisti olandesi sono quelli che lo indossano meno (8%). Angolo cieco. Nelle aree urbane, molto spesso, a esporre i ciclisti ai maggiori rischi è la scarsa attenzione all’angolo cieco da parte dei conducenti dei mezzi pesanti (camion, autobus e pullman) oppure da parte dei ciclisti stessi. Il 52% dei ciclisti (39%) dichiara, infatti, di sorpassare autobus e camion sulla destra e al tempo stesso di prestare attenzione agli angoli ciechi. Circolazione notturna senza dispositivi di illuminazione Quando si circola in bicicletta di notte, è necessario essere ben visibili, in modo da tutelare la propria sicurezza ed evitare di sorprendere gli altri utenti della strada. Tuttavia, questa fondamentale misura di sicurezza è ancora trascurata dal 28% dei ciclisti abituali europei (28%).

Zerocalcare: l’Italia chieda alla Turchia la liberazione di Ocalan

Zerocalcare: l’Italia chieda alla Turchia la liberazione di OcalanRoma, 8 nov. (askanews) – Abdullah “Ocalan”, fondatore del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk), detenuto dal 1999 in Turchia, dove è stato condannato all’ergastolo, “ha dato un contributo fondamentale a quella che è stata l’esperienza democratica del nord della Siria, del Rojava, tutta quell’esperienza che anche in Occidente ha appassionato i tanti che hanno visto gli uomini e le donne curde combattere e respingere l’Isis sul campo. Tutto questo non sarebbe stato possibile senza l’apporto di Ocalan, teorico e ideale, anche dal carcere”. Lo ha detto Michele Rech, in arte Zerocalcare, uscendo dalla Camera dei deputati dove ha partecipato a una conferenza stampa sui diritti del popolo curdo insieme, tra gli altri, al deputato di Avs Marco Grimaldi.

“Adesso – ha proseguito Zerocalcare parlando del leader del Pkk – è in una condizione di isolamento totale che, oltre ad essere inumana per lui”, fa sì che sia “anche impossibilitato a svolgere quel ruolo di pace e secondo me è importante che l’Italia faccia sua la richiesta della liberazione di Ocalan. Soprattutto per consentirgli di svolgere quel ruolo nel processo di pace che è impossibile finché lui si trova in quella condizione”.

Manovra, Gentiloni: faro su spesa primaria, stop aiuti, investimenti

Manovra, Gentiloni: faro su spesa primaria, stop aiuti, investimentiRoma, 8 nov. (askanews) – La Commissione europea presenterà il 21 novembre i suoi pareri sui piani di Bilancio per il 2024 dei Paesi dell’Ue, tra cui l’Italia “e valuteremo i piani sulla base di tre criteri: primo, l’aumento della spesa primaria, secondo – ha riferito il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, giungendo all’eurogruppo – l’uscita dalle misure di aiuto sull’energia. E, terzo, sulla capacità dei paesi membri di preservare gli investimenti”.

Cina, Xi: aumentare presenza stato in settori energia e ferrovie

Cina, Xi: aumentare presenza stato in settori energia e ferrovieRoma, 8 nov. (askanews) – Il presidente cinese Xi Jinping ha chiesto che i settori energetico e ferroviario siano più caratterizzati dalla presenza statale perché sono strategici per la salvaguardia della sicurezza nazionale. Lo riferisce oggi il South China Morning Post.

Si tratta di una notizia in dissonanza con l’enfasi che in precedenza Pechino ha dato al lavoro per riorentare l’economie secondo logiche di mercato. Energia e ferrovie sono “monopoli naturali”, già controllati da attori statali, e devono essere destinazione prioritaria per gli investimenti del capitale statale, ha affermato Xi in una riunione della Commissione centrale per l’approfondimento della riforma.

“Le imprese che fanno parte dei legami di monopolio naturale dovrebbero concentrarsi sulle loro principali responsabilità, e gli investimenti statali nelle infrastrutture di base dovrebbero essere aumentati per la loro sicurezza e affidabilità”, ha affermato Xi a quanto recita un comunicato ufficiale. Il leader cinese ha inoltre chiesto d’intensificare il controllo per impedire agli attori statali di abusare del loro status di quasi monopolio nelle aree in cui è consentita la concorrenza.

Nel presentare il rapporto annuale sul lavoro del governo nel marzo 2019, il defunto primo ministro Li Keqiang – all’epoca premier cinese – si era impegnato ad approfondire la riforma nelle stesse aree elencate nella riunione di martedì. “I settori a monopolio naturale dovrebbero separare le loro reti dalle operazioni in base alle loro condizioni reali e aprire le imprese competitive al mercato”, aveva affermato. Energia, ferrovie, telecomunicazioni e servizi pubblici erano stati specificamente incoraggiati a fungere da avanguardia delle riforme orientate al mercato delle imprese statali (SOE) di Pechino nel piano di sviluppo 2021-2025.

Il rapporto di lavoro di marzo 2021 prometteva inoltre di consentire “a tutti i produttori di partecipare al commercio di elettricità”, in linea con la spinta del governo a creare un mercato elettrico competitivo separando la proprietà delle reti elettriche dal commercio di elettricità. Tuttavia la percentuale di beni di proprietà statale è in aumento. L’anno scorso il loro valore cumulativo è salito a 339.500 miliardi di yuan (43.600 miliardi di euro), un aumento del 10,1% rispetto all’anno precedente, secondo un rapporto di ottobre del Consiglio di Stato, l’esecutivo cinese. Il trattamento preferenziale concesso alle imprese statali è stato anche un punto dolente nei negoziati economici con i governi stranieri, alimentando accuse di concorrenza sleale.

Benessere, “Remise en forme” autunnale a Monticello Spa e Fit

Benessere, “Remise en forme” autunnale a Monticello Spa e FitRoma, 8 nov. (askanews) – A novembre, con l’arrivo del freddo, saune e bagni di vapore aumentano il loro benefico effetto; il relax si combina con i nuovi trattamenti stagionali per una rigenerazione completa.

Monticello Spa&Fit, centro wellness in Lombardia alle porte di Milano, propone diverse esperienze. Come “Banja Experience”, nuova cerimonia di benessere, un’esperienza profonda e rilassante da vivere nell’accogliente Alpen Sauna. O l’Aplen Massage, nuovo massaggio rilassante con candela all’arnica studiato appositamente per la stagione autunnale. L’11 novembre arriva una sorpresa anche per tutti i romantici: in occasione della giornata dei single, festeggiata in Cina e Giappone, il centro si veste delle emozioni e delle tradizioni orientali con la “Akai Ito” Night, per celebrare l’amore di chi l’ha già trovato, di chi lo deve ancora trovare o semplicemente per sé stessi.

Beni confiscati, presto le Asp potranno acquisirli direttamente

Beni confiscati, presto le Asp potranno acquisirli direttamenteRoma, 8 nov. (askanews) – Un nuovo passo in avanti nella gestione virtuosa dei beni confiscati alla criminalità. È quello che si è impegnato a fare in tempi brevi il Governo grazie all’ordine del giorno presentato dal Presidente della commissione parlamentare sulle periferie On. Alessandro Battilocchio ed approvato dalla Camera dei Deputati a latere dell’esame del Decreto Legge recante “misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile, nonché per la sicurezza dei minori in ambito digitale”. (c.d. Decreto Caivano).

Un risultato concreto che parte dalla riunione che la commissione parlamentare presieduta dall’On. Battilocchio aveva svolto lo scorso 18 settembre alla “Palestra della Legalità” di Ostia, realizzata dall’azienda pubblica di servizi alla persona “Asilo Savoia” in un immobile sottoposto dapprima a sequestro e poi confiscato alla criminalità grazie al programma “Talento & Tenacia – Crescere nella Legalità”. In quella occasione era emerso come il D.Lgs. 159/2011 (c.d. “Codice Antimafia”) non consentisse, contrariamente a quanto previsto invece per tutti gli altri enti pubblici e per il terzo settore, di assegnare direttamente alle ASP i beni confiscati, con ciò limitando lo sviluppo di progettualità virtuose quale quella posta in essere dall’Asilo Savoia fin dal 2017 con propri fondi di bilancio.

“Desidero esprimere un ringraziamento particolare nei confronti dell’On. Alessandro Battilocchio e dell’intera Camera dei Deputati per aver avviato a soluzione una questione che, apparentemente di natura burocratica, può avere un notevole impatto positivo rispetto ai processi di valorizzazione e recupero a fini sociali dei beni confiscati”. Così il Presidente dell’azienda pubblica di servizi alla persona, Massimiliano Monnanni, che ha poi aggiunto: “Per l’Asilo Savoia è un onore poter leggere in un testo ufficiale del nostro Parlamento il riconoscimento unanime al “modello virtuoso di gestione” dell’Asilo Savoia “che ha condotto a risultati oggettivi, sia con riferimento alla preservazione dei beni da situazioni e rischi di depauperamento, che rispetto al loro reinserimento in circuiti virtuosi di economia solidale attraverso progettualità volte all’inserimento lavorativo di giovani in situazioni di disagio e potenziale devianza, quali il programma “Talento & Tenacia-Crescere nella legalità”. “Ora – conclude Monnanni – auspichiamo che per iniziativa del competente Ministro dell’Interno, che di recente ha visitato la “Palestra della Legalità” in occasione della consegna ufficiale dei locali a Roma Capitale esprimendo pieno apprezzamento per l’operato dell’ASP “Asilo Savoia”, si possa presto pervenire, così come indicato dalla Camera dei Deputati, alla formalizzazione dell’intervento di modifica normativa, in modo che le tantissime ASP presenti nei diversi territori possano imprimere, di concerto con il sistema delle autonomie locali, una ulteriore spinta ai processi di rigenerazione a fini sociali dei tanti beni confiscati tuttora inutilizzati”.

Samsung lancia la sua intelligenza artificiale, si chiama Gauss

Samsung lancia la sua intelligenza artificiale, si chiama GaussRoma, 8 nov. (askanews) – Il gigante dell’elettronica sudcoreano Samsung Electronics ha presentato oggi nel “Samsung AI Forum 2023” a Seoul il proprio modello d’intelligenza artificiale generativa, unendosi così anch’esso alla corsa globale per lo sviluppo di questa tecnologia.

Il modello si chiama Gauss e al momento può scrivere email in coreano e in inglese, creare riassunti e tradurre documenti. Si basa su una tecnologia di machine learning e può anche produrre immagini. “Continueremo a sostenere e collaborare con l’industria e il mondo accademico sulla ricerca sull’intelligenza artificiale generativa”, ha affermato Kim Dae-hyun, vicepresidente esecutivo del Samsung Research Global AI Center, in un comunicato.

L’annuncio viene in un momento di fiera competizione tra i giganti dell’elettronica per sviluppare i propri modelli di IA generativa. OpenAI, pioniere nel settore, ha ormai lanciato ChatGPT 4 e Google ha anche presentato a marzo il modello Bard. Anche alcune delle Big Tech cinesi stanno mettendo in campo le proprie soluzioni. Samsung prevede d’installare Gauss sui suoi smartphone e altri dispositivi a partire dal prossimo anno.

Il modello è composto da Samsung Gauss Language, Samsung Gauss Code e Samsung Gauss Image e prende il nome da Carl Friedrich Gauss, il leggendario matematico che stabilì la teoria della distribuzione normale, elemento fondamentale dell’apprendimento automatico e dell’intelligenza artificiale. Inoltre, il nome riflette la visione finale di Samsung per i modelli, ovvero quella di attingere a tutti i fenomeni e le conoscenze del mondo per sfruttare la potenza dell’intelligenza artificiale.

Sicilia scommette su aceto biologico vulcanico con vitigni Etnei

Sicilia scommette su aceto biologico vulcanico con vitigni EtneiRoma, 8 nov. (askanews) – Produrre un aceto biologico vulcanico dell’Etna, 100% made in Sicily, utilizzando tecniche innovative e vitigni tipici del territorio etneo: Nerello mascalese, Nerello cappuccio e Carricante. La Sicilia scommette sull’aceto di alta qualità e lo fa con il progetto ACE.VÙ, “Trasferimento di Innovazioni per produzione e la commercializzazione di aceto siciliano di qualità superiore”, finanziato dalla misura 16.1 del PSR Sicilia 2014/2022.

Giunto al secondo anno di attività, al progetto (di durata quadriennale) partecipano quattro aziende vitivinicole partner, un’impresa di commercializzazione e, per la parte scientifica, il dipartimento Di3A dell’Università di Catania. Otto lotti di due ettari di superficie ciascuno, coltivati con vitigni tipici dell’Etna in regime di disciplinare di produzione biologica. “I primi lotti di prodotto raccolti l’anno scorso – ricorda l’innovation broker, Giuseppe Trovato – sono già passati alle analisi sensoriali e sono ora in maturazione”, mentre è appena partita la raccolta di uve per avviare il processo di acetificazione del mosto ottenuto secondo standard qualitativi elevati.

Nel progetto sono indicati due metodi di produzione, quello statico e quello dinamico. Il primo, tradizionale di fermentazione e invecchiamento in botti di legno per l’ottenimento di aceti a carattere artigianale. Il secondo si avvale di apparecchiature, un fermentatore e un acetificatore che accelereranno la produzione di aceto di vino, derivato dalla fermentazione acetica sulla materia prima, il vino. Uno degli obiettivi del progetto ACE.VÙ è appunto quello di utilizzare le uve che nascono in condizioni pedoclimatiche e in substrati vulcanici e in quota, ricchi di acidi e di mineralità, che crescono proprio nello stesso territorio dove si ottengono le eccellenze del vino, al fine di sintetizzare il terroir vulcanico.

Franco Miceli, produttore di Castiglione di Sicilia, Barone Di Miceli, ente capofila, spiega che il progetto punta a realizzare “un aceto di qualità, realizzato con uve coltivate e controllate per una precisa destinazione, che siano un concentrato delle migliori caratteristiche del nostro territorio etneo. Siamo assai lontani dal preconcetto di un aceto, frutto di uve di scarto. Qui parliamo di nuovi processi tecnologici, di metodi di coltivazione, di selezione e di analisi, come quelli riservati alle uve selezionate per il vino”.

Mattarella: garantire rientro cervelli sfida fondamentale Italia

Mattarella: garantire rientro cervelli sfida fondamentale ItaliaRoma, 8 nov. (askanews) – “Individuare percorsi concreti per garantire a chi lo desidera il ritorno in Italia in condizioni di lavoro soddisfacenti è una sfida fondamentale che le istituzioni e la politica devono saper raccogliere”. Per il futuro del nostro Paese serve una visione nuova e adeguata”. Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella nel messaggio inviato alla Fondazione Migrantes in occasione del “Rapporto Italiani nel mondo” 2023

“Lavorare all’estero per i nostri giovani, è una grande opportunità di crescita umana e professionale e deve essere una scelta libera, non un obbligo di fatto. Se – dopo un percorso formativo in Italia – si è costretti a lasciare il territorio nazionale per mancanza di occupazione o di soddisfacenti prospettive e, soprattutto, una volta acquisite preziose conoscenze ed esperienze, non si riesce più a tornare, si è di fronte a una patologia, alla quale bisogna porre rimedio. Quando non si riesce a riportare nel nostro Paese professionalità, esperienze, risorse umane, è l’intera comunità che viene impoverita. Sono certo che l’iniziativa odierna rappresenti una preziosa occasione di discussione e di sollecitazione alla riflessione sul tema delle migrazioni e invio un sentito augurio di buon lavoro a tutti i partecipanti”. (segue)