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Made in Italy, premio Adriano Olivetti dedicato a figura manager

Made in Italy, premio Adriano Olivetti dedicato a figura managerRoma, 17 gen. (askanews) – La Fondazione Adriano Olivetti e la Camera di commercio di Cosenza hanno firmato a Roma un Protocollo di intesa per l’istituzione del Premio nazionale dedicato a Olivetti, con l’obiettivo di promuovere tra le imprese e le scuole italiane i valori di cui è portatrice la sua.

Sono temi teorizzati e sperimentati con successo da un precursore della modernità come Adriano Olivetti, che è per l’ente cosentino, nelle parole del suo Presidente Klaus Algieri “fonte continua di ispirazione nella programmazione delle politiche economiche da implementare per il nostro territorio ma anche nelle scelte che ci riguardano più direttamente, perché siamo convinti che una Pubblica Amministrazione debba essere innanzitutto un modello da imitare”. “In questo senso – prosegue Algieri – siamo, ad esempio, tra le prime PA italiane ad essere entrate nel Global Compact dell’ONU e siamo da tempo attivi sui temi della responsabilità sociale d’impresa, rispetto ai quali abbiamo istituito un laboratorio permanente”.

Per Cinthia Bianconi, Presidente della Fondazione Adriano Olivetti si tratta di “un impegno che a pieno titolo può fregiarsi del marchio “Adriano Olivetti”, che la Fondazione ha istituito, promosso e registrato in conformità ed esecuzione del proprio fine istituzionale volto principalmente a promuovere, sviluppare e coordinare, appunto, le iniziative e le attività culturali che siano dirette a realizzare il benessere, l’istruzione e l’educazione dei cittadini, attraverso il progressivo diffondersi, in armonia con i principi della Costituzione, di forme comunitarie rispondenti alla configurazione urbanistica, produttiva, sociale, ambientale e culturale della collettività, secondo le idee di Adriano Olivetti”.

Missione Axiom-3, nuova finestra di lancio giovedì alle 22.49 (ora italiana)

Missione Axiom-3, nuova finestra di lancio giovedì alle 22.49 (ora italiana)Cape Canaveral, 17 gen. (askanews) – La nuova finestra di lancio verso la Stazione Spaziale Internazionale per la missione spaziale privata Ax-3 di Axiom Space, con l’astronauta italiano Walter Villadei, Colonnello dell’Aeronautica Militare, si aprirà domani, giovedì 18 gennaio 2024, alle 22.49 ora italiana (le 16.49 in Florida).

Il rinvio del lancio si è reso necessario, ha spiegato Axiom Space in una nota, per consentire alle squadre di supporto di “completare verifiche pre-lancio e l’analisi dei dati, incluso il modulatore di energia del sistema di paracadute” che serve a rallentare la navetta durante l’ultima fase del rientro sulla Terra. Il Colonnello Villadei, 50 anni ad aprile, è il pilota della navetta Crew Dragon “Freedom” di Space X; a lui la Difesa italiana ha affidato la missione “Voluntas”, prima missione spaziale commerciale per il nostro Paese. Per due settimane, l’astronauta italiano condurrà a bordo della Stazione Spaziale Internazionale diversi esperimenti scientifici e test di nuove tecnologie anche per conto dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e dell’industria nazionale.

L’aria in casa è peggiore che all’aperto: a Milano la maglia nera globale

L’aria in casa è peggiore che all’aperto: a Milano la maglia nera globaleMilano, 17 gen. (askanews) – La qualità dell’aria all’interno delle nostre abitazioni è peggiore di quella all’aperto in quasi tutte le case. E Milano detiene questo primato, negativo, a livello globale. E’ questo in sintesi l’esito del progetto realizzato da Dyson, che ha analizzato le informazioni relative alla qualità dell’aria indoor raccolte da oltre 2,5 milioni di purificatori d’aria Dyson tra il 2022 e il 2023, delineando un quadro dettagliato della qualità dell’aria nelle abitazioni di tutto il mondo.

Il progetto distingue gas e particolato, identificando dei trend su base giornaliera, mensile, stagionale e annuale. Si focalizza su due categorie di inquinanti: PM2,5 e composti organici volatili (Cov). Nel primo caso si tratta di particelle, invisibili a occhio nudo, in cui rientrano combustione – stufe a legna, cucine e riscaldamento a gas – peli degli animali domestici, cenere e polvere. Nel secondo, invece, si tratta di inquinanti gassosi, tra cui benzene e formaldeide, che possono essere emessi da attività come la pulizia o la cottura a gas, oltre che da prodotti come deodoranti, spray per il corpo, candele, mobili e arredi. Tutti i Paesi esaminati (a esclusione di quattro) hanno registrato livelli di PM2,5 indoor superiori a quelli outdoor per sei mesi o più, inclusa l’Italia, dove i valori medi mensili interni di PM2,5 hanno superato quelli esterni per sette mesi nel 2022, la Cina, l’Australia, la Francia, l’Austria, il Canada e la Spagna, le cui abitazioni hanno sperimentato una qualità dell’aria peggiore rispetto a quella outdoor per ogni singolo mese dell’anno. Solo nelle case di India, Norvegia, Polonia e Finlandia i livelli di PM2,5 sono stati generalmente inferiori rispetto a quelli esterni, superandoli per meno di sei mesi nel corso del 2022.

Febbraio è stato il mese in cui il maggior numero di Paesi ha sperimentato la differenza più evidente tra i livelli di PM2,5 outdoor e indoor (7 Paesi), seguito da settembre (6 Paesi) e novembre (5 Paesi). L’Italia invece non rispecchia perfettamente il trend, con il picco che si è verificato ad aprile 2022 (con livelli di PM2,5 indoor superiori del 47% rispetto a quelli outdoor), seguito da gennaio, febbraio, marzo e settembre. Dal punto di vista delle singole città, il confronto tra l’inquinamento da PM2,5 outdoor e indoor è stato particolarmente negativo a Milano, che ha registrato il peggiore risultato globale: i livelli medi annui di PM2,5 indoor nel 2022 sono stati di 2,63 volte superiori rispetto a quelli outdoor – una discrepanza maggiore rispetto a qualsiasi altra città studiata – con picchi nei mesi di dicembre (3,46) e gennaio (3,48), fino al record di 4,17 volte oltre i valori outdoor a marzo. Dopo Milano, altri record negativi sono stati quelli di Shenzhen (con livelli annui di PM2,5 indoor superiori del 97% rispetto all’outdoor), Amsterdam (76%), Seoul (53%), Madrid (50%), Melbourne (40%), Vienna (37%), Singapore (36%) e New York (35%). 21 città (su 35 esaminate) hanno registrato livelli medi annui di PM2,5 negli ambienti chiusi superiori rispetto a quelli all’aperto. Analizzando i dati mensili, sono otto le città che hanno registrato livelli di PM2,5 indoor superiori rispetto all’outdoor per ogni singolo mese dell’anno: Shenzhen, New York, Melbourne, Milano, Roma, Seoul, Vienna e Amsterdam.

Missione Axiom-3, nuova finestra di lancio domani alle 22.49

Missione Axiom-3, nuova finestra di lancio domani alle 22.49Cape Canaveral, 17 gen. (askanews) – La nuova finestra di lancio verso la Stazione Spaziale Internazionale per la missione spaziale privata Ax-3 di Axiom Space, con l’astronauta italiano Walter Villadei, Colonnello dell’Aeronautica Militare, si aprirà domani, giovedì 18 gennaio 2024, alle 22.49 ora italiana (le 16.49 in Florida).

Il rinvio del lancio si è reso necessario, ha spiegato Axiom Space in una nota, per consentire alle squadre di supporto di “completare verifiche pre-lancio e l’analisi dei dati, incluso il modulatore di energia del sistema di paracadute” che serve a rallentare la navetta durante l’ultima fase del rientro sulla Terra. Il Colonnello Villadei, 50 anni ad aprile, è il pilota della navetta Crew Dragon “Freedom” di Space X; a lui la Difesa italiana ha affidato la missione “Voluntas”, prima missione spaziale commerciale per il nostro Paese. Per due settimane, l’astronauta italiano condurrà a bordo della Stazione Spaziale Internazionale diversi esperimenti scientifici e test di nuove tecnologie anche per conto dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e dell’industria nazionale.

L’aria in casa è peggiore che all’aperto: a Milano maglia nera globale

L’aria in casa è peggiore che all’aperto: a Milano maglia nera globaleMilano, 17 gen. (askanews) – La qualità dell’aria all’interno delle nostre abitazioni è peggiore di quella all’aperto in quasi tutte le case. E Milano detiene questo primato, negativo, a livello globale. E’ questo in sintesi l’esito del progetto realizzato da Dyson, che ha analizzato le informazioni relative alla qualità dell’aria indoor raccolte da oltre 2,5 milioni di purificatori d’aria Dyson tra il 2022 e il 2023, delineando un quadro dettagliato della qualità dell’aria nelle abitazioni di tutto il mondo.

Il progetto distingue gas e particolato, identificando dei trend su base giornaliera, mensile, stagionale e annuale. Si focalizza su due categorie di inquinanti: PM2,5 e composti organici volatili (Cov). Nel primo caso si tratta di particelle, invisibili a occhio nudo, in cui rientrano combustione – stufe a legna, cucine e riscaldamento a gas – peli degli animali domestici, cenere e polvere. Nel secondo, invece, si tratta di inquinanti gassosi, tra cui benzene e formaldeide, che possono essere emessi da attività come la pulizia o la cottura a gas, oltre che da prodotti come deodoranti, spray per il corpo, candele, mobili e arredi. Tutti i Paesi esaminati (a esclusione di quattro) hanno registrato livelli di PM2,5 indoor superiori a quelli outdoor per sei mesi o più, inclusa l’Italia, dove i valori medi mensili interni di PM2,5 hanno superato quelli esterni per sette mesi nel 2022, la Cina, l’Australia, la Francia, l’Austria, il Canada e la Spagna, le cui abitazioni hanno sperimentato una qualità dell’aria peggiore rispetto a quella outdoor per ogni singolo mese dell’anno. Solo nelle case di India, Norvegia, Polonia e Finlandia i livelli di PM2,5 sono stati generalmente inferiori rispetto a quelli esterni, superandoli per meno di sei mesi nel corso del 2022.

Febbraio è stato il mese in cui il maggior numero di Paesi ha sperimentato la differenza più evidente tra i livelli di PM2,5 outdoor e indoor (7 Paesi), seguito da settembre (6 Paesi) e novembre (5 Paesi). L’Italia invece non rispecchia perfettamente il trend, con il picco che si è verificato ad aprile 2022 (con livelli di PM2,5 indoor superiori del 47% rispetto a quelli outdoor), seguito da gennaio, febbraio, marzo e settembre. Dal punto di vista delle singole città, il confronto tra l’inquinamento da PM2,5 outdoor e indoor è stato particolarmente negativo a Milano, che ha registrato il peggiore risultato globale: i livelli medi annui di PM2,5 indoor nel 2022 sono stati di 2,63 volte superiori rispetto a quelli outdoor – una discrepanza maggiore rispetto a qualsiasi altra città studiata – con picchi nei mesi di dicembre (3,46) e gennaio (3,48), fino al record di 4,17 volte oltre i valori outdoor a marzo. Dopo Milano, altri record negativi sono stati quelli di Shenzhen (con livelli annui di PM2,5 indoor superiori del 97% rispetto all’outdoor), Amsterdam (76%), Seoul (53%), Madrid (50%), Melbourne (40%), Vienna (37%), Singapore (36%) e New York (35%). 21 città (su 35 esaminate) hanno registrato livelli medi annui di PM2,5 negli ambienti chiusi superiori rispetto a quelli all’aperto. Analizzando i dati mensili, sono otto le città che hanno registrato livelli di PM2,5 indoor superiori rispetto all’outdoor per ogni singolo mese dell’anno: Shenzhen, New York, Melbourne, Milano, Roma, Seoul, Vienna e Amsterdam.

In Israele via libera alla vendita di carne bovina coltivata

In Israele via libera alla vendita di carne bovina coltivataMilano, 17 gen. (askanews) – L’israeliana Aleph Farms è la prima azienda al mondo ad ottenere l’approvazione normativa per la carne bovina coltivata. Il ministero della Salute israeliano (IMOH) ha infatti dato il via libera alla startup del settore alimentare e tecnologico di commercializzare nel Paese i suoi prodotti che saranno prima distribuiti ai ristoratori e, in seguito, venduta al dettaglio. Lo scrive il sito “Green Queen”, spiegando che con questa decisione Israele entra nella ristretta lista dei Paesi che autorizzano la vendita di carne coltivata: Singapore e Stati Uniti, dove però l’autorizzazione vale per prodotti basati su cellule di pollo, il che significa che Aleph Farms è la prima azienda autorizzata a vendere carne di manzo coltivata.

La società aveva presentato la richiesta di autorizzazione al ministero un’anno anno e mezzo fa, dopo una consultazione preliminare.

Statup, nel 2023 l’agri-foodtech ha raccolto 167 mln investimenti (+9,8%)

Statup, nel 2023 l’agri-foodtech ha raccolto 167 mln investimenti (+9,8%)Milano, 17 gen. (askanews) – A oggi in Italia sono circa 340 le startup attive nel settore agri-foodtech, un mercato che nel 2023 ha ricevuto investimenti per 167 milioni di euro, in crescita del 9,8% rispetto ai 152 milioni dell’anno precedente. E’ l’istantanea che scatta il primo report italiano sullo stato del foodtech di Eatable Adventures, tra i principali acceleratori globali in materia foodtech, promosso dal Verona Agrifood Innovation Hub, sostenuto da Fondazione Cariverona, UniCredit, Eatable Adventures, Comune di Verona, Veronafiere, Confindustria Verona e Università di Verona.

Da una parte, a livello globale, gli investimenti nel foodtech hanno registrato, nel secondo trimestre del 2023, un calo pari a circa il 61% rispetto all’anno precedente, dovuto principalmente ai conflitti geopolitici e alla crisi economica che hanno colpito a 360 gradi tutti i settori. Dall’altra, invece, il mercato italiano emerge tra i più dinamici e in crescita con un +9% rispetto al 2022: nel 2023, infatti, le startup italiane hanno raccolto 167 milioni di euro (43% in fase seed; 32,3% in fase pre-seed), un dato che evidenzia la fiducia degli investitori nazionali e internazionali nel potenziale di crescita del segmento. A livello geografico, il Nord domina incontrastato il panorama delle startup foodtech in Italia: circa un terzo (30,5%) ha sede in Lombardia, seguita a ruota da Emilia-Romagna (11,1%) e poi da Piemonte, Veneto e Lazio, da cui ne provengono a pari merito circa il 10%. Inoltre, il 50% delle startup totali è nato tra il 2022 (25,3%) e il 2023 (22,8%): un fenomeno partito nel 2018 (7,6%) che, dal 2021 ha registrato una vera e propria impennata (19,1%), fino a toccare l’apice nel 2022. Un aumento, non solo dovuto al crescente interesse nel ricorrere all’innovazione per fornire risposte alle consistenti sfide della filiera agroalimentare e ai cambi nelle tendenze di consumo, ma anche alla nascita di iniziative di supporto dell’ecosistema e di nuovi strumenti di investimento per le realtà emergenti.

Guardando alla composizione delle startup, team compatti da uno a cinque dipendenti per circa il 69% del campione, fino a un massimo di 6-10 dipendenti per il 13%. Società con un’età media di 35,6 anni, agili, ancora da plasmare e sviluppare nel tempo, non senza la presenza fondamentale dei talenti femminili: ben il 32% delle startup è stata fondata da una o più founder donne, una variabile molto positiva se si considera che la media nazionale delle imprenditrici si attesta al 10% circa del totale, mentre quelle con team misti non superano il 16%. Eatable Adventures ha individuato quattro categorie in cui operano le startup del foodtech: agritech (tecnologie applicate all’agricoltura), produzione e trasformazione alimentare, retail e distribuzione (robotica applicata, piattaforme di analisi retail, nuovi canali di vendita etc.) e restaurant tech&delivery ( piattaforme di prenotazione e gestione; robot di cucina etc).

Le startup si concentrano principalmente nel segmento produzione e trasformazione alimentare (36%), seguito dall’agritech (22,3%), restaurant tech&delivery (22%) e infine retail e distribuzione (19,6%). Quasi la metà delle startup (il 43%) attive nella produzione e trasformazione alimentare si concentra sulla realizzazione di nuovi prodotti con ingredienti innovativi, mentre tra quelle attive nell’agritech il 33% ha sviluppato nuovi sistemi di coltivazione o sistemi di automazione delle colture (31,5%). Altro dato interessante è che il 66% del campione sviluppa internamente le proprie tecnologie, senza avvalersi di collaborazione con terze parti: solo il 12% ha cooperato con le università, il 2% con poli tecnologici e il 13% con altre aziende esterne. Ciò significa che circa il 70% delle startup mostra un livello di sviluppo autonomo notevolmente elevato, evidenziando una solida maturità tecnologica. Guardando alle tecnologie più impiegate, l’intelligenza artificiale emerge come quella predominante, utilizzata dal 42,86% delle startup intervistate; seguono a ruota il machine learning, con un tasso di utilizzo del 37,14% e le biotecnologie con uno del 32,38%. Per proteggere la proprietà intellettuale delle innovazioni create, elemento fondamentale per garantire la competitività sul mercato, oltre la metà delle startup (54,3%) implementa la registrazione di marchi nel proprio modello di business e il 40% possiede almeno un brevetto, mentre il 19% si affida al segreto commerciale.

Come ulteriori risorse che potrebbero agevolarne lo sviluppo, le startup intervistate segnalano l’attrazione di investitori internazionali, il sostegno da parte dell’industria alimentare italiana, la presenza a eventi internazionali, la conoscenza delle best practice e la semplificazione dell’accesso agli aiuti pubblici. “L’Italia si sta impegnando sempre di più per dare risposte innovative alle pressioni del cambiamento climatico, della crisi energetica e dell’approvvigionamento delle materie prime. L’obiettivo è migliorare la competitività globale del Belpaese e mantenere il suo primato come eccellenza enogastronomica a livello mondiale – dichiara José Luis Cabañero, Ceo e founder di Eatable Adventures – Sono sempre più numerose le iniziative che coinvolgono aziende alimentari, startup, università e centri tecnologici, sostenuti da investitori di rilievo. L’Italia mira a preservare e rafforzare la sua competitività ed è pronta ad abbracciare con determinazione l’innovazione per plasmare un futuro alimentare sostenibile, efficiente e dinamico”.

Turismo, Santanchè: nel 2023 in Italia 445 milioni di presenze

Turismo, Santanchè: nel 2023 in Italia 445 milioni di presenzeGenova, 17 gen. (askanews) – “Il bilancio del turismo è estremamente positivo nel 2023, non è andato bene ma benissimo. I numeri non dicono molto, ma c’è una grande voglia di Italia. Nel 2023 ci sono state 445 milioni di presenze, è stato mediamente speso l’8% in più e c’è stato un allungamento del soggiorno medio di un giorno in più rispetto all’anno scorso”. Lo ha detto la ministra del Turismo Daniela Santanchè, in occasione del Forum internazionale del turismo italiano organizzato dal Sole 24 Ore a Genova.

Alluvione, a Forlì il grido “rispetto” contro Meloni e von der Leyen

Alluvione, a Forlì il grido “rispetto” contro Meloni e von der LeyenForlì, 17 gen. (askanews) – Hanno urlato più volte la parola “rispetto” quando sono arrivate le auto blu della presidente del Consiglio Giorgia Meloni e della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, che oggi hanno ufficializzato l’arrivo di 1,2 miliardi di euro dai fondi del Pnrr rivisitato per le zone alluvionate dell’Emilia-Romagna. Il centinaio di manifestanti assiepato sin dalle 12 in piazza Saffi, davanti alla sede del municipio di Forlì, ha sfidato temperature rigide e una fitta pioggerellina per protestare contro il ritardo degli indennizzi per i danni arrecati dall’alluvione che ha colpito la regione Emilia Emilia-Romagna, e in particolare la provincia di Forlì-Cesena, nel maggio dello scorso anno.

I manifestanti lamentavano, oltre al mancato arrivo dei fondi, anche le assurdità burocratiche per ottenerli. “Ci hanno chiesto le ricevute dei macchinari che sono andati distrutti con l’alluvione, ma assieme ai macchinari, come stampanti e fotocopiatrici, c’erano anche gli archivi con le ricevute, finiti sotto 3 metri d’acqua”, ha raccontato una delle manifestanti, titolare di una piccola impresa della zona. Tra gli striscioni appesi alle transenne spiccava quello della Cgil: “Promesse nel fango”, mentre un altro recitava “Con i vostri tempi non la sfanghiamo più”.

CNP Vita Assicura lancia piano decennale di sviluppo in Italia

CNP Vita Assicura lancia piano decennale di sviluppo in ItaliaMilano, 17 gen. (askanews) – CNP Vita Assicura, parte del gruppo francese CNP Assurances, punta a crescere ulteriormente in Italia, con l’ambizione di diventare un assicuratore completo nel Risparmio e nella Protezione e rappresentare il player di riferimento nei segmenti Affluent e Private Banking. Dopo l’operazione di incorporazione di CNP Vita Assicurazione e l’attività di rebranding, CNP Vita Assicura si presenta oggi come un’unica società ancora più forte e riconoscibile e lancia il nuovo piano strategico decennale.

Si tratta di un piano di sviluppo di lungo periodo, con un orizzonte temporale di 10 anni e che si articolerà sulla base di tre pilastri fondamentali, mutuati dalla lingua di casa madre: Developpement, Diversification e Désensibilisation. All’interno del pillar Developpement (sviluppo) rientreranno attività per lo sviluppo di nuove partnership nel campo del Risparmio e della Protezione, iniziative di cross-selling tra filiali del gruppo in Italia, l’utilizzo di sistemi avanzati per l’integrazione di nuovi partner e un continuo sviluppo del capitale umano. Il tutto con l’obiettivo di consolidare in Italia il modello ad alto valore aggiunto del Gruppo CNP Assurances. Sul fronte della Diversificazione, nel corso dei prossimi dieci anni la strategia di prodotto prevedrà l’ampliamento del segmento Protection e il miglioramento del mix Unit Linked vs Gestioni Separate, oltre all’ampliamento dei canali distributivi sul mercato. Quest’ultima azione favorirà una maggiore apertura anche al target di clientela Retail. Infine, la “Desensibilizzazione” punta a tutelare la solidità della compagnia da rischi esterni così da renderlo ancora più resiliente e responsabile. Si lavorerà ad una maggiore diversificazione degli investimenti, alla revisione dell’asset allocation, all’adozione di soluzioni per la copertura contro possibili aumenti dei tassi di interesse e alla creazione di una nuova Gestione Separata con Fondo Utili.

A livello di obiettivi finanziari, al 2033 la compagnia mira a conseguire una crescita media annua della nuova produzione e delle riserve matematiche pari rispettivamente al +8% e al +6%. Il mix di produzione è previsto raggiungere una quota del 50% Unit Linked vs Gestioni Separate. Obiettivi che verranno perseguiti anche grazie ad investimenti strategici, sviluppo del capitale umano e l’avvio di nuovi accordi distributivi. “Dopo l’operazione di fusione che ha visto il consolidamento di CNP Vita Assicura, siamo particolarmente orgogliosi di poter annunciare questo nuovo piano strategico di sviluppo per il mercato italiano”, ha commentato Marco Passafiume Alfieri, Ceo di CNP Vita Assicura. “L’orizzonte decennale del piano dimostra la chiara volontà del Gruppo CNP Assurances di investire nel mercato italiano nonché l’ambizione della compagnia di garantire a partner distributivi e clienti grande solidità e vicinanza nel lungo periodo. Oggi, d’altronde, la qualità delle compagnie assicurative e l’ampiezza dell’offerta rappresentano caratteristiche sempre più importanti nelle scelte di tutela e sviluppo del proprio patrimonio”.

CNP Vita Assicura ha oggi 1,4 milioni di clienti e opera attraverso un modello di business aperto e multi-partner, con un approccio distintivo nel mercato italiano, con una rete distributiva diversificata che conta su 18 accordi di bancassurance, 316 mandati agenziali e 74 accordi di collaborazione con broker. Gli asset in gestione nel 2023 ammontano a 27 miliardi.